Genova, un nuovo inizio

Alle 11.36 del 14 agosto 2018 crollava il Ponte Morandi di Genova, uccidendo 43 persone e aprendo una profonda ferita nella città e nel paese. Oggi, a distanza di due anni dalla tragedia, Genova ripartirà nel segno del nuovo ponte – San Giorgio – che sarà inaugurato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una cerimonia in diretta televisiva. Diversi quotidiani, tra cui il Corriere, dedicano un approfondimento a questa vicenda, ricordando cosa ha significato per Genova quel 14 agosto e la ricostruzione. “Abbiamo deciso di tenere insieme il dolore e la gioia, perché senza il primo non è possibile parlare della seconda. E non sarebbe neppure giusto. – Marco Imarisio, aprendo l’approfondimento del Corriere – In un Paese che ormai per definizione ha la memoria corta, esiste sempre più la tendenza a separare momenti di un’unica vicenda, nel tentativo di sottolinearne solo gli aspetti più edificanti, o convenienti, dipende dai punti di vista. Ma la nascita del nuovo ponte di Genova è invece diretta conseguenza della morte del vecchio ponte Morandi, che collassando su sé stesso ha trascinato con sé 43 vite umane, gente che in quella piovosa vigilia di Ferragosto stava lavorando, tornando dal lavoro, andando in vacanza. E all’improvviso più niente”.

Israele-Siria, tensione al confine. In queste ore l’esercito israeliano ha fatto sapere di avere attaccato un gruppo di quattro terroristi che, erano stati sorpresi sulle Alture del Golan mentre collocavano dell’esplosivo lungo la recinzione di confine. Inoltre, come rileva Repubblica, in un tweet sempre le forze armate israeliane hanno fatto sapere di avere risposto con l’aviazione al lancio di un razzo sparato contro Israele da Gaza ieri sera.

La piazza, Netanyahu e la legge di Bilancio. Dopo le manifestazioni a Gerusalemme e in altre città che ne chiedevano le dimissioni, il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha risposto nella riunione di gabinetto accusando i media di agire contro di lui e aizzare la piazza. La stampa, ha dichiarato il Premier, “più che riportare le manifestazioni, le incoraggia, mentre non dà peso alle minacce contro me e la mia famiglia”. Nel corso della stessa riunione, il premier alternato Benny Gantz, riporta oggi Repubblica, ha difeso il diritto alla protesta come pietra miliare della democrazia e ha lanciato una frecciatina all’alleato-rivale: “La leadership deve dare l’esempio trasmettendo rispetto reciproco e per le istituzioni”. Uno scambio-scontro, sostiene il quotidiano, che “avviene mentre aleggia lo spettro di nuove elezioni a novembre, se gli alleati non dovessero raggiungere un accordo sulla legge di bilancio entro il 25 agosto”.

Il no a un Museo del fascismo a Roma. Tre consiglieri comunali Cinque Stelle di Roma – tra cui Gemma Guerrini, già vicepresidente della commissione Cultura in Campidoglio – hanno presentato una mozione per la creazione di un Museo del Fascismo nella Capitale. Un “grande museo” che “funga da polo attrattore per scolaresche, curiosi, appassionati ma anche turisti da tutto il mondo”, l’idea dei proponenti. In particolare per Guerrini la realizzazione del museo sarebbe dettato, riporta Repubblica, dalla “necessità di contrastare il negazionismo e l’ignoranza ancora diffusa su fatti accaduti nella prima metà del Novecento in Italia”. La proposta ha creato diverse divisioni, scrive il quotidiano che rilancia l’appello firmato da Alessandro Bergonzoni, Anna Foa, Luigi Manconi, Massimo Recalcati, Milena Santerini e Luciano Violante contro questa iniziativa. “La proposta risulta ancor più bizzarra se solo si pensa che il Comune di Roma è impegnato, a partire dal 2005, nel percorso di realizzazione di un Museo della Shoah” scrivono i firmatari dell’appello, ricordando che questo museo “attende solo la validazione finale del progetto esecutivo per andare in cantiere”. “Ebbene, – prosegue l’appello – non possiamo credere che l’attuale Amministrazione comunale di Roma, che nulla ha fatto in cinque anni per promuovere la realizzazione del “suo” Museo della Shoah, voglia dare vita a un “Museo sul Fascismo” che, in questo contesto, rappresenterebbe un’offesa alla storia e alla coscienza della capitale”.

Segnalibro. Sul Corriere Marcello Flores presenta l’ultimo lavoro dello storico Frediano Sessi Auschwitz. Storia e memorie (Marsilio) pubblicato per gli ottant’anni dall’apertura del campo di sterminio nazista. Flores spiega che Sessi ha il merito, tra le altre cose, di evidenziare quanto “sia falso un luogo comune che ha accompagnato da sempre la Shoah, e cioè la docilità con cui gli ebrei sarebbero andati incontro alla morte. Il capitolo sulle ‘resistenze’, molteplici e differenziate, anche se spesso individuali o di piccoli gruppi, pur se quasi sempre destinate al fallimento, ci mostrano quanto, anche all’interno del sistema di disumanizzazione creato nei campi di sterminio, fossero sempre presenti la voglia di ribellione, di libertà e lo spirito di solidarietà”.

La libertà di discutere. “L’uso abusivo di un termine terribile come ‘negazionismo’, associato per chi non lo sapesse ai mascalzoni che negano la verità storica di Auschwitz, denuncia un fondo di prepotenza, di allergia al pubblico dibattito delle idee, di istinto censorio che dimostra quanto siamo peggiorati, quanto stiamo peggiorando, quanto ci si senta sempre più portati a demonizzare che non a discutere”, così Pierluigi Battista sul Corriere, intervenendo sul dibattito innescato dalle parole di Sabino Cassese, Michele Ainis, Alberto Zangrillo e Matteo Bassetti per cui il coronavirus sarebbe meno pericoloso oggi.

Contrasto a omotransfobia e misoginia. Oggi approda nell’Aula della Camera il ddl contro l’omotransfobia e la misoginia. Il testo della legge modifica gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, spiega La Stampa. Più precisamente, basandosi sulla legge Mancino del 25 giugno 1993, verranno estesi agli episodi d’odio fondati sull’omofobia e sulla transfobia i reati già previsti nel codice penale, aggiungendo alla discriminazione “razziale, etnica e religiosa” quella fondata “sul genere e sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. 

Daniel Reichel

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di Anna Foa, Daniela Fubini e Viviana Kasam. 
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