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12 maggio  2013 - 3 Sivan 5773
l'Unione informa
ucei
moked è il portale dell'ebraismo italiano
alef/tav
carucci
Benedetto
Carucci Viterbi, rabbino


 

"Solo chi fa di se stesso un deserto, mantiene in sé la Torah" (Eruvin 54a). La parashah di Bemidbar, letteralmente "nel deserto", precede Shavuot, il tempo in cui celebriamo il dono/ricezione della Torah. Per poter ricevere, dunque per riempirci di Torah, dobbiamo "desertificarci": svuotarci del superfluo e dell'eccesso di Io.

David Bidussa, storico sociale delle idee
 


Ho apprezzato che Radio 3, venerdì scorso, 10 maggio, abbia dedicato un’intera giornata all’anniversario del rogo dei libri avvenuto nella Germania nazista ottanta anni fa. Quella scena parla al nostro ora, qui, in Italia, più di quanto non si creda. Non si bruciano libri, certamente. Ma la pratica di azzerare il volto delle donne con l’uso dell’acido non costituisce più un caso isolato e a me non pare che questo gesto sia meno preoccupante del possibile falò di libri. Anche perché se è vero come scriveva Heine, che“laddove si danno alle fiamme i libri, si finisce per bruciare anche gli esseri umani”, bisogna dire che siamo già passati alla seconda fase. Non conforta. In comune con la scena del 1933 c’è il silenzio. Anche questo non conforta.

davar
Qui Genova – L'Haggadah della speranza
Inaugurata al Museo ebraico di Genova una straordinaria mostra che rende omaggio alla celebre Haggadah sefardita di Sarajevo. Nel pomeriggio, a Palazzo Ducale, la consegna del Premio Internazionale Primo Levi al filantropo Jacob Finci, tra le personalità che più si sono spese in questi anni per risolvere le contrapposizioni e alleviare i lutti che hanno attraversato la regione balcanica. Ad intervenire, tra gli altri, il presidente del Centro culturale Primo Levi Piero Dello Strologo, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, l’ambasciatore di Bosnia-Erzegovina Nerkez Arifhodzic e lo storico Silvio Ferrari.
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Informazione – Buon compleanno Moked
Il giornalismo ebraico e le sfide dei social media
Un traguardo da festeggiare: cinque anni di lavoro per la redazione del portale Moked e del mensile Pagine Ebraiche, che il 1° maggio del 2008 lanciò il primo notiziario quotidiano dell’ebraismo italiano, la newsletter L’Unione Informa, che da allora raggiunge migliaia di lettori ogni giorno senza eccezioni tranne per lo Shabbat e le altre solennità ebraiche. Così la redazione dà a tutti i lettori appuntamento per un brindisi e uno sguardo sul lavoro portato avanti, fra progetti realizzati e iniziative in cantiere, lunedì 13 maggio 2013 alle ore 18.30 a Torino, al Ristorante Alef (Via Sant’Anselmo 4). Un incontro che rappresenterà solo un momento di “The Jewish Net”, il seminario sul rapporto tra informazione ebraica, web 2.0 e social media organizzato nel capoluogo piemontese tra il 13 e 14 maggio.
I lavori, che si svolgeranno nei locali della Comunità ebraica di Torino e vedranno coinvolti operatori dell’informazione e della comunicazione in ambito ebraico e non, saranno dedicati al confronto su temi quali la società plurale, le minoranze e l’ebraismo italiano, l’informazione e le rivoluzioni del web e dei social network, le potenzialità e i pericoli dei nuovi media, la comunicazione sulla rete per Comunità, associazioni ebraiche o altri gruppi d’interesse, in primis i giovani, nonché per la stessa stampa ebraica.

