Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui         20 Giugno 2019 - 17 Sivan 5779
IL PRESIDENTE D'ISRAELE SUL MOVIMENTO CHE SOSTIENE IL BOICOTTAGGIO

Rivlin: "Il Bds non cerca la pace,
e non ha niente di progressista"

Il movimento di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele “non cerca la pace, e nemmeno di aiutare i nostri vicini palestinesi. Cerca di delegittimare l'esistenza stessa di Israele e dobbiamo usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per sconfiggerne l'odio e la discriminazione”. Parlando a Gerusalemme a una conferenza dedicata al tema della minaccia Bds, il Presidente israeliano Reuven Rivlin ha sottolineato come non si tratti di un movimento per i diritti dei palestinesi ma di un'iniziativa volta a negare a Israele il diritto di esistere. “Dobbiamo smascherare le moderne calunnie diffuse dal Bds”, ha detto Rivlin alla conferenza organizzata dal ministero degli Affari Strategici guidato da Gilad Erdan. Per il presidente bisogna fare attenzione a tutte le forme di antisemitismo: “dobbiamo essere uniti contro le crescenti minacce dell'antisemitismo, sia di sinistra che di destra, e dell'Islam radicale”.

LA SODDISFAZIONE DELL'UFFICIO NAZIONALE ISRAELIANO DEL TURISMO

“Tel Aviv, città sempre più gay friendly”

“Non solo una festa, ma anche un’importante dichiarazione di sostegno e un’opportunità per chiedere diritti uguali per tutti”. L’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo in Italia festeggia, con le parole del sindaco Ron Huldai, il successo del recente Gay Pride di Tel Aviv che ha visto la partecipazione di oltre 250mila persone da tutto il mondo.
“La parata di venerdì – si legge in un comunicato trasmesso nelle scorse ore – ha segnato la fine di un intero mese di eventi, che ha incluso il TLV Fest (il festival internazionale di cinema gay della città), una rassegna di eventi culturali LGTBQ, uno spettacolo speciale dell’Israeli Opera per celebrare le hit del recente Eurovision Song Contest, tenutosi presso l’hotel NYX della catena Fattal, hotel ufficiale del Tel Aviv Pride, e diversi tributi a figure chiave della comunità LGBTQ. I festeggiamenti sono poi proseguiti per tutto il weekend con numerosi after-party che hanno attirato decine di migliaia di spettatori, uno dei quali ha visto la partecipazione del celebre dj e icona gay Offer Nissim”.
Grande la soddisfazione di Avital Kotzer Adari, direttore dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo a Milano, che afferma: “Il mercato LGBTQ continua a crescere e Tel Aviv ne è diventata il simbolo, proprio per la sua capacità di accoglienza, in ogni giorno dell’anno. L’importanza di questo settore è testimoniata dai molteplici operatori che continuano a promuovere Tel Aviv come meta Gay friendly, con un’offerta sempre nuova e articolata”.
Nel comunicato si ricorda anche che Tel Aviv è stata nominata “Best Gay City” dal portale GayCities.com e “Most Gay-Friendly City in the World” da Wow Travel.
 
(Nell’immagine, diffusa dall’Ufficio Nazionale israeliano del Turismo, un momento del corteo)
ELEZIONI COMUNITARIE 

Padova ebraica, l'avvocato Gianni Parenzo
confermato alla presidenza

Conferma al vertice della Comunità ebraica di Padova per l’avvocato Gianni Parenzo, 77 anni, risultato il più votato alle elezioni comunitarie tenutesi domenica scorsa. Nel corso della prima riunione del nuovo Consiglio, svoltasi ieri sera, la vicepresidenza della Comunità è stata affidata a Gina Cavalieri mentre a Gavriel Sacerdoti è andata la delega al Bilancio.
“Intendo impostare i prossimi quattro anni di lavoro nel segno dei mandati precedenti. La nostra è una Comunità con piccoli numeri, in cui la sfida è coinvolgere davvero tutti. Non è facile, ma quello – afferma Parenzo – è il nostro obiettivo”. Fondamentale inoltre, prosegue, la relazione con la società esterna.

