Anna
Foa,
storica
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Qualunque sia la natura della
sparatoria di ieri davanti a palazzo Chigi, che si sia o meno trattato
del gesto isolato di qualcuno che è andato fuori di testa, e tanto più
in questo caso, credo che tutti dovremmo arrestarci un poco a
riflettere e decidere come prima cosa di abbassare i toni con cui ci
esprimiamo, di badare di più alle nostre parole, scritte o orali che
siano.
Quelli della mia generazione che hanno preso parte alle manifestazioni
della sinistra extraparlamentare hanno gridato slogan terribili senza
fermarsi a riflettere, senza pensare che le parole non sono solo
parole. La maggior parte di quelli che lo ha fatto non ha mai posseduto
un'arma e avrebbe guardato con orrore all'idea di mettere in atto
quegli slogan. Ma alcuni lo hanno fatto ed è stata la stagione
terribile del terrorismo. Certo, per passare dalle parole agli atti
occorrevano altre motivazioni, altri impulsi. Ma senza le parole che
l'hanno preceduta, forse quella violenza sarebbe stata meno facile e
avrebbe trovato intorno a sè minori giustificazioni. Adesso si grida e
si insulta, si è persa la distinzione fra il ruolo e la persona e si
minaccia qualcuno per il suo ruolo (segretario comunale o ministro,
capufficio o vigile urbano). Tutto è sopra le righe, pervaso di
violenza, dalla televisione, che funge ancora da modello, ai giochi del
computer, a facebook, dove tutti trovano normale sfogare le loro
frustrazioni. Abbassiamo i toni, bandiamo gli insulti e le minacce,
comportiamoci infine da persone civili. E' solo un primo passo, ma
senza di esso è difficile cambiare qualcosa nella società e in noi.
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Nell'omelia di sabato 27 aprile, riportata dai quotidiani Osservatore Romano e Avvenire
in data 28 aprile, il Papa ha commentato il brano di Atti 13:44-52 nel
quale si racconta il conflitto tra due comunità religiose: quella dei
discepoli, e quella dei "Giudei chiusi, perché non tutti i Giudei erano
così". Coloro che non si dimostrarono "chiusi" in realtà furono quelli
disponibili ad ascoltare il nuovo messaggio cristiano. E' chiaro come
nella sua omelia il Papa abbia usato e commentato il brano
neotestamentario per sollecitare una riflessione attuale e una critica
interna al suo mondo. Ma i testi citati portano il segno di una
polemica molto viva tra il Giudaismo di allora e il Cristianesimo
nascente, e i riferimenti ai "Giudei" chiusi, ostili e calunniosi, se
non vengono spiegati bene nella predicazione dei nostri tempi, possono
suscitare ostilità e incomprensioni, perché il segnale negativo
riferito al mondo giudaico rischia di essere attualizzato da
ascoltatori disattenti. Non era certo questa l'intenzione del Papa.
Tuttavia la realtà attuale impone ogni necessaria cautela.
Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
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Qui Ferrara – Ebrei nella Resistenza, storici a confronto
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Si è conclusa con un afflusso di
10mila presenze la Festa del libro ebraico di Ferrara. Nell’ultima
giornata, un incontro sul contributo ebraico alla Resistenza, anche
alla luce di alcune recenti pubblicazioni che investono la figura di
Primo Levi. Ospiti del confronto, moderato dalla giornalista Carmen
Lasorella, gli storici Alberto Cavaglion, Antonella Guarnieri, Lidia
Maggioli, Antonio Mazzoni, Anna Quarzi e Guri Schwarz.
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Qui Roma - Al Beth Shalom un Sefer
per i deportati
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Commovente ingresso alla sinagoga Beth
Shalom di Roma per il nuovo Sefer Torah in memoria delle vittime del
nazifascismo. Una cerimonia di grande intensità che ha visto
raccogliersi attorno ai rotoli sacri, la cui redazione è stata frutto
di intense settimane di lavoro per parenti e amici, molte centinaia di
persone. Tra le anime dell'iniziativa Alberto Mieli, nipote
dell'omonimo sopravvissuto ad Auschwitz. Nell'immagine ad essere
immortalato è proprio suo zio, conosciuto anche come Zi Pucchio, mentre
è intento a scrivere una delle ultime lettere del Sefer.
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Moked 5773 –
DafDaf, facciamo insieme un giornale
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“Anche Obama va a correre, perché fa
bene alla salute”: questa è una delle tante notizie comparse ieri su
dei giornali molto speciali, quelli creati dai bambini che durante
l’ultima mattinata del Moked di Milano Marittima hanno partecipato al
laboratorio a cura della redazione di DafDaf, tenuto da Rossella
Tercatin.
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Israele - Gaza, l'anarchia genera tensioni
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Mentre
Israele celebrava Lag BaOmer, un razzo sparato da Gaza ha colpito
l’area di Sdot Negev, interrompendo i festeggiamenti nella regione.
Caduto su un terreno disabitato il razzo non ha provocato vittime, né
danni, ma è il diciottesimo a colpire lo Stato ebraico dalla fine
dell’operazione Pilastro di difesa e trovare una soluzione sembra
diventare sempre più complesso a causa degli equilibri politici nella
Striscia.
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Israele – Sderot e il sogno di pace sulla frontiera
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Seconda
giornata di incontri per il gruppo di JCall in missione in Israele e
Cisgiordania. Ieri lunga sosta a Sderot, piccola città di 24 mila anime
situata a meno di un chilometro dalla Striscia di Gaza, tristemente
famosa per essere il bersaglio privilegiato degli attacchi aerei di
Hamas.
