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19
novembre
2010 - 12
Kislev
5771
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Roberto
Colombo,
rabbino
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Yaakov
mette in fila le mogli e i figli e ordina loro di prostrarsi ad ‘Esav.
'Esav e i suoi simili sono molto sensibili agli inchini della gente e
Yaakov lo sa. In fondo alla fila c’è Rachel, nascosta, dice rav Hirsh,
perché assai poco propensa a far la riverenza ai prepotenti e agli
arroganti. Da Rachel nasceranno figli che non si inchineranno ai
Faraoni (Yosef) e discendenti che non si inchineranno agli Haman
(Mordekhai). Se mi nasce una figlia la chiamerò Rachel.
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Sonia
Brunetti
Luzzati,
pedagogista
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“All’attacco, tutti
all’attacco, buttiamo il cuore oltre l’ostacolo” recitavano i luoghi
comuni del giornalismo sportivo italiano degli anni cinquanta. Ma
Gianni Brera rispondeva “No!, ci vuole una tattica di gioco, altrimenti
non si vincerà mai”. In sintesi calcistica la vicenda di
Balotelli e dei cori razzisti e dello striscione “No
all’Italia multietnica”. Ma multiculturalismo, identità, differenza,
multietnico non erano le parole nuove che avrebbero dovuto riflettere
il mutamento dei comportamenti individuali e collettivi?
Comunque non dobbiamo preoccuparci più di tanto, i solerti difensori
degli ultrà attribuiscono le inappropriate espressioni dei loro
assistiti all'effetto di una birra di troppo. Passata la
sbornia sarà tutta un'altra cosa, capiremo che credevano
davvero in ciò che dicevano.
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Congresso
Ucei - Le valutazioni dopo il voto per i delegati
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Si sono concluse nella
serata di giovedì 18 novembre le operazioni di scrutinio per le
elezioni dei candidati di nomina non consiliare che parteciperanno al
prossimo Congresso dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
L’Italia ebraica, che in occasione di questa consultazione è stata
divisa in tre circoscrizioni elettorali (17 piccole e medie comunità
con Firenze capofila, Milano con Mantova e Roma con Napoli) ha scelto
secondo la logica del bipolarismo (in tutte le circoscrizioni si sono
presentate due liste) un totale di 42 delegati che ne discuteranno le
istanze nei quattro giorni congressuali in programma a Roma a partire
dal 5 dicembre.
Il candidato che ha ottenuto il maggior numero di preferenze
nella prima circoscrizione (a cui spettava la designazione di 9
delegati) è il capolista della formazione Per le Comunità Gadi Luzzatto
Voghera che ha preceduto i suoi compagni di lista Giulio Disegni e Dora
Liscia Bemporad. Risultano eletti nella medesima circoscrizione anche
Daniele Bedarida (PLC), il capolista della formazione Per l’ebraismo
italiano Ugo Caffaz, Gianni Parenzo (PLC), David Palterer (PLC),
Eugenio Bevitori (PLC) e Anna Falco Dello Strologo (PLEI).
Il primo dei votati nella circoscrizione Gadi Luzzatto Voghera
(nell'immagine in alto) parla di progettualità premiata.
“Nonostante il rammarico per la scarsa affluenza che forse è sintomo di
una certa difficoltà da parte dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane di comunicare l’importanza di questo appuntamento congressuale
agli iscritti – dice Luzzatto Voghera – il risultato ottenuto dalla
nostra lista è il coronamento di un lavoro di coordinamento e
progettualità durato quattro anni che ci permette di arrivare al
Congresso con una serie di proposte pronte per essere discusse”.
Undici invece i delegati
scelti dagli elettori della seconda circoscrizione. Il candidato che ha
ottenuto più voti è Giorgio Mortara, seguito a breve distanza dai
leader delle due liste concorrenti Giorgio Sacerdoti (Milano per
l’Unione) e Walker Meghnagi (Unità ebraica). Gli ebrei milanesi e
mantovani saranno inoltre rappresentati da Daniela Mevorah Zippel (UE),
Daniele Nahum (MPLU), Annie Sacerdoti (MPLU), Habib Kermanchahi Hasbani
(MPLU), Roberto Liscia (MPLU), Sara Modena (UE), Marco Ottolenghi (UE)
e Daniele Cohen (MPLU)
Soddisfatto del voto il
vicepresidente della Comunità ebraica di Milano Daniele Nahum che vede in questa tornata
elettorale “una conferma del voto delle recenti elezioni per il rinnovo
del consiglio comunitario”. Nahum annuncia quindi alcune istanze che
verranno sottoposte ai delegati del Congresso, tra cui la
delocalizzazione di alcuni servizi dell’Unione, un maggior
coinvolgimento degli ebrei italiani sul tema dell’immigrazione e della
cittadinanza in relazione alle altre minoranze presenti sul territorio
e un ruolo più importante per le piccole e medie comunità.
