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L'Unione informa |
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2 settembre 2010 - 23 Elul 5770 |
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alef/tav |
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Riccardo
Di Segni, rabbino capo di Roma |
Da
qualche tempo c'è l'abitudine, alla vigilia dell'anno nuovo, di
decodificare le lettere che insieme indicano il numero dell'anno
ebraico come se fossero una sigla, per dare loro un senso bene augurale
(proviamo almeno a consolarci così). Il numero-nome dell'anno che sta
finendo, 5770, taw shin 'ain, è stato del tutto particolare perché le
tre lettere insieme compongono già una parola con senso compiuto,
tesha', che vuol dire "nove". Tra una settimana il numero-nome cambia,
diventa taw-shin-'ain-alef e già circolano proposte, tipo: tehè shanà
'im ahavà, "che sia un anno con amore", oppure tehè shanà 'am echad
"quest'anno sia un popolo unico". La gara è aperta, ogni proposta è
benvenuta.
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Ai
margini della visita a Roma del colonnello Gheddafi. Questa settimana è
arrivato in visita a Roma il primo ministro israeliano Benyamin
Netanyahu. Accompagnato da trenta cavalli, numerose amazzoni in tenuta
militare, e accolto da un molto sorridente ministro degli Esteri,
Netanyahu si è subito trasferito nella sua grande tenda, mentre decine
di elicotteri perlustravano i cieli di Roma. Netanyahu ha chiesto che
il Governo italiano, come indennizzo del bombardamento di Tel Aviv
effettuato dall'aviazione italiana il 9 settembre 1940, e che causò 137
morti, costruisca un'autostrada in Israele da Naharia fino a Eilat, per
un costo stimato a tre miliardi di Euro. Netanyahu ha poi accolto una
delegazione di cinquecento bellissime donne, reclutate da un ufficio di
PR, e ha proclamato che l'ebraismo è, dev'essere, e sarà la religione
dell'Europa. Al termine della sua lezione, tre giovani donne romane,
anch'esse bellissime, si sono convertite all'istante all'ebraismo. La
stampa italiana ha coperto l'avvenimento con solerzia e equanimità,
senza inutili critiche e sarcasmi.
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Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme |
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Qui Torino - Un anno per le comunità
Rosh
ha-Shanà nella tradizione ebraica indica il termine di un anno e
l’inizio di un anno nuovo. Qual è il motivo della gioia della festa di
Rosh ha-Shanà: la fine di un anno e il saluto con cui ci congediamo da
questo oppure la gioia per l’inizio di quello nuovo? Il
calendario ebraico è un calendario circolare. Un giorno segue l’altro,
sabato bussa alla nostra porta ogni sette giorni e le feste del popolo
ebraico si ripetono ogni anno. Rosh ha-Shanà è il collegamento tra
l’anno che si è appena concluso, racchiudendo in sé tutto ciò che è
stato fatto e il bene che ha portato, e l’anno nuovo pieno di sfide,
attese e novità. Ci auguriamo che sia la Sua volontà che l’anno
prossimo che ci giunge benedetto sarà un anno di pace per tutto il
popolo di Israele ovunque esso si trovi. Un anno di rafforzamento
delle comunità, delle famiglie ebraiche e dell’intensificarsi del
nostro legame con il passato con il presente e il futuro del nostro
popolo. Un augurio di un anno di successo del nostro lavoro per
le comunità ebraiche in Italia e per tutto il popolo di Israele. Shanah
Tovah, ktivah va chatimah tovah Eliyahu Birnbaum, rabbino capo di Torino
Qui Trieste - Un anno per tutte le Berachòt
Cari
fratelli e sorelle ebrei italiani all'approssimarsi del nuovo anno che
verrà per il nostro bene, se D-o vuole, desidero augurare a noi tutti
insieme, un anno migliore di quello passato, un anno che realizzi tutte
le berachòt menzionate nella Torah e in particolare per noi rabbini
delle comunità ebraiche italiane, voglio augurarci di avere il merito
che il nostro operato che giorno dopo giorno pratichiamo nelle
comunità, sia portatore di unità, pace e tolleranza e che ci dia la
capacità di arrivare a un accordo per la facile circolazione di una
gamma più vasta di prodotti kasher per il bene di tutto l'ebraismo
italiano. Chetivà vahatima tovà alla Casa di Israele. Itzhak David Margalit, rabbino capo della Comunita Ebraica di Trieste
Qui Bologna - Un anno per l’accoglienza
Nell'anno
trascorso ci siamo impegnati a discutere con la società che ci circonda
di temi quali la laicità, i nostri valori e le ragioni di Israele. Nel
mondo ebraico abbiamo portato il nostro contributo al dibattito sullo
Statuto dell’Unione, e sui grandi temi che animano l’ebraismo italiano.
