Il
countdown è partito, ancora poche ore e nell’aria fluttuerà nuovamente
inconfondibile il profumo di sufganiot, le frittelle amatissime da
grandi e piccini. Domani sera il calore di Chanukkah, la festa delle
luci, tornerà infatti ad avvolgere l’Italia ebraica col suo carico di
dolciumi, spensieratezza e voglia di stare assieme. Molte saranno le
occasioni in cui le comunità ebraiche condivideranno questo momento
lieto con tutta la società italiana partecipando ad accensioni di
chanukkiot negli spazi comunitari, davanti alle sinagoghe, nelle
pubbliche piazze. Un momento particolarmente significativo si avrà a
Ferrara dove l’inizio della festa coinciderà con l’inaugurazione della
prima porzione del nascente Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e
della Shoah. Forti emozioni anche a Torino dove sfondo della seconda
accensione sarà la Mole Antonelliana, edificio simbolo del capoluogo
piemontese inizialmente progettato per essere una sinagoga. A Casale
Monferrato, come da tradizione, Chanukkah segna l’ingresso di nuovi
magnifici e colorati candelabri nel Museo dei Lumi. Undici gli artisti
che per il 2011 si sono cimentati con questa prova e di cui trovate
pubblicati in esclusiva i lavori sul numero di Italia Ebraica in
distribuzione. L’ebraismo casalese celebrerà anche oltreconfine:
l’appuntamento, per la terza sera, è a Gerona in Spagna dove una
delegazione comunitaria sarà ricevuta dall’amministrazione cittadina
locale. Occasioni di incontro si avranno un po’ ovunque nello Stivale:
da Genova a Trieste, da Parma a Napoli. A Milano il ritrovo più
suggestivo è in piazza San Carlo, nei pressi di piazza del Duomo,
mentre a Roma feste, balli e degustazioni animeranno il quartiere
ebraico oltre a Piazza Barberini dove protagonisti saranno i rabbini
del movimento Lubavitch. A Firenze infine risate di gusto con lo
spettacolo Gnora Luna, commedia ghettaiola in salsa fiorentina che da
sempre riscuote notevole consenso e partecipazione.
Qui Torino - Il ritorno della Mole
Ma che scherzi ti gioca la storia! Era il 1873
quando, dopo un contenzioso con l’architetto Antonelli che durava già
da vari anni, l’Università Israelitica di Torino decise di disfarsi di
quell’enorme, esagerato edificio che gli ebrei da poco emancipati
avevano voluto come loro Tempio a celebrare la ritrovata libertà, e che
però l’ardito sperimentatore immaginava sempre più alto senza portarlo
mai a compimento, come una novella torre di Babele che gli crescesse
tra le mani. E così, fatti due conti, gli ebrei torinesi abbandonarono
alla sua strada l’interminabile progetto, cedendo l’edificio al Comune
in cambio dell’area dell’attuale sinagoga. Avevano dato via niente meno
che il simbolo di Torino, anche se allora ancora nessuno vedeva la Mole
come tale. Ebbene, chi l’avrebbe mai detto? Il prossimo 21 dicembre alle
ore 21, seconda sera di Chanukkah, gli ebrei torinesi ritroveranno la
Mole sul loro cammino. Per gentile e significativa decisione del
Comune, nel quadro delle attività messe a punto assieme al Comitato
Interfedi, il concerto del coro ebraico milanese Kol Hakolot
programmato per l’occasione si svolgerà proprio nel salone della Mole,
oggi come è noto prestigiosa sede del Museo del Cinema. Insomma,
riscrivendo la storia al contrario, canti ebraici finiranno per
risuonare comunque sotto quell’immensa volta un tempo rifiutata.
David Sorani, vicepresidente della Comunità ebraica di Torino
Qui
Livorno - Un momento “laico” di gioia condivisa
La lettera di testa pubblicata l'altro giorno da
"Il Tirreno" in cronaca di Livorno, è di un cittadino che si
complimenta con l'Azienda di Trasporto Locale che, dai propri bus,
mostrerà alla città dei pensieri natalizi dei bambini delle scuole.
"Ancor più bello" aggiunge l'estensore della missiva Bruno Barontini,
"sarebbe veder ricordate anche le feste di altre religioni" e cita
Chanukkah e le feste islamiche tra quelle che cadono in questo mese.
