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L'Unione informa
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26 agosto 2009 - 6 Elul 5769 |
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alef/tav |
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Adolfo
Locci,
rabbino capo di Padova |
“Ricorda
ciò che fece il Signore tuo D. a Miriam....” (Devarim 24:9). Il
“Chafetz Chayym” (Rabbi Israel Meir HaCohen Kagan 1838 - 1933) spiega
che dobbiamo ricordare l’esemplarità della punizione di Miriam (la
lebbra) ricevuta a causa della maldicenza che fece contro suo fratello
Mosè. Il fatto che Miriam, nonostante fosse una profetessa e una figura
di rilievo del popolo d’Israele dell’epoca, abbia ricevuto una
punizione in forma ufficiale e pubblica per il suo gesto, dovrebbe
rappresentare per noi uomini molto più semplici, un ulteriore
deterrente che possa trattenerci dall’uso improprio della nostra
“lingua”. “Frena la tua lingua dal (parlare) male e le tue labbra dal
proferire menzogne” (Salmi 34:14) |
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Uno dei
motivi che mi ha spinto ad accettare la collaborazione con questo
giornale nasce da dei racconti. Quando ero molto piccolo i nostri
vicini di casa al mare erano degli ebrei romani che con il tempo
sarebbero diventati i migliori amici della mia famiglia. Lo
stupore, e la paura nell'ascoltare le storie di fughe rocambolesche, di
travestimenti, le ingiustizie, ma anche le storie a lieto fine di
quelli che ce la fecero a sopravvivere alle deportazioni si sono
impresse per sempre nelle mia mente di bambino e hanno influenzato non
poco la mia vita di adulto. Di certo sarebbe sconveniente mettere a
confronto il portato della sofferenza delle persecuzioni con il potere
delle storie nel marketing contemporaneo. Tuttavia la neuroscienza oggi
mostra chiaramente l'importanza delle emozioni nelle scelte che
facciamo quotidianamente. Nel marketing sono i prodotti che hanno una
storia da raccontare, quelli che hanno attraversato fasi epiche, le
storie di uomini o donne che dal nulla hanno creato un impero, ricette
misteriose come quelle dell'amaro Averna che si dice vengano tramandate
solo alle donne della famiglia, che hanno uno strumento in più nella
battaglia quotidiana per la quota di mercato. Le emozioni trasmesse
dalle persone, ma anche da chi ha creato i prodotti, non si dimenticano
e influenzano le scelte dei consumatori. Chi prova interesse a storie
imprenditoriali familiari non dovrebbe perdersi la mostra sui 125 anni
di Bulgari al Palazzo delle esposizioni di Roma. Un bell'esempio della
forza di una grande storia. |
Fabrizio
Caprara, amministratore delegato
di Saatchi and Saatchi Italia |
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Pacifici: "Al Zomar deve essere
estradato e scontare la sua pena"
Frattini frena: "Ci sono delle regole da rispettare"
Riccardo Pacifici,
presidente della Comunità Ebraica di Roma, in vista del viaggio di
Silvio Berlusconi in Libia ha posto due problemi importanti da
includere nell'agenda del premier. “A nome della Comunità Ebraica di
Roma chiediamo dove sia il terrorista Osama Abdel Al Zomar, autore
dell'attentato alla sinagoga di Roma compiuto nel 1982. E soprattutto
che possa scontare la sua pena, l'ergastolo, nelle prigioni italiane".
