David Bidussa, storico sociale
delle idee
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La
giornata della cultura ebraica è andata bene: in termini di programmi,
di affluenza di pubblico, di interesse. Investire in cultura rende.
Forse, però, bisogna anche intendersi su ciò che si associa
all’espressione “investire in cultura”.
Ci sono almeno due modi per parlarne (o almeno a me vengono in mente
solo due modi, chissà sforzandosi qualcuno potrebbe suggerirne altri,
diversi, alternativi, …). Il primo dice: investiamo su noi stessi: la
cultura ci farà più forti, contribuirà a mantenere l’identità. Il
secondo dice: la cultura è una risorsa ed è un motore di sviluppo.
Nessuno, infatti, investe in territori e in ambiti desolati o che
abbiamo come fine l’autoconservazione di sé.
Dunque proporre cultura e proporla in forma aperta non nasce
necessariamente dal dare mostra di sé. Fa parte della strategia di
esseci in un territorio, di mantenere relazioni con chi quel territorio
abita e, allo stesso tempo, lavorare, con altri, per favorire
l’investimento su quel territorio (economico, sociale, umano,…) di cui
si è parte e di cui si vuol continuare ad essere parte, e, soprattutto,
di cui si auspica che abbia un domani. Anche con noi.
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La
gente cerca di conquistarsi un posto, si mette in coda, ascolta,
attende l'incontro. E nell'attesa sfoglia il domenicale del Sole 24 ore
e il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche, che con il suo
dossier Pagine e incontri la direzione del più prestigioso festival
culturale d'Italia ha deciso di distribuire in tutti i punti di accesso
e di informazione. Etgar Keret e Nathan Englander. Tobie Nathan e
Stefano Levi Della Torre. Shalom Auslander e, in gran finale, Eskol
Nevo. L’onda della cultura ebraica ha attraversato come un fiume in
piena il Festivaletteratura di Mantova in una carrellata di grande
suggestione, molto apprezzata dal pubblico che ha affollato gli
incontri fino all’inverosimile. Da Israele, dall'America, dall'Europa.
Narratori molto diversi, quarantenni uniti da comuni percorsi
generazionali com’è il caso di Keret e Englander, amici legatissimi
anche nella vita. E di Auslander, che con Englander condivide il
rifiuto dell’ortodossia famigliare, giocandola però su tutt’altre
traiettorie narrative. O di Eshkol Nevo, capace nel suo ultimo romanzo,
Neuland, di trovare un linguaggio nuovo e nervoso per raccontare
Israele oggi. Ma uniti anche da un legame profondo con il mondo
ebraico, riferimento inevitabile e spesso dialettico del loro lavoro.
Indizio chiarissimo, la presenza di Anna Frank che torna sia
nell’ultima raccolta di racconti di Englander, fin dal titolo Di cosa
parliamo quando parliamo di Anna Frank, sia in Auslander che nel nuovo
romanzo Prove d’incendio immagina che la ragazzina si trovi nascosta
proprio nella soffitta di casa sua. O l’amore condiviso per autori
quali Kafka, Babel o Philip Roth. Nathan Englander spiega in modo
emblematico questo riferimento costante alle radici identitarie. “A 19
anni – racconta – ho lasciato gli Stati Uniti e sono andato a vivere a
Gerusalemme. Questa città è un luogo capace di innescare grandi
trasformazioni in chiunque. Puoi entrare basso e uscire alto. Nel mio
caso mi sono reso conto che vi sono mille modi di essere ebreo. E ho
potuto scegliere il mio, profondamente diverso da quello appreso
nell’infanzia”.
Daniela Gross twitter
@dgrossmoked
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Qui Roma - Notte della Cabala, migliaia in piazza
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Una
notte di grande suggestione, scandita da tante occasioni di riflessione
e dibattito, quella che ha vissuto la
città di Roma con gli appuntamenti della sua seconda Notte della Cabala
e
con l'inaugurazione della quinta edizione del Festival Internazionale
di Letteratura e Cultura Ebraica curato anche quest'anno da Shulim
Vogelmann, Raffaella Spizzichino e Ariela Piattelli. Migliaia i
cittadini romani che si
sono ritrovati nel cuore della Capitale per vivere i tanti
sapori di un evento molto atteso. Sul palco e nelle varie location
coinvolte studiosi, rabbini e artisti, insieme al pubblico fino alle
prime luci dell'alba con
dialoghi più prettamente "cabalistici" ma anche con performance che
hanno declinato vari aspetti dell'identità ebraica, specie
nei suoi tasselli più gioiosi e vitali(...).
continua>>
Adam Smulevich twitter
@asmulevichmoked
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Qui Venezia - Hadas Yaron conquista il leone alato
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La
migliore attrice protagonista è lei e il verdetto della giuria della
sessantanovesiva Mostra del cinema di Venezia le ha assegnato un
riconoscimento che fa sognare chi è ai primi passi nel mondo dello
spettacolo. Per la giovanissima e bravissima attrice israeliana Hadas
Yaron è festa grande. Per il cinema israeliano, per sua creatività, la
sua leggendaria libertà d'espressione, per chi ha lavorato sul progetto
di portare il cinema di Israle a Venezia (a cominciare dall'Israeli
Film Commission e dallo straordinario staff culturale dell'ambasciatore
Naor Gilon coordinato da Ofra Zarhi) il successo è ancora maggiore.