Nella Comunità di Bologna abbiamo svolto un programma culturale che ha
cercato di offrire a ogni iscritto uno spunto per realizzare ed
approfondire la propria identità ebraica, e ogni membro della Comunità
è incoraggiato a partecipare, e a proporre iniziative culturali che lo
interessino. I corsi per bimbi e adolescenti continuano a raccogliere
adesioni, e abbiamo cercato strumenti per interessare maggiormente gli
iscritti di ogni fascia di età. Infine coltiviamo i legami con le
istituzioni cittadine e con le organizzazioni ebraiche. Insieme, ognuno
a suo modo, continuiamo la tradizione plurimillenaria del popolo
ebraico, cercando di trasmettere i nostri valori e le nostre tradizioni
a una nuova generazione. Quello che facciamo è possibile grazie al
patrimonio ideale e materiale che ci viene dalle generazioni
precedenti, ed anche a noi incombe il dovere di tutelare e accrescere,
tutti insieme, questo patrimonio, sia nella parte ideale, sia in quella
materiale. Con l'aiuto di tutti speriamo che anche l'anno che entra
porti benedizioni e crescita per la nostra kehillà e per Am Israel e
che attraverso lo sforzo di ognuno possiamo raggiungere e fare sentire
benvenuto nella nostra Comunità ogni ebreo che si trova nella nostra
città. Guido Ottolenghi, presidente della Comunità Ebraica di Bologna
Qui Livorno - Un anno per perdonare
È
scritto nel Talmud che il primo giorno della Creazione, allorché K.B.H.
formulò le parole “Yehì or” - sia la luce - era il 25 di Elul. Pertanto
il sesto giorno - il giorno della creazione dell’uomo - era il 1
Tishrì. Per questo noi diciamo nelle preghiere di Rosh ha-Shanà:
“Questo giorno è l’inizio della Tua opera, ricordo del primo giorno, e
in esso saranno ricordate le Tue creature”. Nella Torà, invece, viene
chiamato Yom Teruà – il giorno del suono. In questo giorno D-o giudica
tutto il creato, similmente a un proprietario che faccia l’inventario
dei suoi beni. Nei giorni che lo precedono noi cerchiamo “avvocati
difensori” per contrastare gli avvocati dell’accusa. Chi sono gli
“avvocati difensori”? Come è scritto nel Pirkè Avot, chi osserva una
mizvà acquista un difensore; chi trasgredisce una mizvà invece acquista
un accusatore. I Maestri ci insegnano che siamo tutti “benonim” -
collocati nel mezzo - e perciò ogni mizvà ha grande importanza per
decidere della nostra sorte. Poiché però è molto difficile fare Teshuvà
in un giorno solo, iniziamo questo percorso di “ritorno” da Rosh
Chodesh Elul. E proprio da questo giorno, ogni mattina dopo la tefillat
Shachrit, cominciamo a suonare lo Shofar: per risvegliare le nostre
coscienze in vista del Grande Giorno, “perché l’uomo non sia come un
cavallo spinto in battaglia senza potersi volgere a destra né a
sinistra”, come insegna il Mesillat Jesharim. Questo è il mese
destinato alla Teshuvà più di ogni altro periodo dell’anno, perché la
parola ?? (Hag) in ebraico si può interpretare come Mehogà, ciclo. Così
i Maestri insegnano che il peccato del vitello d’oro fu compiuto dagli
Ebrei nel deserto il 17 Tammuz, che il 1 di Elul Mosè salì sul Sinai e
fu suonato lo Shofar (come facciamo noi oggi), e il 10 di Tishrì -
giorno di Kippur - il Signore disse a Mosè: “Salachti kidvarecha” - ho
perdonato il popolo come mi hai chiesto. Questi sono i giorni della
Teshuvà, della Tefillà e della Zedakà che allontanano la durezza dei
decreti da noi. Yehì ratzon che ognuno di noi sappia seguire questo
insegnamento, perdonando il suo prossimo per essere perdonato da K.B.H.
