PAGINE EBRAICHE - GIUGNO 2022

Tensioni da calmare e ferite da ricucire,
le sfide per tenere insieme la Francia  

Molto di quello che sarà l'Europa negli anni a venire dipende dalla Francia. La conferma di Emmanuel Macron ha dato un primo segnale, facendo tirare un sospiro di sollievo a chi temeva che l'Eliseo potesse cadere nelle mani dell'estrema destra e del populismo. A chi, come la leadership ebraica francese, vedeva in Marine Le Pen un pericolo per “i principi repubblicani e i valori umanistici sostenuti dall’ebraismo”. La prima sfida è stata dunque vinta, ma, ribadiscono le voci ebraiche e non, il secondo mandato di Macron deve corrispondere a una nuova stagione di dialogo e risposte concrete al rancore e alla rabbia sociale che serpeggiano per le strade francesi. Una priorità per limitare gli estremisti della politica e togliere spazio di manovra ai fondamentalisti islamici, che su questo disagio prosperano, usando spesso un'arma comune: l'antisemitismo. Per i prossimi cinque anni, in attesa delle elezioni parlamentari di metà giugno, all'Eliseo è quindi chiesto un cambio di passo. La nomina a Primo ministro di Elisabeth Borne, figlia di un sopravvissuto alla Shoah e con un percorso di vita esempio di integrazione, rappresenta un possibile modello, come mette in luce il dossier dell'ultimo numero di Pagine Ebraiche, dedicato proprio alla Francia, alle sue aspettative, alle sue sfide, alle sue ferite. Come quella della famiglia Halimi che, come ha ribadito in occasione di un evento organizzato di recente dall'UCEI a Roma, chiede ancora giustizia per Sarah e invoca misure serie contro l'odio antisemita. Ma nelle pagine del dossier si guarda anche a figure del passato come Leòn Blum e Simone Veil, la cui lezione oggi è più viva che mai.
Il giornale si apre con l'attesa inaugurazione che a Milano porterà il Memoriale della Shoah e la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – Cdec, in una nuova stagione di collaborazione e progetti. Il 15 giugno infatti saranno aperti i nuovi spazi delle due realtà milanesi, che, fianco a fianco, daranno vita a un nuovo polo di studio, cultura e confronto nel cuore della città e a pochi passi dalla sua stazione centrale.
Al futuro guarda anche la Calabria, lavorando per valorizzare le proprie radici ebraiche, come dimostra il recente convegno “Le 130 Giudecche di Calabria, volano straordinario per cultura e turismo” con la partecipazione, tra gli altri, di UCEI e ambasciata d'Israele. In questa regione l'impegno è sia a riscoprire un significativo passato, sia a ricostruire un'identità perduta con il trauma della cacciata imposta dai sovrani di Spagna a fine Quattrocento. “Ricostruire un’identità dopo 500anni non è impresa facile, soprattutto quando questa identità è stata oggetto di uno strappo improvviso che ha comportato lacerazioni, sradicamenti e ferite, la cui portata possiamo solo immaginare ma non conoscere nella sua realtà complessiva”, evidenzia il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni. L'impegno oggi è proprio nella direzione di comprendere questo passato e riportarlo al presente.
Anche la cucina è un modo di preservare il passato e tramandarlo alle future generazioni, come racconta nella grande intervista del mese, Benedetta Jasmine Guetta. Il suo primo libro di ricette in inglese: Cooking Alla Giudia. A Celebration of the Jewish Food of Italy raccoglie la sfida di tramandare la memoria ebraica attraverso sapori e profumi. “Esiste molto materiale su quanto gli ebrei abbiano influenzato la cucina italiana anche per ricette che non sono considerate tradizionalmente ebraiche. Raccontano - spiega Guetta - come le due culture si siano intrecciate e mi piaceva l’idea di rivendicarne l’identità”.
Nelle pagine dedicate a Israele si parla del delicato momento che vive il governo israeliano, sempre più fragile, ma che nonostante le difficoltà è riuscito a ottenere risultati diplomatici importanti. Dagli accordi economici con Emirati Arabi Uniti e Marocco, alla visita a Gerusalemme, dopo quindici anni di assenza, del ministro degli Esteri turco. E ora si attende l'arrivo nella capitale del Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. 
A proposito di diplomazia israeliana, un grande risultato è quello ottenuto con il lancio del summit Techagriculture a Napoli a metà maggio. Un incontro a cui hanno partecipato diversi ministri e che, nelle parole dell'ambasciatore d'Israele Dror Eydar, rappresenta una grande opportunità non solo per i due paesi, ma per tutto il Mediterraneo. “Speriamo che questo incontro possa diventare negli anni una conferenza internazionale per tutti i Paesi che condividono le stesse condizioni climatiche. Speriamo di vedere tra i partecipanti anche i paesi arabi”, l'auspicio dell'ambasciatore, il cui mandato termina questa estate. Gerusalemme ha scelto il suo successore a Roma: Alon Bar, attualmente a capo dell’establishment politico-strategico del ministero degli Esteri.
La pagina dei protagonisti del mese è invece dedicata all'artista e intellettuale Silvana Weiller e al suo secolo di vita e impegno. “Scrivere e dipingere rappresentarono per lei una necessità, una vocazione naturale: due facce di un’unica creatività”. Cresciuta a Milano, si trasferì a Padova dove diventò un punto di riferimento nel panorama artistico e culturale della città tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
La lancetta del tempo torna ancora più indietro nella prima delle pagine di Cultura dedicata al nuovo numero della Rassegna Mensile di Israel - curato da Liliana Picciotto e Adachiara Zevi - in cui si parla delle vicende dei ragazzi di Villa Emma. Qui 73 ragazzi ebrei soggiornarono da luglio 1942 a ottobre 1943, protetti dagli aguzzini nazifascisti. “Che un gruppo eterogeneo di ragazzi in fuga dall’Europa in fiamme venga accolto, protetto, nascosto e aiutato nuovamente a fuggire, in un abbraccio solidale che dai singoli si estende all’intera comunità, è obiettivamente un fatto straordinario, presso ché unico. - riflette Zevi -  Ma è ancora più straordinario che gli attori di tale solidarietà la considerino del tutto normale, al punto di rimuoverla dopo la guerra, custodendola nello spazio privato della loro memoria”.
Sempre in Cultura, spazio all'ultima pubblicazione parte del grande progetto di traduzione del Talmud in italiano: il trattato di Meghillà. Come spiega il suo curatore, rav Michael Ascoli, il trattato si occupa “principalmente delle regole della lettura pubblica e della scrittura del Libro biblico di Ester, la più conosciuta fra le meghillòt o rotoli del Tanàkh, noto come la “Meghillà” per antonomasia”.
A chiudere le pagine culturali, un ampio approfondimento dedicato alla fortezza di Masada, luogo cardine dell’identità israeliana passata e presente. Un luogo in cui si incontrano storia, mito e passione.
Di lotta contro l'intolleranza si parla invece nella doppia dedicata allo sport, con il nuovo progetto varato congiuntamente da Unione Europea e Consiglio d’Europa “Combating Hate Speech in Sport”. Obiettivo, offrire gli strumenti adeguati per affrontare questo problema anche nella prospettiva di fare rete in modo più efficace tra Paesi e istituzioni.

