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Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Le parashòt che stiamo leggendo in questi
sabati raccontano di una serie di lacerazioni e conflitti che
minacciano non solo la leadership ma il futuro stesso del popolo
ebraico. L’inizio di questo ciclo perverso, che porterà alla
destituzione di un’intera generazione, sembra riconducibile al verso 33
del capitolo 10 di Bemidbàr dove la Torah ci dice: “…. e si mossero
dalla montagna dell’Eterno….”.
Alcuni commenti spiegano che gli ebrei sarebbero fuggiti dal monte
Sinai come un bambino che fugge dalla scuola. La disgregazione ha
inizio quando si tenta di rompere il legame con l’essenza e con i
fondamenti che giustificano la nostra missione comportandoci come
bambini che fuggono dalle loro responsabilità.
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Dario
Calimani,
anglista |
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Ogniqualvolta si parla di etica si ha la
sensazione di essere antiquatamente retorici. Ma esiste una filosofia
che, nell’interesse delle scuole ebraiche, si affatica a difendere il
ben più diffuso interesse privato delle scuole cattoliche, e ciò,
contro l’evidente e superiore interesse morale dello stato. Ossia: se
una cosa è nel mio interesse è giusta a prescindere, ed è de facto il
bene comune. Non tutti la pensano così. L’Educazione, come la Sanità, è
uno di quei servizi che devono essere garantiti, per tutti, dallo
stato. Se poi desidero che mio figlio studi Torah e si prepari al Bar
Mitzwah, allora devo impegnare qualcosa di mio per realizzarlo, senza
aspettarmi regali e privilegi da altri. Credo che l’etica dell’ebraismo
– del mio ebraismo, almeno – ragioni così. E ragiona così anche in
merito ai privilegi economici sbalorditivi di cui beneficia la Chiesa
cattolica in Italia, facendo pagare a tutti costi che dovrebbero pesare
solo sui privilegiati di turno.
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Rassegna
stampa |
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Il Fatto Quotidiano riferisce dell’intervento
del presidente della Camera Laura Boldrini, del giurista Stefano Rodotà
e del ministro delle Pari opportunità Josefa Idem al convegno “Parole
libere o parole d’odio?”: ciò che è sanzionabile offline, deve esserlo
anche online, la linea guida portata avanti.
Nuovo capitolo del dibattito sulla Resistenza e sulla figura di Primo
Levi partigiano: lo storico Sergio Luzzatto, autore del controverso
Partigia, ne discuterà oggi a Roma alla Feltrinelli alle ore 18 con lo
scrittore Alessandro Baricco (Messaggero).
Sempre a Roma, il Fatto quotidiano denuncia una manifestazione di
matrice fascista di solidarietà al dittatore siriano Bashar Al Assad,
in programma per sabato prossimo.
Prosegue il percorso di beatificazione per il Giusto delle Nazioni
Odoardo Focherini, che fu direttore amministrativo e giornalista di
Avvenire (Avvenire).
Verrà proiettato oggi a Torino il documentario dedicato alla
deportazione degli ebrei di Rodi firmato dal regista Ruggero Gabbai (La
Stampa ). Sempre sul quotidiano torinese, un’ampia presentazione del
libro “America. Nuova Terra promessa” della giornalista Gianna
Pontecorboli (Francesco Brioschi editore) dedicato alle storie degli
ebrei italiani in fuga dalle persecuzioni dopo la promulgazione delle
leggi razziste.
Notizie dal Medio Oriente. Da leggere, sul Corriere, l’analisi di
Antonio Ferrari sugli sviluppi in Turchia e in Siria. Francesca Paci
sulla Stampa riferisce dell’assalto ad Aleppo lanciato dalle milizie di
Assad e gli alleati Hezbollah.
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Previste per le prossime settimane le
elezioni per il rinnovo degli incarichi di rabbino capo ashkenazita e
sefardita di Israele, attualmente ricoperti da rav Yona Metzger e rav
Shlomo Amar. Particolarmente intenso il dibattito sulla questione, che
non riguarda solo i nomi dei candidati, ma l’intero ruolo
dell’istituzione nella politica e nella società israeliana. |
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Europei
Under 21 - La nazionale tedesca
"In
Israele ci sentiamo come a casa”
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Poche
parole, in ebraico, accostate a colori un tempo ostili. Un messaggio
straordinariamente potente nella società dove tutto è comunicazione.
