"Pinzolo, vinta la sfida dell'aggregazione"
"Ma serve impegno per le piccole Comunità"
“Vacanza ebraica, piacere di conoscersi”. È lo slogan che ha caratterizzato il tradizionale momento di incontro invernale organizzato a Pinzolo dall’area Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane diretta dal rav Roberto Della Rocca. Momenti di svago sulle piste, lezioni di Torah, occasioni di confronto sul futuro dell’ebraismo italiano. Questa la formula di un’edizione, conclusasi domenica scorsa, che ha portato a Pinzolo più di 200 persone (di cui oltre la metà giovani e giovanissimi).
Positivo il bilancio dei Consiglieri dell’Unione che hanno partecipato. “In questa edizione – sottolineano in un messaggio congiunto l’assessore alla Cultura David Meghnagi e i Consiglieri Sara Cividalli e Joram Orvieto – si è raggiunto il vertice più alto di un trend di partecipazione registrato negli ultimi tre anni: oltre 200 persone di cui una grande maggioranza di bambini e bambine, ragazzi e ragazze le cui risate e le cui corse per i corridoi facevano aumentare il buonumore e l’allegria. Tutto il campeggio si è svolto all’insegna del desiderio di stare insieme, condividere momenti di studio e di svago. Molte le nuove conoscenze, ognuna speciale”. Nel corso di un dibattito circa il lavoro dell’UCEI in merito ai progetti culturali nazionali, i tre esponenti dell’Unione riferiscono che “è emersa la richiesta dei partecipanti (la stragrande maggioranza degli adulti presenti al raduno) di attivare maggiori idee, risorse e sforzi per progetti volti a creare rapporti e contatti più solidi tra grandi e piccole Comunità”. Trascorrere una settimana insieme, il parere dei Consiglieri, “serve ad approfondire conoscenze perfino tra membri della stessa Comunità: un’occasione unica e preziosa anche per costruire futuri volontari per progetti di interesse nazionale a supporto delle nostre istituzioni”. Un apprezzamento è poi rivolto agli organizzatori.
“Ci sono tante cose che hanno funzionato, dallo sviluppo di temi culturali al clima rilassato e stimolante che ha caratterizzato tutta la settimana. In particolare hanno funzionato molto bene le attività per i più piccoli, nel segno di gioia e vitalità. Positivo – dice Meghnagi – anche il coinvolgimento dei Consiglieri presenti, chiamati a confrontarsi sul lavoro e le sfide dell’Unione”. L’assessore UCEI si è anche messo in gioco tenendo una colta lezione sull’umorismo ebraico. Un tema ben più sofisticato, ha ricordato nella sua lezione, di quel che certe banalizzazioni e semplificazioni vogliono talvolta trasmettere.
Per Meghnagi, nel complesso, Pinzolo è stata una riuscita “osmosi tra sport, attività ricreative e cultura”. Anche se, suggerisce, “andrebbero fatti maggiori investimenti per coinvolgere chi non ha i mezzi economici per partecipare e le piccole Comunità: il rischio altrimenti è di rafforzare l’idea di un circolo ristretto che esclude chi non ha la possibilità di affrontare i costi di partecipazione. E questo è un grande peccato”. Tra le proposte avanzate a Pinzolo la possibilità che ragazzi delle piccole Comunità possano trascorrere una settimana presso le scuole delle grandi e medie Comunità. Una proposta che, sottolinea, ha già ottenuto diversi riscontri favorevoli.
Auspica un investimento verso le piccole Comunità anche la Consigliera Cividalli: “È fondamentale – dice – che si trovi il modo di far venire più persone da queste realtà”. Positivo in ogni caso, come detto, anche il suo feedback: “Nonostante si fosse in oltre 200 partecipanti, quindi con un certo livello di complessità da gestire, tutto è filato liscio senza intoppi. Una macchina che ha ben funzionato dal primo all’ultimo giorno. Non era scontato. E quindi ciò è senz’altro un merito da riconoscere agli organizzatori”.
Shulim Vogelmann, editore, 41 anni, vive tra Firenze e Roma ed è stato a Pinzolo con la moglie e le due figlie. “Una bella occasione per stare tutti insieme. Per ritrovare volti conosciuti, che si danno appuntamento a questa iniziativa ormai da diversi anni, e per conoscere nuove persone”. Filo conduttore delle lezioni del rav Della Rocca è stato quest’anno il tema della preghiera. “Molto interessante e coinvolgente”, osserva Vogelmann. Così come l’occasione di confronto che vi è stata sulle modalità di sostegno a Comunità numericamente più piccole. È in quella direzione, dice, che bisogna lavorare.
David Parenzo, giornalista, 44 anni, nato a Padova ma residente a Roma, è un altro frequentatore regolare di Pinzolo. Ci è tornato anche quest’anno, con la moglie e i tre figli. “Ci sono tanti elementi ad attrarre: un clima speciale di interazione, lo spirito aggregativo, la qualità delle lezioni. È un discorso che vale per noi genitori, ma anche per i nostri figli. Sono felice – afferma – che possano assaporare tutto ciò”. Anche per Parenzo una mancanza significativa è nello scarso coinvolgimento delle piccole Comunità, che ad oggi partecipano in modo limitato. “Forse – afferma – andrebbero trovate delle formule per aiutare”.
