Paolo Sciunnach,
insegnante
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(…)
In fondo, sta nelle nostre mani mettere fine alla sofferenza. Dipende
solo da noi farla diventare un momento d’incontro piuttosto chedi
scontro. (…)
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Non
potendo commentare la sostanza di una sentenza che farà discutere,
accenneremo qui al contenitore in cui tale sentenza è stata letta. La
vista ripetuta del cosiddetto “Palazzaccio” di piazza Cavour in Roma,
non può infatti non richiamare alla mente del ricercatore quel che
accadeva attorno a quelle pietre esattamente un secolo fa.
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"Nuove sfide per la
leadeship ebraica" |
Sul numero di Pagine
Ebraiche di agosto
attualmente in distribuzione, è pubblicata in forma integrale la
relazione tenuta dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna in occasione del Consiglio del 14 luglio
2013.
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Voci a confronto |
“La
‘Guerra dei sei giorni’… da allora sono cambiate molte, moltissime
cose, ma in fondo non è cambiato nulla. Una mesta, angosciante
considerazione, questa, che spesso ci capita di formulare e che adesso,
leggendo Pagine ebraiche di luglio, trova una toccante quanto sincera e
autorevole conferma”. A scriverlo è su Sette, il settimanale del
Corriere della Sera, il giornalista Stefano Jesurum, che racconta così
la lettera, datata 1967, del demografo israeliano Sergio Della Pergola,
a Ibrahim Washahi, oggi educatore e preside di Um-el-Fahm, vicino a
Haifa, e allora suo compagno nel dormitorio dell’Università ebraica di
Gerusalemme pubblicata sul giornale dell’ebraismo italiano.
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Risorse e bilanci |
Sul numero di Pagine
Ebraiche di agosto,
attualmente in distribuzione, un approfondimento sull’ultimo Bilancio
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
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Risorse
e bilanci
La
Giunta UCEI risponde
Pagine
Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione, dedica molto spazio
al tema delle risorse dell’ebraismo italiano e del Bilancio dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane. Tra l’altro è pubblicata anche una
lettera che tocca questi argomenti cui la Giunta dell’Unione offre una
articolata risposta che pubblichiamo oggi anche sul notiziario
quotidiano. “Siamo certi – si legge nella lettera firmata da Avner
Flavio Hannuna cui seguono altre 27 firme – della vostra consapevolezza
sulla drammatica situazione di un vasto numero di famiglie sia nella
comunità di Roma che in generale in tutta Italia. La reazione del
‘popolo’ è stata come sempre pronta ma assolutamente insufficiente. Si
fa allora ricorso anche ai Beth haKnesset senza considerare che alcuni
di questi non solo sono totalmente autosufficienti e senza contributi
ma già impegnati ad aiutare alcune famiglie. In tutto questo non si
parla di taglio di costi né dalla Comunità ebraica di Roma né
dall’UCEI, qualche notizia giunge per modificare le priorità ma nulla
di sostanziale. L’UCEI ad esempio spende centinaia di migliaia di euro
per l’informazione e decine di migliaia per incontri forse superflui,
ma salvo qualche flebile voce di dissenso nessuna forte protesta viene
fatta. Alla pari dei nostri governanti Italiani anche voi sembrate
allergici ai tagli. Continueremo a fare il nostro dovere mentre il
solco tra chi ci dovrebbe guidare e la Comunità diventerà sempre più
profondo.”
Questa
lettera ripropone alcune affermazioni, che vengono sovente ripetute in
alcuni ambienti della Comunità ebraica di Roma e anche sui social
network, che meritano una risposta costruttiva. Siamo ben consapevoli,
e già da qualche anno, che sia in corso una grave crisi economica:
purtroppo molte famiglie delle nostre comunità ne sono fortemente
colpite e sono comunque sostenute dalle istituzioni preposte e dalla
pronta risposta di solidarietà che viene dalle organizzazioni di base
come i Battei haKnesset.
Siamo anche consapevoli che questi aiuti
non sono assolutamente sufficienti a risolvere il problema, che nuove
famiglie si aggiungono alla già lunga lista di coloro che necessitano
aiuto, che le istituzioni devono entrare in campo con tutta la loro
forza.
