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L'Unione informa |
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23 aprile 2010 - 9 Iyar 5770 |
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alef/tav |
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Roberto Colombo, rabbino |
Da
ma lemàla mimàkh - Sappi ciò che è sopra te (avòt 2,1). Sappi che tutto
ciò che è deciso sopra, dipende da te. Sappi ciò che è, insegui la
verità ma ricordati che per questo è necessario essere sopra te stesso.
Se porrai le tue aspirazioni e i tuoi vantaggi al centro di ogni cosa
non arriverai mai alla conoscenza. (Rebbe di Slunim) |
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“Siamo
i simboli viventi di un mondo senza frontiere, di un mondo libero,..
nel quale chiunque può viaggiare senza limitazioni, dalle steppe
dell'Asia centrale alle coste atlantiche, dagli altipiani del Sudafrica
alle foreste finlandesi”. (Vaida Voivot, presidente della Comunità
mondiale dei gitani) |
Sonia Brunetti Luzzati, pedagogista
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Qui Bologna - Ovadià Sforno tra Medioevo e Rinascimento
Domenica
18 aprile, alla presenza di un folto pubblico, si è svolto a Bologna
nell’Aula magna S.Cristina un importante convegno internazionale su
Ovadià Sforno, personaggio di spicco nel panorama culturale ebraico
bolognese fra XV e XVI secolo. L’ evento, ideato e realizzato dalla
Comunità Ebraica di Bologna, in collaborazione con il Museo Ebraico,
l’Alma Mater Università di Bologna e l’Associazione italiana per lo
studio del Giudaismo, è stato dedicato alla memoria del rav Sergio
Sierra z.l. che ricoprì la carica rabbinica bolognese negli anni
difficili del dopoguerra dal 1948 al 1959. L’incontro è stato
introdotto dal saluto delle autorità: il rettore dell’Università Ivano
Dionigi, il presidente dell’European Association for Jewish studies e
dell’Associazione italiana per lo Studio del Giudaismo Mauro Perani ,
il Rabbino capo di Bologna rav Alberto Sermoneta che ha ricordato e
commemorato con solennità e commozione la figura di rav Sergio Sierra,
ed Elazar Romano, rappresentante della Fondazione del Museo ebraico. La
figura poliedrica di Ovadià Sforno è stata illustrata nei molteplici
aspetti che l’hanno caratterizzata da importanti studiosi; la prima
sezione, presieduta da Saverio Campanini è stata aperta da Amira Meir
del Beit Berl Colleg ( Israele) con un complesso intervento
sull’Esegesi di Sforno, seguito da Alberto Melloni (Università di
Bologna ) sui rapporti tra ebrei e cristiani all’epoca di Sforno e
Mauro Perani che ha presentato invece un documento inedito del 1553
inerente la famiglia di Ovadià. Mauro Zonta della Sapienza di Roma ha
invece affrontato il discorso dal punto di vista filosofico parlando
dell’opera, Or’amim, Lumen Gentium. Nella sezione pomerdiana,
condotta da Mauro Perani, si sono alternati il rav Alberto Semoneta “
Ovadià Sforno interprete della Bibbia in relazione all’esegesi ebraica
dei grandi commentatori medievali" , il rav Adolfo Locci, rabbino capo
di Padova “suggestioni mistiche nei commenti biblici di Ovadià Sforno ,
Saverio Campanini , Sforno e gli ebraisti Cristiani" ed infine Michele
Luzzati dell’Universitò di Pisa , la cui relazione riguardava una
possibile ricostruzione genealogica della famiglia Sforno.
