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2 agosto 2013 - 26 Av 5773
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
(…) In fondo, sta nelle nostre mani mettere fine alla sofferenza. Dipende solo da noi farla diventare un momento d’incontro piuttosto chedi scontro. (…)
 


Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Non potendo commentare la sostanza di una sentenza che farà discutere, accenneremo qui al contenitore in cui tale sentenza è stata letta. La vista ripetuta del cosiddetto “Palazzaccio” di piazza Cavour in Roma, non può infatti non richiamare alla mente del ricercatore quel che accadeva attorno a quelle pietre esattamente un secolo fa.
 
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"Nuove sfide per la leadeship ebraica"
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto attualmente in distribuzione, è pubblicata in forma integrale la relazione tenuta dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione del Consiglio del 14 luglio 2013. 
 
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Voci a confronto
“La ‘Guerra dei sei giorni’… da allora sono cambiate molte, moltissime cose, ma in fondo non è cambiato nulla. Una mesta, angosciante considerazione, questa, che spesso ci capita di formulare e che adesso, leggendo Pagine ebraiche di luglio, trova una toccante quanto sincera e autorevole conferma”. A scriverlo è su Sette, il settimanale del Corriere della Sera, il giornalista Stefano Jesurum, che racconta così la lettera, datata 1967, del demografo israeliano Sergio Della Pergola, a Ibrahim Washahi, oggi educatore e preside di Um-el-Fahm, vicino a Haifa, e allora suo compagno nel dormitorio dell’Università ebraica di Gerusalemme pubblicata sul giornale dell’ebraismo italiano.

 
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Risorse e bilanci
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione, un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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  davar
Risorse e bilanci
La Giunta UCEI risponde
Pagine Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione, dedica molto spazio al tema delle risorse dell’ebraismo italiano e del Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Tra l’altro è pubblicata anche una lettera che tocca questi argomenti cui la Giunta dell’Unione offre una articolata risposta che pubblichiamo oggi anche sul notiziario quotidiano. “Siamo certi – si legge nella lettera firmata da Avner Flavio Hannuna cui seguono altre 27 firme – della vostra consapevolezza sulla drammatica situazione di un vasto numero di famiglie sia nella comunità di Roma che in generale in tutta Italia. La reazione del ‘popolo’ è stata come sempre pronta ma assolutamente insufficiente. Si fa allora ricorso anche ai Beth haKnesset senza considerare che alcuni di questi non solo sono totalmente autosufficienti e senza contributi ma già impegnati ad aiutare alcune famiglie. In tutto questo non si parla di taglio di costi né dalla Comunità ebraica di Roma né dall’UCEI, qualche notizia giunge per modificare le priorità ma nulla di sostanziale. L’UCEI ad esempio spende centinaia di migliaia di euro per l’informazione e decine di migliaia per incontri forse superflui, ma salvo qualche flebile voce di dissenso nessuna forte protesta viene fatta. Alla pari dei nostri governanti Italiani anche voi sembrate allergici ai tagli. Continueremo a fare il nostro dovere mentre il solco tra chi ci dovrebbe guidare e la Comunità diventerà sempre più profondo.”

