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9 settembre 2012 - 22 Elul 5772
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alef/tav

Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino

 

La fede in Dio, dice il rebbe di Kotzk, la si deve esprimere grandemente, tanto in privato quanto in pubblico; bisogna invece essere in grado di contenere il fervore e la passione nella preghiera, nascondendoli agli altri. A volte si assiste al contrario.
David Bidussa, storico sociale
delle idee


laura quercioli mincer
La giornata della cultura ebraica è andata bene: in termini di programmi, di affluenza di pubblico, di interesse. Investire in cultura rende. Forse, però, bisogna anche intendersi su ciò che si associa all’espressione “investire in cultura”.
Ci sono almeno due modi per parlarne (o almeno a me vengono in mente solo due modi, chissà sforzandosi qualcuno potrebbe suggerirne altri, diversi, alternativi, …). Il primo dice: investiamo su noi stessi: la cultura ci farà più forti, contribuirà a mantenere l’identità. Il secondo dice: la cultura è una risorsa ed è un motore di sviluppo. Nessuno, infatti, investe in territori e in ambiti desolati o che abbiamo come fine l’autoconservazione di sé.
Dunque proporre cultura e proporla in forma aperta non nasce necessariamente dal dare mostra di sé. Fa parte della strategia di esseci in un territorio, di mantenere relazioni con chi quel territorio abita e, allo stesso tempo, lavorare, con altri, per favorire l’investimento su quel territorio (economico, sociale, umano,…) di cui si è parte e di cui si vuol continuare ad essere parte, e, soprattutto, di cui si auspica che abbia un domani. Anche con noi.
davar
Qui Mantova - Nomi e incontri, pagine e Pagine
La gente cerca di conquistarsi un posto, si mette in coda, ascolta, attende l'incontro. E nell'attesa sfoglia il domenicale del Sole 24 ore e il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche, che con il suo dossier Pagine e incontri la direzione del più prestigioso festival culturale d'Italia ha deciso di distribuire in tutti i punti di accesso e di informazione. Etgar Keret e Nathan Englander. Tobie Nathan e Stefano Levi Della Torre. Shalom Auslander e, in gran finale, Eskol Nevo. L’onda della cultura ebraica ha attraversato come un fiume in piena il Festivaletteratura di Mantova in una carrellata di grande suggestione, molto apprezzata dal pubblico che ha affollato gli incontri fino all’inverosimile. Da Israele, dall'America, dall'Europa. Narratori molto diversi, quarantenni uniti da comuni percorsi generazionali com’è il caso di Keret e Englander, amici legatissimi anche nella vita. E di Auslander, che con Englander condivide il rifiuto dell’ortodossia famigliare, giocandola però su tutt’altre traiettorie narrative. O di Eshkol Nevo, capace nel suo ultimo romanzo, Neuland, di trovare un linguaggio nuovo e nervoso per raccontare Israele oggi. Ma uniti anche da un legame profondo con il mondo ebraico, riferimento inevitabile e spesso dialettico del loro lavoro. Indizio chiarissimo, la presenza di Anna Frank che torna sia nell’ultima raccolta di racconti di Englander, fin dal titolo Di cosa parliamo quando parliamo di Anna Frank, sia in Auslander che nel nuovo romanzo Prove d’incendio immagina che la ragazzina si trovi nascosta proprio nella soffitta di casa sua. O l’amore condiviso per autori quali Kafka, Babel o Philip Roth. Nathan Englander spiega in modo emblematico questo riferimento costante alle radici identitarie. “A 19 anni – racconta – ho lasciato gli Stati Uniti e sono andato a vivere a Gerusalemme. Questa città è un luogo capace di innescare grandi trasformazioni in chiunque. Puoi entrare basso e uscire alto. Nel mio caso mi sono reso conto che vi sono mille modi di essere ebreo. E ho potuto scegliere il mio, profondamente diverso da quello appreso nell’infanzia”.

Daniela Gross twitter @dgrossmoked


Qui Roma - Notte della Cabala, migliaia in piazza
Una notte di grande suggestione, scandita da tante occasioni di riflessione e dibattito, quella che ha vissuto la città di Roma con gli appuntamenti della sua seconda Notte della Cabala e con l'inaugurazione della quinta edizione del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica curato anche quest'anno da Shulim Vogelmann, Raffaella Spizzichino e Ariela Piattelli. Migliaia i cittadini romani che si sono ritrovati nel cuore della Capitale per vivere i tanti sapori di un evento molto atteso. Sul palco e nelle varie location coinvolte studiosi, rabbini e artisti, insieme al pubblico fino alle prime luci dell'alba con dialoghi più prettamente "cabalistici" ma anche con performance che hanno declinato vari aspetti dell'identità ebraica, specie nei suoi tasselli più gioiosi e vitali(...).
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Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked






Qui Venezia - Hadas Yaron conquista il leone alato

La migliore attrice protagonista è lei e il verdetto della giuria della sessantanovesiva Mostra del cinema di Venezia le ha assegnato un riconoscimento che fa sognare chi è ai primi passi nel mondo dello spettacolo. Per la giovanissima e bravissima attrice israeliana Hadas Yaron è festa grande. Per il cinema israeliano, per sua creatività, la sua leggendaria libertà d'espressione, per chi ha lavorato sul progetto di portare il cinema di Israle a Venezia (a cominciare dall'Israeli Film Commission e dallo straordinario staff culturale dell'ambasciatore Naor Gilon coordinato da Ofra Zarhi) il successo è ancora maggiore.
Dopo la presentazione in anteprima su Pagine Ebraiche di settembre, dopo gli applausi a scena aperta della grande platea di critici di tutto il mondo, Lemale Et Ha’Chalal (Fill the Void) di Rama Burshtein (che fra i protagonisti, assieme a Hadas Yaron, vede Yiftach Klein, Irit Sheleg e Chaim Sharir), ha già conquistato la distribuzione nelle sale italiane.
Si tratta di un film molto particolare per la capacità della regista Rama Burshtein di raccontare dall'interno il mondo haredi in maniera equilibrata e onesta, senza pregiudizi e senza idee scontate.
Lemale Et Ha’Chalal è la storia di una famiglia chassidica di Tel Aviv. La figlia più giovane, la diciottenne Shira, sta per sposarsi con un coetaneo che appartiene al suo stesso ambiente. Si realizza un sogno e Shira è emozionata. Nel giorno di Purim, sua sorella Esther, appena ventenne, muore nel partorire il primo figlio. Il dolore che colpisce la famiglia causa il rinvio delle nozze di Shira. Tutto cambia quando viene proposto a Yochay, marito della defunta Esther, il matrimonio con una vedova belga. Yochay ritiene che sia ancora troppo presto, sebbene sappia che prima o poi dovrà riprendere moglie. La madre delle ragazze, temendo che il genero possa lasciare il paese portando con sé il suo unico nipotino, suggerisce il matrimonio tra Shira e Yochay. Shira dovrà scegliere tra il proprio sogno e il dovere verso la famiglia.
"L’amore e i rapporti tra gli individui - racconta Rama Burshtein - costituiscono l’interesse principale del mio lavoro. L’arrivismo, l’indipendenza e la realizzazione di sé sono, per me, meno importanti dell’amore, di mio marito e della mia famiglia. Ciò che mi ha attratto della fede ebraica è il suo approccio all’enigma del rapporto tra uomo e donna. Questo processo mi ha letteralmente sbalordito. Lemale Et Ha’Chalal racconta una storia d’amore basata sullo spirito; ricorda l’esperienza e il sentimento del primo amore, che vive soltanto nel cuore e non ha alcun aggancio con la ragione. Il canto di un cuore verso un altro, insieme al desiderio volutamente represso è, per me, la formula vincente nella ricerca di una gioia duratura"
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g.v


Expo 2015 - Il viaggio di Milano parte da Israele
Parte da Israele il viaggio della città di Milano verso Expo 2015. Parte da Israele e dai Territori palestinesi, per quella che rappresenta la prima missione internazionale del sindaco Giuliano Pisapia da quando è in carica. “Una scelta che vuole avere un alto valore simbolico – sottolinea l'assistente di Pisapia Sara Cristaldi – Un’occasione per parlare non solo di Expo, dove Israele potrà fornire un contributo importante grazie alla sua avanzata esperienza nel settore dell’agricoltura, ma anche di cooperazione economica, scientifica e culturale”.
Insieme a Pisapia, anche il consigliere comunale Ruggero Gabbai, presidente della Commissione Expo e esponente della Comunità ebraica milanese. Ad accompagnare il sindaco nelle giornate israeliane saranno proprio il presidente della Comunità Walker Meghnagi e il responsabile delle relazioni istituzionali Daniele Nahum. Intenso il programma della tre giorni di visita, che si aprirà oggi nel tardo pomeriggio al Tempio italiano di Gerusalemme con l’incontro della Comunità degli italkim e comprenderà tra le altre cose il colloquio di Pisapia con i sindaci di Tel Aviv Ron Huldai e di Betlemme Victor Batarseh, città entrambe gemellate con Milano.
“Queste giornate che precedono Rosh Hashanah sono molto importanti e di solito cerco di dedicarle alla riflessione e alla famiglia. Ma in questo caso sono felice di fare un’eccezione per accompagnare il sindaco in questo viaggio - ha dichiarato il presidente Meghnagi (nell’immagine insieme al sindaco Pisapia alla Sinagoga centrale di Milano in occasione della commemorazione delle vittime di Tolosa lo scorso marzo) – Non ci dimentichiamo che noi siamo milanesi e italiani di religione ebraica. Io sono personalmente molto grato a questo paese e a questa città, che mi hanno accolto quando sono arrivato dalla Libia a 14 anni. Spero in questa visita di avere l’opportunità di aiutare il sindaco Pisapia a vedere Israele con occhi diversi”.
Sullo stesso volo della compagnia di bandiera israeliana El Al, anche il presidente israeliano Shimon Peres, in Italia negli scorsi giorni per partecipare al Forum Ambrosetti di Cernobbio, dove ha incontrato anche il presidente del Consiglio italiano Mario Monti. Il presidente Peres ha rivolto alla delegazione italiana un messaggio di saluto.
La partenza è stata comunque segnata da qualche polemica. Il consigliere comunale Manfredi Palmieri dalla sua postazione Facebook ha dichiarato di aver rinunciato a partire con il sindaco per la cattiva gestione della missione “in relazione alla preparazione, alla stesura del programma, al coinvolgimento del Consiglio e al rapporto con la settimana della Palestina finanziata dal Comune”.


Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked


Expo 2015 - Un appuntamento per capire
Fellini diceva che si può viaggiare anche stando seduti in poltrona di casa propria. Il viaggio che intraprendiamo oggi non è di questo tipo. E’ il primo viaggio all’estero di Giuliano Pisapia. Ho il privilegio di accompagnarlo in rappresentanza del Consiglio comunale di Milano. Si parte per Israele e i territori palestinesi. Due viaggi in uno. Non viaggio con la fantasia come avrebbe fatto Fellini, ma con l’idea di ritrovare un paese e dei luoghi che conosco bene, anzi molto bene, dove la geografia del luogo e gli incontri che faremo diventano fondamentali per misurare la temperatura politica del Medio-oriente. Cercherò anche di essere un po’ spettatore del teatrino della politica e delle visite ufficiali che spesso nascondono una realtà  più complessa politicamente ma paradossalmente più semplice dal punto di vista dei rapporti umani. Abbiamo un programma fitto da compiere in soli tre giorni. Il programma è già stato criticato da alcuni per essere troppo sbilanciato dalla parte dei territori palestinesi, ma di questo magari parleremo a viaggio iniziato...

Ruggero Gabbai, consigliere comunale e presidente della Commissione Expo


Sport - Le Maccabiadi aprono agli atleti disabili
“Con grande emozione vorrei comunicare che alla prossima Maccabiade di luglio in Israele il Comitato, dopo il successo delle Paralimpiadi di Londra, ha deciso di includere alcune discipline per diversamente abili”. Così in un messaggio inviato pochi minuti fa il presidente del Maccabi Italia e consigliere UCEI Vittorio Pavoncello. Le discipline scelte dal comitato organizzatore sono tennis, tennis tavolo, nuoto e ciclismo mentre per quanto riguarda gli sport di squadra una selezione delle altre nazioni partecipanti sfiderà la compagine israeliana nel basket in carrozzina.
Una svolta storica per le Maccabiadi che assume un significato ancora più forte alla luce delle straordinarie pagine di sport e coraggio che sono scritte in queste ore da Israele nelle fasi conclusive dell'appuntamento londinese a cinque cerchi. Su tutti l'oro conquistato nel tennis da Noam Gershony (nella foto), attuale numero due del ranking mondiale. Rimasto gravemente ferito nel corso della seconda guerra del Libano (2006), il 29enne Gershony ha trovato nello sport la forza di non arrendersi esternando con un pianto liberatorio che ha commosso il mondo la grande emozione provata ieri dopo l'ultimo colpo vincente. “Non spreco la vita che mi è stata regalata”, ha commentato l'atleta salendo sul podio.


pilpul
Davar Acher - Parlare adesso
Ugo VolliSta bluffando, Israele? Oppure fa sul serio e nel giro di poco tempo, forse qualche settimana, gli arerei con la stella di Davide si alzeranno a bombardare i siti in cui l'Iran sta completando il suo armamento nucleare? Tutti quelli che hanno a cuore lo Stato di Israele o che in generale si occupano della situazione in Medio Oriente, non possono non porsi la domanda(...).
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Ugo Volli - twitter @UgoVolli

notizieflash   rassegna stampa
Monti: "Visione e idee di Peres
promettenti per il Medio Oriente"
  Leggi la rassegna

Faccia a faccia tra Mario Monti e il presidente israeliano Shimon Peres questa mattina a Villa d'Este sul lago di Como in occasione della giornata conclusiva del workshop Ambrosetti. "Incontrare Peres - ha detto il presidente del Consiglio - è stato un grande piacere così come rinnovare con lui alcune conversazioni. Ascolto sempre con particolare interesse la sua visione e le sue idee che ritengo molto promettenti per il Medio Oriente".

 

Nulla di nuovo sul fronte…orientale (e occidentale). La rassegna stampa di oggi, come delle settimane appena trascorse, in un’estate sicuramente interlocutoria, di strana transizione, verso un qualcosa a venire che è ancora tutto da capire, non registra notizie e commenti degni di eccessive note di commento. Per gli appassionati di cinema da registrare che Israele si è aggiudicata alla mostra di Venezia la coppa Volpi per la migliore attrice, Hadas Yaron(...)
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Claudio Vercelli

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