Sorgente di Vita - Dal restauro del tempio di Firenze alla Festa del libro ebraico di Ferrara
Una
riflessione dello storico Alberto Cavaglion sulla Liberazione e la
Resistenza apre la puntata di Sorgente di vita del 25 aprile. Un
servizio è dedicato all’inaugurazione del restauro del Tempio
ebraico di Firenze e della nuova illuminazione. Un po’ di storia della
sinagoga e i lavori, durati 15 anni illustrati dall’architetto
Renzo Funaro e i momenti di vita ebraica vissuti nel tempio da una
famiglia fiorentina. Si parla poi del mandorlo, l’albero che per primo
fiorisce a primavera: dalla Bibbia alle fioriture in Sicilia, è una
pianta simbolo di purezza e di rigenerazione, che ricorre nei secoli
nelle decorazioni e negli oggetti rituali ebraici. Infine la Festa
del libro ebraico in Italia che si è svolta a Ferrara: dai primi libri
a stampa alla rivista sul Web, 1500 titoli che spaziano dai temi
religiosi alla letteratura, dalla saggistica alla storia. Incontri,
dibattiti, spettacoli nella cornice della città estense che ha dato i
natali allo scrittore Giorgio Bassani e che accoglie da secoli una
comunità ebraica. Sorgente di vita va in onda domenica 25 aprile alle
ore 1,20 circa su Raidue. La puntata sarà replicata lunedì 26 aprile
alla stessa ora e lunedì 3 maggio alle 9,30 del mattino. I servizi di
Sorgente di vita sono anche online.
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pilpul |
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Diffidiamo di una Storia in cui tutto è predeterminato
Quante
volte ci è stato ripetuto che la storia non si fa con i “se” e con i
“ma”. Ma perché? La storia con i “se” è molto più divertente, e poi noi
ebrei siamo stati abituati fin da piccoli durante il seder : e se il
Signore ci avesse fatto uscire dall’Egitto ma non ci avesse dato lo
Shabbat? E se non ci avesse dato la Torà? E se non ci avesse fatti
entrare in Eretz Israel? Tutti in coro rispondiamo “Daienu”, ci sarebbe
bastato. In apparenza sono ipotesi assurde, solo un espediente retorico
per sottolineare la benevolenza divina. Ma intanto le quattordici
strofe del Daienu aprono quattordici mondi, quattordici ipotesi
alternative. Così fin da piccoli impariamo a diffidare di una storia in
cui tutto è predeterminato, come se fosse il fato delle tragedie
greche. Ma se nulla può essere dato per scontato, allora tutto potrebbe
dipendere da noi: la storia con i “se” ci chiama alle nostre
responsabilità.
Anna Segre, insegnante
Comix - Brownsville di Neil Kleid e Jake Allen
Abbiamo già parlato di Neil Kleid in occasione della recensione del suo The Big Kahn.
Kleid ha differenza delle precedenti generazioni di autori di origine
ebraico-statunitense non ha diretto la sua creatività solo sul mondo
pop-culture dei supereroi, ma ha scritto una serie di storie dove si
ripercorre la storia ebraica negli USA. È la cifra stilistica
delle nuove generazioni di autori. Si ripercorre la propria identità e
la propria storia attraverso il fumetto. Brownsville tocca un argomento delicato che già Joe Kubert aveva affrontato nel suo “Un gangster ebreo”.
Il fumetto scritto da Kleid risulta documentato e strutturato secondo
un percorso storico che dagli anni venti racconta la storia dei
gangster ebrei di New York, ovviamente la storia si mescola alla più
blasonata e famosa mafia italiana. Significativo questo passaggio: padre: come ebrei noi viviamo secondo certi codici etici e morali figlio: lo so papà padre: gli ebrei lì fuori in strada vivono secondo altri codici, codici illegali. E questo è il mio dilemma. Tu
puoi essere ciò che vuoi in America, un dottore, un uomo d’affari o
perfino il sindaco. Ma questo è un mondo duro ora. Questi uomini…
possono insegnarti a essere duro, come comportarti. Ma possono
insegnarti tante altre cose, altri codici. Non voglio stare nella tua
situazione, impara a essere duro, ma ricordati che ogni cosa ha un
come, un quando e un prezzo.
Questo
passaggio probabilmente centra il nodo culturale delle gruppi etnici
che sono emigrati negli Stati Uniti. Etica, morale, illegalità si
confrontano e determinano scelte che alla fine stravolgono la vita
nella sua complessità. Neil Kleid compie un lavoro molto
interessante di focalizzazione sulla storia degli emigranti e i loro
dilemmi, in questo modo contribuisce in modo significativo a quel
lavoro di racconto storico iniziato da Will Eisner sulla storia
dell’ebraismo statunitense. A lui si affianca un ottimo
disegnatore Jake Allen, che anche se alla prima lettura può sembrare
grossolano, si rivela “furbo” nel disegno. Prima di tutto la pagina è
costruita secondo una architettura che è figlia di Frank Miller e del
suo “Batman il cavaliere oscuro”, e soprattutto scolpisce sul volto dei
personaggi pesanti espressioni emotive, che spesso escono dalla pagina
per aggredire l’emotività del lettore. Può anzi sembra che le teste
siano sproporzionate rispetto al resto del corpo. Un bel lavoro romanzo, da leggere e forse anche da studiare.
