Da Merano a Napoli, da Genova a Trieste: l'Italia ebraica
festeggia in queste ore la seconda edizione di Yom HaTorah, la giornata
dedicata allo studio della Torah organizzata dal dipartimento
Educazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in
memoria di rav Raffaele Grassini e con tema "Non cercate di indovinare
il futuro e non fate magia".
(Nelle immagini due momenti significativi della mattinata, a Roma e a Milano)
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| Israele – Accordo per il governo forse nelle prossime ore
| Dopo
serrati negoziati nella notte tra sabato e domenica sembra vicina la
definizione dell'accordo per la nascita del nuovo governo israeliano.
Mentre trapelano i nomi di alcuni ministri, Netanyahu saluta e
ringrazia il governo uscente.
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Naor Gilon alla Caritas per la Giornata delle buone azioni
| Si
chiama Ruach Tovà ed è la giornata delle buone azioni nata nel 2007 in
Israele su impulso di Shari Arison. Da quest'anno l'iniziativa è
arrivata in Italia con il coinvolgimento dell'ambasciatore Gilon e di
numerosi funzionari e dipendenti dell'ambasciata ritrovatisi questa
mattina presso i locali della Caritas di Roma per dare assistenza a
centinaia di persone.
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Qui Pisa – La sfida delle donne per i diritti
| Per
celebrare la ricorrenza dell’8 marzo a Pisa è stato realizzato un
convegno presso la Procura della Repubblica promosso dal Dipartimento
Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la
Comunità ebraica locale in collaborazione con il Comitato Pari
Opportunità dell’Ordine degli Avvocati. Il titolo dell’incontro, La
sfida delle donne per i diritti – Dialogo tra l’ordine giuridico
ebraico e lo Stato italiano
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Isa Corinaldi De Benedetti (1936 – 2013)
| È
mancata all'età di 77 anni Isa Corinaldi. Di origine padovana, aveva
fondato e presiedeva dalla nascita la Fondazione Arte Storia e Cultura
Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale Onlus. A dare
notizia della scomparsa la figlia Claudia, attuale consigliere
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e già vicepresidente UCEI.
“A Claudia e a suo fratello Mario voglio trasmettere il cordoglio e la
partecipazione al dolore di tutto il Consiglio. Della madre, persona
squisita che tanto ha fatto per la diffusione dei valori e della
cultura ebraica nel Piemonte, ricordo l'eleganza innata e la
raffinatezza nei modi. Che la terra le sia lieve”, afferma il
presidente dell'Unione Renzo Gattegna.
I funerali si sono svolti nella tarda mattinata ad Asti. Questa sera,
al termine di Yom HaTorah, il rabbino capo di Torino rav Eliahu
Birnbaum reciterà un kaddish in sua memoria.
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| Orizzonti privi di gloria
| I
pensieri e, soprattutto, le preoccupazioni per l’esito delle elezioni
son ben lungi dall’essere cessati. Al timore, fondato, che si possa a
breve tornare alle urne, al riscontro che l’instabilità sembra essere
divenuta una costante del nostro sistema politico, più in generale al
riscontro della debolezza in cui versa il nostro paese si accompagnano
nuovi e pressanti interrogativi sulla natura dei soggetti che si stanno
affacciando sulla scena politica. Soggetti, detto per inciso, che
paiono destinati a capitalizzare gli esiti del diffuso malcontento che,
ben lungi dall’essere sedato, rischia ora di montare ancora di più.