Questa la prima richiesta di Pacifici al governo italiano e
precisa: "Non vogliamo entrare nel merito né nel giudizio se
sia utile o meno questo viaggio a Tripoli ma per noi rimane aperto
questo problema. Siamo fiduciosi che il premier, amico di Israele e
soprattutto della comunità ebraica, non dimenticherà di porlo sul
tavolo degli incontri con Gheddafi". Pacifici ha ricordato che
nell'attacco alla sinagoga, oltre a numerosi feriti, morì Stefano Gay
Taché "un bambino di due anni. Un ebreo italiano colpevole di essere
soltanto ebreo. Il palestinese Al Zomar è stato condannato in
contumacia dai tribunali italiani nel 1988 ed è stato estradato dalla
Grecia in Libia". Il secondo problema per l'agenda di Berlusconi: la
restituzione dei beni sottratti e congelati agli ebrei di Libia
cacciati nel 1967 all'indomani della Guerra dei Sei giorni e nel 1970
con l'avvento al potere di Gheddafi. "Un punto - ha concluso - che
all'Ambasciata libica di Roma conoscono molto bene e sul quale ci sono
stati vari contatti".
A questo riguardo il ministro degli Esteri Franco Frattini ha replicato: "La
Libia è uno stato indipendente e le regole della giustizia libica non
hanno previsto finora l'estradizione di Osama Abdel Al Zomar” ha
dichiarato il titolare della Farnesina in un'intervista rilasciata a
Sky Tg24. E ancora: “"Se noi immaginiamo che la Libia sia uno stato
indipendente - ha proseguito Frattini - e che abbia i suoi organi
giudiziari, dobbiamo chiedere a quegli organi giudiziari se
l'estradizione sia consentita e sia possibile. Ma se pensiamo ancora
che la Libia sia una colonia italiana allora ci prendiamo questa
persona e ce la processiamo in Italia". Il ministro degli Esteri, dopo
aver sottolineato che l'Italia "non è certo sospetta di non
essere amica degli ebrei", ha spiegato di volere "una giustizia seria,
che punisca con grande severità questa persona, se responsabile",
ribadendo però che "ci sono delle regole da rispettare" e che "la Libia
ci ha fatto sapere, finora, che questa persona non sarà estradata".
Il Maccabi Haifa travolge il
Salisburgo e balza
nella
selezione di Champion League
Il
Maccabi Haifa scrive un'altra pagina nella storia del calcio, e non
solo di quello israeliano.
Superando i campioni d’Austria dell’FC Salzburg per 3-0, allo stadio
Nazionale di Ramat Gan, la formazione israeliana conquista la seconda
qualificazione della sua storia alla fase a gironi della Uefa Champions
League, dopo quella della stagione 2002-2003.
Forti del risultato del match di andata, che li aveva visti passare a
Salisburgo per 2-1, ma allo stesso tempo memori di numerose beffe
subite in passato, quando pur avendo ottenuto risultati positivi fuori
casa, si erano lasciati sfuggire la qualificazione con performance non
all’altezza nelle partite di ritorno, i campioni d’Israele hanno
giocato all’assalto, costruendo moltissime occasioni, fino a
raggiungere la meritata vittoria.
A sottolineare l’importanza di questa partita, erano i 30 mila
sostenitori della squadra giunti allo stadio di Ramat Gan, l’unico in
Israele abilitato dalla Uefa per disputare i match di Champions League.
Un’autentica onda verde, il colore del Maccabi Haifa, composta da
famiglie, giovani, ebrei ortodossi, arabi, che non ha smesso un attimo
di sostenerlo al grido di Alè, alè, Yarok Oleh, (“Alè, alè, Verde
Avanti”).
Sin dall’inizio, il Maccabi ha fatto la parte del leone, con alcune
nettissime occasioni da gol, sciupate clamorosamente davanti a
Gustafsson, il portiere del Salzburg.
Il goal del vantaggio dei padroni di casa arriva al 31° del primo
tempo, con la rete dell’attaccante georgiano Dvalishvili, classe 1986,
su assist del difensore ventottenne Yaniv Katan.
Il Salzburg prova a reagire, ma il Maccabi Haifa non si fa intimorire,
e anzi, continua ad attaccare ottenendo anche un calcio d’angolo e
alcune punizioni prima dell’intervallo.