Questa lettera ripropone alcune affermazioni, che vengono sovente ripetute in alcuni ambienti della Comunità ebraica di Roma e anche sui social network, che meritano una risposta costruttiva. Siamo ben consapevoli, e già da qualche anno, che sia in corso una grave crisi economica: purtroppo molte famiglie delle nostre comunità ne sono fortemente colpite e sono comunque sostenute dalle istituzioni preposte e dalla pronta risposta di solidarietà che viene dalle organizzazioni di base come i Battei haKnesset.
Siamo anche consapevoli che questi aiuti non sono assolutamente sufficienti a risolvere il problema, che nuove famiglie si aggiungono alla già lunga lista di coloro che necessitano aiuto, che le istituzioni devono entrare in campo con tutta la loro forza.
In una lettera pubblicata online ci sollecitano ad effettuare tagli degli investimenti eliminando per esempio tutto il settore comunicazione che costerebbe 900mila euro l’anno (cifra non veritiera).
A queste affermazioni, permetteteci di definirle qualunquiste, vogliamo rispondere in maniera precisa e come già detto prima, costruttiva.
In primo luogo le nostre istituzioni non assomigliano agli organi politici del nostro Paese che devono ridurre compensi e snellire le loro strutture, quindi il paragone con i governanti è del tutto improprio: diversamente dai rappresentanti politici nazionali o locali, i Consiglieri dell’Unione e delle Comunità svolgono l’incarico in forma totalmente gratuita e volontaria; non pochi Consiglieri rinunciano ai rimborsi per le trasferte che compiono a causa del loro impegno; nessuno usufruisce di telefoni o altri benefici di servizio; tutti viaggiano a tariffa economica. In breve, alla fine, ognuno ci rimette del suo.
Qualcuno si azzarda a definire i nostri bilanci opachi o non trasparenti, questa accusa ci addolora perché è lanciata senza cognizione dei fatti. Il Bilancio dell’UCEI, anche quest’anno approvato all’unanimità, è sottoposto sia al controllo di Revisori dei conti nominati dal Consiglio che, per la parte di rendicontazione delle somme ricevute dallo Stato (Otto per mille), dal ministero dell’Economia che ha sempre approvato ogni relazione annuale.
Insomma, riteniamo di essere un “modello”, e ci piacerebbe che molti più iscritti dedicassero più tempo e passione ai temi comunitari con il fare e non solo con il parlare/ criticare. Assimilarci ai “governanti” proprio non ci si addice.
Purtroppo spesso si diffondono notizie e concetti senza averne esatta cognizione.
Quali sono i costi dell’UCEI?
Una risposta esaustiva si può ricavare dalla lettura della Relazione al Bilancio e dai resoconti che sono pubblicati su questo stesso giornale a pagina 2 e 3.
Comunque, già da una lettura più immediata, ma non superficiale, dei conti si possono facilmente ricavare alcune osservazioni:
- gran parte dei costi sono costituiti dai compensi del personale che si occupa di effettuare tutte le attività che la Legge sull’Intesa affida all’Unione delle Comunità;
- gran parte delle entrate dell’UCEI sono costituite dalla raccolta dell’Otto per mille, ovvero dalla sottoscrizione volontaria dei contribuenti italiani in occasione della dichiarazione annuale dei redditi. L’importo del gettito dell’Otto per mille è molto importante.
Ecco alcuni numeri per capire:
- circa 4,30 milioni l’importo indicato nel bilancio consuntivo approvato del 2012.
- circa 5,27 milioni l’importo reale comunicatoci dal Ministero solo i primi di luglio 2013
- il gettito è aumentato del 38% dal 2006 (+ 1,4 milioni)
- Il numero dei donatori è aumentato del 20% dal 2006, raggiungendo un totale di circa 70mila cittadini/contribuenti (ricordiamo che gli iscritti alle Comunità sono meno di 25mila), residenti soprattutto nelle regioni del Meridione e del Nord-Est, dove la presenza ebraica è molto bassa.
Con semplici interpolazioni statistiche possiamo ipotizzare che circa 60mila donatori non siano iscritti alle nostre comunità. In parole povere circa quattro contribuenti su cinque sono persone non iscritte alle nostre Comunità e non ricevono alcun servizio comunitario. Passiamo ora alla distribuzione delle risorse. Si evince chiaramente dalla lettura completa del Bilancio, che il grosso delle risorse è:
- diretto in favore delle Comunità, con percentuali diverse a piccole, medie e grandi comunità, ma con criteri di giustizia e di reciproca solidarietà
- diretto verso l’assistenza sociale (la principale preoccupazione dell’azione UCEI accanto ai temi dei giovani, della cultura e del culto).
A dimostrazione di ciò i numeri del 2012 ci dicono che:
- 2.33 milioni sono stati versati direttamente alle Comunità
- 1.88 milioni dedicati per attività a favore delle comunità (di questi 334mila euro per assistenza sociale e 264mila per i giovani)
- 138mila euro per progetti speciali non delle Comunità per attività sociali (di cui 61mila euro a Roma per finanziamenti a OSE, Deputazione e Asili infantili e 48mila circa sono stati impegnati per assicurare assistenza sociale nelle comunità più piccole e periferiche)
- 600mila circa per giovani e cultura (attività a diffusione nazionale)
- Poco più di 500mila per il culto (attività a diffusione nazionale) Stiamo parlando di oltre cinque milioni di euro destinati alle Comunità ebraiche italiane e alle loro attività. Non ci sembra che stiamo facendo attività di sperpero…
Analizziamo infine il settore della comunicazione, tasto forte della polemica innescata sui social network. Possiamo affermare che questo settore include la trasmissione televisiva Sorgente di Vita, i siti internet Moked e UCEI, il mensile Pagine Ebraiche con tutti i suoi inserti, il servizio di rassegna stampa, con collaboratori (al di fuori dei dipendenti dell’Unione) che non percepiscono alcunché per i propri articoli o interventi, e che ha un costo netto di 484mila euro (uscite per 744mila, entrate per 260mila). Nel 2012 il Portale ha avuto 349mila visitatori unici (persone che si sono collegati da 349mila computer diversi) ed è ragionevole ipotizzare che tra queste persone ci siano anche i 60mila non iscritti che scelgono l’UCEI come destinatario dell’Otto per mille. In passato l’UCEI spendeva centinaia di migliaia di euro in campagne pubblicitarie per invitare gli italiani a scegliere l’Unione come destinatario dell’Otto per mille. Ma erano una goccia nel mare di fronte alle campagne della Chiesa: si è quindi deciso di spendere questi soldi in maniera diversa, maggiormente produttiva anche se sicuramente più impegnativa per l’UCEI in termini di sforzi, di tempo dei Consiglieri e degli assessori, di polemiche e discussioni varie che scaturiscono a cadenza regolare. Abbiamo ragione di ritenere che senza Sorgente di Vita, i siti Moked e UCEI, il mensile Pagine Ebraiche, la raccolta dell’Otto per mille, che costituisce quasi due terzi delle entrate dell’Unione, non avrebbe lo stesso gettito, ora in costante aumento.
Le donazioni dell’Otto per mille sono l’unica possibilità di crescita delle entrate dell’UCEI, perciò porre la massima attenzione alla Community dei donatori costituisce una irrinunciabile scelta strategica, e l’informazione (a mezzo stampa o online) è l’unico servizio che l’UCEI svolge a favore non dei soli iscritti alle comunità ma di tutti gli italiani.
Riassumendo, da cinque anni l’UCEI non realizza più campagne pubblicitarie, ma con un investimento analogo, informa quotidianamente iscritti e non iscritti attraverso una capillare attività sul fronte dell’informazione, e grazie a questa scelta è stato possibile incrementare il gettito dell’Otto per mille in maniera sensibile.
La Giunta dell’Unione ringrazia comunque per la sollecitazione, che ha dato modo, attraverso questa breve e sintetica esposizione finanziaria di mostrare l’attività che l’UCEI svolge annualmente.