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Nuove generazioni alla prova
Il mese di giugno 2022 apre una nuova fase nelle politiche europee connesse all’antisemitismo, alla storia delle persecuzioni e alla memoria della Shoah. Dopo più di due anni di blocco delle attività in presenza e in piena guerra russo-ucraina, gli organismi internazionali hanno in programma una serie di incontri programmatici che danno tutta l’impressione di rappresentare una svolta, più che una scontata ripresa di dinamiche congressuali risapute.
Gadi Luzzatto Voghera
Numeri
Il quarto libro della Torah, che inizieremo a leggere questo Shabbat è Bemidbàr, termine che letteralmente significa Nel Deserto, ma tradotto sia dai Settanta che dalla Vulgata con il termine "Numeri". Il motivo di questa definizione è che la prima parashà - Bemidbàr - inizia con la mitzvà di censire tutto il popolo, tribù per tribù.
In tutto il testo della Torah, sin dal libro di Bereshit, assistiamo più volte al conteggio del popolo.
Rav Alberto Sermoneta
L’Omer del calendario civile
L’accostamento proposto su queste colonne dalla Presidente dell’Ucei Noemi Di Segni tra Shavuot e il 2 giugno è molto suggestivo e invita a cercare ulteriori parallelismi. Se possiamo confrontare la festa della Repubblica con la festa del dono della Torah (in entrambi i casi abbiamo la libera scelta di tutto un popolo, uomini e donne), e Pesach con il 25 aprile (entrambe feste della liberazione), viene voglia di prendere in considerazione anche il periodo che porta da una festa all’altra.
Anna Segre
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