In una lettera pubblicata online ci sollecitano ad effettuare
tagli degli investimenti eliminando per esempio tutto il settore
comunicazione che costerebbe 900mila euro l’anno (cifra non veritiera).
A
queste affermazioni, permetteteci di definirle qualunquiste, vogliamo
rispondere in maniera precisa e come già detto prima, costruttiva.
In
primo luogo le nostre istituzioni non assomigliano agli organi politici
del nostro Paese che devono ridurre compensi e snellire le loro
strutture, quindi il paragone con i governanti è del tutto improprio:
diversamente dai rappresentanti politici nazionali o locali, i
Consiglieri dell’Unione e delle Comunità svolgono l’incarico in forma
totalmente gratuita e volontaria; non pochi Consiglieri rinunciano ai
rimborsi per le trasferte che compiono a causa del loro impegno;
nessuno usufruisce di telefoni o altri benefici di servizio; tutti
viaggiano a tariffa economica. In breve, alla fine, ognuno ci rimette
del suo.
Qualcuno si azzarda a definire i nostri bilanci opachi o
non trasparenti, questa accusa ci addolora perché è lanciata senza
cognizione dei fatti. Il Bilancio dell’UCEI, anche quest’anno approvato
all’unanimità, è sottoposto sia al controllo di Revisori dei conti
nominati dal Consiglio che, per la parte di rendicontazione delle somme
ricevute dallo Stato (Otto per mille), dal ministero dell’Economia che
ha sempre approvato ogni relazione annuale.
Insomma, riteniamo di
essere un “modello”, e ci piacerebbe che molti più iscritti dedicassero
più tempo e passione ai temi comunitari con il fare e non solo con il
parlare/ criticare. Assimilarci ai “governanti” proprio non ci si
addice.
Purtroppo spesso si diffondono notizie e concetti senza averne esatta
cognizione.
Quali sono i costi dell’UCEI?
Una
risposta esaustiva si può ricavare dalla lettura della Relazione al
Bilancio e dai resoconti che sono pubblicati su questo stesso giornale
a pagina 2 e 3.
Comunque, già da una lettura più immediata, ma non
superficiale, dei conti si possono facilmente ricavare alcune
osservazioni:
- gran parte dei costi sono costituiti dai compensi del
personale che si occupa di effettuare tutte le attività che la Legge sull’Intesa
affida all’Unione delle Comunità;
- gran parte delle entrate dell’UCEI
sono costituite dalla raccolta dell’Otto per mille, ovvero dalla
sottoscrizione volontaria dei contribuenti italiani in occasione della
dichiarazione annuale dei redditi. L’importo del gettito dell’Otto per mille è
molto importante.
Ecco alcuni numeri per capire:
- circa 4,30 milioni l’importo indicato nel bilancio consuntivo
approvato del 2012.
- circa 5,27 milioni l’importo reale comunicatoci dal Ministero solo i
primi di luglio 2013
- il gettito è aumentato del 38% dal 2006 (+ 1,4 milioni)
- Il numero dei donatori
è aumentato del 20% dal 2006, raggiungendo un totale di circa 70mila cittadini/contribuenti
(ricordiamo che gli iscritti alle Comunità sono meno di 25mila),
residenti soprattutto nelle regioni del Meridione e del Nord-Est, dove
la presenza ebraica è molto bassa.
Con semplici interpolazioni statistiche possiamo ipotizzare che circa
60mila donatori non
siano iscritti
alle nostre comunità. In parole povere circa quattro contribuenti su
cinque sono persone non iscritte alle nostre Comunità e non ricevono
alcun servizio comunitario. Passiamo ora alla distribuzione delle risorse.
Si evince chiaramente dalla lettura completa del Bilancio, che il
grosso delle risorse è:
-
diretto in favore delle Comunità, con percentuali diverse a piccole,
medie e grandi comunità, ma con criteri di giustizia e di reciproca
solidarietà
- diretto verso l’assistenza sociale (la principale
preoccupazione dell’azione UCEI accanto ai temi dei giovani, della
cultura e del culto).
