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10 maggio
2011 - 6 Iyar 5771 |
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Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Festeggiare oggi lo Stato di
Israele a 63 anni dalla sua costituzione, al di la delle
celebrazioni istituzionali nelle quali si sventolano le
bandiere e ci si commuove cantando la Hatikwah,
significa convincersi dell'importanza di imparare e
trasmettere ai nosrti figli la lingua ebraica. Uno dei fondamentali
denominatori comuni del nostro popolo, quel filo rosso che
segna tutta la nostra storia e la nostra letteratura, partendo dalla
Torah arrivando ai libri dei contemporanei scrittori
israeliani passando per i grandi filosofi medievali. Come
nella Spagna del 12° secolo dove il poeta Yehudah Ha Levì cantava
“libbi beMizrah”, “il mio cuore è a Oriente” dando voce all'anelito
incessante al ritorno in Terra Promessa. |
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Dario
Calimani,
anglista
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Si dice da anni che una
maggiore sinergia fra i nostri rabbini locali potrebbe rafforzare le
attività intercomunitarie e il nostro modo di essere ebrei. I Maestri
stessi riferiscono (Qohelet Rabbah, 7:7 §2) di un rabbino – Eleazar ben
Arakh - che, isolatosi dai suoi colleghi per eccessivo orgoglio,
dimenticò la Torah. Chissà che cosa avranno voluto dire i Maestri?
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Qui Ferrara - Due voci
per la cultura ebraica
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Due grandi voci dello
spettacolo a confronto per sessanta minuti di emozioni indimenticabili.
Teddy Reno e Arnoldo Foa, ospiti d’onore della giornata conclusiva
della Festa del Libro Ebraico di Ferrara, hanno ripagato le attese di
quanti, svariate centinaia di visitatori, si sono recati in massa al
Chiostro di San Paolo per incontrare questi due mostri sacri del
Novecento italiano. Presentati da Gaetano Sateriale, i due hanno
ripercorso carriere indimenticabili e ricordato ciascuno a modo suo le
comune origini ebraiche. Con suggestivo epilogo musicale di Reno, che
ha proposto alcune canzoni classiche del suo repertorio e concluso,
accompagnato dal pianoforte di Sylvia Pagni, con il celeberrimo brano
My Way di Frank Sinatra. È stato questo il pezzo più spettacolare
dell'ultima giornata ebraica ferrarese di grande interesse e
partecipazione.
Molte le finestre di approfondimento aperte nelle scorse ore nella
città emiliana, dall’operato antiebraico di cui fu protagonista il
Sant’Uffizio nel dibattito coordinato da Serena Di Nepi alle
riflessioni sull’esistenza o meno di una filosofia ebraica con Haim
Baharier, rav Roberto della Rocca, Donatella Di Cesare e Massimo
Giuliani, dagli studi sulla popolazione ebraica di Luciano Allegra alla
Qabbalah per Gershom Scholem nelle parole di Saverio Campanini. Nel
primo pomeriggio Mauro Tabor e Claudio Ernè, coordinati da Shulim
Vogelmann, hanno presentato Memorie di pietra. Il Ghetto Ebraico, la
Città vecchia e il piccone risanatore. Trieste 1934-1938 (Comunicarte
Edizioni, Trieste, 2011), volume scritto insieme a Diana De Rosa e
dedicato allo sventramento del Ghetto ebraico triestino per mano
fascista. Sul finire di serata spazio per momenti più ilari come
l’aperitivo kosher condito dalle barzellette di Daniel Vogelmann e
Bruno Gambarotta. A chiudere infine uno struggente concerto della
Klezmerata Fiorentina dedicato alle tradizioni strumentali degli ebrei
ucraini. Note dense di suggestione per dare appuntamento al prossimo
anno per la terza edizione della rassegna. Una rassegna sempre più
densa di fascino e con un Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah
che vede avvicinarsi a grandi passi il momento della sua edificazione.
