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3 marzo 2013 - 21 Adar
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Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Quando
le guide sono lontane, e sembrano essere in ritardo rispetto alle
esigenze del popolo, quest'ultimo se le crea in forma di idoli. Vitelli
o grilli che siano. La parashà di ieri docet.
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Ho
letto i documenti che sono stati pubblicati in questi giorni a
proposito della discussione tra rabbanim. Non ci ho capito molto,
confesso. Ma la questione che mi sono posto, forse per vizio
professionale, non è se schierarmi o con chi schierarmi, ma come
analizzare quei testi. Ovvero giudicandoli come testi che uno storico
deve vagliare per capire un mondo umano e il suo spessore ovvero la
qualità degli individui (donne e uomini) che lo animano e che agiscono
al suo interno. Il mio maestro tanti anni fa mi ha insegnato che per
avere delle opinioni sui documenti che si hanno tra le mani, non basta
leggere le parole che contengono. Occorrono molti altri elementi.
Ovvero: informazioni circostanziate; dati; questioni, che non ho
trovato. In alcuni casi ho trovato solo voci. Il risultato è che
anziché saperne di più su un tema si rischia di andare a interessarsi
di persone, tralasciando le cose, dove sembra che al centro stia una
questione di potere. Che non mi pare fosse l’oggetto di partenza.
Almeno spero.
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Rav Riccardo Di Segni e Rav Alfonso
Arbib:
"I problemi ci sono, ma vanno affrontati in altro modo" |
I
rabbini capo di Roma e Milano Riccardo Di Segni e Alfonso Arbib hanno
emesso la seguente nota con richiesta di pubblicazione:
In merito all'intervento di rav
Richetti di venerdi 1 Marzo,
avevamo preparato una risposta ma abbiamo deciso di non pubblicarla.
Crediamo che sia il caso di porre un limite a polemiche spesso aspre
che non fanno bene a nessuno di noi e che sono dannose per le nostre
comunità. Crediamo che i problemi da risolvere ci siano e siano seri,
ma vanno
affrontati in altro modo.
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Israele - Ancora due settimane per formare il
governo
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Benjamin
Netanyahu ha chiesto e ottenuto l’estensione del tempo per formare il
governo dal presidente israeliano Shimon Peres. Il premier uscente e
leader della lista che alle ultime elezioni ha ottenuto la maggioranza
relativa Likud-Beytenu (31 seggi su 120) avrà così fino al prossimo 16
marzo per dare vita a una nuova maggioranza, così come previsto dalla
legge (28 giorni dal conferimento dell’incarico, rinnovabili per
ulteriori 14, prima che il presidente conferisca il mandato a un altro
leader o, in mancanza di alternative, si torni a elezioni). “Signor
presidente, lei mi ha affidato il compito di formare una coalizione 28
giorni fa, una coalizione larga e capace di governare e affrontare le
difficili questioni di fronte cui si trova Israele: l’economia, la
sicurezza, la condivisione del fardello nazionale (il servizio militare
ndr). Per tutto questo abbiamo bisogno di un governo responsabile.
Posso dire che la ragione per cui non sono stato in grado di
costituirlo è da imputarsi a coloro che si sono alleati contro di me”
ha dichiarato Netanyahu nella conferenza stampa congiunta con Peres a
Gerusalemme, riferendosi al duo Yair Lapid di Yesh Atid (19 seggi) e
Naftali Bennett di Habayit Hayehudi (12 seggi), aggiungendo la sua
convinzione che “i partiti haredim siano invece pronti a condividere il
fardello”.
La forza centrista di Lapid e l’ultradestra di Bennett hanno infatti
formato un fronte comune per dire no all’ingresso delle forze religiose
(il sefardita Shas con 11 seggi, e l’ashkenazita Yachadut HaTorah con
7) nel governo. A unire i due partiti, l’uno di ispirazione laica, sia
pure con diversi esponenti di spicco ortodossi, come il rabbino Shai
Piron, numero due di Lapid nelle elezioni per la Knesset, e l’altro
fortemente radicato nell’ebraismo modern orthodox, è infatti
soprattutto il punto dell’arruolamento dei giovani haredim, fino a
questo momento esentati dal prestare il servizio militare come i loro
coetanei.
Netanyahu prosegue i suoi tentativi, esplorando con rinnovato slancio
l’ipotesi di dare vita a un governo con i partiti haredim e il Labor
(15 seggi), oltre ad Hatnua di Tzipi Livni (6 seggi), l’unico forza che
ha formalmente accettato di entrare nella nuova amministrazione. La
leader laburista Shelly Yachimovich ha sempre ripetuto con forza la sua
volontà di restare all’opposizione, ma si è incontrata con Bibi
numerose volte, e fonti del Times of Israel riferiscono che le
pressioni su di lei sono in aumento, anche da parte di Shas e Yachadut
HaTorah. Altrimenti l’unico scenario possibile per Netanyahu sarà
accettare le condizioni di Bennett e Lapid.