Ktivà vachatimà tovà a tutti. Yair Didi, rabbino capo di Livorno
Qui Mantova - Un anno per la comunicazione
Come
presidente della Comunità di Mantova e come consigliere UCEI sono
felice di poter trasmettere da queste pagine i miei auguri a tutte le
donne e gli uomini ebrei d’Italia per un sereno e dolce 5771. Sarà un
anno che vedrà il compiersi di un Congresso, dal quale auspico l’uscita
di una leadership rappresentativa, garante di un armonioso dialogo con
e tra tutte le comunità, soprattutto quelle più piccole. Il nostro
impegno è e sarà preciso: seppure numericamente contenuta, Mantova non
mancherà, anche col prossimo anno, di promuovere i valori e le
tradizioni della nostra cultura, di valorizzare gli strumenti
comunicativi messi a disposizione e di contribuire al loro sviluppo, di
dare vita a nuove forme di apertura e scambio verso la società in cui
attivamente viviamo. Un cordiale Shalom Fabio Norsa, presidente della Comunità Ebraica di Mantova
Qui Genova - Un anno per il dibattito
C’è
una caratteristica , peraltro ben nota, che viene spesso ritenuta
patrimonio comune del popolo ebraico e che ho personalmente sempre
considerato di fondamentale importanza storica e culturale
( e anche di grande interesse intellettuale). Si tratta della
nostra connaturata propensione all’analisi, al dibattito, al distinguo
, alla discussione ed alla critica che , insieme a un atteggiamento in
generale scevro di apriorismi e dogmatismi, ci ha grandemente aiutato
nello studio e nelle scienze, temprando e rafforzando altresì il nostro
carattere nei secoli. Sembra trattarsi dunque di cosa buona e bella. Troppo
spesso però, e lo dico come Capo di Comunità e osservatore delle cose
ebraiche nel nostro paese, la nostra vis polemica e la connaturata
difficoltà ad accettare posizioni e autorità altrui, ci impediscono di
mettere a fattore comune le nostre grandi potenzialità. Sono sotto
i nostri occhi le tante divisioni che ci caratterizzano. Orizzontali,
verticali, trasversali. Tanto da limitare, e spesso anche impedire,
ogni forma di comprensione, di dialogo, di partecipazione. E tanto da
renderne impervia e faticosa l’amministrazione, quando non impossibile. Ci
sarebbe, io credo, molto bisogno, da parte di tutti noi, di un maggior
senso di squadra, con un pizzico di maggior umiltà nella difesa delle
nostre posizioni e di maggior accettazione delle diversità. Nel
porgere a tutti Voi i migliori auguri per Rosh ha-Shanà, spero davvero
che il prossimo anno ci possa consentire di agire tutti insieme in tale
direzione Maurizio Ortona, presidente della Comunità Ebraica di Genova
Qui Casale - Un anno per tutti
 A nome mio e di tutta la Comunità Casalese un caloroso Shanà Tovà.