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Qui Roma -
Israele, 63 anni di indipendenza
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Il
suono dello Shofar nel
Tempio Maggiore e il taglio di una torta bianca e blu con sopra
disegnato
un grande maghen David da parte dell'ambasciatore israeliano
in Italia Gideon Meir, hanno carattetizzato la
serata organizzata nel cuore del ghetto di
Roma mentre
l'Hatikwa ha segnato il momento di inizio dei festeggiamenti
dedicati al sessantatreesimo compleanno dello Stato ebraico. Centinaia
di persone si sono radunate nella piazza dietro la sinagoga ed a
Portico d'Ottavia. Bambini con bandierine in mano, ragazzi con piccole
bandiere di Israele adesive attaccate in fronte, ma anche adulti che si
spostavano da uno stand enogastronomico all'altro e fra
quelli delle associazioni giovanili, delle scuole e degli
enti ebraici, ballando sulle note della musica tradizionale suonata dal
vivo in piazza. Sul palco allestito in largo 16 ottobre 1943 assieme al
rabbino capo Riccardo Di Segni e al presidente della Comunità ebraica
di Roma, Riccardo Pacifici, anche il presidente della Regione Lazio,
Renata Polverini, il presidente della Provincia di Roma, Nicola
Zingaretti e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, cui è stata conferita
la presidenza onoraria del comitato per 'Ghilat Shalit libero' per
l'impegno preso del soldato israeliano rapito e avergli conferito, lo
scorso anno, la cittadinanza di Roma., ha definito lo stato di Israele
"un fondamentale presidio di democrazia e libertà nel Medio Oriente".
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Antisemitismo e islamofobia
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Il
prossimo 16 maggio, l’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas
presenta una ricerca su antisemitismo e islamofobia che verrà discussa
da Gianfranco Fini, Rosy Bindi, Adriano Prosperi. Il rapporto – curato
dal comitato «Passatopresente», e steso grazie al contributo tra gli
altri di Claudio Vercelli e Bruno Contini – è di grande interesse, e
suggerisce riflessioni generali e specifiche. Per quale motivo
un’associazione ebraica può e deve interessarsi alla discriminazione
nei confronti dei musulmani e per quale ragione i due fenomeni possono
essere analizzati congiuntamente? Innanzitutto poiché il
pregiudizio anti-islamico, attualmente più diffuso di quello
anti-ebraico, si concentra nelle stesse persone che definiamo
antisemite: il meccanismo che produce diffidenza e razzismo è
evidentemente lo stesso. Più delle metà degli italiani può essere
considerata antisemita o parzialmente tale, con un’incidenza sempre
maggiore del cosiddetto «nuovo antisemitismo», ovvero quello che si
appunta su Israele e sul conflitto israelo-palestinese. Una porzione
assai significativa di intervistati, inoltre, ritiene che gli ebrei
abusino della memoria della Shoah per godere del vantaggio connesso
allo status di vittime. Colpisce la distanza tra l’ebraismo in
quanto tradizione astratta e gli ebrei in carne e ossa: contrariamente
a quanto potremmo immaginare non c’è grande avversione nei confronti
della cultura e della religione ebraica, che anzi viene considerata
costitutiva dell’identità europea, ma sussiste la convinzione profonda
per cui gli ebrei sarebbero chiusi tra loro, propensi a complottare e
più leali a Israele che all’Italia. In altre parole sembra essere falsa
l’idea che il pregiudizio vada combattuto sul terreno dell’incontro e
della conoscenza, poiché questi fattori sembrano avere un influsso
troppo tenue rispetto alla mole di messaggi negativi veicolati dal
discorso pubblico e dai mezzi d’informazione, soprattutto quelli
televisivi. Insomma, mi pare che i leader ebraici abbiano spunti abbondanti su cui meditare.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Rai News risponde: "Su
Arrigoni un'intervista emotiva"
E l'informazine pubblica diventa un gioco di prestigio
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Non solo una
risposta tardiva, non solo una risposta mistificante, non solo una
risposta insoddisfacente. Ma un vero e proprio affronto alla realtà dei
fatti. La lettera fatta pervenire stamane dal direttore responsabile di
Rai News al gruppo di italiani residenti in Israele che criticavano il
canale per le enormi falsità lanciate riguardo alla morte di Vittorio
Arrigoni merita di essere diffusa. Un testo che deve essere conosciuto
e pubblicato così come sta, senza commenti, perché tutti possano
constatare di persona come l'informazione si riduca spesso a un gioco
di prestigio.