Sulla cecità di una classe politica, la nostra, drammaticamente
autoreferenziata e sostanzialmente avulsa, nonché indifferente, alle
condizioni in cui sempre più spesso molte famiglie italiane si trovano
a dovere cercare di sopravvivere, già si è detto e ancora si avrà modo
di dire. Non di meno, riguardo alle crescenti responsabilità di
un’Unione europea sempre più ottusamente trincerata dietro la sua
concezione tecnocratica e asociale (quasi a volere rimarcare
un’eterogenesi dei fini, laddove quello che doveva essere l’obiettivo
per cui era stata costituita, la creazione di una cittadinanza sociale
europea, parrebbe essersi ribaltato nel suo opposto, ossia in una serie
di pratiche d’esclusione), ci si soffermerà ancora, a patto che alla
fine della traiettoria che stiamo vivendo non ci sia la morte
dell’Europa medesima come entità politica. Detto questo, rimane il
panorama nazionale. Che lascia quanto meno perplessi. Un quarto
dell’elettorato ha scelto per un movimento – tale vuole farsi chiamare,
rifiutando l’etichetta di partito, e con esso, parte delle sue
procedure tipiche – che ancora una volta dice di essere innovatore,
promettendo una rigenerazione del nostro paese. È plausibile che,
qualora dovessimo tornare a breve alle urne, questa formazione politica
conosca ulteriori successi. Alla sorpresa per la novità, vista anche la
sua traiettoria atipica, registrando un repentino incremento di
consensi nel volgere di un paio d’anni, si sono sommati dubbi e
interrogativi che, allo stato attuale delle cose, non hanno trovato
risposta. E che, in tutta plausibilità, non ne troveranno, almeno non a
breve. La forza propulsiva della lista di Beppe Grillo e Gianroberto
Casaleggio, il primo un attore comico il secondo un imprenditore nel
mercato delle comunicazioni, sta proprio nel non fornire mai risposte
univoche, lasciando volutamente in sospeso i quesiti. Alle domande su
come intendano tradurre il peso politico, che oramai vantano, in un
programma politico sostenibile e realizzabile sostituiscono la
reiterazione dell’invettiva contro l’intero sistema politico. In tale
modo non si chiudono alle spalle, aprioristicamente, le porte del più
ampio consenso, laddove questo dovrebbe essere, nelle loro aspettative,
così copioso da permettere di rivoluzionare il sistema politico e, in
stretta relazione, quello amministrativo italiani. Punti peraltro di
partenza, si presume, verso ulteriori mete. In questo calcolato “vuoto
programmatico”, che fa il paio con l’esplicito sincretismo ideologico
di cui le dichiarazioni degli eletti, degli affiliati, e di una parte
degli elettori, ne sono una chiara espressione, a partire dalla
banalità per cui destra e sinistra sarebbero categorie che non
funzionano più (una semplificazione tipica delle destre, peraltro), si
sommano singoli atteggiamenti e prese di posizione che inquietano.
Precedentemente alla tornata elettorale le aperture a Casapound,
movimento dalla chiara matrice fascista, come tale orgogliosamente
rivendicata, e a seguire le affermazioni di Roberta Lombardi, nominata
con una singolare procedura, capogruppo alla Camera, sul fatto che il
fascismo "prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di
comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello
stato e la tutela della famiglia", hanno sollevato preoccupazioni e
riserve. Che nella lista ci siano anime diverse, per così dire, è fatto
scontato. Il Movimento cinque stelle trae infatti la sua forza
dall’essere, nel medesimo tempo, una ibridazione tra posizioni diverse
e nel presentarsi come forza di rottura. Che esso sia stato votato
anche da italiani che si collocano nell’area della destra radicale, è
non meno plausibile. Lo stresso Grillo ha più volte ribadito il
carattere plurale (ma non pluralistico, essendo una struttura
fortemente verticistica, senza organismi di mediazione al suo interno)
del suo movimento politico. Tuttavia, per quanto ci riguarda, al di là
dell’esercizio, un po’ rituale ad onore del vero, quello
dell’interrogarsi su quanto ci possa essere di “fascistico” nel
discorso politico dei suoi esponenti, varrebbe forse la pena
soffermarsi su altri aspetti, spostando un po’ più in là il fuoco
dell’attenzione. Dal che si desumono alcune cose, a partire dalla
recente polemica sull’articolo 67 della Costituzione, quello che vieta
il mandato imperativo. La concezione della democrazia che alberga nei
paraggi del raggruppamento grillino è infatti extra-costituzionale,
ovvero al di fuori di quelli che sono i dettami, sostanzialmente
condivisi, anche se con frequenti torsioni, dalle forze politiche di
maggioranza e di minoranza che si sono succedute dal 1948 in poi. Il
richiamo stesso ad una concezione di democrazia diretta,
esercitabile attraverso il web (la prassi sarà però ben altra cosa,
quando si dovranno fare i conti con la realtà), è fatto a sé rispetto
all’idea, molto più articolata, di un sistema di rappresentanza basato
sulla complessa articolazione di poteri, laddove la sovranità popolare
si esprime anche per il tramite della loro mediazione e comunque sempre
in presenza fisica (leggasi: visibile) dei poteri e dei loro attori.