Al 55° della ripresa l’allenatore del Salzburg Stevens tenta di dare
alla sua squadra un assetto più aggressivo con due sostituzioni, ma non
ottiene il risultato sperato. Anzi il Maccabi passa di nuovo al 57°,
con goal del giovassimo Eyal Golasa, diciotto anni il prossimo ottobre.
Rossella
Tercatin |
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Noterelle - Il dizionario
portatile e gli stolidi buoni
La prima di queste noterelle (29 marzo) era dedicata agli
“stolidi buoni”, l’espressione adoperata da Giuseppe Mazzini per
definire gli ebrei che lo accolsero esule a Londra. Mi piacciono i
giochi di parole. Siamo d’estate, tempo di vacanze: possiamo concederci
qualche distrazione. Da Georges Perec in poi l’enigmistica è un
capitolo centrale nella storia degli ebrei europei. Raymond Aron e
Pierre Nora erano due personalità diverse. Ma con lo stesso cognome, a
lettere capovolte. Primo Levi era molto orgoglioso dei suoi palindromi (In arts it is repose to life;
è filo teso per siti strani). Trovo rilevante che l’anagramma del mio
nome, “vana libertà colgo” (coerente con le delusioni che spesso ricavo
dalle cose che scrivo) sia associabile all’anagramma speranzoso che
s’era scelto il re umorista che ispirò Pirandello, Alberto Cantoni,
“nato con la libertà”.
Chiedo dunque il conforto dei lettori perché mi aiutino a compilare il
dizionarietto degli stolidi buoni - un giorno mi piacerebbe inaugurare
un “sito strano”: www.stolidibuoni.it.
Mi sono accorto che l’ossimoro della bonaria tontaggine è ricorrente.
In Piemonte è il tacchino la nostra mascotte, il “dindo”: dal francese
coq d’Inde, il commestibilissimo “pitu” per i lettori di Argon,
racconto del “Sistema periodico”. Le voci più belle si registrano a
Trieste. “Malmasal”, più esattamente “marmasal”, è la variante
tergestea. Ne riprendo la definizione da una lettera che mi scrisse
Giorgio Voghera: “MAR
significa amaro, MASAL
significa sorte, destino, fortuna (vox media). Il plurale MESALIM sono sia le
costellazioni, sia i dadi, gli ossicini con cui si divinava la sorte;
qualche cosa dunque come il termine latino sortes, signa. Malmasal
è quindi alla lettera chi ha una sorte amara, ma, nell’uso corrente,
corrisponde forse meglio al triestino disgrazià che
all’italiano sfortunato.
Ossia, si dice di persona che ha avuto la sfortuna di nascere un po’
inetto, un po’ tonto, un po’ un dandan, per dirla
ancora alla triestina: non necessariamente proprio scemo. Non direi
però che nell’uso del ghetto equivalga a noncurante, pelandrone,
indifferente; piuttosto tanghero o qualche cosa di simile”. A Trieste
il malmasal
ha una generosa “mare grega” sveviana, che nutrendoci con generosità
allarga i nostri confini lessicografici: “astuto imbecille”, così Zeno
qualifica il rivale Guido con la traduzione di “Koutopòniros”, lemma
senza il quale sarebbe priva di ogni sapore una delle più intense
sequenze della letteratura ebraico-triestina.
Esistono altri modi per indicare la bontà stolida? Chiedo aiuto al
lettore in vacanza. Se scriverete a
_natoconlalibertà@libero.it correrete il rischio
di imbattervi in un fan della Casa della Libertà, non di Alberto
Cantoni; se cliccherete su www.stolidibuoni.it vi
verrà detto che il browser non riesce a trovare il server. Se invece
indirizzerete ad alberto.cavaglion@libero.it
avrete la gratitudine del vostro umile malmasal.
