se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

6 marzo 2013 - 24 Adar 5773
l'Unione informa
ucei
moked è il portale dell'ebraismo italiano
alef/tav

David
Sciunnach,
rabbino

“Lo ha riempito dello spirito del Signore [dotandolo] di saggezza…” (Shemòt 35, 31). Il verso si riferisce alla saggezza donata a Betzalèl, l’artigiano che ha avuto incarico da Dio di costruire il Tabernacolo e gli utensili in esso contenuti per prestare servizio al Signore. “Lo ha riempito”: i Maestri spiegano che si riempie ciò che è già parzialmente pieno. Ciò significa che in Betzalèl c’era già una notevole dose di chokhmà - saggezza, e proprio per questo Dio gliela potenzia. È detto: “Dà saggezza ai saggi” (Daniele 2, 21). Proprio perché sapienza c’è già, gliene viene data ulteriormente; Dio interviene dopo che l’uomo compie uno sforzo iniziale.

Davide
Assael, ricercatore



Shabbat scorso abbiamo letto la parashà del vitello d’oro, che affronta il grande tema dell’idolatria. Già rav Carucci Viterbi ci ha ammonito riguardo possibili declinazioni odierne dello schema, io vorrei, anche in riferimento agli stessi “grilli per la testa” (ma non solo), porre l’accento sull’idolatria del web. Questo mezzo palingenetico che sanerà ogni male del mondo. Poi, non fa niente se sul web appare solo ciò che si vuol far vedere (magari un incontro iniziato, però, mezz’ora prima) o se si pubblicano documenti falsi (magari note spese inventate). Ѐ il web, deve essere per forza vero! E non è vero che sul web agiscano i parametri universali che regolano l’informazione fra esseri umani, non è vero che gli argomenti siano selezionati da chi li posta per orientare le opinioni. No! Ѐ il web, che, come una gigantesca fonte battesimale, lava via ogni peccato. Siamo al messianesimo spiccio, mi chiedo dove si possa andare svilendo il dibattito pubblico con argomenti simili.

davar
"Fascismo consapevolmente sottovalutato o ignorato
da chi non si riconosce nei valori della Costituzione"
Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane esprime grande preoccupazione per la recente e sconcertante serie di prese di posizione da parte di esponenti della classe politica che dimostrano una colpevole e inaccettabile mancanza di conoscenza storica della vera natura del fascismo fin dalle sue origini. Molto prima dell'emanazione delle leggi del 1938, che trasformarono l'Italia in uno Stato apertamente razzista, persecutore e assassino di una parte del proprio popolo, il fascismo aveva dimostrato di essere fondato su un'ideologia fortemente intrisa di violenza e orientata a sopprimere le libertà e i diritti fondamentali.
Mussolini fondò i “Fasci di combattimento” il 23 marzo 1919; il nuovo movimento aveva un programma eterogeneo ma chiaramente autoritario. Dal 1920 si svilupparono fortemente le azioni delle “squadre” fasciste che ebbero come obiettivi principali i partiti e i sindacati socialisti e cattolici e i comuni amministrati da consigli comunali di questi orientamenti. Nel giro di due anni si ebbero innumerevoli devastazioni di sedi, pestaggi e bastonature di persone e omicidi. Alle elezioni del 15 maggio 1921 il movimento fascista ottenne 36 seggi alla Camera e il 21 giugno dello stesso anno, nel suo primo discorso parlamentare, Mussolini dichiarò di essere “nettamente antidemocratico e antisocialista”. Nel corso del Congresso del 1921 il movimento si trasformò in Partito Nazionale Fascista. Alla fine dell'ottobre del 1922 Mussolini organizzò grandi manifestazioni e infine concentrò molte squadre con le quali effettuò la Marcia su Roma. Il re Vittorio Emanuele III scelse di non difendere la Capitale e anzi, il 29 ottobre, affidò a Mussolini l'incarico di formare il governo. Mussolini quindi arrivò al potere con l'uso della forza, in spregio alla democrazia e con la complicità della monarchia. Nel giro di pochi anni il fascismo trasformò la democrazia liberale in dittatura e l'Italia divenne uno Stato totalitario. Nel gennaio del 1925 Mussolini si assunse pubblicamente la piena responsabilità dell'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, che era avvenuto nel giugno del 1924; parimenti nel giugno del 1937 il fascismo fu responsabile dell'assassinio in Francia dei fratelli Carlo e Nello Rosselli. Nel maggio 1927 in un discorso alla Camera Mussolini si vantò di aver soppresso i giornali di opposizione e i partiti antifascisti. Nel 1938 il regime fascista promulgò le leggi razziste e la monarchia, debole e sottomessa, ne fu ancora complice. Non è un caso che coloro che, consapevolmente, sottovalutano o ignorano la natura totalitaria del fascismo spesso sono gli stessi che dimostrano di non capire e apprezzare gli altissimi valori civili e morali contenuti nella Costituzione repubblicana del 1948.

