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10 giugno 2012- 20 Sivan
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Benedetto
Carucci
Viterbi,
rabbino
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Moshè,
nella parashà letta ieri, usa un tu femminile per rivolgersi a Dio.
Rashì, commentando il passo, attribuisce invece a Moshè questa sorta di
femminilizzazione. Il Maharal di Praga, colpito dalla strana inversione
operata da Rashì, impara un principio generale: percepiamo Dio e le sue
diverse dimensioni in base a come siamo noi.
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Miriam
Camerini, regista
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Minacciati
di boicottaggio e infine trionfatori, gli attori del Habima hanno
portato al Globe Theatre di Londra un Mercante di Venezia tutto nuovo.
Grande attore più noto in Israele come comico da stand-up, Jacob Cohen
ha dato vita a uno Shylock vendicativo perché vessato, misantropo
perché odiato: ha voluto cioè mostrare un personaggio complesso e
tormentato, aiutarci a scorgere le ragioni del suo agire. Il mercante
di Venezia è stato sempre, nei secoli, rappresentato in due modi
semplicisticamente opposti: o l'indifeso da compatire, per il quale il
pubblico sviluppa un senso a metà fra la pietà e il ribrezzo, oppure il
malvagio, vendicativo e violento, per cui gli spettatori provano solo
disprezzo e odio. Ma, se ci fermiamo un momento a guardare, non stiamo
parlando della stessa storia, su e giù dal palco? L'ebreo vittima è
tollerato e compatito, l'ebreo che desidera farsi padrone del proprio
destino, difendersi da chi lo attacca e persino vendicarsi, è un
pericoloso ragno che tesse le sue tele. Forse il merito maggiore di
questa produzione e della presenza di Israele al festival
shakespeariano è stato quello di introdurre un elemento di maggior
complessità e profondità nel guardare alla situazione. Come recitava il
sottotitolo della prima edizione yiddish delle tragedie shakespeariane:
“verteicht und verbessert”, tradotto in yiddish e migliorato.
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Consiglio UCEI - Cinque Comunità al voto
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Chiamata
al seggio oggi per molti iscritti in occasione del voto per il rinnovo
del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
L'appuntamento elettorale, che porterà alla formazione del primo
parlamentino dell'ebraismo italiano, vede coinvolte cinque Comunità:
Roma, Milano, Firenze, Livorno e Trieste. Seggi aperti sin dalle prime ore del mattino. A Roma, dove si eleggono 20
consiglieri, gli iscritti devono scegliere tra la lista Uniti per l'Unione
(capolista Renzo Gattegna) e Binah (prime candidate Eva Ruth Palmieri e
Sabrina Coen). A Milano, cui spettano dieci rappresentanti, la sfida è
tra Milano per l'Unione-l'Unione per Milano (capolista Roberto Jarach),
Machùr-Domani per l'UCEI (capolista Raffaele Turiel) e UCEI per la
scuola (candidato unico Cobi Benatoff).
Nelle altre tre Comunità la
scelta è tra due candidati in corsa per un posto ciascuno: a Firenze tra
Dario Bedarida e Simcha Jelinek, a Livorno tra Daniele Bedarida e Gadi
Polacco, a Trieste tra Davide Belleli e Mauro Tabor. Nelle altre 16
piccole e medie Comunità che completano l'ossatura dell'ebraismo
italiano (Torino, Vercelli, Casale Monferrato, Mantova, Parma, Merano,
Verona, Verona, Padova, Venezia, Ferrara, Modena, Bologna Genova, Pisa,
Ancona, Napoli) il delegato di spettanza è stato designato direttamente
dal Consiglio comunitario di riferimento e verrà reso noto una volta
terminate le operazioni di voto che, a Milano e Livorno, interessano anche la definizione dei nuovi assetti di governo locale.