Alberto
Cavaglion
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Carter e i Nobel in Israele, si
tratta per il soldato Shalit
Gerusalemme - Il premier israeliano Benyamin
Netanyahu sarebbe sul punto di raggiungere un accordo con Hamas per la
liberazione di Gilad Shalit, il soldato sequestrato da miliziani
palestinesi vicini ad Hamas nel giugno del 2006. Stando a quanto
scritto ieri in prima pagina da Haaretz da entrambe le parti si respira
ora un'aria di cauto ottimismo sulla possibilità di concludere
l'intesa. Di Shalit e della sua possibile liberazione hanno discusso
ieri anche l'ex presidente americano Jimmy Carter e la delegazione di
ex statisti e premi Nobel che lo accompagna in questi giorni in una
ennesima visita in Israele e nei territori palestinesi nell'incontro
con il rabbino Ovadia Yosef, leader spirituale del partito religioso
sefardita israeliano Shas: «Abbiamo bisogno che lei e gli altri leader
facciate uno sforzo in questa fase e tutto il possibile per ottenere il
rilascio di Shalit - ha detto Yosef a Carter - «Voi potete influenzare
l'epiogo della vicenda». Parole che sembrano indicare un momento
topico. Hamas non nega che la trattativa per la liberazione del soldato
sia in corso ma raffredda gli animi. Ayman Taha, uno dei suoi
portavoce, ha sostenuto che «la trattativa va avanti, di nuovo c'è il
forte impegno dei mediatori egiziani e tedeschi ma la definizione di un
accordo non sembra immediata». Mentre tra Gerusalemme e Gaza
rimbalzavano voci sulla trattativa, a Ramallah il premier palestinese
Salam Fayyad annunciava che la nascita di uno Stato palestinese
indipendente «è possibile già nel giro di un paio d'anni»,
indipendentemente dai risultati dei negoziati con Israele che vanno
avanti dal l995. Fayyad, ex funzionario della Banca mondiale molto
stimato a Washington, punta molto su economia, sicurezza e trasporti.
Esposto in un documento di 65 pagine, il piano punta per rilanciare
l'economia della Cisgiordania anche sullanecessità di un aeroporto
nella valle del Giordano e ritiene prioritario il rafforzamento dei
collegamenti ferroviari cori i Paesi arabi vicini.
Fabio Scuto, la Repubblica, 26
agosto 2009
"Ecco i piani per Auschwitz",
dono di Merkel a Netanyahu
Berlino
- La prova inconfutabile e definitiva che l'Olocausto è avvenuto
davvero, e che i negazionisti mentono, sarà consegnata domani dal
governo federale-tedesco al premier israeliano, Benyamin Netanyahu, che
dopo Londra è atteso a Berlino. Bibi Netanyahu riceverà dai leader
tedeschi e dall'editoriale Springer, che li aveva acquistati, dei
documenti ritrovati l'anno scorso a Berlino: sono i piani di
costruzione di Auschwitz, il più grande e temuto dei campi di sterminio
costruiti dal Terzo Reich per sterminare il popolo ebraico. Nel
frattempo, nei suoi colloqui a Londra con il primo ministro britannico,
Gordon Brown, Netanyahu si è detto deciso a proseguire e rilanciare il
processo di pace in Medio Oriente con l'appoggio degli Stati Uniti, ma
soprattutto ha auspicato di trovare finalmente nei palestinesi dei
partner coraggiosi . Secondo il premier israeliano, uno Stato
palestinese potrà esistere, «ma dovrà essere smilitarizzato e
riconoscere pienamente lo Stato d'Israele». Ai leader britannici, e in
generale ai governanti occidentali, che gli chiedono il blocco degli
insediamenti dei coloni ebraici, ha risposto con dei netti distinguo, A
cominciare da Gerusalemme, «che non è un insediamento, è la nostra
capitale, che costruiamo da tremila anni». A Berlino il premier
israeliano incontrerà la Cancelliera Angela Merkel, poi visiterà la
villa sul lago Wannsee, a sud ovest della capitale tedesca, dove nel
gennaio 1942 i massimi gerarchi della tirannide nazista si riunirono
per studiare e pianificare la Soluzione finale , l'Olocausto,
l'annientamento del popolo ebraico. In questo senso, i documenti che
verranno consegnati dalla Germania a Netanyahu, e che sono destinati
allo Yad Vashem, il memoriale dell'Olocausto, «sono unici, di
un'importanza storica straordinaria», ha affermato il direttore
dell'Archivio storico federale tedesco, Hans-Dieter Kreikamp. I piani
di costruzione di Auschwitz precisi e dettagliati, dimenticati per
decenni, sono stati ritrovati l'anno scorso a Berlino e acquistati dal
gruppo editoriale conservatore Springer.
