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11 giugno 2013 - 3 Tamuz 5773
PAGINE EBRAICHE 24
  ALEF / TAV DAVAR PILPUL  
ALEF / TAV
 
 
 
  Roberto
Della Rocca,
rabbino
 
 
  Le parashòt che stiamo leggendo in questi sabati raccontano di una serie di lacerazioni e conflitti che minacciano non solo la leadership ma il futuro stesso del popolo ebraico. L’inizio di questo ciclo perverso, che porterà alla destituzione di un’intera generazione, sembra riconducibile al verso 33 del capitolo 10 di Bemidbàr dove la Torah ci dice: “…. e si mossero dalla montagna dell’Eterno….”.
Alcuni commenti spiegano che gli ebrei sarebbero fuggiti dal monte Sinai come un bambino che fugge dalla scuola. La disgregazione ha inizio quando si tenta di rompere il legame con l’essenza e con i fondamenti che giustificano la nostra missione comportandoci come bambini che fuggono dalle loro responsabilità.
 
 
 
 
 
  Dario
Calimani,
anglista
 
 
  Ogniqualvolta si parla di etica si ha la sensazione di essere antiquatamente retorici. Ma esiste una filosofia che, nell’interesse delle scuole ebraiche, si affatica a difendere il ben più diffuso interesse privato delle scuole cattoliche, e ciò, contro l’evidente e superiore interesse morale dello stato. Ossia: se una cosa è nel mio interesse è giusta a prescindere, ed è de facto il bene comune. Non tutti la pensano così. L’Educazione, come la Sanità, è uno di quei servizi che devono essere garantiti, per tutti, dallo stato. Se poi desidero che mio figlio studi Torah e si prepari al Bar Mitzwah, allora devo impegnare qualcosa di mio per realizzarlo, senza aspettarmi regali e privilegi da altri. Credo che l’etica dell’ebraismo – del mio ebraismo, almeno – ragioni così. E ragiona così anche in merito ai privilegi economici sbalorditivi di cui beneficia la Chiesa cattolica in Italia, facendo pagare a tutti costi che dovrebbero pesare solo sui privilegiati di turno.
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Rassegna stampa
 
  Il Fatto Quotidiano riferisce dell’intervento del presidente della Camera Laura Boldrini, del giurista Stefano Rodotà e del ministro delle Pari opportunità Josefa Idem al convegno “Parole libere o parole d’odio?”: ciò che è sanzionabile offline, deve esserlo anche online, la linea guida portata avanti.
Nuovo capitolo del dibattito sulla Resistenza e sulla figura di Primo Levi partigiano: lo storico Sergio Luzzatto, autore del controverso Partigia, ne discuterà oggi a Roma alla Feltrinelli alle ore 18 con lo scrittore Alessandro Baricco (Messaggero).
Sempre a Roma, il Fatto quotidiano denuncia una manifestazione di matrice fascista di solidarietà al dittatore siriano Bashar Al Assad, in programma per sabato prossimo.
Prosegue il percorso di beatificazione per il Giusto delle Nazioni Odoardo Focherini, che fu direttore amministrativo e giornalista di Avvenire (Avvenire).
Verrà proiettato oggi a Torino il documentario dedicato alla deportazione degli ebrei di Rodi firmato dal regista Ruggero Gabbai (La Stampa ). Sempre sul quotidiano torinese, un’ampia presentazione del libro “America. Nuova Terra promessa” della giornalista Gianna Pontecorboli (Francesco Brioschi editore) dedicato alle storie degli ebrei italiani in fuga dalle persecuzioni dopo la promulgazione delle leggi razziste.
Notizie dal Medio Oriente. Da leggere, sul Corriere, l’analisi di Antonio Ferrari sugli sviluppi in Turchia e in Siria. Francesca Paci sulla Stampa riferisce dell’assalto ad Aleppo lanciato dalle milizie di Assad e gli alleati Hezbollah.
 
 
   Dossier
 
  Previste per le prossime settimane le elezioni per il rinnovo degli incarichi di rabbino capo ashkenazita e sefardita di Israele, attualmente ricoperti da rav Yona Metzger e rav Shlomo Amar. Particolarmente intenso il dibattito sulla questione, che non riguarda solo i nomi dei candidati, ma l’intero ruolo dell’istituzione nella politica e nella società israeliana.  
 
