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22 agosto 2013 - 16 Elul 5773
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Elia Richetti,
presidente
dell'Assemblea
rabbinica
italiana
Nella lunga e tremenda minaccia che la Torah rivolge a chi non serve il Signore, pochi versi di benedizione illuminano la cupezza data dalle gravi conseguenze dell’inosservanza: le benedizioni che spettano a chi serve D.o con tutto se stesso. È evidentemente un invito a distinguere attentamente e a scegliere il proprio campo: se stare con chi Lo serve o con chi non Lo serve.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Forse per deformazione professionale o magari personale, quando leggo una notizia sul Medio Oriente non manco mai di verificare a che punto arriva la parola “Israele”. Un esempio classico è l’intervista con l’allora primo ministro Giulio Andreotti pubblicata dal Corriere della Sera il 15 gennaio 1991, poche ore prima dell’inizio del lancio di missili scud da parte di Saddam Hussein, in cui “Israele” stava in bella evidenza tipografica al centro di una pagina in cui il premier commentava le cause della crisi del Golfo iniziata, come si ricorderà, con l’invasione irachena del Kuwait.
 
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"Nuove sfide per la
leadership ebraica"
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto attualmente in distribuzione, è pubblicata in forma integrale la relazione tenuta dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione del Consiglio del 14 luglio 2013.
 
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Voci a confronto
“Il premier turco che adesso incolpa Israele di aver tramato con i generali egiziani, durante la protesta al parco Gezi insinuava che i dimostranti fossero sponsorizzati dalla «lobby dei tassi d’interesse». L’attivista Amina Sboui lascia il movimento Femen e lo accusa di ricevere «soldi sospetti»: a manipolare dalle ombre le femministe sarebbero ancora una volta gli israeliani. Un ex leader dei Fratelli musulmani sostiene che il generale Abdel Fattah El Sissi sia di origine ebraica e suo zio sia stato un combattente dell’Haganah, la milizia da cui è nato l’esercito israeliano: «Abbiamo dimostrato il piano sionista per destabilizzare l’Egitto». Cambiano le teorie del complotto, non cambia l’indiziato” scrive Davide Frattini sul Corriere della Sera, in un’analisi dal titolo “Le (solite) teorie del complotto e Israele diventa il nemico perfetto”.
 
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Risorse e bilanci
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione, un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche.
 
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  davar
israele
L’ultima grande aliyah etiope
“Gli ebrei sono vissuti a Gondar per 2500 anni, e tuttavia il loro desiderio di ritorno a casa non si è mai sopito. Oggi scriviamo la parola fine su un viaggio che abbraccia migliaia di anni”. Grande emozione nelle parole del presidente dell’Agenzia ebraica Natan Sharansky, nel salutare gli ultimi atti della grande aliyah etiope, che a partire dagli anni ’80, e in particolare con le spettacolari operazioni Moses e Salomon, ha portato in Israele decine di migliaia di persone (oggi la comunità ne conta circa 120mila, comprese le seconde generazioni). Nel corso della cerimonia, Sharansky ha riconsegnato al sindaco della città le chiavi della scuola ebraica e di tutte le strutture costruite per assistere la popolazione in attesa dell’aliyah. Oltre 2000 i ragazzi che hanno studiato in quella scuola preparandosi alla partenza.
L’operazione Ali di Colomba, ideata con l’obiettivo di portare in Israele i settemila Falashah Mura rimasti in Etiopia (comunità che si convertite al cristianesimo nel corso dei secoli a causa delle persecuzioni subite, ma che hanno voluto tornare all’ebraismo) ha avuto origine nel 2010. Da allora sono partite da Gondar una media di 200 persone a settimana; l’ultimo volo è previsto per la fine di agosto. In futuro coloro che desidereranno emigrare in Israele dall’Etiopia saranno soggetti alle medesime regole degli aspiranti olim dal resto del mondo, che prevedono l’esame di ogni singolo caso.

cultura ebraica
L’etica della Mitzvah
“È commendevole dedicarsi alle Mitzvot pensando alla ricompensa che ne può derivare? Più in generale, qual è il punto di vista ebraico sull’idealismo e l’altruismo? Esiste davvero quel quid che ci permette di compiere atti meritori senz’altro fine che il bene in sé e per sé? O non è forse vero, come riteneva il filosofo inglese Hobbes, che in realtà l’uomo pensa solo a se stesso e che persino quando agisce in risposta a un ideale lo fa solo per il piacere personale che gli dà quell’ideale (egoismo etico)?”. A riflettere su queste tematiche nel numero di Pagine Ebraiche di agosto è il rabbino Almerto Moshe Somekh, prendendo spunto da un articolo di rav Yizchaq Blau della Yeshivat ha-Mivtar di Efrat, pubblicato nel “The Torah u-Madda Journal” della Yeshiva University di New York.
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pilpul
Setirot - Polvere sulle pagine
Bizzarre coincidenze, suggestioni di letture agostane. Mentre ho sotto gli occhi la colonna di Dario Calimani in cui ci ricorda quanto i Maestri si siano spesso occupati della “polvere sottile della calunnia” – polvere perché si insinua ovunque e chi ne è vittima non riesce poi a liberarsene mai del tutto – sto per finire un libro straordinario che per protagonista assoluto ha, in un certo senso, proprio la polvere: Convoglio di mezzanotte di S. Yizhar (elliot Editore, traduzione di Elena Loewenthal).

Stefano Jesurum, giornalista
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Time out - La curva dei buu
I tifosi della Lazio hanno diramato un comunicato in cui sostengono che i buu ai giocatori neri non sono razzismo. Che molte volte i giocatori di diverse etnie sono diventati idoli della curva e che gli ululati servono solo per irretire l’avversario. Peccato che abbiano dimenticato di spiegarci come mai il verso della scimmia sia rivolto solamente ai giocatori di colore, dimenticando, casualmente tutti i giocatori dalla pelle bianca da questa strana forma di provocazione.

Daniel Funaro
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