Dopo la presentazione in anteprima su Pagine Ebraiche di settembre,
dopo gli applausi a scena aperta della grande platea di critici di
tutto il mondo, Lemale Et Ha’Chalal (Fill the Void) di Rama Burshtein
(che fra i protagonisti, assieme a Hadas Yaron, vede Yiftach Klein,
Irit Sheleg e Chaim Sharir), ha già conquistato la distribuzione nelle
sale italiane.
Si tratta di un film molto particolare per la capacità della regista
Rama Burshtein di raccontare dall'interno il mondo haredi in maniera
equilibrata e onesta, senza pregiudizi e senza idee scontate.
Lemale
Et Ha’Chalal è la storia di una famiglia chassidica di Tel Aviv. La
figlia più giovane, la diciottenne Shira, sta per sposarsi con un
coetaneo che appartiene al suo stesso ambiente. Si realizza un sogno e
Shira è emozionata. Nel giorno di Purim, sua sorella Esther, appena
ventenne, muore nel partorire il primo figlio. Il dolore che colpisce
la famiglia causa il rinvio delle nozze di Shira. Tutto cambia quando
viene proposto a Yochay, marito della defunta Esther, il matrimonio con
una vedova belga. Yochay ritiene che sia ancora troppo presto, sebbene
sappia che prima o poi dovrà riprendere moglie. La madre delle ragazze,
temendo che il genero possa lasciare il paese portando con sé il suo
unico nipotino, suggerisce il matrimonio tra Shira e Yochay. Shira
dovrà scegliere tra il proprio sogno e il dovere verso la famiglia.
"L’amore e i rapporti tra gli individui - racconta Rama Burshtein -
costituiscono l’interesse principale del mio lavoro. L’arrivismo,
l’indipendenza e la realizzazione di sé sono, per me, meno importanti
dell’amore, di mio marito e della mia famiglia. Ciò che mi ha attratto
della fede ebraica è il suo approccio all’enigma del rapporto tra uomo
e donna. Questo processo mi ha letteralmente sbalordito. Lemale Et
Ha’Chalal racconta una storia d’amore basata sullo spirito; ricorda
l’esperienza e il sentimento del primo amore, che vive soltanto nel
cuore e non ha alcun aggancio con la ragione. Il canto di un cuore
verso un altro, insieme al desiderio volutamente represso è, per me, la
formula vincente nella ricerca di una gioia duratura".
g.v
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Expo 2015 - Il viaggio di Milano parte da Israele
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Parte
da Israele il viaggio della città di Milano verso Expo 2015. Parte da
Israele e dai Territori palestinesi, per quella che rappresenta la
prima missione internazionale del sindaco Giuliano Pisapia da quando è
in carica. “Una scelta che vuole avere un alto valore simbolico –
sottolinea l'assistente di Pisapia Sara Cristaldi – Un’occasione per
parlare non solo di Expo, dove Israele potrà fornire un contributo
importante grazie alla sua avanzata esperienza nel settore
dell’agricoltura, ma anche di cooperazione economica, scientifica e
culturale”.
Insieme a Pisapia, anche il consigliere comunale Ruggero Gabbai,
presidente della Commissione Expo e esponente della Comunità ebraica
milanese. Ad accompagnare il sindaco nelle giornate israeliane saranno
proprio il presidente della Comunità Walker Meghnagi e il responsabile
delle relazioni istituzionali Daniele Nahum. Intenso il programma della
tre giorni di visita, che si aprirà oggi nel tardo pomeriggio al Tempio
italiano di Gerusalemme con l’incontro della Comunità degli italkim e
comprenderà tra le altre cose il colloquio di Pisapia con i sindaci di
Tel Aviv Ron Huldai e di Betlemme Victor Batarseh, città entrambe
gemellate con Milano.
“Queste giornate che precedono Rosh Hashanah sono molto importanti e di
solito cerco di dedicarle alla riflessione e alla famiglia. Ma in
questo caso sono felice di fare un’eccezione per accompagnare il
sindaco in questo viaggio - ha dichiarato il presidente Meghnagi
(nell’immagine insieme al sindaco Pisapia alla Sinagoga centrale di
Milano in occasione della commemorazione delle vittime di Tolosa lo
scorso marzo) – Non ci dimentichiamo che noi siamo milanesi e italiani
di religione ebraica. Io sono personalmente molto grato a questo paese
e a questa città, che mi hanno accolto quando sono arrivato dalla Libia
a 14 anni. Spero in questa visita di avere l’opportunità di aiutare il
sindaco Pisapia a vedere Israele con occhi diversi”.
