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14 marzo 2013 - 3 Nisan
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Elia
Richetti,
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana
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molteplici sacrifici per espiazione di colpe, spiccano quello da
offrirsi nel caso in cui il Kohèn Gadòl, o gli anziani, o un capo tribù
inducesse il popolo in errore. Il fatto in sé è già degno di nota,
specialmente se ricordiamo per quanti millenni i dominatori si sono
sempre considerati superiori alle leggi, liberi di agire, e anche
liberi di non assumersi responsabilità a loro piacimento. Ma la
normativa della Torà va anche oltre: essa prevede il caso in cui si
verificasse una colpa collettiva del popolo per inavvertenza o
distrazione dei capi, dei maestri, delle guide. In tale caso sono
proprio le guide che devono presentare il sacrificio di espiazione,
assumendosi tutta la responsabilità del comportamento erroneo della
collettività. Se poniamo mente alla realtà che ci circonda, dobbiamo
riconoscere che purtroppo è questa la condizione abituale. È cosa di
ogni giorno che i nostri fratelli Ebrei commettano, soprattutto per
ignoranza, errori di vario genere nell’osservanza delle mitzwòth, senza
che il rabbino abbia la possibilità di correggerli, di avvisarli. Anche
nei Battè Ha-Kenéseth si assiste spesso a violazioni della Halakhà;
alcune di esse potrebbero sembrare poca cosa, se non fosse che ognuna
delle norme profanate coinvolge un mondo intero di valori spirituali,
di difese contro il declino dell’ebraismo. Indossare un Tallèth i cui
Tzitziyòth non sono regolari, esibire nel taschino della giacca una
penna durante lo Shabbàth, o altri comportamenti cui assistiamo nostro
malgrado, sono soltanto alcuni degli esempi. E probabilmente noi
rabbini abbiamo in ciò una responsabilità, per non aver trasmesso la
conoscenza corretta delle regole o, più ancora, l’importanza ed i
significati delle medesime. Ai tempi del Beth Ha-Miqdàsh avremmo dovuto
portare sacrifici espiatori; oggi tale possibilità non esiste, e viene
così a mancare un segno importante, che richiami noi ai nostri doveri
e il pubblico a una maggiore consapevolezza. Tuttavia è noto che “kol
Israel ‘arevìn ze la-zè ba-mitzwòth”, tutti gli ebrei sono responsabili
l’uno verso l’altro nelle mitzwòth: è quindi nella possibilità di
ognuno operare per invertire la tendenza negativa. È necessario tornare
a vedere nel rabbino non chi agisce per conto degli altri, bensì la
persona cui rivolgersi per avere precise indicazioni su come agire ed
un insegnamento costante per recuperare il nostro ebraismo.
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Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme
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"Plaza
de torso", scriveva Giorgio Israel su Shalom il 13 febbraio citando Ugo
Volli a proposito dello stile di certe polemiche in corso sulla stampa
ebraica italiana. "Torso" nel senso del torace muscolare del rozzo
rivale? O forse nel senso di ciò che rimane di una succosa idea dopo
che è caduta nelle fauci da piraña dell'avversario? O, forse, un
miserabile refuso tipografico? Resta il fatto che in questi ultimi mesi
sulle pagine elettroniche e cartacee sponsorizzate dalle istituzioni
comunitarie in Italia sembra si sia perduto qualcosa nella cultura del
dibattito che dovrebbe invece essere una delle prerogative più preziose
del popolo della Torah e soprattutto della Mishnah e del Talmud. Se uno
dissente dall'altrui convinzione, possono succedere varie cose. La
prima è venir ingiuriato dall'altro. Oppure, essere dichiarato
manifestamente inferiore. O essere censurato, mutilato, "editato" dalla
controparte. Oppure, ribaltando la strategia, andarsene e rifiutare
ostentatamente di far udire la propria voce nel dialogo pluralista. O
magari sentenziare: il pluralismo non è quello tuo ma è quello mio, e
te lo definisco io. O, infine, esigere che lo strumento del dialogo
pluralista venga soppresso e messo a tacere per sempre. Sei
proposizioni diverse, eppure tutte e sei esplicitamente manifestate da
autori con nome e cognome nel dibattito di questi ultimi tempi.