Nella terza circoscrizione, la più numerosa per iscritti e delegati da
eleggere (22), si è imposto il presidente della Comunità ebraica di
Roma Riccardo Pacifici (Per Israele) precedendo i compagni di
formazione Elvira Di Cave, Scialom Tesciouba, Gianni Ascarelli, Ruth
Durughello, Ester Mieli, Vito Anav, Livia Sonnino, Moshè Hacmun e
Joseph Di Porto. Il candidato più votato della lista Per i giovani
insieme è risultato Guido Coen, che in graduatoria è seguito da Daniel
Citone (PI), Loretta Kajon (PI), Michele Steindler (PI), David
Sermoneta (PI), Giacomo Zarfati (PI), Livia Ottolenghi (PIGI), Emanuele
Pace (PIGI), Ariel Arbib (PIGI), Roger Cesare Hannuna (PIGI), Claudia
Fellus (PIGI) e Sandro Sermoneta (PIGI).
Il presidente della Comunità
di Roma ha dichiarato di essere felice “che l’elettorato abbia capito
la nostra posizione e abbia rinnovato la fiducia al nostro stile di
governo prima di tutto all’interno della comunità ebraica e poi per il
modo in cui è rappresentata all’esterno. Nonostante alla vigilia del
voto ci sia stata la formalizzazione della crisi con le dimissioni dei
consiglieri della minoranza vorrei evidenziare che tra i candidati a
queste elezioni ce n’erano cinque, che sono stati eletti, che erano il
governo della Comunità”. Dopo aver sottolineato il significativo
risultato ottenuto dal compagno di lista Anav con una campagna condotta
interamente in Israele auspicando un dibattito su una possibile futura
apertura di un nuovo collegio elettorale riservato proprio agli ebrei
italiani residenti in Israele, il presidente Pacifici si è augurato che
in sede congressuale si lavori nell’interesse dell’intera comunità
ebraica italiana. “Il nostro obiettivo – ha ribadito il leader degli
ebrei romani in conclusione – è quello di tendere la mano alle istanze
che sarano avanzate dalle piccole comunità”.
A.S.
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DafDaf -
Gli altri e noi, pagine per bambini |
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Sulla copertina dell'ultimo
numero di DafDaf, il nuovo giornale ebraico per bambini che giunge con
questo numero al terzo mese di vita ed è in distribuzione in questi
giorni, è raffigurata la tenda di Abramo. Una cover, firmata
da Daniela Melazzi, che rappresenta il fil rouge del secondo numero del
giornale ebraico dei bambini: il rapporto nei confronti degli altri,
diversi da noi, diversi come noi, che riprende il progetto proposto
dalla scuola della Comunità Ebraica di Milano.
Con cartelloni, fotografie e pensieri, i bambini hanno ricordato la
storia dei loro genitori e dei nonni, approdati in Italia dopo essere
stati costretti a fuggire dai paesi arabi, o da quelli dell’Europa
dell’Est. Ma si sono soffermati anche sulle nuove storie di lavoratori
stranieri che arrivano nel nostro paese da tutto il mondo in cerca di
una vita migliore, proprio come avevano fatto le loro famiglie.
Ricordando così un valore ebraico importantissimo, l’accoglienza,
simboleggiato proprio dalla tenda del primo patriarca.
E proprio della figura di
Abramo parla nel suo editoriale rav Benedetto Carucci Viterbi, preside
della Scuola della Comunità Ebraica di Roma.
Anche le pagine di inchiesta giornalistica sono dedicate al rapporto
con l’altro, e in particolare a una minoranza presente in Italia e in
Europa da secoli, e che ancora oggi subisce il pregiudizio e la
discriminazione, i popoli romanì. Per approfondire il tema, la
redazione di DafDaf si è avvalsa di un contributo indispensabile:
quello dell’Osservatorio Articolo 3 contro le discriminazioni, nato a
Mantova con il supporto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Eva Rizzin, sinta, ricercatrice dell’Osservatorio, ha raccontato a
DafDaf la sua esperienza di studiosa, ma soprattutto di bambina, per
cui non è sempre stato facile svelare agli altri la propria identità.
Le pagine 2 e 3, che
spiegano ai bambini chi sono queste persone, di cui si sente parlare
così spesso in televisione, sono illustrate dalle fotografie del
progetto “Dosta (basta in lingua romanes), campagna per i diritti dei
popoli romanì” promosso dal Consiglio d’Europa, e dalle copertine di
due libri che abbiamo scelto di segnalare ai nostri piccoli lettori,
“Chi ha paura di Cappuccetto Rosso” di Eva Ciuk, Edizioni Corsare 2010
e “Io e gli invisibili” di Beatrice Masini, Einaudi Ragazzi 2010.