(Dall'alto in basso tre momenti del voto per il rinnovo del Consiglio
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Roma, Milano e Firenze)
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Online il nuovo sito istituzionale dell'Unione
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Comprendere
e conoscere l'istituzione UCEI e le leggi, le regole che governano la
realtà degli ebrei italiani. Raccontare come opera la struttura
dell'Unione e documentarne le attività. Da oggi sarà più facile grazie
al nuovo sito istituzionale dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane (www.ucei.it). Uno strumento rinnovato e di facile
consultazione che permetterà la possibilità di far conoscere meglio
l'UCEI proprio a partire dal momento in cui l'Unione apre il nuovo
capitolo della riforma istituzionale e nasce dal voto di questa
domenica il parlamentino dell'ebraismo italiano. Tra le tante sezioni
consultabili 'Cultura', 'Educazione e Formazione', 'Informazione',
'Storia e Memoria', 'Otto per Mille' e 'Kasherut'. Non mancano poi
informazioni sulle festività ebraiche, sulle varie iniziative in agenda
e sui progetti di lavoro dei singoli dipartimenti.
"Con questa iniziativa - si legge nella presentazione - ci proponiamo
di offrire al pubblico uno strumento agile e completo per orientarsi
tra le molteplici attività dell'Unione. Dall'informazione alla
formazione, dall'organizzazione di eventi all'amministrazione delle
risorse, fino alla 'produzione culturale' nella sua accezione più
ampia".
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Terremoto - "Necessario agire
rapidamente"
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Mentre
prosegue la raccolta fondi da destinare alle popolazioni vittime del
terremoto lanciata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
Giorgio Mortara, consigliere UCEI delegato al coordinamento delle
iniziative di solidarietà, ha incontrato a Modena alcuni rappresentanti
delle Comunità ebraiche nel territorio colpito dal sisma, il presidente
della Comunità di Parma Giorgio Yehuda Giavarini, il vicepresidente e
il rabbino di Modena Attilio Uzielli e rav Beniamino Goldstein. Duplice lo
scopo della visita, accertare in prima persona la situazione delle
Comunità e dei beni culturali ebraici e valutare come investire i fondi
provenienti dalla raccolta UCEI insieme a chi conosce bene il
territorio. “Stiamo considerando le varie situazioni - spiega Mortara -
Senz’altro i fondi verranno investiti in un progetto di alta utilità
sociale, come una scuola o un asilo. Per quanto riguarda la località
stiamo prendendo in considerazione Finale Emilia. Decideremo
definitivamente entro i prossimi giorni”. Nel frattempo si cerca di
capire quale sia lo stato e come intervenire sui beni culturali ebraici
colpiti nelle varie città. “Vogliamo evitare che i danni si aggravino
per cui sarà necessario agire rapidamente” sottolinea Mortara. Al
vaglio la proposta di aprire una sottoscrizione per ogni Comunità
ebraica colpita, appellandosi anche alla generosità delle istituzioni
ebraiche europee. Nei prossimi giorni si provvederà a stendere un primo
bilancio dei danni.
Chi desidera partecipare alla raccolta fondi lanciata dall'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane in soccorso alle popolazioni colpite dal
terremoto potrà farlo versando il proprio contributo sul conto corrente
bancario intestato all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, IBAN
IT40V0200805189000400024817 causale Terremoto Emilia; oppure sul conto
corrente postale intestato all’unione comunita ebraiche italiane numero
45169000 sempre specificando la causale Terremoto Emilia.
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Amicizia e solidarietà per Mario Balotelli
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Numerose
le reazioni di sdegno nell'Italia ebraica a seguito delle ultime
deliranti affermazioni apparse sul web riguardo alla visita ad
Auschwitz del calciatore Mario Balotelli. “L'ennesimo indegno attacco
razzista e antisemita contro il nazionale italiano Mario Balotelli, che
durante la visita al lager nazista di Auschwitz ha detto di avere una
nonna ebrea – afferma Leone Paserman, presidente della Fondazione Museo
della Shoah di Roma – mi induce a uscire dal riserbo che ho sempre
mantenuto non volendo contribuire ad alimentare una polemica che poi
finisce solo col dare maggior risalto agli insulti”. Nella durissima
nota diffusa da Paserman si indica la visita di mercoledì scorso come
momento fondamentale per la trasmissione del valore della Memoria a
milioni di giovani. “Il rilievo mediatico che ha avuto la visita con la
partecipazione commossa di tutti i nostri campioni del calcio – scrive
– credo che valga più di tutti i "giorni della Memoria", che celebriamo
da dieci anni il 27 gennaio, per ricordare l'obbrobrio della
deportazione e dello sterminio di milioni di nostri concittadini
europei, promosso per seguire un mito di superiorità razziale, falso e
pagano, contro tutti i negazionismi”. Nel testo un riferimento anche al
fenomeno del razzismo negli stadi (“diffuso da tempo ma non per questo
tollerabile”) e agli sforzi finora inconcludenti per debellarlo anche,
a dire di Paserman, per la mancata determinazione della dirigenze delle
squadre di calcio, “troppo spesso succube dei ricatti delle tifoserie
delle curve”.