La Giunta UCEI, Pagine Ebraiche, agosto 2013

Bilancio
Gli investimenti per il culto
L’ingente investimento in attività per il culto vede una ripartizione (comprensiva dei costi per il personale) che destina al Collegio rabbinico e alle Scuole rabbiniche quasi il 60 per cento delle risorse UCEI dedicate al culto.

Pagine Ebraiche, agosto 2013
 
Bilancio
La formazione e le scuole
Nel settore educazione e formazione quasi il 30 per cento delle risorse UCEI va all’insieme composto dal Collegio Rabbinico, dalla Scuola Margulies di Torino e dal Bet Midrash di Milano. Il Progetto Formazione e il Progetto Scuola riguardano attività educative dedicate a diversi livelli di utenza.

Pagine Ebraiche, agosto 2013

 
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ISRAELE
Virus poliomielite: vigilanza,

ma nessun allarme
Pur non avendo avuto grande risonanza, la notizia del ritrovamento del virus della poliomielite che giunge da Israele sta facendo preoccupare molti, soprattutto fra chi si appresta a partire proprio in questi giorni.  Dai comunicati ufficiali dell'Organizzazione mondiale della Sanità e dei ministeri israeliano e italiano, il punto su una situazione che richiede vigilanza ma non allarme.

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ISRAELE
Rav David Lau, il basket

e un commento controverso
Il neoeletto rabbino capo ashkenazita di Israele David Lau si trova al centro di una polemica per un commento controverso. Il termine ebraico “kushim” (una parola colloquiale  e dispregiativa per indicare le persone di colore) è stato utilizzato dal rav nel contesto di un appello per dissuadere i haredim dall’interessarsi alle partite di basket.
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pilpul

Rigidità e serietà
Per gli insegnanti rigidità e severità sono sinonimi di serietà? L’idea (accennata implicitamente in un paragone proposto da Rav Riccardo Di Segni alla fine di un suo articolo apparso recentemente sul sito della Comunità di Roma sul ruolo dei rabbini) è molto diffusa, ma devo confessare che non mi convince.

Anna Segre, insegnante
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Le utopie che respingono
Negli appunti di Elias Canetti (“La tortura delle mosche”) c’è una frase densissima, che ogni anno mi pare più triste e più attuale: “Le utopie hanno un che di dimesso che fa sì che gli uomini ne siano respinti”.


Laura Salmon, slavista

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