Proseguono poi le nostre rubriche, con una rielaborazione grafica dei
titoli ad opera di Daniela Melazzi. Nella contrapposizione del “Ping
Pong” cerchiamo di spiegare un concetto che nella vita dell’ebraismo
italiano viene ripetuto molto spesso, quello della differenza fra
grandi e piccole Comunità ebraiche.
In questo numero è stato
rielaborato lo spazio dedicato ai lettori più giovani, con due pagine
firmate dall’illustratrice Viola Sgarbi. Torna il calendario ebraico
con il mese di Kislev, simboleggiato dall’arcobaleno. Tanti piccoli
arcobaleni fanno capolino in varie pagine del giornale: tocca ai
bambini scoprirli e contarli per partecipare al gioco-concorso del
mese. Inizia poi un appuntamento fisso che di volta in volta porterà i
lettori a imparare una nuova lettera dell’alfabeto ebraico, cominciando
naturalmente dalla Alef, con le indicazioni per scriverla e un disegno
da colorare.
Nella sezione Quanti
racconti, torna il tema del rapporto con l’altro, in una fotostoria che
ha per protagoniste le marionette del burattinaio Simcha, che
impersonano il commerciante ebreo Moishe e il pastore arabo Alì, in una
passeggiata per le colline di Gerusalemme.
Il tradizionale racconto narra una nuova storia del piccolo Davide,
illustrata da Giorgio Albertini, protagonista della rubrica “La matita
dell’illustratore” di questo numero, che i lettori di Pagine Ebraiche
bene conoscono per i disegni che corredano le interviste e gli
editoriali del giornale dell’ebraismo italiano sin dalla sua nascita.
Al nostro comportamento nei confronti delle altre persone è dedicato
anche il paginone poster che questo mese si occupa dell’importanza del
salutare: la “parola magica” non poteva non essere shalom. La
centralità di questa middah (qualità del carattere) è spiegata ai
piccoli lettori da rav Roberto Colombo e illustrata dalla matita di
Manuela Misani.
In pagina 16 prosegue poi la conoscenza della redazione di DafDaf con i
suoi lettori. Protagonista di Io sono è Alina da Trieste.
Rossella
Tercatin
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Qui
Bologna - Sinistra per Israele a congresso
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Nel terzo fine settimana di
novembre la Sinistra per Israele si dà appuntamento a Bologna per il
suo primo congresso nazionale. “Molti nemici, che per noi non
corrispondono a molto onore”: il coordinatore milanese
dell'organizzazione Giorgio Albertini, archeologo, docente
universitario, firma illustre del libro illustrato italiano e
apprezzato disegnatore di Pagine Ebraiche, parafrasa il noto motto.
“Siamo attaccati un po' da tutte le parti – spiega – ma non riteniamo
questo un motivo di fierezza, piuttosto uno stimolo a perseguire il
nostro progetto.
"In realtà, il lavoro di questi anni, della base e dei nostri
parlamentari ha fatto breccia in molte anime della sinistra, le più
avanzate e civili, creando una sensibilità ed attenzione condivisa
verso Israele”. Sinistra per Israele all'indomani della guerra dei Sei
giorni, rinasce nel 2003 con l'intento di promuovere la conoscenza
delle posizioni della sinistra israeliana, portare la solidarietà nei
confronti del "campo della pace" in Israele e e costituisce, seno della
sinistra italiana, una fascia d'opinione che respinge l'aprioristica
ostilità nei confronti di Israele, che si oppone ai pregiudizi
antiisraeliani, antisionisti e talora perfino antisemiti che albergano
anche in una parte consistente della sinistra italiana.
Nonostante un primo firmatario che più autorevole non si potrebbe, il
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, questo movimento
d'opinione viene fortemente criticato, quando non delegittimato, sia da
quella parte della sinistra italiana rimasta ferma ad una visione
manichea della crisi mediorientale che le impedisce di riconoscere i
diritti dell'unica democrazia mediorientale; sia dai falchi
filoisraeliani che non le perdonano l'esercizio del dissenso critico
nei confronti delle scelte politiche israeliane. In occasione del primo
congresso del movimento, cui spetta il compito di nominare un direttivo
generale, è organizzata un'ampia giornata di riflessioni intitolata
Pace in Medio Oriente: se non ora, quando? Ad introdurre la serata il
presidente di Sinistra per Israele, l'ex direttore del quotidiano
l'Unità Furio Colombo, e il segretario generale Emanuele Fiano,
presidente emerito della Comunità Ebraica di Milano e attualmente
membro democratico della Camera dei Deputati. Si succederanno quindi
numerosi interventi di uomini politici e intellettuali della sinistra
italiana e di quella israeliana.