Andrea Grilli
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rassegna stampa |
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Quante
divisioni ha il Papa? Se lo domandava Stalin e a noi, che certo non
ambiamo in alcun modo a collocarci sulla scia di un dittatore, ci viene
comunque spontaneo farne un po’ il verso, chiedendoci a quante
divisioni Benedetto XVI debba fare fronte. Divisioni all’interno
dell’Istituzione ecclesiale, per inteso, della quale egli ne è la più
alta espressione. Joseph Ratzinger in queste settimane ha senz’altro
dovuto affrontare un quadro problematico, solo in modesta parte
attribuibile alla sua diretta volontà. Peraltro, l’oggetto delle
tensioni - la vicenda degli appartenenti agli ordini del clero che nel
passato hanno abusato sessualmente dei minori, di cui Andrea
Gagliarducci su il Tempo
ci offre un aggiornamento - lo ha sempre visto impegnato, ancora
più del suo predecessore, nel denunciare lo scandalo, non solo morale,
che tali condotte costituivano. Si legga al riguardo quanto Sandro
Magister scrive su l’Espresso. In una lunga intervista sulla medesima testata
ne parla poi diffusamente il teologo Vito Mancuso. Il ritratto che ne
viene fuori è, in certi suoi aspetti, al limite dell’impietosità. Alla
domanda sul rapporto intrattenuto con le altre religioni lo studioso
evidenza soprattutto i limiti che si sono registrati, a suo dire, con
questo pontificato, laddove il dialogo non è andato avanti o se ciò è
avvenuto è stato solo nel nome di un formalismo celebrativo, privi di
reali contenuti innovativi. Il tono è accesamente polemico e il fuoco
dell’attenzione di orienta sulla gestione interna dell’istituzione, che
sconterebbe le anchilosità ma, soprattutto, una mancanza di discussione
interna, altrimenti vissuta come una potenziale minaccia all’unitarietà
delle sue strutture. In altre parole, quello che a Mancuso pare essere
il vero vincolo è l’approccio «conservatore», ovvero chiuso su di sé,
che starebbe alla base dell’attuale magistero. Di diverso tenore e
registro è quanto è andato invece scrivendo Vincenzo Paglia, fondatore
della Comunità di Sant’Egidio, vescovo di Terni e presidente della
Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo che su Panorama
risponde ad un altro teologo, Hans Küng, riguardo alla necessità di un
nuovo Concilio, che per l’autore non si porrebbe, occorrendo piuttosto
un ritorno alle fonti del magistero medesimo, ovvero ai Sacri Testi e
all’ispirazione collettiva dell’azione ecclesiale. Tornando all'Espresso
Gigi Riva ci dà un quadretto angosciante dell’«onda nera» che avanza
all’orizzonte del nostro continente. Si tratta della crescente presenza
di partiti il cui fondamento politico e culturale demanda, sia pure a
vario titolo, al passato fascista e ad un presente xenofobo e razzista.