“Ci sentiamo come a casa”, si legge sulla nuova tenuta di gara della
nazionale tedesca protagonista agli Europei di calcio Under 21 in
Israele. Alcuni istanti e, grazie ai social network, l'immagine fa il
giro del mondo suscitando emozioni tra milioni di tifosi e appassionati. |
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Qui
Torino - "L'assemblea ha respinto
la
relazione del Consiglio" |
Un'ulteriore
comunicazione, da parte del professor Enrico Fubini,
Presidente dell'Assemblea degli iscritti della Comunità di Torino, ha
consentito di verificare che le informazioni tempestivamente pubblicate
riguardo al voto consultivo sulla relazione generale tenuta dal
Presidente della Comunità a nome del Consiglio erano in effetti
corrispondenti al vero. "Come Presidente dell'Assemblea - ha
specificato il professor Fubini - ho voluto nuovamente controllare di
persona il verbale redatto dal Segretario della Comunità, dott.
Raffaele Lampronti, e posso confermare che la votazione sulla relazione
del Presidente ha dato come risultato 15 voti a favore, 48 contrari e
47 astenuti". |
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Scuola
- Idee diverse, parole chiare |
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Prendendo
parte a un vivace confronto riguardo ai valori in gioco sui modelli di
scuola pubblica e di scuola privata, il mondo ebraico italiano non si è
lasciato sfuggire una nuova occasione di divisione. Non è un segreto, e
non è necessariamente un male, se all'interno dell'ebraismo italiano
vivono sensibilità differenti. Anzi, questa estrema pluralità e questa
voglia di restare ciononostante assieme, è forse proprio quell'elemento
di forza che ha accompagnato la più antica comunità della Diaspora in
due millenni di storia italiana difficile e gloriosa. Grande rispetto,
da parte della redazione, per le idee di tutti gli opinionisti che
hanno scelto di intervenire in questo dibattito. Ma serve qualche
parola chiara per evitare anche il più lontano rischio di malintesi.
Meglio ribadire al lettore ancora un'ennesima volta, tanto per
cominciare, che le opinioni pubblicate su queste pagine, a meno di una
chiara avvertenza in contrario, non possono rappresentare in alcun modo
la posizione ufficiale delle istituzioni dell'ebraismo italiano. Lo
scriviamo già ogni giorno in coda a questo notiziario, ma non si sa
mai, meglio abbondare perché nessuno possa fare finta di non essersene
accorto. Solo gli organi dirigenti dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e delle Comunità possono ovviamente rappresentare priorità e
posizioni a nome dell'intera collettività.
In mezzo a posizioni tanto diverse e apparentemente lontane fra loro,
infine, il lavoro dei giornalisti non può essere solo quello di
registrare passivamente le diverse voci. Deve essere anche quello di
mettere in evidenza quello che ci unisce. Ecco qualche spunto.
Crediamo che tutti gli intervenuti possano concordare sul fatto che i
valori di laicità dello Stato stanno a cuore a tutti gli ebrei italiani.
Speriamo allo stesso tempo di non sbagliare dicendo che tutti, ognuno
con la propria sensibilità, possono ben comprendere che le scuole
ebraiche costituiscono un patrimonio inestimabile e un presidio
irrinunciabile per il futuro dell'ebraismo italiano. Le Comunità che
hanno l'alto onore e l'immenso merito di gestire una scuola, e l'Unione
al loro fianco, non hanno solo il diritto, ma anche il dovere di
tentare ogni strada intelligente e opportuna per difendere l'equilibrio
di questi istituti da cui dipende molto del nostro futuro. Facendolo,
aprendo strade nuove e ipotesi diverse, cercando senza ipocrisie,
pregiudizi e rigidi ideologismi le soluzioni compatibili, cercando di
tenersi alla larga dai provincialismi e dai campanilismi che talvolta
ci fanno perdere di vista i modelli praticati nel resto del mondo
ebraico, tutelano il futuro dell'ebraismo italiano e rendono onore
all'eredità di conoscenza, di studio e di accettazione reciproca che ci
tramandiamo di generazione in generazione.
Dividersi nei dibattiti sulle pagine dei giornali è certo
entusiasmante. Talvolta può esserlo ancora di più costruire qualcosa
assieme, portando ognuno il proprio diverso contributo. Per il futuro
della Scuola ebraica, ne vale certo la pena.
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gv
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Tel
Aviv, dalla Parade allo stadio |
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Cartolina da Tel Aviv, 1. Venerdì scorso, cielo terso e
brezza piacevole, umidità più tollerabile del solito. Decine di
migliaia di persone da tutto il mondo convengono in occasione della Tel
Aviv pride parade. (...)
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Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
– La lunga strada sconosciuta |
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Tra il 1933 e il 1945 prima la persecuzione
nazifascista e poi la seconda guerra mondiale separarono brutalmente
molte famiglie di ebrei, costringendo i loro membri a cercare di
sopravvivere in vari angoli d’Europa. (...)
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Mario Avagliano
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