Qui Firenze – Comunità protagonista al Festival d'Europa
Comunità ebraica di Firenze protagonista al Festival d'Europa con visite gratuite, conferenze, concerti e degustazioni di prodotti tipici. Nella notte appuntamento nei giardini della sinagoga con la performance di Enrico Fink (nella foto) dedicata alla tradizione musicale della Toscana ebraica e con l'esposizione del presidente dell'Opera del Tempio Renzo Funaro relativamente alla valorizzazione dei beni ebraici locali ed europei nel circuito internazionale. Centinaia le persone presenti in via Farini, un significativo successo di pubblico anche in considerazione dei numerosi eventi simultanei che hanno animato le strade del centro fino all'alba. “Abbiamo aderito con convinzione al Festival d’Europa – spiega il presidente della Comunità ebraica, Sara Cividalli – perché riteniamo che la nostra piccola Comunità non debba chiudersi nei propri spazi ma aprirsi alla città, alla nostra regione, a un contesto europeo che può darci molto in termini di integrazione sociale, di sviluppo economico e sociale, salvaguardando le diversità e le minoranze”.
Proseguono intanto, a partire dal primo mattino odierno, le iniziative aperte a tutta la cittadinanza. Alle 16 laboratorio di letture animate 'La casa per tutti: la nostra Costituzione in 12 lingue'. A seguire, alle 18, il giornalista Wlodek Goldkorn tratteggerà la straordinaria figura di Marek Edelman. Dedicato sempre a queste tematiche lo spettacolo conclusivo 'C'era la vita nel ghetto. I giorni della rivolta di Varsavia' a cura della compagnia Teatri d'imbarco.

Qui Roma – L’eccellenza sanitaria israeliana in Vaticano
Raccontare l’eccellenza della sanità israeliana e costruire legami con chi gestisce decine di migliaia di strutture sanitarie in giro per il mondo. Ma anche ricordare la profonda tradizione che lega la professione medica alla cultura ebraica. Una delegazione composta tra gli altri dal presidente dell’Associazione Monte Sinai Enrico Mairov, dal presidente dell’Associazione medica ebraica di Milano Luciano Bassani, e accompagnata dall’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Zion Evrony, ha incontrato in Vaticano i rappresentati del Pontificio consiglio della pastorale per gli operatori sanitari e il suo presidente, l’arcivescovo Zygmunt Zimowski.
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Qui Trieste – Sulle ali della libertà
È dedicato all'imminente festività di Shavuot il tradizione spettacolo di fine anno degli allievi della scuola elementare triestina che andrà in scena nel pomeriggio. Un'occasione festosa che si rinnova ogni primavera preceduta quest'anno da un singolare incontro in via del Monte.
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pilpul
Memoria, immaginazione e falsificazione
Alla scarsa eco che ha accompagnato le scarne celebrazione del 9 maggio, giorno della memoria delle vittime del terrorismo, risponde a modo suo un libro, appena uscito per i tipi dell’editore Viella, a firma di Arturo Marzano e Guri Schwarz e dedicato all’«Attentato alla sinagoga. Roma, 9 ottobre 1982: il conflitto israelo-palestinese e l’Italia». In altra sede già se ne è parlato, e si tornerà a farlo, ma vale qui la pena fare qualche richiamo selettivo al testo, e a suoi contenuti, poiché si tratta di un’opera interessante e solida. Il fulcro della narrazione è, ovviamente, la tentata strage di trentuno anni fa, dove perse la vita il piccolo Stefano Gaj Tachè. Ma gli autori, a partire da questo efferato e non casuale episodio, compiono un’ampia ricognizione non solo sui fatti ma anche e soprattutto sui simboli e sui significati che trovano in quel giorno terribile una sorta di punto di coagulo.
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Claudio Vercelli

Dieci Comandamenti
Il Corriere della Sera fa la pubblicità a dieci volumi sui Dieci Comandamenti. e all'undicesimo che parlerà del nuovo comandamento cristiano "ama il tuo prossimo come te stesso". Salvatore Quasimodo aveva previsto una strada in discesa diretta verso "la superficialità e l'abbandono alla pseudocultura". E il Corriere della Sera si conforma perfettamente. Dimenticando che il comandamento "ama il tuo prossimo come te stesso" si trova in Levitico 19:18. E fa, ahimè per loro, sempre parte dell'eredità ebraica al mondo...