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Rassegna stampa

Bartali alla Maturità 

Secondo un’indagine nazionale, il 13,1% dei maturandi avrebbe scelto la traccia dedicata a Gino Bartali. Il tema sul ciclista “Giusto tra le Nazioni” sarebbe quindi sul podio, al terzo posto nelle preferenze degli studenti italiani. “Nuova maturità: irrompe lo sport. Bartali si rivela un tema che piace” titola tra gli altri la Gazzetta dello sport. Il quotidiano sportivo registra l’emozione della nipote Gioia, che afferma: “Grazie alla sua storia, i ragazzi riescono a capire i valori importanti che lui ha difeso per tutta la vita”.
Il quotidiano sportivo registra l’emozione della nipote Gioia, che afferma: “Grazie alla sua storia, i ragazzi riescono a capire i valori importanti che lui ha difeso per tutta la vita”.
Nella prima maturità senza tema storico, la Storia del Novecento è stata comunque presente, oltre che con le imprese del ciclista fiorentino, con la riflessione di Corrado Stajano e la poesia di Ungaretti. “C’è la Storia nelle tracce, però alla maturità si arriva impreparati” lancia l’allarme Anna Foa, intervistata da Repubblica.  
“Per gli studenti – afferma – una specie di imbroglio. Prima il ministero ha dato un segnale inequivocabile: inutile che la studiate, tanto non ci sarà un tema specifico. Poi sono state presentate delle tracce che, per essere svolte in modo decente, richiedono una conoscenza della storia. Ma agli studenti non è stato detto. Così viene naturale chiedersi se si siano accostati a quei temi consapevoli della strumentazione necessaria”.
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L'INCONTRO A BRUXELLES

Lotta all’antisemitismo, delegati al lavoro

La lotta all’antisemitismo tra le priorità europee. Una sfida urgente e improcrastinabile, come ha ricordato uno storico voto dello scorso dicembre da parte del Consiglio della UE che all’unanimità si è espresso in tal senso, invitando gli Stati membri a far propria la definizione di antisemitismo realizzata dall’International Holocaust Remembrance Alliance. “In tempi di crescente odio antisemita, questa voto unanime invia un segnale forte alla comunità ebraica; la UE e ciascuno dei suoi Stati membri sono al fianco per garantirne sicurezza e benessere” dichiararono allora in una nota congiunta il Primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans e il Commissario europeo per la giustizia, la tutela dei consumatori e l’uguaglianza di genere Věra Jourová.  
QUI ROMA  

Don Roscetti, omaggio 
al suo eroismo

“Non solo una rievocazione storica dei meriti di don Roscetti ma anche un ulteriore contributo al consolidamento dei buoni rapporti tra la comunità cristiana e quella ebraica sulla base del comune patrimonio spirituale esistente”.
Con queste parole Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e Palestrina, ha illustrato ieri il senso di una commemorazione che si è svolta a Subiaco (in provincia di Roma) in ricordo di monsignor Igino Roscetti, che al tempo delle persecuzioni antiebraiche si spese in prima persona per salvare la famiglia Perugia dall’arresto e dalla deportazione.  
 

JCIAK 

L'avvocata e la ministra

L'avvocato più celebre d'Israele in questo momento è una donna. Si chiama Lea Tsemel, è israeliana e da cinquant'anni difende i palestinesi: dalle femministe ai fondamentalisti, dagli attivisti non violenti ai militanti armati. Molti la considerano una traditrice, per altri è un'alleata preziosa. Lei dice di volere solo giustizia.
Il nome di Tsemel sarebbe rimasto confinato nelle aule di tribunale, se a lei non fosse dedicato un documentario, The Advocate. In questi giorni al Biografilm di Bologna dopo essere stato al Sundance e aver vinto alcuni premi in giro per il mondo, il lavoro ha trionfato al DocAviv Festival appena concluso a Tel Aviv e, come da copione, per la gioia dei media subito ha scatenato la furibonda reazione del ministro della Cultura Miri Regev.
 