Andrea Tarquini, la Repubblica,
26 agosto 2009
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notizieflash
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Un
mediatore tedesco per Israele e Hamas
Tel Aviv, 25
ago -
La partecipazione della Germania ai contatti indiretti fra Israele e
Hamas, per uno scambio di prigionieri e quindi per la liberazione del
caporale israeliano Gilad Shalit, era stata rivelata due settimane fa
dal presidente egiziano Hosni Mubarak, in una intervista a una rete
televisiva statunitense. Il quotidiano Yediot Ahronot aggiunge che
domani a Berlino il premier Benyamin Netanyahu ringrazierà di persona
la cancelliera Angela Merkel per il contributo della Germania a quelle
delicate trattative. Il giornale avverte: “Il compito del mediatore
tedesco non sarà facile perché – spiega - l'Iran sta facendo pressioni
su Hamas affinché irrigidisca le proprie posizioni. Intanto un sito web
palestinese svela l'identità del mediatore tedesco. E' un sito della
Jihad islamica (citato dalla radio militare israeliana) il misterioso
mediatore sarebbe un dirigente dei servizi segreti tedeschi, Ernst
Orlau. La notizia non ha però alcuna conferma ufficiale. In anni
passati Orlau ha già compiuto con successo una mediazione fra Israele e
gli Hezbollah libanesi. Il sito della Jihad islamica aggiunge che il
maggiore ostacolo nella trattativa fra Hamas e Israele è la richiesta
della liberazione del leader di al-Fatah Marwan Barghuti, che sconta
l'ergastolo in Israele. Anche questa notizia non ha ricevuto conferma
ufficiale. Ieri una delegazione di Hamas guidata da Mahmud a-Zahar ha
lasciato a sorpresa Gaza diretta al Cairo, in apparenza per portare
avanti le trattative per uno scambio di prigionieri. La stampa
israeliana odierna conferma che alcuni progressi sono stati compiuti di
recente. Ma ancora, viene aggiunto, è necessario molto lavoro.
Prosegue lo scontro fra Haaretz e Lieberman,
un analista del giornale chiede le dimessioni del ministro
Tel
Aviv, 25 ago -
É ancora scontro
fra il quotidiano Haaretz e il ministro degli Esteri israeliano Avigdor
Lieberman. Il giornale oggi, fra i commenti, ospita un articolo
dell'analista Aluf Ben che invoca l'allontanamento del
ministro da parte del premier Benyamin Netanyahu. "I danni che costui
arreca al nostro Stato e alle relazioni estere vanno aggravandosi",
scrive Ben, secondo cui la conduzione di Lieberman della politica
estera è paragonabile alla "farsa" del ministro della Difesa Amir
Peretz (laburista) nella operazione in Libano della estate 2006. Non si
è fatta attendere la replica di un dirigente di Israel Beitenu (il
partito di Lieberman), Uzi Landau: “Haaretz ha aperto una stagione di
caccia nei confronti di Lieberman, è impegnato nella sua sistematica
denigrazione", ha affermato. Domenica si era appreso che lo stesso
Lieberman aveva inviato a Haaretz un'aspra lettera di lamentela in cui
denunciava la distorsione di notizie nei suoi confronti. Il giornale
aveva replicato pubblicando fra l'altro due graffianti caricature
anti-Lieberman. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche.
Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili.
Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per
concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross.
Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
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