Yom HaTorah - Perché non crediamo alla magia
Torna l'appuntamento con Yom HaTorah, la giornata dedicata allo studio dei testi della Tradizione organizzata dal Dipartimento educazione e cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Nel suo intervento rav Roberto Della Rocca ci spiega perché non è possibile credere alla magia. Leggi

Giornata europea dei Giusti – Oggi l'appuntamento
per onorare chi di fronte alle tragedie scelse il Bene

In tante città italiane ed europee iniziative per celebrare la prima Giornata dei Giusti istituita dal Parlamento europeo lo scorso 10 maggio su impulso dell’associazione milanese Gariwo. Leggi

Windsurf - Il cuore e la passione oltre ogni ostacolo
Quattro anni fa la surfista israeliana Lee Korzits sembrava costretta a un prematuro addio alle gare per via di un infortunio alla spina dorsale. Ma lei non si è arresa. I risultati le danno ragione: in queste ore festeggia infatti il suo terzo titolo mondiale consecutivo. Leggi

Qui Roma - Shechem, simbologia di un luogo speciale
Quale il ruolo della città di Shechem nella storia ebraica? Massimo Ariel Boni, funzionario della Corte Costituzionale, ha provato a fornire una spiegazione nella sua tesi di laurea premiata con il massimo dei voti: 110 e lode. Leggi

La Comunità ebraica di Firenze cerca un capo culto per Siena
La Comunità ebraica di Firenze cerca un nuovo capo culto per Siena. Il profilo è quello di un maskil o di uno studente in studi ebraici. Leggi

pilpul
Ticketless - Angrogna
Con fatica, il treno arriva a Torre Pellice, capitale dell’Israele delle Alpi. Fino ad Angrogna non sale. Percorre una linea che frequentavo assiduamente, quando ero studente universitario. Salivo fin lassù, quasi ogni 17 febbraio, per vedere i fuochi che illuminano le vallate e ricordano lo Statuto che fece ebrei e valdesi liberi cittadini. La foto qui accanto l’ho avuta dagli amici della Libreria Claudiana di Torino. Mi dispiace non averla scattata io, tornerei volentieri ad Angrogna. Non ho mai smesso di chiedermi perché gli ebrei italiani dell’800, a differenza dei valdesi, non abbiano mai considerato un fausto evento i decreti di emancipazione. Devo riconoscere che ho sempre provato un pizzico d’invidia per la democrazia “dal basso” delle comunità valdesi. Miegge, Rochat e altri storici del protestantesimo mi hanno insegnato che nemmeno i valdesi hanno lesinato il loro consenso al fascismo, posso sbagliarmi, vorrei sbagliarmi, ma continuo a pensare che la fragilità che le comunità ebraiche hanno dimostrato fra Otto e Novecento, la loro scarsa democrazia “dal basso”, percepibile ancora ai nostri giorni, sia anche la conseguenza del fatto che i nostri antenati, con eccezioni tanto più ragguardevoli, ma pur sempre eccezioni, al di là delle consuetudini sinagogali di facciata e le innumerevoli preghiere in ebraico composte per Carlo Alberto, non hanno mai considerato l’emancipazione dal ghetto come un fausto evento.