Salvatore Giorgio Ottolenghi, presidente della Comunità Ebraica di Casale Monferrato
Qui Livorno - Un annullo filatelico speciale
Ci
sarà anche un apposito annullo filatelico per la Giornata Europea della
Cultura Ebraica che vede Livorno città capofila in Italia. Il soggetto
scelto per l'annullo, reso possibile dalla collaborazione tra Comunità
ebraica livornese e Poste Italiane, sarà la sinagoga di piazza
Benamozegh, teatro dell'inaugurazione e di una parte delle attività che
si svolgeranno nel corso della giornata. La Comunità per l’occasione ha
stampato un numero limitato di cartoline commemorative che legano
presente, passato e arte, tema delle manifestazioni di quest'anno:
l'annullo verrà infatti apposto su una riproduzione di un quadro del
pittore ebreo livornese Ulvi Liegi (all’anagrafe Luigi Levi),
raffigurante l'antico Tempio e risalente alla metà degli anni Trenta
del secolo scorso. Per annullare le cartoline e altro materiale sono
stati scelti i francobolli commemorativi del centenario del Tempio di
Roma, ricordando come in occasione della GECE 2010 il coro della
sinagoga romana si esibirà in onore del livornese Elio Toaff, rabbino
emerito della Capitale. Il 5 settembre Poste Italiane sarà presente,
con la sua postazione per l’annullo, in piazza Benamozegh la mattina e
al Museo Ebraico di via Micali nel pomeriggio. Per prenotazioni e
richieste particolari contattare: livornoculturaebraica10@gmail.com

Qui Verona - Una Giornata fra musica e teatro

Qui Trani - Un intero weekend per la Cultura Ebraica

A Elie Wiesel il premio "Guardian of Jerusalem"
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Dice che a Cuba
Ad
un’importante riunione dei Comunisti Italiani, tenutasi alla sezione
Bar e Tabacchi della Stazione Ostiense, è finalmente esplosa la verità
sul traffico contro-rivoluzionario sionista a Cuba. Le informazioni
come al solito sono certissime, essendo state origliate da Serrapanca
Luigi, della cellula guevarista di Ostia-Lido, “Cuba rossa, i servi
americani e tutte quante le colf sioniste nella fossa”. Il Serrapanca
giura su Berlusconi di averle sentite da un certo Nando Paneazzimo in
Mosè che, dice, per risparmiare i soldi del barbiere il lunedì si va a
tagliare i capelli direttamente sulle rotaie della Metro. Questo
Paneazzimo avrebbe saputo tutto da Sansone Abraminucci, che, dice, fa
il massaggiatore di gorilla allo zoo. Abraminucci, che tra parentesi
dice ha sei o sette gobbe, ha confidato realisticamente a Nando e a un
babbuino cosa tramenano gli ebrei a Cuba. Dice, che all’incontro del 31
agosto tra Castro e i rappresentanti della comunità ebraica cubana,
tutto è andato non bene, ma benissimo, dato che Fidel per gli ebrei si
squarcerebbe il fegato e glielo offrirebbe spalmato, e se non lo fa è
perché non è kasher e sa troppo di rum. Dice, che l’incontro con gli
ebrei si è svolto all’acquario della capitale per alcuni delicati
chiarimenti dopo l'arresto a dicembre del sospetto doppiogiochista
fascio-imperialista-Usa Alan Gross, che ha un cognome che zufola in
ebraico dal Portico d’Ottavia sino all’Antartide. Dice, che questo
Gross ha distribuito una pacchettata di telefoni satellitari ai
dissidenti, e questo a Fidel spiace. E dire che Lui ha una pazienza da
santo e da trentanni ingoia che la sera del capodanno ebraico quando il
rabbino di Cuba suona lo shofar in realtà telefona alla Cia. Ma pace,
tutto questo viene ripetutamente perdonato dal Leader Maximo. L’unica
neo, peloso, è che a Fidel spiace che gli ebrei non vogliano pregare in
iraniano ora che finalmente Teheran è la nuova luce del mondo
socialista. Ma come dicevamo, l’incontro si è svolto in una
cornice di grande equilibrio all’acquario della capitale. Castro ha
chiesto se c’erano critiche e nessuno ha detto niente. Poi Fidel ha
lasciato la sala e il gruppo degli ebrei è risalito a galla.
Il Tizio della Sera |
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rassegna stampa |
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Il commento alla rassegna stampa di Ugo Volli è sul Portale dell'ebraismo italiano moked.it |
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notizieflash |
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Marina Piperno e il dossier 5770 In
una delle centinaia di notizie contenute nel dossier/focus dell'anno
del numero di settembre di Pagine Ebraiche e' stato erroneamente
riportato che la produttrice cinematografica romana Marina Piperno è
una sopravvisuta del campo di Birkenau. In realtà tale informazione non
corrisponde al vero. Ci scusiamo, con la diretta interessata e con i
lettori, per l'inesattezza, che proviene da alcuni lanci di agenzie di
stampa. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. |
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