"Dai tuoi autobus, incalza il lettore, può essere mostrata la vera
Livorno delle tante e diverse Nazioni. Una ricchezza, questa sì, da
ostentare con orgoglio". Il giornale ha titolato "Sui bus mostriamo la
faccia multirazziale di Livorno" e a me il termine "razza", anche se
declinato variamente e in positivo come in questo caso, non è che
piaccia molto ma la proposta, nella sua semplicità, è un vero esempio
di laicità che non vuol dire, come strumentalmente dichiarano spesso i
suoi avversari, "antireligiosità": anzi, è proprio il contrario perché
nella società laica il sentimento religioso è libero nella sua
espressione e tutelato, purché ciò, con reciproco rispetto, valga
ovviamente per tutti.
Gadi Polacco, consigliere della Comunità ebraica di Livorno
Qui Casale - Cento lumi verso
Gerona
Chanukkah letteralmente significa inaugurazione. Anche
quest’anno la Comunità di Casale ha avuto una nuova, prestigiosa
inaugurazione: 22 opere del Museo dei Lumi sono state scelte da
Assumpciò Hosta, direttore del Museo Ebraico di Gerona, per
l’allestimento di una mostra temporanea ospitata dalla Red de Juderias
de Espana. Gli imballaggi delle opere di recente acquisizione sono
stati realizzati appositamente con estrema precisione e professionalità
dalla falegnameria Costanzo, eccellenza monferrina nel settore degli
imballaggi. Le casse in legno chiaro, sicure, leggere, climatizzate ed
ignifughe hanno potuto così accogliere i preziosi lavori. Il prestito
di opere del Museo dei Lumi di per sé non è una notizia, ma la notizia
è che per due mesi, fino al primo febbraio 2012, nelle sale del Museo
ebraico di Gerona avverrà un gemellaggio ideale tra la l’ebraismo
sefardita, tra i più antichi e blasonati d’Europa, e l’ebraismo
casalese che, con caparbietà, gioia e amore ha deciso di lottare contro
la demografia ed abitare giorno dopo giorno, ricorrenza ebraica dopo
ricorrenza ebraica, gli spazi dell’antico Ghetto e della
splendida sinagoga degli Argenti. Dieci anni or sono a Casale
Monferrato Elio Carmi e Antonio Recalcati hanno voluto coinvolgere
tanti amici artisti e chiedere loro di donare una lampada di Chanukkah
che sarebbe andata a formare il primo nucleo di una raccolta di lampade
uniche al mondo. Con il 2011 la collezione, ospitata nel forno delle
azzime della Comunità, ha raggiunto le 125 opere. La Fondazione Arte
Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale
ONLUS ha inoltre finanziato la pubblicazione di un prezioso volume in
italiano, francese ed inglese edito da Skirà.
Dopo la prestigiosa esposizione temporanea ospitata nel dicembre 2010
dal Museo Ebraico di Parigi nelle Sale dell’Hotel de Saint Aignan, 71
Rue du Temple, nel cuore del Marais, le opere sono state richieste a
Gerona dalla Red de Juderias de Espana, ente responsabile dei siti,
delle manifestazioni e degli itinerari ebraici nella Penisola Iberica.
A Gerona, 45 miglia a nord di Barcellona, è stato minuziosamente
recuperato e restaurato un quartiere ebraico medievale. Gerona e
Barcellona ospitarono due comunità radicalmente differenti. Gerona fu
uno dei maggiori centri europei della Cabbalà. Qui vissero alcuni dei
maggiori scrittori e maestri cabalisti del Medioevo. Barcellona,
invece, ospitò una comunità di studiosi razionalisti. La prima
testimonianza scritta sugli ebrei a Gerona risale all'890. La zona
ebraica fiorì per oltre 500 anni per poi conoscere esplosioni di
violento antisemitismo. L'ultima sinagoga costruita in Spagna fu
completata a Gerona a metà del Quattrocento. Dopo il 1492 il quartiere
ebraico fu chiuso, murato e cancellato dalla memoria collettiva della
città fino alla fine del ventesimo secolo quando è stato riportato alla
luce e restaurato con grande cura. Oggi l’area ospita il centro
Benastruc ça Porta, comprendente il Museo ebraico catalano e un
archivio storico aperto agli studiosi. La terza sera di Chanukkah il
sindaco di Gerona Carles Puigdemont accoglierà una numerosa delegazione
di ebrei casalesi che intoneranno benedizioni e canti secondo il rito
monferrino, offrendo gli immancabili krumiri e brindando con Moscato
piemontese ai futuri viaggi dei Lumi del Museo.
Claudia De
Benedetti, vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Italia Ebraica, gennaio 2012)
|
 |
|
 |
In cornice - Yehudà
Hamakkabi
|
 |
La storia di Channukkà e la
figura di Yehudà Hamakkabi, che ci paiono totalmente nostre, sono state
fatte proprie dal mondo cristiano in modo sorprendente e variabile.