A dimostrazione di ciò i numeri del 2012 ci dicono che:
- 2.33 milioni sono stati versati direttamente alle Comunità
-
1.88 milioni dedicati per attività a favore delle comunità (di questi
334mila euro per assistenza sociale e 264mila per i giovani)
-
138mila euro per progetti speciali non delle Comunità per attività
sociali (di cui 61mila euro a Roma per finanziamenti a OSE, Deputazione
e Asili infantili e 48mila circa sono stati impegnati per assicurare
assistenza sociale nelle comunità più piccole e periferiche)
- 600mila circa per giovani e cultura (attività a diffusione nazionale)
-
Poco più di 500mila per il culto (attività a diffusione nazionale)
Stiamo parlando di oltre cinque milioni di euro destinati alle Comunità
ebraiche italiane e alle loro attività. Non ci sembra che stiamo
facendo attività di sperpero…
Analizziamo infine il settore della
comunicazione, tasto forte della polemica innescata sui social network.
Possiamo affermare che questo settore include la trasmissione
televisiva Sorgente di Vita, i siti internet Moked e UCEI, il mensile
Pagine Ebraiche con tutti i suoi inserti, il servizio di rassegna
stampa, con collaboratori (al di fuori dei dipendenti dell’Unione) che
non percepiscono alcunché per i propri articoli o interventi, e che ha
un costo netto di 484mila euro (uscite per 744mila, entrate per
260mila). Nel 2012 il Portale ha avuto 349mila visitatori unici
(persone che si sono collegati da 349mila computer diversi) ed è
ragionevole ipotizzare che tra queste persone ci siano anche i 60mila
non iscritti che scelgono l’UCEI come destinatario dell’Otto per mille.
In passato l’UCEI spendeva centinaia di migliaia di euro in campagne
pubblicitarie per invitare gli italiani a scegliere l’Unione come
destinatario dell’Otto per mille. Ma erano una goccia nel mare di
fronte alle campagne della Chiesa: si è quindi deciso di spendere
questi soldi in maniera diversa, maggiormente produttiva anche se
sicuramente più impegnativa per l’UCEI in termini di sforzi, di tempo
dei Consiglieri e degli assessori, di polemiche e discussioni varie che
scaturiscono a cadenza regolare. Abbiamo ragione di ritenere che senza
Sorgente di Vita, i siti Moked e UCEI, il mensile Pagine Ebraiche, la
raccolta dell’Otto per mille, che costituisce quasi due terzi delle
entrate dell’Unione, non avrebbe lo stesso gettito, ora in costante
aumento.
Le donazioni
dell’Otto per mille sono l’unica possibilità di crescita delle entrate
dell’UCEI, perciò porre la massima attenzione alla Community
dei donatori costituisce una irrinunciabile scelta strategica, e
l’informazione (a mezzo stampa o online) è l’unico servizio che l’UCEI
svolge a favore non dei soli iscritti alle comunità ma di tutti gli
italiani.
Riassumendo,
da cinque
anni l’UCEI non realizza più campagne pubblicitarie, ma con un
investimento analogo, informa quotidianamente iscritti e non iscritti
attraverso una capillare attività sul fronte dell’informazione, e
grazie a questa scelta è stato possibile incrementare il gettito
dell’Otto per mille in maniera sensibile.
La Giunta
dell’Unione ringrazia comunque per la sollecitazione, che ha dato modo,
attraverso questa breve e sintetica esposizione finanziaria di mostrare
l’attività che l’UCEI svolge annualmente.
La Giunta UCEI, Pagine
Ebraiche, agosto 2013
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Bilancio
Gli
investimenti per il culto
L’ingente
investimento in attività per il culto vede una ripartizione
(comprensiva dei costi per il personale) che destina al Collegio
rabbinico e alle Scuole rabbiniche quasi il 60 per cento delle risorse
UCEI dedicate al culto.
Pagine
Ebraiche, agosto 2013
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Bilancio
La
formazione e le scuole
Nel
settore educazione e formazione quasi il 30 per cento delle risorse
UCEI va all’insieme composto dal Collegio Rabbinico, dalla Scuola
Margulies di Torino e dal Bet Midrash di Milano. Il Progetto Formazione
e il Progetto Scuola riguardano attività educative dedicate a diversi
livelli di utenza.
Pagine
Ebraiche, agosto 2013
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