Setirot – I toni della discussione
Dove vogliamo andare? Futuro dell’ebraismo italiano? Ma di che cosa stiamo parlando? Non bastano le proiezioni statistiche del professor Sergio Della Pergola che ci danno sostanzialmente in via di estinzione? No, noi dobbiamo “scannarci” un giorno sì e l’altro anche. E se non è per questioni di elezioni comunitarie sarà per il giudizio sul governo di Israele – che per altro non dovrebbe davvero rappresentare l’hard core dei nostri chiamiamoli dibattiti. Se non è per Israele sarà per le modalità e i tempi in cui si applica la Halakha in materia di ghiurim. E se non sarà per i ghiurim sarà perché non è ammesso essere “di sinistra” ovvero “buonisti” (che espressione ridicola e dall’eco fascisteggiante), mentre è (quasi) del tutto kosher votare e/o militare con gli alleati razzisti e assai poco democratici di Casa Pound e Forza Nuova. E se non è per la politica sarà per i rapporti con gli altri ebraismi. E poi buone ultime (non in assoluto, il passato è ricco di episodi tristemente simili) arrivano le sberle metaforiche tra rabbanim.
Stefano Jesurum, giornalista
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Chi ha paura del confronto
Come molti altri, critici inclusi, ho trovato di grande interesse il recente intervento su queste colonne di rav Pierpaolo Pinhas Punturello, che a propria volta prendeva spunto dall’intervista altrettanto interessante di Anna Segre a Guido Vitale pubblicata sull’ultimo numero di Hakehillah. Vorrei provare a commentare un singolo punto tra i molti e rilevanti toccati da rav Punturello, il rapporto dell’ebraismo italiano di denominazione ortodossa con altri ebraismi e, in particolare, con quelli riformati. Detto per inciso, credo sia di grande valore la scelta di Hakehillah di affrontare in numerose circostanze questo argomento negli ultimi anni, sia dando la voce ai protagonisti, sia accogliendo opinioni di vario orientamento (per esempio quella di Joyce Bigio, copresidente della Federazione italiana per l’ebraismo progressivo e del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni).
Giorgio Berruto
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Machshevet Israel - Lo Shulkhan ‘arukh di Primo Levi
Per celebrare quest’anno il secolo dalla nascita di Primo Levi, ormai divenuto icona internazionale dell’ebraismo italiano, rileggiamo Norberto Bobbio, il maggior filosofo della politica che l’Italia abbia avuto nel Novecento. Entrambi torinesi e laici, nonché antifascisti – quando questo termine significava qualcosa, qualcosa di nobile, sul piano culturale – Levi e Bobbio hanno condiviso un raro senso del rigore morale coniugato con la sottile ironia con cui gli intelligenti ponderano la realtà. 
Massimo Giuliani, docente Università di Trento
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Immagini distorte 
Di recente è apparsa sulla stampa una notizia apparentemente futile: dalla Conferenza dei Rabbini Europei sarebbe arrivata la richiesta di introdurre nel linguaggio grafico informatico le emoji (le cosiddette faccine) con la kippà, in assenza di immagini rappresentative dell'identità fisica ebraica, diversamente da quanto accade per altre religioni.
 
Sara Valentina Di Palma
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Franco Modigliani, un liberaldemocratico 
Prima ancora di parlare della raccolta di scritti di Franco Modigliani curata da Renato Camurri (Rischio Italia, L’economia italiana vista dall’America 1970-2003, Donzelli, Roma 2018), è opportuno ricordare la collana nella quale il volume è inserito: “Italiani dall’esilio”, questo è il suo nome, ed è diretta dallo stesso Camurri. Il suo obiettivo è di riproporre, togliendoli dall’oblio nel quale spesso erano cadute, figure di grandi intellettuali di cultura liberaldemocratica che il fascismo e/o le leggi razziali avevano costretto ad emigrare, negli Stati Uniti in maggioranza. Sono stati così pubblicati volumi su Gino Germani, su Giorgio La Piana, su G.A. Borgese, su Corrado Cagli; non a caso il primo volume della collana, curato anch’esso da Renato Camurri, è stato dedicato al più grande di questi esuli: le “Lettere americane” di Gaetano Salvemini, la cui figura ritornerà nelle pagine dedicate a Modigliani.
Valentino Baldacci
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