“A nome di tutta la Fondazione del Museo della Shoah – si conclude la
nota – rivolgo un appello per un intervento immediato e fattivo perché
tali siti vengano definitivamente chiusi e si applichi la legge nei
confronti dei suoi promotori”.
Ad intervenire, tra gli altri, anche il presidente della Comunità
ebraica di Roma Riccardo Pacifici. “Faccio appello agli Azzurri in
ritiro – ha detto – affinché dicano qualche cosa su questo grave fatto
e anche al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete a non far
mancare la sua voce. A Mario Balotelli diciamo di reagire a questo
schifo rispondendo da par suo sul campo e lo abbracciamo”. Secondo gli
animatori dei siti dell'odio, aggiunge Pacifici – "Balotelli non solo è
negro, è pure ebreo e quindi se ne deve andare a giocare nella
nazionale di Israele. A questo punto non può esserci solo la reazione
del mondo ebraico e la solidarietà nei suoi confronti. È giunto il
momento di far comprendere che le battaglie di civiltà e di convivenza
sono un valore comune". Per questo il leader degli ebrei romani ha
rivolto un appello pubblico affinché "la battaglia per poter oscurare
siti registrati in paesi le cui leggi consentono 'liberta' di opinione'
sia non solo della Comunità ebraica". L'intervento si conclude con un
augurio: "Aspettiamo Balottelli a fine campionati europei nelle nostre
istituzioni, lo abbracciamo e insieme a lui gridiamo: 'Forza azzurri'".
Sdegno anche Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità ebraica di
Milano, che annuncia il prossimo invito del centravanti della Nazionale
in Comunità “per dare un segnale all'Italia”. “Questo è un caso molto
grave – ha sottolineato – perché Balotelli è un personaggio che
rappresenta il nostro paese multietnico e multiculturale. Va applicata
la legge Mancino”. A seguire un appello alle istituzioni: “Chiudete il
sito, consegnate i responsabili alla giustizia, questo caso sta
diventando imbarazzante anche perché fomenta l'odio razziale in un
momento in cui si stanno intensificando i casi di antisemitismo”.
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Davar Acher - Come ricostruire dopo il
terremoto
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Il
terremoto e gli altri grandi disastri naturali fanno scattare un
sentimento diffuso di solidarietà umana; gli ebrei italiani, come
Israele in campo internazionale, sono sempre stati in prima fila per
dare il loro aiuto alle vittime di questi eventi naturali senza perché,
che stranamente la common law chiama "act of God", azioni divine. E' un
dovere profondo che noi sentiamo in questi casi, un obbligo che nasce
dalla comune umanità e supera qualunque barriera.
Al di là della solidarietà, il disastro naturale propone prospettive
contrastanti al pensiero religioso. Lo si vede spesso come una traccia
del divino, la più evidente: tuoni, tempeste, colline "che saltellano
come gazzelle", mari in tempesta, fumi, mura che cadono, monti nebbiosi
fanno parte dell'immaginario religioso universale e non mancano neppure
nel nostro Tanakh - anche se una celebre visione profetica nega che in
tanto clamore ci sia l'autentica teofania, che invece va cercate in
"una voce di silenzio sottile". Resta il fatto che l'esperienza
solitaria dell'impotenza umana di fronte alla forze cosmiche si fa
spesso evidenza religiosa. Nell'antichità di tutti i popoli vi è la
tentazione idolatrica di attribuire a ogni impressione forte un
soggetto preternaturale; ma al di là della feticistica personificazione
degli eventi e delle cose, spesso alla base dell'esperienza religiosa
si ritrova una percezione (perfino un'estetica) della dismisura che
dalla piccolezza e miseria della nostra misura impone la necessità del
passaggio al trascendente. Lo spettacolo terribile dello scatenamento
naturale, come quello sublime della sua armonia, entrambi fuori scala
rispetto all'uomo, suggeriscono a molti un'intuizione del divino.