In realtà il “fronte” delle organizzazioni politiche è estremamente
variegato. Solo uno sforzo di generalizzazione può indurre a leggere
tra di esse una linea di continuità e di contiguità che, laddove si dà,
trova nella dimensione populista il tratto più forte. L’Europa ha già
vissuto una cupa stagione, più di settant’anni fa, e il richiamo a
quella che un tempo sarebbe stata chiamata «vigilanza democratica» non
è fuori luogo. In Ungheria l’antisemitismo è già qualcosa di più di un
fantasma, essendo consustanziale al partito Jobbik, che ha raggiunto
quasi il 17 per cento delle preferenze elettorali. Ma nulla, nella
storia umana, si ripete pedissequamente. Piuttosto, ed è quesito che
dovremmo porci, c’è da valutare quanto l’azione congiunta tra
perdurante crisi economica di una parte della popolazione, diffusione e
“normalizzazione” degli atteggiamenti razzizzanti (in virtù dei quali
le persone vengono valutate non per quello che fanno e dicono bensì
sulla scorta di precostituite categorie di «appartenenza») e sfiducia
verso i sistemi democratici possa costituire, in prospettiva, una
miscela esplosiva. Le risposte, sia detto per inciso, non sono date a
priori. In questo novero di interrogativi si ingenera fatalmente lo
spazio per la definizione della natura della recrudescenza
dell’intolleranza antiebraica, che è collante tra i vari sentimenti
pregiudizievoli e nei risentimenti a matrice razzista. Sul piano della
cronaca minuta segnaliamo un paio di eventi significativi. Il primo di
essi è commentato da Ferdinando Cotugno per il Riformista,
dove si resoconta l’interdizione islamista caduta sui fumetti di South
Park, di per sé irriverenti e “scorretti” con tutti. Gli avvertimenti,
in stile minaccioso, di un sito denominato efficacemente Revolution
Muslim, ha costretto gli autori a rivedere l’impianto dei contenuti
delle vignette. Ne è derivata un curioso effetto, con delle strisce che
occultavano il contenuto “irriguardoso”, censurandolo letteralmente.
Laddove avrebbe dovuto comparire il nome di Maometto, ad esempio, si è
ad esso sostituito l’onomatopea «beep» o la scritta «censored». Il
sorriso è qui strappato di mala voglia, indicando quanto le
interdizioni possano funzionare, prima ancora che come strumento di
censura, in quanto movente per l’autocensura. In Medio Oriente, ed è il
secondo fatto di cronaca, si registra l’ennesima manifestazione
bellicosa, non minacciata ma realizzata, così come d’abitudine, con il
lancio di un paio di razzi Grad verso Israele, in prossimità di Aqaba e
Eilat, laddove sono poi caduti. Ne danno notizia, tra gli altri, l’Avvenire, il Foglio, l’Opinione, Francesco Battistini per il Corriere della Sera e Amos Arel per Liberal. Sempre riguardo a quella zona del mondo si legga poi l’articolo di Giannandrea Mencini su Terra,
dove si evidenziano i tangibili effetti del mutamento dell’ecosistema
del Mar Morto, ai quali si sta cercando di dare una risposta senza la
quale il rischio è che quell’ambiente si trasformi in una realtà
insalubre e ostile all’uomo stesso. Claudio Vercelli |
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Baruch Sermoneta (1924-1992), studioso di giudaismo Nell’articolo
da Ferrara dedicato al convegno sulla cultura rabbinica in Italia, la
sua storia e le sue prospettive comparso ieri su questo notiziario
quotidiano è stato citato erroneamente Baruch Sermoneta fra i rabbini
dell’età dei ghetti e non come studioso vissuto nel secolo scorso (1924
- 1992). Ce ne scusiamo con i lettori e con il relatore professor
Umberto Fortis.
Haaretz: “Netanyahu per uno Stato palestinese provvisorio” Gerusalemme, 23 apr - Il
quotidiano israeliano Haaretz ha annunciato: “Il premier israeliano
Benyamin Netanyahu è favorevole a un accordo di transizione in
Cisgiordania fondato sulla costituzione di uno Stato palestinese dai
confini provvisori e sul rinvio a una fase successiva dei negoziati
sullo status di Gerusalemme Est”. La notizia non ha ricevuto altre
conferme. Ieri Netanyahu, in un'intervista televisiva, aveva affermato:
"Se Israele si ritirasse da Gerusalemme Est l'Iran potrebbe entrarvi",
similmente a quanto è avvenuto nel Libano meridionale e a Gaza dopo i
ritiri militari di Israele, per questo il premier ha ribadito il suo
“no” al congelamento dei progetti edili israeliani a Gerusalemme Est.
Ma Haaretz spiega che il premier israeliano ha elaborato nuove
alternative proposte nell'intento di facilitare anche il compito della
mediazione degli Stati Uniti per la ripresa del processo di pace, fra
queste appunto la costituzione di uno Stato palestinese e il rinvio dei
negoziati sullo status di Gerusalemme Est congiunto all'impegno
israeliano di astenersi da alcuna provocazione.