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In cornice
- Scommettere sulle idee
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Complimenti ai curatori della mostra
"Primavera del Rinascimento" aperta al Palazzo Strozzi di Firenze fino
a giugno. Con un piccolo budget, e quindi potendo prendere a prestito
un numero limitato di opere e allestire una decina scarsa di stanze,
sono riusciti a ricreare alcuni aspetti dell'ambiente culturale
fiorentino di inizio Quattrocento. La mostra si sofferma in particolare
sugli scultori e la figura centrale è Donatello, attorno al quale si
muovevano una serie di artisti meno noti, tutti legati da stessi
ideali, e spesso da uno stesso schema compositivo rivoluzionario.
Donatello inventava nuovi soggetti, o interpretava vecchi soggetti in
una luce nuova, ed ecco dietro una schiera di altri che - senza
copiarlo - riprendevano le sue intuizioni, come Mino da Fiesole o
Desiderio da Settignano, che pure non appartenevano alla sua bottega.
Sembra di visitare una mostra di quadri degli impressionisti, con lo
stesso ponte o lo stesso paesaggio disegnato da Monet e Pisarro, che si
erano ritrovati in un'ansa della Senna con il cavalletto in mano. Nel
Quattrocento ogni scultore celebrato lavorava con i suoi praticanti, ma
a Firenze nascevano nuove idee che prendevano rapidamente piede. Così
nasce un movimento artistico, che sia il Rinascimento o
l'impressionismo. E chi, nel Quattrocento, era disposto a scommettere
su queste nuove idee? Lo Stato, le grandi committenze pubbliche (il
cantiere della Cattedrale, della torre di Giotto, del Battistero, di
Orsammichele), che da veri leader trascinavano poi le famiglie private.
Proprio come oggi. O no?
Daniele
Liberanome, critico d'arte
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Tea for two - Hipster
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Avrei
voluto scrivere del fatto che la 'povera' Gwyneth Paltrow è considerata
la più odiata e la più bella star dai rotocalchi statunitensi, ma per
questa volta passo (ciò non escluderà un ritorno in futuro). Mentre mi
grattavo la testa alla ricerca di un argomento per il tea da bere
insieme, sono stata assalita da un prurito alle mani. L'ora è giunta.
Mi chiedo come mi sia trattenuta fino adesso dal parlare di loro, gli
hipsters. Hipster: dicasi uomo barbuto, barboso, intellettualoide,
accessoriato di cuffie che spandono musica sperimentale e che
sperimentano, intervallando ogni azione con un segno di fatica letto
negli occhi stanchi di chi di notte non riesce a dormire perché sta
sfogliando un libro di poesie di un uzbeco sconosciuto. Non hanno di
norma relazioni che includono fedine o regalini e cambi di status su
facebook: "Io ho una compagna nel senso etimologico del termine, colei
con la quale condivido il pane" mi sono sentita dire una volta. C'è di
certo una matrice jewish in questa onda radical, vista da alcuni come
una ispirazione e da altri come piaga sociale. L'hipster odierno nasce
e si moltiplica infatti in quel di Brooklyn dove, pedalando sulla sua
bici arrugginita con un cestino di vimini che contiene fiori di campo,
libri scollati e pane di segale, si confonde con barbe diverse: quelle
degli ortodossi. Tanto che in un programma televisivo hanno fatto un
quiz: "Riesci a distinguere le due barbe?". L'hipstermania oramai è
dilagata perdendo quindi quella patina radical che la
contraddistingueva. Tutti vogliono pedalare mentre ascoltano un cd di
Gainsbourg doppiato in giapponese e addentano un banalissimo bagel con
salmone affumicato prima di approdare nel loft di un amico fotografo
per hobby e filosofo per professione e guardare insieme una maratona di
film di Eisenstein. La roccaforte italiana secondo il Sunday Times è
Bologna, il Pigneto pasoliniano a Roma cerca invece di poter entrare
nella competizione. Chi è l'hipster? Colui che finge di non avere una
yiddishe mame e mangia gefilte fish dicendo di esserne appassionato.
Crede di dipingere ispirandosi al realismo socialista e pensa di avere
un background ebraico che convalidi il proprio status di outsider. Un
ebraismo piuttosto personalizzato, un po' emo (altro genere
ggggiovanile per fortuna caduto in disuso). Ma ammettiamolo, anche io
vorrei essere hipster (oltre che una radical chic): vivere in una casa
con carta da parati mezza scollata, centrini ingialliti, vecchi manuali
di botanica. Vorrei andare al festival del cinema israelo-russo di New
York insieme al mio compagno di bagel con la barbetta stinta.
Probabilmente il nostro primo appuntamento avrebbe luogo in una
location suggestiva come una discarica o il retro di un ristorante
cinese. Vorrei essere jewster e dire che non c'è niente di meglio di
mangiare ciambellette di pesach nel giardino botanico di Brooklyn
mentre il cielo scolora e gli scoiattoli si spaventano a causa del mio
gilet da yeti in ecopelliccia.
Rachel
Silvera, studentessa twitter@RachelSilvera2
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notizie flash |
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rassegna
stampa |
New York - Da Sotheby's all'asta
la collezione Steinhardt
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la rassegna |
Verrà
oggi messa all’asta da Sotheby's a New York la collezione di Judaica
Michael & Judy Steinhardt, la più grande e importante offerta negli
ultimi decenni, con antichi e rari manufatti e documenti della storia
ebraica raccolti in trent’anni di appassionata ricerca.
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In
seguito alla sparatoria di ieri di fronte a Palazzo Chigi, sono in
molti a riflettere sulle radici dell’episodio. A chi ha indicato come
istigatore di odio e violenza il Movimento Cinque Stelle, il leader
Beppe Grillo ha risposto sul suo blog con una condanna e presa di
distanza (un resoconto sul Tempo).
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L'Unione
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