 
Davar
 
Europei Under 21 - La nazionale tedesca
"In Israele ci sentiamo come a casa”
 
Poche parole, in ebraico, accostate a colori un tempo ostili. Un messaggio straordinariamente potente nella società dove tutto è comunicazione. “Ci sentiamo come a casa”, si legge sulla nuova tenuta di gara della nazionale tedesca protagonista agli Europei di calcio Under 21 in Israele. Alcuni istanti e, grazie ai social network, l'immagine fa il giro del mondo suscitando emozioni tra milioni di tifosi e appassionati.
 
 
Qui Bologna – Daniele De Paz alla presidenza
 
Architetto, studi alla prestigiosa Bezalel Academy di Gerusalemme, quattro figli, Daniele De Paz è il nuovo presidente della Comunità ebraica di Bologna. La nomina nel corso della prima riunione del Consiglio eletto in occasione del voto del 26 maggio. Alla vicepresidenza è stata chiamata Deborah Romano Menasci. In Giunta anche Muriel Wahl. Completano l’organico consiliare Ines Marach, Lucio Pardo, Raffaele Zabban e Sherry Bloomfield.
Già due volte vicepresidente sotto la leadership di Guido Ottolenghi, De Paz ha scelto per sé due deleghe: bilancio e culto. Primo punto del programma: strategie condivise per lavorare sul fronte dell’aggregazione e sul coinvolgimento di tutti gli iscritti nelle attività e nella vita della Comunità. Di questo si occuperà in particolare Deborah Menasci. A Muriel Wahl invece il compito di lavorare nell’ambito della comunicazione. Tra le altre deleghe assegnate: Cultura (Ines Marach); Fund raising, patrimonio e investimenti (Lucio Pardo); Rapporti internazionali (Sherry Bloomfield); Eventi e rapporti con studenti israeliani (Raffaele Zabban).
“La nostra Comunità – afferma De Paz – è piccola nei numeri ma estremamente sfaccettata. Trovo importante che le diverse anime siano oggi rappresentate in Consiglio. Mi sembra che i presupposti per un lavoro proficuo ci siano tutti”.
 
 
Web e prevenzione della violenza
Boldrini: "Non servono nuove leggi"
 
“Non è necessario prevedere nuove norme, né censurare le forme di espressione, ma tutelare tutti dalla violenza”. Ad affermarlo, nel corso di un seminario convocato a Montecitorio per parlare dell'odio che corre sul web, il presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini.
 
 
Qui Milano – Kesher, cultura che crea legami
 
Quali le sfide di fare cultura ebraica? A questa domanda è stata dedicata la serata conclusiva dell’associazione Kesher. Domanda resa ancora più attuale dal progetto lanciato dalla Comunità ebraica di Milano: il festival Jewish and the City in programma dal 29 settembre al 1 ottobre.
 
Qui Torino - "L'assemblea ha respinto
la relazione del Consiglio"
Un'ulteriore comunicazione, da parte del professor Enrico Fubini, Presidente dell'Assemblea degli iscritti della Comunità di Torino, ha consentito di verificare che le informazioni tempestivamente pubblicate riguardo al voto consultivo sulla relazione generale tenuta dal Presidente della Comunità a nome del Consiglio erano in effetti corrispondenti al vero. "Come Presidente dell'Assemblea - ha specificato il professor Fubini - ho voluto nuovamente controllare di persona il verbale redatto dal Segretario della Comunità, dott. Raffaele Lampronti, e posso confermare che la votazione sulla relazione del Presidente ha dato come risultato 15 voti a favore, 48 contrari e 47 astenuti".
 
 
Cieli Aperti sul Mediterraneo
Siglato in Lussemburgo l’accordo Cieli Aperti tra Israele e Unione europea. L’accordo entrerà progressivamente in vigore nel corso dei prossimi cinque anni, con l’aspettativa di diminuire molto i prezzi e aumentare il turismo.
 