Gheula Canarutto Nemni

Nugae - Caffè sospeso
A parte che tenere in mano una tazzina piccola e colorata di caldo e profumato caffè è già di per sé un piacere della vita che non dovrebbe essere negato a nessuno. Ma la frase “ti offro un caffè” contiene qualcosa di più, una pratica sociale adorabile che costa e impegna pochissimo, una carineria informale, un fuggevole momento di compagnia a base di caffeina. Così forse si può spiegare il successo internazionale clamoroso che ha avuto l’idea del caffè sospeso: al bar si ordinano due espressi alla volta, uno per se stessi, l’altro invece già pagato per il prossimo cliente. In realtà è un grande revival, di una tradizione nata a Napoli nel secondo dopoguerra ultimamente caduta un po’ in disuso: quando qualcuno era particolarmente felice per qualcosa ordinava un sospeso, per festeggiare. Si dice che il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis ne paghi dieci dopo ogni vittoria della sua squadra. L’abitudine si era recentemente già diffusa in altri paesi, in particolare in Bulgaria, come via di solidarietà reciproca in tempi di crisi, un modo anonimo e rapido di offrire una bevanda calda a chi non se la può permettere. Poi qualche tempo fa John Sweeney, un idraulico irlandese rimasto disoccupato, l’ha scoperta per caso e a marzo ha aperto un gruppo su Facebook, Suspended Coffees. Oggi conta 80 mila amici, c’è un logo ufficiale da appendere nel proprio bar per segnalare che si partecipa all’iniziativa e presto anche un sito con tutti gli esercizi aderenti divisi per paese. Fra cui addirittura il ramo inglese di Starbucks, che lo fa un po’ a modo suo, devolvendo la rendita di ogni sospeso a un’associazione di beneficienza. Così è diventata una vera e propria moda di quelle virali che piacciono tanto ora, e almeno stavolta si parla degli italiani per qualcosa di buono. Le pagine Facebook dal logo beige si moltiplicano, Suspended Coffees è arrivato fino in Australia e in Giappone. E ovviamente non è sfuggito nemmeno in Israele, dove grazie ai mitici puntini ballerini dell’ebraico è stato tradotto con un gioco di parole che può significare sia “caffè in attesa”, sia “caffè in regalo”. È interessante che dentro ci sia proprio la parola matanah, regalo. Sembra che del caffè sospeso gli israeliani abbiano deciso di rispolverare e evidenziare l’idea originaria. Un regalo per chi? In verità soprattutto per chi lo fa, perché a chiunque piace condividere un momento di gioia, e spesso con un piccolo (e molto mediterraneo) slancio di generosità. Si zucchera un caffè proprio con un pezzettino della propria felicità.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF


notizie flash   rassegna stampa
Cordoglio per la scomparsa
di Giulia Fellah
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La redazione vuole esprimere la propria vicinanza all'assessore UCEI Raffaele Sassun e a tutti i suoi familiari, tra cui i fratelli Dalida, Sabrina ed Eli, per la scomparsa della madre Giulia Fellah. I funerali si sono svolti questa mattina al cimitero di Prima Porta.



 

In programma oggi a Genova la cerimonia di consegna del Premio internazionale Primo Levi a Jacob Finci, attuale ambasciatore della Bosnia Erzegovina in Svizzera, che tra il 1992 e il 1994 fu in prima linea nel sostegno alla popolazione del suo paese durante l’assedio serbo a Sarajevo (tra gli altri interverrà il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna). Prevista anche l’inaugurazione di due mostre, “L’Haggadah di Sarajevo” e “Sopravvivere a Sarajevo” (Secolo XIX).

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