Nel frattempo la stampa israeliana ha riportato che se il nuovo governo
non sarà formato entro il 16 marzo, il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama sarà costretto ad annullare la sua visita in Israele
prevista per il 20 dello stesso mese.
Rossella Tercatin twitter
@rtercatinmoked
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Qui Trieste - Andrea Mariani (1962-2013) |
Grande
commozione in tutta l'Italia ebraica per la scomparsa di Andrea
Mariani. Cinquant'anni, veneziano, Mariani è stato a lungo alla guida
della Comunità ebraica di Trieste e, nel penultimo mandato, consigliere
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con responsabilità per la
macroarea del Nord-Est e nei rapporti con le realtà dei paesi
limitrofi. L'apertura verso tutta la società, l'abilità nel tessere
relazioni hanno costituito un fondamento della sua azione. "L'ebraismo
non può estraniarsi dal mondo che lo circonda. La nostra comunità -
confidava a Daniela Gross in un'intervista uscita alcuni anni fa sul
principale quotidiano cittadino, Il Piccolo - deve proporsi quale
strumento di produzione culturale, di attività formative ed educative e
soprattutto quale contenitore aperto alla società italiana ed ebraica".
A dare notizia della sua scomparsa, attraverso una nota congiunta, il
presidente dell'Unione Renzo Gattegna e il presidente della Comunità
triestina Andrea Salonichio. “Andrea, in tutti questi anni – si legge
nella nota – ha contribuito in modo decisivo a realizzare un efficace
raccordo tra le 21 Comunità dell'ebraismo italiano e l'UCEI.
Fondamentale inoltre l'impegno profuso per aprire un fronte di
collaborazione con numerose realtà dell'Europa orientale”. Capacità e
competenze che aveva messo a disposizione dell'intera città di Trieste
quando, nell'estate di due anni fa, aveva accolto la proposta di
guidare l'assessorato alla cultura offertogli dal sindaco Cosolini. Una sfida che aveva portato avanti con
passione, tenacia, determinazione. Alla sua lungimiranza si deve anche
la nascita di Redazione aperta, il laboratorio di giornalismo che ogni
anno chiama a raccolta a Trieste gli operatori dell'informazione UCEI e
molti giovani collaboratori da tutto il paese. In quella e in altre
circostanze i componenti della redazione avevano avuto modo di
apprezzarne l'entusiasmo e la generosità. La quinta edizione del
laboratorio, come annuncia in questo notiziario il coordinatore dei
dipartimenti
Informazione e Cultura UCEI Guido Vitale, sarà dedicata alla sua
memoria. “Più che il presidente o l'uomo di
cultura - afferma ancora Salonichio - nel nostro
ricordo c'è l'amico, per tanti di noi un amico fin dai tempi
dell'infanzia, che sempre aveva in serbo l'affetto di un sorriso e la
pazienza dell'ascolto”.
I funerali questo pomeriggio nel cimitero ebraico di
Trieste. Alla moglie Laura, ai figli Angelo e Amos, alla famiglia
tutta, la partecipazione al dolore e la vicinanza della redazione. Che
il suo ricordo sia di benedizione.
a.s - twitter
@asmulevichmoked
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Qui Trieste - Redazione aperta nel nome di Andrea
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Numerose
le testimonianze di cordoglio
e vicinanza per la scomparsa Andrea Mariani. In un messaggio inviato al
presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio il
coordinatore dei dipartimenti
Informazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Guido Vitale annuncia l'intenzione di intitolare alla sua memoria la
quinta edizione del laboratorio giornalistico Redazione aperta. "Caro
Alessandro - scrive Vitale - vorrei
trasmettere a te, a tutti i Consiglieri della Comunità di Trieste e a
tutti gli ebrei di Trieste, anche a nome dei colleghi della redazione,
il nostro profondo dolore per la scomparsa di Andrea Mariani. Andrea,
al di là di ogni possibile valutazione, è stata una figura
significativa nelle vicende recenti della nostra Comunità, in quelle
dell'Unione e in quelle di tutta Trieste. Fra i suoi molteplici
impegni, fra i progetti e le speranze che ha rappresentato, noi
giornalisti vogliamo ricordare il suo impegno a favorire nell'ambito
dell'Italia ebraica una informazione professionale, autorevole e libera
e ad appoggiare già dai suoi inizi quel laboratorio di lavoro e di
formazione giornalistica che assieme abbiamo chiamato Redazione aperta
e che anno dopo anno ha visto crescere il suo prestigio legando la sua
straordinaria riuscita alle potenzialità e alla generosità della nostra
Comunità di Trieste. Proprio per questo ti annuncio la nostra
intenzione di intitolare alla memoria di Andrea Mariani i lavori della
prossima edizione di Redazione aperta, che vedranno tra l'altro la
nascita di nuove alleanze con prestigiose realtà scientifiche.