La scorsa settimana, passeggiando all'esterno dell'abside del Duomo di
Milano, ho guardato la statua di Yehudà Hamakkabì datata 1497 (è una
delle migliaia del complesso). E' vestito da soldato di Roma – proprio
quello che era diventato secondo le accuse dei nostri Maestri dei tempi
del Talmud. Possibile che lo scultore, un artigiano dal nome di Andrea
Fusina, avesse letto le nostre fonti? Non è così - attenzione a
guardare tutto dalla nostra prospettiva. Yehudà Hamakkabì divenne, dal
'200 e soprattutto dal '300, una figura popolare nella letteratura
cavalleresca, esaltata dal poeta Jacques de Longoyon (ma anche da Dante
nel Paradiso) come uno dei cosiddetti “nove prodi”. Cosa aveva fatto?
Era morto giovane combattendo contro i pagani, come fosse un cavaliere
medievale, non un ebreo del II secolo a.e.v. La storia era popolare
soprattutto in Francia e in Germania dopo il fiasco delle Crociate, in
cui i primi a farne le spese eravamo stati soprattutto noi. Un assurdo,
se vogliamo. Come assurdo è il modo in cui il “prode” Yehudà viene
scolpito nel Medioevo, con uno strano turbante arabo al posto dell'elmo
(si veda il bassorilievo del Comune di Colonia o la fontana di
Norimberga). Il nostro Fusina, ha fatto un passo in più. Yehudà è
diventato un soldato romano, tipicamente occidentale, pronto per
diventare un campione della cristianità. Difatti lo si trova anche a
discutere di eucaristia (?!) nella stanza della Segnatura di Raffaello
in Vaticano. L'Oriente non andava più di moda e quel che di buono aveva
l'ebraismo andava totalmente fatto proprio. Prima che la Controriforma
lo facesse sparire e lo si ritrovasse nel Settecento. Ma questa è
un'altra storia.
Daniele
Liberanome, critico d'arte
|
Tea for two - Mezzanotte di
magia a Parigi |
 |
Midnight in Paris. Dopo
Londra e Barcellona e prima di Roma Woody Allen è approdato a Parigi.
Se in Tutti dicono i love you il contesto era una Parigi ricoperta da
una opulenza natalizia, qui ci troviamo di fronte a qualcosa
di diverso: più magico delle lucine al neon e più affascinante delle
vetrine di Rue Saint-Honoré. Perché Allen stufo della contemporaneità
catapulta il sorprendente Owen Wilson negli anni '20: tra una Zelda
Fitzgerald party girl e un Ernest Hemingway che cerca la rissa a tutti
i costi. Una parte importante è riservata a Gertrude Stein, protettrice
degli artisti scapestrati della prima metà del secolo. Ritratta da
Picasso in una delle sue opere cruciali, Gertude (di origine ebraica)
si trasferisce con i suoi fratelli a Parigi. Era lì infatti che
l'avanguardia fremeva per fare il suo ingresso in società. Tutti i
fratelli diventano presto collezionisti. Sara, moglie di Michael Stein,
sarà alunna di Matisse. Con un innato fiuto artistico Gertrude
incornicerà alla parete della sua casa, proprio vicino al caminetto,
perfino dei disegni di uno dei famosi taccuini di Picasso. Woody Allen
incornicia perfettamente il personaggio grazie alle doti dell'attrice
Kathy Bates. Ora non resta che scendere in strada a Parigi con il
rintocco di mezzanotte sperando che il prodigio si avveri nuovamente.
Rachel
Silvera, studentessa
|
 |
notizie
flash |
|
rassegna
stampa |
La
Batsheva Dance Company di Tel Aviv si esibisce a Basilea
|
|
Leggi la rassegna |
La Batsheva Dance Company di Tel Aviv guidata da Ohad Naharin, uno dei
coreografi contemporanei più interessanti (il festival Romaeuropa l'ospiterà il prossimo anno) ha proposto in questi giorni
un'installazione di danza alla Fondazione Beyeler, un museo d'arte
moderna che fino al 29 gennaio ospita la mostra «Surrealismo a Parigi»
- e lo spettacolo «Deca Dance» alla Kaserne, a pochi passi dal Reno.
|
|
|
|
|
 |
è
il giornale dell'ebraismo
italiano |
 |
|
 |
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un
proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo
messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare
con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete
comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
|
|
|
|
|
|
|