Sul Velo la parcondicio di una parlamentare israeliana: “Vietiamolo per tutti, donne musulmane ed ebree” Gerusalemme, 23 apr - Reduce
da un viaggio in Francia la parlamentare del gruppo Kadima, Marina
Solodkin, all'opposizione nel governo israeliano, ha proposto una legge
finalizzata a vietare il burqa, e ha lodato il presidente
francese Nicolas Sarkozy per aver preso già tale iniziativa in merito.
Il burqa ha affermato la Solodkin “rappresenta solo una umiliazione per
le donne e non ha assolutamente a che vedere con la morale religiosa".
"Ma - ha sottolineato la parlamentare per paura di essere fraintesa -
non nutro alcun sentimento anti-islamico”. A suo avviso il discorso
vale anche per le donne ortodosse ebree, lo ha affermato facendo
rifermento alla cosiddetta “Madre Talebana”, una ebrea ortodossa che in
pubblico nasconde il suo volto sotto numerosi strati di veli.
Un incontro con i referenti della Giornata della Cultura Ebraica Un
incontro per confrontarsi, parlare, scambiare idee, “contarsi”. E’
avvenuto ieri mattina al Centro Bibliografico dell’UCEI, con i
referenti e i delegati per la Giornata Europea della Cultura Ebraica
2010, che si svolgerà come sempre la prima domenica di settembre -
quest’anno, il 5 del mese - e che vedrà le comunità ebraiche italiane e
le altre località impegnarsi nell’organizzazione di concerti, feste,
spettacoli, dibattiti, conferenze e molto altro. Fil rouge di
quest’anno, scelto dall’Aepj (Associazione europea per la preservazione
del patrimonio ebraico), è “arte ed ebraismo”: un tema che si presta a
tantissime interpretazioni e proposte, viste anche le problematiche
ebraiche nell’approcciarsi all’arte intesa come arte figurativa. Ma che
apre anche scenari e accende la fantasia, perché l’arte, com’è ovvio,
non si limita alle sole sculture e quadri. C’è la musica, c’è la
letteratura, c’è il teatro, c’è la danza, c’è un mondo. La
giornata è stata condotta da Sira Fatucci, responsabile dell’UCEI per
la Giornata della cultura. Presenti “in cattedra” Claudia De Benedetti,
vicepresidente dell’Unione e appena nominata presidente dell’Agenzia
ebraica in Italia, Yoram Ortona, consigliere delegato alla Giornata
della Cultura, Gloria Arbib, segretario Generale dell’UCEI ed Emanuele
Ascarelli, direttore del Dipartimeno Informazione e Relazioni Esterne.
Presenti in sala più di trenta rappresentanti di comunità ebraiche,
enti ebraici e località che partecipano alla giornata. Molti gli
argomenti e i temi affrontati, dalle proposte e iniziative più
interessanti ai problemi organizzativi, dalla stimolante lezione
sull’arte nell’ebraismo del critico Cesare Terracina al punto di
vista dei rappresentanti della comunità di Livorno, quest’anno città
capofila della GECE. Una città, Livorno, con una storia ebraica molto
importante, anche legata all’arte tipografica ebraica che si sviluppò
fortemente nel capoluogo toscano, e che diede inoltre i natali a
diversi personaggi eminenti, da Amedeo Modigliani a Elio Toaff, da Elia
Benamozegh a sir Moses Montefiore. L’incontro, hanno sottolineato gli
oratori, è servito a fare da collante tra i diversi referenti. Si è
creato in questi anni, consolidato da riunioni come questa, un network
attivo e partecipe, che facilita gli scambi di opinioni, ma non solo:
la collaborazione tra comunità e referenti, gli scambi di iniziative,
l’attivazione di diversi impulsi culturali è vitale per un Giornata che
punta tutto sulla collettività e la condivisione di questa “esperienza
ebraica” nel Paese. La Giornata della Cultura giunge quest’anno
all’undicesima edizione. Cadrà a pochissimi giorni da Rosh haShanà: si
prevede quindi, per l’ebraismo italiano ed europeo, un settembre
veramente pieno, che inizierà all’insegna della vita ebraica declinata
nell’arte e nella cultura, con le porte aperte verso l’esterno, per
farsi conoscere, capire e quindi combattere pregiudizi e
stereotipi. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
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