"Gentili Signori, dovrei essere io a sentirmi offeso e calunniato dalla
vostra lettera, come giornalista e come Direttore di Rai News. Il
nostro Canale, infatti, ha subito detto che Vittorio Arrigoni era
caduto nelle mani di un gruppo di estremisti islamici. Dopo la morte,
abbiamo sottolineato come i suoi assassini fossero stati fino
all’ultimo miliziani di Hamas. E quando Hamas ha voluto rendere onore
al pacifista e militante pro palestinese Arrigoni, non abbiamo certo
taciuto le responsabilità della stessa Hamas.
Di quale Rai News state, dunque, parlando? Avete la bontà di
presentarvi come “gruppo d’ascolto di Rai News”. Magari! Purtroppo
delle ore e ore di informazioni che abbiamo dato sul martirio di
Arrigoni sembrate aver visto una sola intervista, messa in rete con
l’intenzione malevola di sollevare un polverone e di danneggiare una
nostra conduttrice.
Veniamo a quel singolo episodio, l’intervista di Anna Maria Esposito a
Maurizio Fantoni Minella. E’ un’intervista fortemente emotiva:
l’intervistato era amico di Vittorio Arrigoni e ne condivideva
l’impegno politico a Gaza. E’ durata troppo a lungo, perché (succede!)
un altro collegamento era venuto meno. Verso la fine la nostra
conduttrice ha letto un dispaccio d’agenzia che riportava il giudizio
irridente di un gruppo di estremisti ebrei secondo cui Arrigoni,
ammazzato dai suoi amici palestinesi, se la sarebbe cercata. E solo
all’ultimo Fantoni Minella ha tirato fuori la teoria del “cui prodest”
(ai palestinesi non conveniva la morte di Arrigoni, perché l’avrebbero
ucciso?).
Ora è sicuramente giusta la critica sulla durata eccessiva. Si può
considerare inopportuna la lettura (nel contesto) di quella nota di
agenzia. E persino respingere, perché contraddetto dalle prime notizie
di cronaca, il dubbio di Fantoni Minella sulla matrice palestinese
dell’attentato. Ma nulla autorizza a sostenere (come fate) che secondo
“il duo Esposito – Fantoni Minella il rapimento era falso, ormai
smascherato, pertanto si trattava di un’esecuzione di chi aveva tutto
l’interesse a far fuori Arrigoni, e cioè tutti quelli sopracitati
(integralisti ebrei, ebrei ortodossi, estremisti della destra
israeliana)”. Né tantomeno è lecito usare qualche minuto di intervista
per sostenere che tutto “il lavoro di Rai News è stato di
un’incompetenza e di una parzialità vergognose”.
Basta. Posso capire il nervosismo di alcuni amici Israeliani in un
momento in cui tutto cambia rapidamente e rischiano di cadere certezze,
magari dolorose, ma rassicuranti. Vi prego di lasciar cadere ogni
sciocco tentativo di annoverarci nella lista dei nemici di Israele. Non
è così. E chi vuol farlo credere fa un torto alle idee che vorrebbe
difendere.
E vi aspetto in trasmissione per discutere della morte e dell’impegno
di Arrigoni, della sicurezza di Israele e dell’accordo Hamas Fatah".
Corradino
Mineo
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notizie
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rassegna
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Cominciamo da Yom HaAtzmaut:
buona festa a tutti. Sui giornali ne parlano solo Dan Segre sul Giornale la
redazione romana del Messaggero e una nota di Avvenire che cita Peres. In cambio
ci sono molte discussioni e analisi sul futuro di Israele, da David
Wurmster sul Wall Street Journal, che analizza
l'impatto dei nuovi giacimenti di gas naturale sul futuro dell'economia
israeliana, all'intervista tutto sommato ottimista di Etkar
Keret sul Fatto quotidiano, a un
dossier di "Liberal" in cui Richard Bolton
parla dei rischi di un nuovo accerchiamento di Israele... »
Ugo Volli
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è il giornale dell'ebraismo
italiano |
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Dafdaf
è il giornale ebraico per bambini |
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incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
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