Ma nel pensiero europeo, accanto a questo movimento proiettivo, il
disastro naturale presenta anche una sfida etica alla religione, che
trae spunto dall'apparente indifferenza e mancanza di ragione di eventi
che coinvolgono luoghi e persone senza cause apparenti. Lo stimolo per
il "Candide" di Voltaire, prototipo della letteratura
antiprovvidenziale della modernità e rovesciamento sarcastico di ogni
teodicea, venne dal grande terremoto di Lisbona del 1755. Che
soprattutto disastri del genere dimostrino la casualità del mondo
naturale e dunque l'assenza o l'impotenza del divino dal mondo è un
luogo comune della modernità. Di conseguenza "la difesa della saggezza
suprema del Creatore contro le accuse che le muove la ragione a partire
dalla considerazione di quanto nel mondo vi è di contrario al fine di
questa saggezza" (Kant) è un compito difficilmente eludibile per un
pensiero religioso che sia consapevole della modernità.
Il pensiero ebraico è certamente più attrezzato di altri per
svincolarsi dal dilemma dell'ateismo etico moderno, a causa del suo
caratteristico orientamento antimetafisico, della sua considerazione
del mondo come bisognoso di completamento o di "riparazione", della
consapevolezza che "dal Cielo" viene il bene come il male e che vi è un
pericolo implicito nell'incontro col sacro; insomma per la sua naturale
lontananza da ogni facile ottimismo, da ogni wishful thinking, da ogni
buonismo consolatorio. Resta l'inciampo (in greco skandalon) dell'uomo
che si imbatte di improvviso nella sua fragilità e nella frequente
insensatezza almeno apparente del mondo. Noi sappiamo che in questi
momenti ci è richiesta fiducia concreta ("emunà"), più che un'astratta
fede teologica: fiducia nell'azione umana, nella giustizia, nella vita.
E fedeltà al progetto di un senso da costruire, di un mondo migliore da
far vivere con le nostre azioni. Sappiamo anche che dobbiamo chiederci
innanzitutto conto della responsabilità umana in questi casi, del modo
in cui sono state costruite fabbriche e abitazioni, delle precauzioni
possibili non prese, dei soccorsi insufficienti. E che, ancor più che
l'indagine su ciò che "nel mondo è contrario alla saggezza" e sulle sue
cause umane o naturali dobbiamo guardare avanti e saper riprendere il
cammino.
Ugo Volli - twitter @UgoVolli
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notizieflash |
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rassegna stampa |
Qui
Padova - Musiche liturgiche
nella cornice di Palazzo Liviano
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Leggi la rassegna |
Grande
concerto di musiche liturgiche ebraiche, questa sera nella Sala Giganti
di Palazzo Liviano a Padova, per festeggiare il 25esimo anniversario di
vita del Gruppo Studio e Ricerca sull'ebraismo. Il concerto si aprirà
alle 20.45 con ingresso libero fino a esaurimento posti (per
prenotazioni luciapoli@infinito.it oppure 338-1306533).
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Rassegna
relativamente asciutta, questa domenica, potendoci così soffermare di
più su alcuni articoli che trattano argomenti di riflessione che non
nel merito della cronaca. Possiamo allora partire da quanto scrive
Marco Ventura per il Corriere della Sera, riflettendo sul programma
«Religio West», promosso dall’Istituto universitario di Firenze, che ha
ad obiettivo l’indagine sul nesso che intercorre tra populismi e
fondamentalismi contemporanei(...)
continua
>>
Claudio Vercelli
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L'Unione
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incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
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