Carol Raccah, 38 anni, romana, vive a Tel Aviv da 11 anni. Ha quattro figli e Pinzolo da tempo è un’occasione per “fargli conoscere il nostro ebraismo, che ha delle sue specificità rispetto a quello che sono abituati a vivere in Israele”. Il momento aggregativo di per sé, sottolinea, “è stata la cosa più importante”. Ma anche il supporto dei madrichim, “che prendendosi costantemente cura dei bambini ci hanno concesso del tempo libero, anche per seguire le lezioni”. Carol e la sua famiglia hanno un’abitudine fissa prima di Pinzolo. “Trascorriamo sempre uno Shabbat in una piccola Comunità. Un piccolo, concreto, segno d’attenzione”. Per quanto riguarda le criticità, “da migliorare il supporto e le attività per giovani in fascia d’età 10-16 anni”.
Anche per Alessandro Cohen, 46 anni, milanese, da 17 anni in Israele, un’esperienza da ricordare. “Ci siamo trovati bene, in un bel gruppo di persone molto affiatato. Io ero lì con i miei quattro figli, anche per loro è stata una settimana gratificante”. Tra gli aspetti da migliorare sul piano organizzativo, sostiene Cohen, “le serate forse troppo lunghe per i bambini, con evidenti ripercussioni al mattino successivo”.
Per Carol, Alessandro e gli altri Italkim che hanno partecipato il ricordo di Pinzolo è oggi una consolazione rispetto a giornate purtroppo non semplici da affrontare. Per chi ha soggiornato in Italia nelle ultime settimane lo Stato di Israele ha infatti disposto l’isolamento obbligatorio. Una misura resa necessaria dall’emergenza Coronavirus. È nato così un gruppo Whatsapp, “Pinzolo in quarantena”, in cui le persone che devono rispettare l’isolamento condividono i momenti più significativi della vacanza e cercano di tirarsi su il morale a vicenda.
(Nelle immagini lo staff del soggiorno montano di Pinzolo e alcuni momenti che hanno caratterizzato la scorsa settimana in Trentino)
Si apre con un servizio sulla prossima festività di Purìm, la puntata di Sorgente di Vita in onda su Rai 2 domenica prossima.
Nella Persia del quinto secolo prima dell’era volgare, si dipana la storia del re Assuero e della giovane regina Ester, che tiene mascherata la sua identità di ebrea, e sventa il complotto del ministro Amàn, che progettava lo sterminio di tutti gli ebrei del regno.
Verrà resa pubblica nelle prossime ore sul sito www.osservatorioantisemitismo.it la Relazione annuale 2019 che avrebbe dovuto essere presentata ai giornalisti in conferenza stampa, poi cancellata a causa dell’emergenza sanitaria.
La Relazione contiene alcuni elementi che consentono di analizzare il livello di diffusione e di virulenza del linguaggio antisemita nella società italiana. Raccoglie e sistematizza le segnalazioni che vengono inviate all’Osservatorio antisemitismo nel corso dell’anno. In particolare offre una contestualizzazione socio-politica, una premessa metodologica, l’esame dei principali sondaggi effettuati nel 2019, una presentazione delle segnalazioni inviate all’Osservatorio e una valutazione complessiva del fenomeno. Viene anche proposto il testo della working definition dell’IHRA con una nuova traduzione italiana. Il testo della Relazione andrebbe letto alla luce dei tre contributi apparsi nella rivista “Sociologia e Ricerca Sociale” 120/2019 che fanno il punto delle analisi sociologiche del fenomeno antisemita in Italia realizzate negli ultimi quindici anni.
“Veikechù lì terumà – e prendano per me un’offerta”.
Fanno notare i nostri Maestri che l’espressione “li” che viene normalmente tradotta “per me” significa in questo caso “a mio nome”. Ossia: a titolo divino; cioè un’offerta che abbia la finalità di fare un qualcosa di sacro. Da notare che la Torà in questa occasione comanda di prendere un’offerta e non di dare un’offerta, a differenza di altre finalità. Questo è per spiegare, secondo i chakhamim, che ogni offerta fatta con lo scopo di attuare una mitzvà è come se non uscisse dalle proprie tasche, ma provenisse direttamente dall’Alto.
Ci sono momenti in cui sembra difficilissimo, se non impossibile, trovare una ragionevole via di mezzo tra la paranoia e l’incoscienza. Tale via di mezzo, ammesso che esista, può essere individuata chiaramente solo con il senno di poi.
In contesti relativamente tranquilli come l’Italia di oggi si potrebbe dire qualcosa di simile anche a proposito dell’antisemitismo.
Anna Segre
Il Covid-19 e le altre sfide
Fino a qualche settimana fa gran parte dei media italiani pubblicava una notizia al minuto su ciò che stava accadendo a Wuhan per il Covid-19. Immagini di presunti infetti incatenati e trascinati a forza sulle ambulanze, persone che collassavano in luoghi pubblici ormai deserti e negli ospedali, operatori sanitari vestiti con ingombranti tute bianche che spargevano per le strade getti di sostanze disinfettanti, militari armati sino al collo che presidiavano stazioni e posti di blocco.