Che il suo ricordo sia
di benedizione e che il nostro impegno ebraico consenta la riuscita dei
progetti e dei tanti semi che Andrea ci ha donato, al fine di tutelare
e consolidare per Trieste la dimensione di città d'Europa e di capitale
delle minoranze".
(Nella foto di Giovanni Montenero
l'allora presidente
della Comunità ebraica triestina Andrea Mariani si intrattiene con il
presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in
occasione di una delle passate edizioni di Redazione aperta)
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Il voto degli italiani - Sharon Nizza
(Pdl):
"I miei elettori più dal resto del mondo
che da Israele"
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La
polemica tra rabbini: tre spunti
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La
"querelle Battè Din" in atto, oltre alla delicata questione centrale in
discussione, propone almeno altri tre ulteriori spunti di riflessione:
- l'assenza, almeno ad oggi, dal dibattito delle istituzioni ebraiche
nazionali "laiche", quasi che la cosa si riconducesse a una diatriba
rabbinica filosofica, mentre invece i diretti interessati del
funzionamento dei "Battè Din", i Tribunali Rabbinici, siamo noi
iscritti unitamente a tutti coloro che volessero avvicinarsi
all'ebraismo valutando un'eventuale conversione. La laicità delle
istituzioni mi è cara ma è cosa diversa dall'estraneità e ritengo che
sarebbe doveroso, più che consentito e ovviamente senza ingerenze
halachiche, un forte interessamento dell'Unione affinchè vi sia
chiarezza e certezza al riguardo, appunto nei confronti di noi tutti;
- le modalità di svolgimento della controversia attraverso,
prevalentemente, siti internet "in chiaro" e quindi accessibili a
chiunque, "sdogana" come oggi si suol dire definitivamente tali
strumenti anche in ambito di confronto ebraico, con buona pace dei
sostenitori del tradizionale concetto, spesso ipocrita in quanto
utilizzato solo per cercare di zittire chi non è gradito, del "lavare i
panni sporchi in casa" in genere arricchito nella variante ebraica dal
richiamo alla "lashon ha-ra" dove per "malalingua", per non
smentirsi, si definisce prevalentemente ciò che non ci è gradito
sentire. Grande prova di democrazia? Al contrario grave prova di
decadimento? Comunque la si pensi il precedente è oggettivo e
ineludibile;
- la bizzarria, diciamo così, insita nel fatto che la querelle,
fortemente basata sulle modalità delle conversioni, i "ghiurim", parta
da Israele. Il dibattito sulle conversioni è infatti, come noto a
chiunque segua le cose israeliane, da tempo assai vivace proprio in
quella società e senza esclusione di colpi. Nel corso della
recente campagna elettorale, non a caso, il tema è stato anche
trattato in alcuni spot tv, in chiave critica o in termini di risposta
ironici (il certificato di conversione che arriva alla sposa via fax
giusto pochi minuti prima del matrimonio con stupore dello sposo).
Insomma, per dirla alla napoletana e per ironizzarci sopra ma sempre
con rispetto per tutti, pare il caso di dire che "o' ciuccio chiamma
recchia longa o cavallo" ovvero, secondo il detto pratese, "cencio
parla male di straccio".
Gadi Polacco
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Soglia
della tolleranza e tolleranza della soglia
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Nugae
- Ruzzle
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notizie
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rassegna
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Padova - Purim con l'Ugei |
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Leggi
la rassegna |
Tradizionale momento di incontro di
fine inverno, la festa di Purim organizzata dall'Unione Giovani Ebrei
d'Italia si è svolta nel fine settimana nelle strutture messe a
disposizione dalla Comunità ebraica di Padova. Nell'immagine un gruppo
di partecipanti.
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L'impasse post-elettorale non è solo dell'Italia, come ricorda oggi l'Unità
con un articolo dedicato a Israele. Netanyahu è infatti ancora
impegnato a creare una squadra di governo dalle larghe intese ma non è
ancora riuscito ad estrarre il coniglio dal cilindro. La fase di stallo
preoccupa gli Stati Uniti. Se non si arriverà a un'intesa in tempi
rapidi la storica visita di Obama sarà rimandata.
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
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