Sullo stesso volo della compagnia di bandiera israeliana El Al, anche
il presidente israeliano Shimon Peres, in Italia negli scorsi giorni
per partecipare al Forum Ambrosetti di Cernobbio, dove ha incontrato
anche il presidente del Consiglio italiano Mario Monti. Il presidente
Peres ha rivolto alla delegazione italiana un messaggio di saluto.
La partenza è stata comunque segnata da qualche polemica. Il
consigliere comunale Manfredi Palmieri dalla sua postazione Facebook ha
dichiarato di aver rinunciato a partire con il sindaco per la cattiva
gestione della missione “in relazione alla preparazione, alla stesura
del programma, al coinvolgimento del Consiglio e al rapporto con la
settimana della Palestina finanziata dal Comune”.
Rossella
Tercatin twitter @rtercatinmoked
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Expo 2015 - Un appuntamento per capire
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Fellini
diceva che si può viaggiare anche stando seduti in poltrona di casa
propria. Il viaggio che intraprendiamo oggi non è di questo tipo. E’ il
primo viaggio all’estero di Giuliano Pisapia. Ho il privilegio di
accompagnarlo in rappresentanza del Consiglio comunale di Milano. Si
parte per Israele e i territori palestinesi. Due viaggi in uno. Non
viaggio con la fantasia come avrebbe fatto Fellini, ma con l’idea di
ritrovare un paese e dei luoghi che conosco bene, anzi molto bene, dove
la geografia del luogo e gli incontri che faremo diventano fondamentali
per misurare la temperatura politica del Medio-oriente. Cercherò anche
di essere un po’ spettatore del teatrino della politica e delle visite
ufficiali che spesso nascondono una realtà più complessa
politicamente ma paradossalmente più semplice dal punto di vista dei
rapporti umani. Abbiamo un programma fitto da compiere in soli tre
giorni. Il programma è già stato criticato da alcuni per essere troppo
sbilanciato dalla parte dei territori palestinesi, ma di questo magari
parleremo a viaggio iniziato...
Ruggero
Gabbai, consigliere comunale e presidente della Commissione Expo
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Sport - Le Maccabiadi aprono agli atleti disabili
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“Con
grande emozione vorrei comunicare che alla prossima Maccabiade di
luglio in Israele il Comitato, dopo il successo delle Paralimpiadi di
Londra, ha deciso di includere alcune discipline per diversamente
abili”. Così in un messaggio inviato pochi minuti fa il presidente del
Maccabi Italia e consigliere UCEI Vittorio Pavoncello. Le discipline
scelte dal comitato organizzatore sono tennis, tennis tavolo, nuoto e
ciclismo mentre per quanto riguarda gli sport di squadra una selezione
delle altre nazioni partecipanti sfiderà la compagine israeliana nel
basket in carrozzina.
Una svolta storica per le Maccabiadi che assume un significato ancora
più forte alla luce delle straordinarie pagine di sport e coraggio che
sono scritte in queste ore da Israele nelle fasi conclusive
dell'appuntamento londinese a cinque cerchi. Su tutti l'oro conquistato
nel tennis da Noam Gershony (nella foto), attuale numero due del
ranking mondiale. Rimasto gravemente ferito nel corso della seconda
guerra del Libano (2006), il 29enne Gershony ha trovato nello sport la
forza di non arrendersi esternando con un pianto liberatorio che ha
commosso il mondo la grande emozione provata ieri dopo l'ultimo colpo
vincente. “Non spreco la vita che mi è stata regalata”, ha commentato
l'atleta salendo sul podio.
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Davar Acher - Parlare adesso
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Sta
bluffando, Israele? Oppure fa sul serio e nel giro di poco tempo, forse
qualche settimana, gli arerei con la stella di Davide si alzeranno a
bombardare i siti in cui l'Iran sta completando il suo armamento
nucleare? Tutti quelli che hanno a cuore lo Stato di Israele o che in
generale si occupano della situazione in Medio Oriente, non possono non
porsi la domanda(...).
continua>>
Ugo
Volli - twitter @UgoVolli
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Monti: "Visione e idee di Peres
promettenti per il Medio Oriente"
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Leggi
la rassegna |
Faccia
a faccia tra Mario Monti e il presidente israeliano Shimon Peres questa
mattina a Villa d'Este sul lago di Como in occasione della giornata
conclusiva del workshop Ambrosetti. "Incontrare Peres - ha detto il
presidente del Consiglio - è stato un grande piacere così come
rinnovare con lui alcune conversazioni. Ascolto sempre con particolare
interesse la sua visione e le sue idee che ritengo molto promettenti
per il Medio Oriente".
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Nulla di nuovo sul fronte…orientale (e
occidentale). La rassegna stampa di oggi, come delle settimane appena
trascorse, in un’estate sicuramente interlocutoria, di strana
transizione, verso un qualcosa a venire che è ancora tutto da capire,
non registra notizie e commenti degni di eccessive note di commento.
Per gli appassionati di cinema da registrare che Israele si è
aggiudicata alla mostra di Venezia la coppa Volpi per la migliore
attrice, Hadas Yaron(...)
continua>>
Claudio Vercelli
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
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