Dibattito di voci diverse e su temi diversi (ma tutti dai contenuti
molto politici), che non poteva certo pretendere di coagulare il
consenso perfetto, ma poteva per lo meno aspirare a un costruttivo
scambio e confronto di opinioni diverse, lontano dal monologo. Ma
allora è impossibile il dialogo? No, il dialogo è non solo fattibile,
ma necessario. Al di là dei molti dissensi, credo sia ancora possibile
identificare un solido nucleo di idee e di necessità condivise. Ed è
quindi necessario riabituarsi (o apprendere) a scambiare e ad ascoltare
idee diverse, seduti con rispetto reciproco attorno allo stesso tavolo,
o alla stessa pagina di comunicazione, o allo stesso blog. Anche in
vista di ciò che si prospetta all'orizzonte dell'Italia e dell'ebraismo
italiano.
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Israele
- Il nuovo governo è una realtà |
Dopo sei settimane di
negoziati, raggiunto l’accordo per la formazione del nuovo governo.
Della coalizione guidata da Benjamin Netanyahu faranno parte, oltre a
Likud-Beytenu (31 seggi), Yesh Atid (19 seggi), Habayit Hayehudi (12
seggi) e Hatnua (6 seggi). Un risultato appare evidente: la nuova
stagione politica porterà il marchio del popolare ex giornalista
televisivo Yair Lapid, leader di Yesh Atid.
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Francesco
I - Gattegna: “Un
magistero di pace e fratellanza” |
Il presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane intende formulare i più
fervidi auguri al nuovo Pontefice, Jorge Mario Bergoglio, per lo
svolgimento di un magistero che porti pace e fratellanza all’umanità
intera.
In particolare la speranza è che possa proseguire con reciproca
soddisfazione l’intenso percorso dialogico che gli ebrei hanno sempre
auspicato e che è stato realizzato anche grazie all’opera dei pontefici
che si sono avvicendati alla guida della Chiesa nel recente passato.
Ebrei e cristiani sono da tempo protagonisti di un dialogo aperto e
leale e di un confronto serrato che, se svolti nel pieno rispetto delle
reciproche autonomie e della pari dignità, sono elementi
imprescindibili per la costruzione di un futuro di autentica amicizia
tra i popoli e gli individui.
Una sfida alla quale guardiamo con la consapevolezza del lungo e
proficuo cammino che è stato possibile percorrere assieme e che dovrà
proseguire onorando gli appuntamenti che ci attendono a partire da
domani”.
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Francesco I - La grande
speranza del papa che viene da lontano |
“Una lezione di umiltà,
un'identificazione con i poveri delle favelas, una presa di posizione
programmatica in favore del Terzo mondo”. La scelta di rendere omaggio
a san Francesco d'Assisi nella riflessione del diplomatico israeliano
Sergio Minerbi.
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Francesco I - Le
reazioni del mondo ebraico
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Le
reazioni del mondo ebraico all'elezione di Jorge Mario Bergoglio.
Auspici e parole di dialogo dai cinque continenti. L'invito di Shimon
Peres in Israele per una visita caratterizzata dall'abbraccio fraterno
di diversi popoli e diverse religioni.
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Francesco I - Il nuovo
pontefice e le luci di Hanukkah
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Sul Portale dell'ebraismo italiano Moked.it un video e le immagini del
nuovo papa Jorge Mario Bergoglio alla sinagoga Emanuel di Buenos Aires,
per l'incontro dello scorso dicembre con la Comunità ebraica argentina.
L’arcivescovo aveva allora acceso lo Shamash in occasione
della quinta sera di Hanukkah.
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Qui Roma - La ricerca
sull'antisemitismo
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Presentato
a Roma il lavoro svolto dal Comitato d'Indagine sull'Antisemitismo
coordinato da Fiamma Nirenstein. “Prima di ogni trattativa politica si
chieda a Beppe Grillo un chiarimento su questo tema”, ha affermato la
giornalista e parlamentare uscente.
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Una strana idea di
pluralismo |
Lo so, l'informazione
realmente oggettiva, imparziale non esiste. Credo sia inevitabile, se
per non oggettivo s'intende che chi scrive ha diritto di avere le
proprie opinioni nonché, quando è il caso, di esprimerle anche. E tanto
più interessante è, o dovrebbe essere, quella arena ospitale, scevra da
tifoserie urlanti e sudate, che lasciasse scendere in campo per la
partita punti di vista differenti che si confrontano civilmente. Mi
pare – come dire? – un ragionamento degno di monsieur de La Palice. Ma
nel piccolo mondo ebraico italiano non lo è. Infatti è in corso una
feroce disputa su ciò che è, o meglio debba essere, la autentica
libertà di espressione. Credetemi, in tanti anni che faccio questo
mestiere (trentanove per l'esattezza) non ho mai sentito qualcuno che,
in nome della libertà d'informazione, condannasse la libertà di far
scrivere ciò che si vuole all’interno di un giornale ed esigesse,
invece, un ring pugilistico e iper ideologizzato dove si combattessero
senza esclusione di colpi pubblicazioni schierate e autistiche.