Segnatamente, un’idea di tal genere già l’avevano espressa, ma con
forza e impatto ben diverso, i radicali, limitandola tuttavia alle
attività del loro partito. Chi frequenta abitualmente la rete (quella
rete che Grillo e Casaleggio indicano come lo strumento di elezione per
la politica a venire e, quindi, come nuova frontiera del vivere
comune), sa che valutare la congruenza delle informazioni è molto più
difficile che altrove, essendo queste sovrabbondanti e ridondanti,
venendo fruite senza filtro, equivalendosi indipendentemente da
qualsiasi codice di interpretazione ed essendo soggette a fenomeni di
diffusione virale. Chiunque non abbia una solidissima preparazione al
di fuori della rete è quindi incapace di distinguere fra l'informazione
complessa, che analizza le situazioni, la bufala, o addirittura la tesi
millenarista. In tale contesto vanno quindi interpretate le reazioni di
Beppe Grillo quando i militanti di Casapound gli chiesero: "sei
antifascista?"", domanda alla quale rispose senza scomporsi: "Questo è
un problema che non mi compete. Questo è un movimento ecumenico. Se un
ragazzo di Casapound vuole entrare nel Movimento 5 Stelle e ha i
requisiti, può farlo", per poi concludere: "Più o meno avete delle idee
che sono condivisibili. Certe di più, altre di meno. Questa è
democrazia". Dal punto di vista dell’attore genovese l’antifascismo – e
quello che esso comporta in termini di autocoscienza collettiva – non è
più una discriminate di fondo. La democrazia è “altro”, una dimensione
perlopiù giacobina, e non deve necessariamente confrontarsi con la
drastica e tragica eredità dell’esperienza storica mussoliniana nel
nostro paese. Semmai, si lascia presagire, deve liberarsene,
trattandosi di un fardello oramai anacronistico. Dopo di che, più che
chiedersi se in ciò ci siano elementi di filo-fascismo, varrebbe la
pena di ribaltare la logica, domandandosi quanto volutamente difetti
l’antifascismo. Poiché questo discorso, che non rinvia solo ad una
cultura politica, diventa semmai l’indice del rapporto che si
intrattiene non solo con alcuni aspetti della storia nazionale ma con
la storia in quanto tale. Dietro l’angolo c’è infatti il fantasma del
complottismo come grande motore degli interessi occulti; uno spettro
che nelle proposte semplificatorie che ispirano le idee del grillismo,
fa da comoda interfaccia al sorprendente candore con il quale molte di
esse vengono espresse, non tanto dal leader quanto dai suoi
sostenitori. Il primo dato che traspare, infatti, è la dichiarata
incapacità di elaborare il senso delle enormi complessità del vivere
associato. Ad esse sostituisce una sorta di filosofia
dell’autogestione, dove la “buona volontà”, i “sentimenti condivisi”,
l’“onesta”, il viversi come “comunità” sono eletti a procedure
politiche. Basterebbe la buona intenzione, in altri termini, fatto
quest’ultimo che non difettava neanche a molti militanti dei movimenti
totalitari del Novecento. Fino ad oggi questo atteggiamento, che ancora
non si è tradotto in altro che non sia il ricorso all’urlo liberatorio,
spesso scurrile, in consonanza con lo spirito populistico che alberga
in Italia da almeno vent’anni, ha premiato politicamente la lista. E lo
farà, presumibilmente, nei tempi a venire. Più di tanto, tuttavia, da
sé non potrà dare. Poiché la complessità delle relazioni nelle quali
ognuno di noi è inserito si riprenderanno da sé la loro rivincita. Ed
allora i casi potrebbero essere due: o ci si risveglia dal torpore un
po’ infantile, quello che rifiuta la realtà sostituendola con la
proiezione delle proprie fantasie, nel qual caso il movimento di Grillo
e Casaleggio si sgonfierà da sé, non senza però avere fatto pagare un
ulteriore pedaggio ad un’Italia che sta rischiando molto; oppure, il
messianismo che traspare tra le righe, potrebbe prendere il
sopravvento, sostituendosi, come una sorta di religione laica, al
deficit collettivo di progettualità politica. Con conseguenze, in
quest’ultimo caso, imprevedibili. Un nodo centrale sarà il rapporto con
l’ampia ramificazione di poteri diffusi, quelli che non sono eletti ma
che interagiscono abitualmente con gli organismi elettivi e che
concorrono a prendere le decisioni così come ad orientarne gli effetti.
Senza la convergenza di intenzioni (e risultati) con essi ben poco al
politico, oggi come nel passato, è stato concesso. Nella stessa misura,
quindi, gli risulterà concretamente possibile fare qualcosa nel futuro
se dai discorsi di mera rottura passerà alle mediazione. L’intenzione
di bypassarli, ad esempio affrontando il problema del ruolo dell’Unione
europea o della moneta unica con referendum plebiscitari, è al limite
del grottesco, destinata com’è a scontarsi contro il solido muro degli
altrui interessi. Ed è proprio su questo piano che si misurerà la
sostanza - e la sostenibilità – del grillismo. Che sta seguendo
la traiettoria tipica di tutti quei movimenti a fondamento
palingenetico, ovvero che promettono di riformare il mondo alle sue
radici, semplificandolo, ma che passo dopo passo debbono poi assestarsi
alla guida di qualcosa, divenendo essi stessi istituzioni. La
tradizione politica italiana ci dice che essi o si sono ibridati, come
nel caso della Lega, costruendosi una rendita di posizione e scendendo
quindi a compromesso con il già esistente, oppure si sono dati la veste
di regime, distruggendo le articolazioni dei sistemi liberali. La terza
via, quella dell’implosione, diventa possibile se trovano competitori
all’altezza della sfida, fatto che oggi sembra però mancare. Il vero
rischio, quindi, sta in questa dinamica, dove alla crisi della
rappresentanza tradizionale si contrappone un atteggiamento di
sistematica rottura degli equilibri repubblicani e costituzionali. Il
problema, va da sé, si intreccia strettamente con il perdurare di una
crisi economica i cui pericolosi effetti potrebbero amplificare, e di
molto, le spinte più aggressive. Grillo gioca su un doppio
palcoscenico, prefigurando ribaltamenti radicali degli assetti
“partitocratici” e, nel medesimo tempo, affermando di essere l’unico a
potere contenere la spinta eversiva che viene dal basso, incanalandola
verso una nuova democrazia, basata sulla rete. Il problema non è quanto
di incultura fascistica possa in ciò esprimersi ma piuttosto
l’idealizzazione di una democrazia autoritaria, perché verticistica, in
cui l’apologia del web si accompagna alla distruzione della
ramificazione dei poteri rappresentativi, di cui il Movimento cinque
stelle, dietro un’apparente genuinità di intenzioni, potrebbe rivelarsi
il vero esecutore terminale.