Alberto Cavaglion
Pessimisti e ottimisti
Al di là delle differenze di idee e di posizioni, mi pare che i commenti e gli umori, riguardo all’esito delle elezioni italiane, oscillino sostanzialmente tra i due opposti poli dell’ottimismo e del pessimismo. C’è chi pensa, che, alla fine, il buon senso prevarrà, che la scossa potrà rivelarsi salutare, che si aprirà una stagione nuova, con nuove e interessanti opportunità ecc. ecc. E c’è chi pensa, invece, che la situazione sia una delle più buie conosciute dal nostro Paese nel dopoguerra, che non si scorgano schiarite all’orizzonte e che, se oggi va male, domani potrebbe andare anche peggio.
Naturalmente, anche gli ottimisti – se muniti di almeno un minimo di raziocinio – non si nascondono le difficoltà e i pericoli, e anche i pessimisti – tranne i depressi e i catastrofisti di mestiere – non escludono che, in qualche modo, le cose possano un po’ aggiustarsi.
Personalmente – pur dotato, di natura, di un carattere non particolarmente tetro – mi iscrivo, purtroppo, al partito dei pessimisti. Ma ho maggiore simpatia umana per gli ottimisti, di cui cerco la compagnia e la conversazione, per farmi coraggio, così come invece cerco di evitare il discorso con i miei “compagni di partito”.
Limitatamente al problema della salvaguardia, nel presente e nel futuro, dei valori dell’ebraismo, ho cercato di analizzare su cosa il mio pessimismo possa basarsi. E sono andato a ripercorrere un po’, mentalmente, la storia che conosciamo, per vedere quando questi valori, in passato, siano stati minacciati, e per chiedermi se tali circostanze si possano oggi, magari sotto mutate spoglie, ripresentare.
Da quel po’ di storia che conosco, mi sembra di ricordare che, quando la situazione economica va male, o molto male, per gli ebrei suona una campanella di allarme, perché prima o poi salta su qualcuno a dire che è colpa loro.
Ricordo, poi, che, in passato, quando il costume civile si è imbarbarito, e la lotta politica è giunta a travalicare e calpestare il rispetto per le singole persone, per gli ebrei non ha tirato una buona aria. Ricordo anche che, da quando esistono le istituzioni democratiche, gli ebrei, come tutte le minoranze, hanno sempre trovato in esse un essenziale strumento di difesa e salvaguardia, e, quando tali istituzioni hanno vacillato, o hanno perso il consenso e la fiducia della popolazione, le minoranze, e gli ebrei tra esse, sono state le prime ad avere qualcosa da temere.
Ricordo infine, che, tutte le volte che sul terreno è spuntato un capo carismatico, seguito da folle oceaniche di masse plaudenti, per gli ebrei non è stato un buon momento. I capi carismatici a volte sembrano buoni, a volte cattivi. A volte restano quello che sembrano, altre volte, invece, passano improvvisamente da buoni a cattivi, semplicemente perché così, al momento, gli gira. In ogni caso, le masse li seguono sempre, dovunque vadano. Per cui credo che la storia insegni che è sempre meglio diffidare di loro, anche quando sono, o sembrano, buoni.
Sono ragioni sufficienti per fondare su di esse il mio pessimismo? Spero di no, e vado a cercare un amico ottimista.

Francesco Lucrezi, storico

notizie flash   rassegna stampa
Ebrei del Veneto Orientale
tra passato, presente e futuro
  Leggi la rassegna

Sarà presentato questo pomeriggio alle 17.30 nell'aula didattica del Museo ebraico di Venezia il volume "Ebrei del Veneto Orientale: Conegliano, Ceneda e insediamenti minori" (Giuntina) di Giovanni e Silvia Tomasi. L'evento è organizzato dalla sezione veneziana dell'Adei Wizo in collaborazione con la biblioteca Renato Maestro e con il Museo ebraico. A presentare l'opera lo storico Gadi Luzzatto Voghera.
 

“Sul fascismo sono stata fraintesa”. Si difende così Roberta Lombardi, neo capogruppo del Movimento Cinquestelle alla Camera, dopo il polverone mediatico sollevatosi in merito ad alcuni passati apprezzamenti del Ventennio per via del suo “altissimo senso dello Stato e della famiglia” (Messaggero).
















L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.