 
Qui Casale – Dalla Francia al Monferrato
Secondo appuntamento per la rassegna Suono e segno: la tradizione musicale da Salomone Rossi a Gilberto Bosco. Ad essere esplorato, sotto la direzione di Giulio Castagnoli, il legame tra Francia e terre di Monferrato.
 
Pilpul
 
  Scuola - Idee diverse, parole chiare
  Prendendo parte a un vivace confronto riguardo ai valori in gioco sui modelli di scuola pubblica e di scuola privata, il mondo ebraico italiano non si è lasciato sfuggire una nuova occasione di divisione. Non è un segreto, e non è necessariamente un male, se all'interno dell'ebraismo italiano vivono sensibilità differenti. Anzi, questa estrema pluralità e questa voglia di restare ciononostante assieme, è forse proprio quell'elemento di forza che ha accompagnato la più antica comunità della Diaspora in due millenni di storia italiana difficile e gloriosa. Grande rispetto, da parte della redazione, per le idee di tutti gli opinionisti che hanno scelto di intervenire in questo dibattito. Ma serve qualche parola chiara per evitare anche il più lontano rischio di malintesi.
Meglio ribadire al lettore ancora un'ennesima volta, tanto per cominciare, che le opinioni pubblicate su queste pagine, a meno di una chiara avvertenza in contrario, non possono rappresentare in alcun modo la posizione ufficiale delle istituzioni dell'ebraismo italiano. Lo scriviamo già ogni giorno in coda a questo notiziario, ma non si sa mai, meglio abbondare perché nessuno possa fare finta di non essersene accorto. Solo gli organi dirigenti dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e delle Comunità possono ovviamente rappresentare priorità e posizioni a nome dell'intera collettività.
In mezzo a posizioni tanto diverse e apparentemente lontane fra loro, infine, il lavoro dei giornalisti non può essere solo quello di registrare passivamente le diverse voci. Deve essere anche quello di mettere in evidenza quello che ci unisce. Ecco qualche spunto.
Crediamo che tutti gli intervenuti possano concordare sul fatto che i valori di laicità dello Stato stanno a cuore a tutti gli ebrei italiani.
Speriamo allo stesso tempo di non sbagliare dicendo che tutti, ognuno con la propria sensibilità, possono ben comprendere che le scuole ebraiche costituiscono un patrimonio inestimabile e un presidio irrinunciabile per il futuro dell'ebraismo italiano. Le Comunità che hanno l'alto onore e l'immenso merito di gestire una scuola, e l'Unione al loro fianco, non hanno solo il diritto, ma anche il dovere di tentare ogni strada intelligente e opportuna per difendere l'equilibrio di questi istituti da cui dipende molto del nostro futuro. Facendolo, aprendo strade nuove e ipotesi diverse, cercando senza ipocrisie, pregiudizi e rigidi ideologismi le soluzioni compatibili, cercando di tenersi alla larga dai provincialismi e dai campanilismi che talvolta ci fanno perdere di vista i modelli praticati nel resto del mondo ebraico, tutelano il futuro dell'ebraismo italiano e rendono onore all'eredità di conoscenza, di studio e di accettazione reciproca che ci tramandiamo di generazione in generazione.
Dividersi nei dibattiti sulle pagine dei giornali è certo entusiasmante. Talvolta può esserlo ancora di più costruire qualcosa assieme, portando ognuno il proprio diverso contributo. Per il futuro della Scuola ebraica, ne vale certo la pena.
 
  gv
 
  Tel Aviv, dalla Parade allo stadio
 
  Cartolina da Tel Aviv, 1. Venerdì scorso, cielo terso e brezza piacevole, umidità più tollerabile del solito. Decine di migliaia di persone da tutto il mondo convengono in occasione della Tel Aviv pride parade. (...)
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  Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
 
  Storie – La lunga strada sconosciuta
 
  Tra il 1933 e il 1945 prima la persecuzione nazifascista e poi la seconda guerra mondiale separarono brutalmente molte famiglie di ebrei, costringendo i loro membri a cercare di sopravvivere in vari angoli d’Europa. (...)
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  Mario Avagliano
 
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