Claudio Vercelli, storico
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Nugae - Dolci illusioni
| Se
un’amica torna da Vienna con una Sacher, porta molto più che un
semplice souvenir o un illustre dessert. È una specie di gioiello, un
oggetto intriso di un senso di magia. E non c’è nemmeno bisogno di
essere golosi, perché che la torta sia buona, a parte essere comprovato
dalla sua fama, è in realtà l’aspetto meno rilevante della storia.
Tutto sta in quel suo fascino misterioso. Dovuto al fatto che la
ricetta è super segreta e che si trova solo in quel posto al mondo. E
che quel posto, l’Hotel Sacher, somigli tanto alla sala da ballo del
castello di Cenerentola. E anche nel fatto di sapere che questa ricetta
oggi così imitata sia nata per pura fortuna dal panico dell’ultimo
secondo (ovvero la forma più fruttuosa d’ispirazione) di un geniale
apprendista pasticcere sedicenne ebreo viennese, Franz Sacher appunto.
Ma per arrivare alla torta, è come se il fortunato destinatario del
regalo dovesse intraprendere un percorso d’iniziazione per immergersi
completamente in quel dorato mondo ottocentesco prima di poter tagliare
la prima fetta. Si parte dal sacchetto bordeaux con scritte dorate, da
cui si estrae un pacchetto avvolto in una carta decorata con delle
adorabili coppiette a braccetto, lui in divisa bianca e rossa, lei con
un lungo abito giallo con cappello abbinato, che galleggiano
passeggiando leggeri e nobili sullo sfondo sempre bordeaux. Dentro c’è
una scatola di legno dagli angoli d’oro, con all’interno un’ incisione
che rappresenta la facciata dell’Hotel Sacher. E ovviamente la torta,
liscia e profumata, col suo sigillo cioccolatoso in bella mostra come
un autografo. E poi eccola lì, la piccola brochure, il foglietto
illustrativo del mondo di Sissi. Che spiega come tutti quegli
incantevoli dettagli, le coppiette, gli angoli d’oro, l’incisione,
proprio tutti, siano parte del paragrafo “come identificare
l’originale”. In pratica, un’elegante messinscena, sembra quasi dire
“ci sei cascato”. Però alla fine che importa? È come quando si ordina
la tisana che si chiama Tramonto d’oriente solo perché sul menù c’è
scritto che il ribes ha proprietà rilassanti, o quando si compra una
costosissima penna al bookshop del British Museum solo perché viene da
Londra (e perché è rosa). In realtà sotto sotto si è consapevoli di
fluttuare fra le illusioni. Ma, non c’è niente da fare, il naufragar
m’è dolce in questo mare.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
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notizieflash | | rassegna stampa | Israele - Oltre 16mila alyot nel 2012
| | Leggi la rassegna | Secondo
i dati resi noti questa mattina dal Central Bureau of Statistics sono
state 16 mila 577 i nuovi immigrati in Israele nel 2012. Di questi il
21 per cento è arrivato dall'ex Urss, il 15 per cento dall'Etiopia e il
14 per cento dagli Usa. Nel 2011 le alyiot erano state 16 mila 892.
| | “Medici
nazisti” così il capogruppo alla Camera dei deputati del Popolo della
libertà ha definito i medici che hanno effettuato la visita fiscale al
leader Pdl Silvio Berlusconi medici che “inviati da un tribunale
stalinista hanno emesso un verdetto disgustoso”. Ancora più grave il
commento del senatore Pdl Riccardo Mazzoni, che ha parlato di “lucido
tentativo di soluzione finale”
|
| L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
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che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
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