In rappresentanza del Meretz, il partito israeliano d'ispirazione
socialdemocratica, saranno presenti due parlamentari della Knesset
eletti nelle sue fila: l'attivista Mossi Raz, membro del movimento
pacifista israeliano Peace Now, e Uri Zaki, il giovane direttore di
B'Tselem, organizzazione non governativa israeliana che si occupa di
diritti umani nei territori occupati. Da Israele arriverà anche la
giornalista radiofonica palestinese Maysa Siniora, coordinatrice della
radio All for peace, congiuntamente gestita da israeliani e arabi. Non
mancherà J Call, l'organizzazione ebraica europea sorella
dell'americana J Street, presentata ufficialmente a Parigi all'inizio
di ottobre dallo scrittore Abraham Yehoshua assieme
all'europarlamentare Daniel Cohn- Bendit, al filosofo Alain
Finkielkraut e al socialista francese Henri Weber.
J Call rivendica,
nel seno del sionismo, il diritto/dovere di critica nei confronti
dell'operato dei governi israeliani.
A Bologna interverrà il suo fondatore David Chemla, intervistato il
mese scorso su queste colonne. Parleranno inoltre il direttore del
periodico ebraico Keshet Bruno Segre, la giornalista della Stampa Lucia
Annunziata e il senatore del Pd Vincenzo Vita. Non mancherà, infine,
Piero Fassino, il leader della sinistra italiana probabilmente più
sensibile alle ragioni di Israele, da sempre amico della comunità
ebraica. Com'è consuetudine nelle convention della sinistra nostrana –
consuetudine non lenita dalla nutrita presenza ebraica nel novero dei
partecipanti – le voci in campo saranno molteplici e non tutte
concordi. Se, tuttavia, una linea politica condivisa da tutta la
Sinistra per Israele si può rintracciare, essa è senz'altro
sintetizzata dalla citazione di Yitzhak Rabin che campeggia in testa al
suo manifesto: “continueremo il processo di pace come se non ci fosse
il terrorismo, combatteremo il terrorismo come se non ci fosse il
processo di pace”.
Manuel Disegni
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La dignità del lavoro
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Non trattenere presso di te per
tutta la notte, fino al mattino, il compenso per il lavoro che il
mercenario avrà fatto presso di te. (Levitico 19,3)
Un verso così perentorio non ammette che si possa invitare il proprio
dipendente a lavorare gratis facendo leva sul suo senso di
responsabilità, e ancora meno che lo si possa biasimare per avere
rifiutato di farlo. Sembra un’ovvietà? Eppure ultimamente mi è
capitato, a proposito degli insegnanti, di udire affermazioni che
sembrano negare questo elementare principio. Il caso più clamoroso è
quello delle gite scolastiche, per cui è stato eliminato anche quel
minimo compenso che finora era riconosciuto agli accompagnatori. Di
fronte alla scelta di molti di non dare la propria disponibilità ai
viaggi d’istruzione a queste condizioni, si è sentito di tutto: chi
insiste sul valore culturale delle gite, chi chiede un sacrificio per
il bene comune, chi afferma che gli insegnanti con questa forma di
sciopero (ma da quando in qua rifiutarsi di lavorare gratis si chiama
sciopero?) danneggiano i propri studenti. Tra l’altro, è da notare che
il verso della Torah non dice che se il lavoratore si è divertito a
fare il suo mestiere il datore di lavoro è esentato dal dovere di
pagarlo. Per la Torah il compenso non toglie dignità all’attività
svolta, come accadeva nel mondo greco e romano, ma, anzi, è proprio un
riconoscimento di questa dignità. Credevo che questo principio ebraico
fosse ampiamente acquisito nella cultura occidentale. Se non è così, al
di là dell’occasione specifica in cui si è generato il dibattito, mi
sembra un sintomo preoccupante.
Anna
Segre, insegnante
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Ritiro israeliano da
Ghajar,
Onu
soddisfatta della decisione
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Leggi la rassegna |
L'ONU ha espresso la propria soddisfazione per l'annuncio israeliano
del ritiro dal villaggio di Ghajar, al confine con Siria e Libano, e
hanno messo a punto una missione per capire come i militari dell'Onu
debbano procedere. La prossima settimana Michael Williams, negoziatore
tra Israele e Libano, e Alberto Asarta, capo del contingente dei Caschi
Blu della missione Unifil, saranno in visita nello Stato ebraico per
discutere i dettagli del ritiro. "Sono felice della decisione del
governo israeliano", ha detto Williams, sottolineando che si tratta di
una "decisione di principio", alla quale devono seguire ulteriori
discussioni.
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Pagine
Ebraiche
è il giornale dell'ebraismo
italiano |
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Dafdaf
è il giornale ebraico per bambini |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
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