Stefano
Jesurum, giornalista
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Alleanze
avvelenate |
Stupisce, ma neanche troppo,
che nessuno abbia avuto da ridire sulla volontà di Bersani di allearsi
con Grillo. Per carità, i numeri del Pd in Parlamento dicono che la
scelta è anche comprensibile. Ciò che però è ragionevole sul piano dei
numeri, non lo è su quello dei contenuti. Bisognerebbe domandarsi se è
lecita l’alleanza con un partito la cui ambiguità nei confronti di Casa
Pound è manifesta, o in cui il capogruppo alla camera rilascia
dichiarazioni di simpatia nei confronti del fascismo o il cui leader
invece elogia il modello iraniano. Una riflessione che andrebbe fatta
ad alta voce, soprattutto da coloro che giustamente rivendicano
l’appartenenza a sinistra e la difesa di alcuni valori come
l’antifascismo e che oggi, incredibilmente, sul tema tacciono. Perché
non c’è nulla di sbagliato nel chiedere conto alle forze politiche se,
su alcuni temi così importanti, sono pronte oggi a scendere a
compromessi. E allora, allo stesso modo con cui si è chiesto conto a
Berlusconi della sua alleanza con Storace, si faccia presente a Bersani
che certe scelte non potranno essere prive di conseguenze. E che per
quanto oggi i nostri intellettuali rimangono silenti i crediti di
fiducia del passato non possono essere illimitati.
Daniel
Funaro
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Chi vorrebbe imporre il
monologo minaccia il futuro |
Tutte le voci che
contribuiscono a questa pubblicazione devono essere onorate e
rispettate nella loro diversità. Ma l'appello alla pace, alla
ragionevolezza, al rispetto reciproco, al civile confronto che vedo
salire da più parti e che in questo notiziario di oggi esprime con
tanta efficacia Sergio Della Pergola, mi sembra catalizzi l'aspirazione
di molti di noi. Non è solo la voce autorevole di un autorevole
studioso, ma credo anche quella di un uomo saggio. Non è solo la sua
serenità di fronte ad attacchi infimi e gratuiti che ammiro, è
l'attualità del suo appello a riabituarsi o apprendere a scambiare e ad
ascoltare idee diverse che mi colpisce. E' questo uno sforzo che
dobbiamo compiere tutti assieme. Cedere oggi a chi vuole impedire il
dialogo e sbarrare la strada alla tolleranza e alla mediazione,
significherebbe minacciare e compromettere il nostro futuro.
Proprio in questo spirito, con l'impegno che la redazione fa proprio,
vorrei tranquillizzare quei lettori che hanno visto recentemente negli
scritti di alcuni commentatori l'intento di attaccare personalmente
nella vivacità del dibattito la politologa Sharon Nizza, candidata Pdl
non eletta alle recenti elezioni e il collega Fabio Perugia, da poco
portavoce della Comunità di Roma. Non credo e non mi auguro che questo
fosse il vero intendimento dei commentatori e comunque deve essere
chiaro che certamente non era quello della redazione. Sharon e Fabio
sono cari e stimati amici e desidero qui pubblicamente rinnovare
l'invito a loro più e più volte rivolto a intervenire e collaborare in
tutta libertà. Le loro esperienze possono essere importanti per tutti
noi, così come spero possa essere per loro un beneficio agire in un
ambiente privo di steccati e sgombro da pregiudizi.
gv
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notizie flash |
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rassegna
stampa |
Qui Padova – In
Comunità
si parla di mistica ebraica |
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Leggi
la rassegna |
Nuovo appuntamento per il
ciclo di incontri sulla mistica ebraica organizzato dalla Comunità di
Padova e rivolto a tutta la cittadinanza. Questa sera, nella sala del
consiglio, lo studioso Gabriele Mancuso interverrà su Shabbetay Donnolo
e sul suo commento al Libro della Creazione. L'incontro avrà inizio
alle 20.30
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“I più fervidi auguri per lo
svolgimento di un magistero che porti pace e fratellanza all’umanità
intera”. Il messaggio del presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna è oggi pubblicato in terza pagina dal Corriere.
Il quotidiano di via Solferino, nello stesso spazio, riporta anche gli
interventi del presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana rav
Giuseppe Laras e del rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni.
Entrambi auspicano il proseguimento, con positivi riscontri, del
dialogo interreligioso intrapreso in questi anni.
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono
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