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Benedetto
Carucci
Viterbi,
rabbino
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Di fronte all'asina che parla,
Bilam,reagisce preoccupandosi della propria onorabilità. Chi è troppo
concentrato su se stesso non riesce a vedere neanche i miracoli più
evidenti.
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Si parlerà, alle 17 di oggi alle Murate di
Firenze, di “Eichmann o la banalità del male” (Giuntina) un libro che
mette al centro la riflessione di Hannah Arendt e la sua esperienza,
umana, emozionale, intellettuale sul processo Eichmann e del suo libro
“Eichman a Gerusalemme” in Italia più noto con il titolo “La banalità
del male”. Di quel libro,che oggi tutti considerano un classico, mi ha
sempre colpito la sua solitudine: in Italia quando Feltrinelli
coraggiosamente lo pubblicò nel 1964 nessuno – letteralmente – spese un
minimo di tempo a parlarne; perché tornasse timidamente a comparire in
libreria ci vollero 28 anni, un’intera generazione culturale; ce ne
vollero altri 9 (eravamo ormai nel 2001 ed eravamo alla Prima Giornata
della memoria) perché finalmente entrasse in una collezione tascabile e
dunque economica. E io mi chiedo: ma perché per quaranta anni, nessuno
ha mai pensato che quel libro fosse un classico? E a voler essere aspro
mi chiedo: ma tutti quegli intellettuali che fanno professione di
libero pensiero e di anticonformismo (dovunque collocati), dov’erano?
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Rassegna stampa |
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“Una foresta in onore di Carlo Maria
Martini”. Il settimanale del quotidiano della Conferenza episcopale
Avvenire torna sull’iniziativa del rabbino capo emerito di Milano
Giuseppe Laras, sostenuta dal cardinale Angelo Scola, di piantare una
foresta del Keren Kayemet in Israele in memoria di Martini.
Sulle pagine del Corriere una forte denuncia di Bernard Henry-Levy a
proposito della situazione siriana, con il mondo che assiste immobile
mentre il dittatore siriano Bashar Assad annuncia l’intenzione di
riconquistare Aleppo attualmente sotto il controllo dei ribelli.
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Israele - Rabbinato |
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Previste per le prossime settimane le
elezioni per il rinnovo degli incarichi di rabbino capo ashkenazita e
sefardita di Israele, attualmente ricoperti da rav Yona Metzger e rav
Shlomo Amar. Particolarmente intenso il dibattito sulla questione, che
non riguarda solo i nomi dei candidati, ma l’intero ruolo
dell’istituzione nella politica e nella società israeliana. |
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Israele
- Rav Metzger fa un passo indietro
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In
un messaggio indirizzato al ministro israeliano della Giustizia Tzipi
Livni, e a quello degli Affari religiosi Naftali Bennett, il rabbino
capo ashkenazita d’Israele Yona Metzger ha annunciato la volontà di
sospendersi temporaneamente dalle sue funzioni in seguito alle accuse
di frode, corruzione e malversazione.
Fermato e interrogato dalla polizia israeliana negli scorsi giorni (e
in particolare dall’unità Lahav 433 che si occupa di criminalità
economica), rav Metzger si era poi trovato agli arresti domiciliari e
ha comunque continuato a respingere ogni accusa.
Tra le funzioni cui ha dichiarato di rinunciare, quella di prendere
parte all’alta Corte rabbinica, al Consiglio rabbinico (che assiste i
due rabbini capo ashkenazita e sefardita) e alla nomina dei giudici nei
Tribunali rabbinici, mentre continuerà a firmare i certificati di
kasherut e la concessione di semichot (il titolo rabbinico). Livni ha
definito la decisione di rav Metzger “la cosa giusta da fare”.
Le elezioni per la nomina dei successori di rav Metzger e del rabbino
capo sefardita Shlomo Amar avranno luogo nella settimana del 24 luglio.
Sta prendendo forma in questi giorni il comitato elettorale di 150
membri chiamati a nominare i nuovi rabbini capo (e rav Metzger ha già
indicato i cinque delegati di sua competenza).
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Il
gigante malato |
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Presi, come siamo, da altri ordini di priorità, a
partire dall’intricata situazione siriana, non ci stiamo rendendo conto
che il gigante mediterraneo, l’Egitto, si trova ai limiti del collasso
economico.
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Claudio Vercelli
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Nugae
– Il valore della Parola |
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Mentre alcuni fratelli maturandi si preparano all’esame
prendendo aperitivi con gli amici (arrivare rilassati è tutto, insomma)
e tornano a casa affermando con un’alzata di spalle di aver svolto la
traccia su “boh, questo Claudio Magris”, nel frattempo qualche sorella
che ci è già passata guarda Quintiliano dall’alto in basso.
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Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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