GLI ULTIMI SONDAGGI
Israele e la maggioranza che non c'è
Se si dovesse votare oggi in Israele, il quadro politico rimarrebbe inalterato, senza una maggioranza chiara e con il rischio di uno stallo. Questo raccontano gli ultimi sondaggi pubblicati dai media israeliani che – a due mesi dalle elezioni – fanno emergere un quadro ancora con molti punti interrogativi per la futura governabilità del paese. Secondo i dati dell’emittente Arutz 12, il Likud del Primo ministro Benjamin Netanyahu con i partiti di destra e quelli religiosi non riuscirebbe a superare quota 55 seggi, dovendo necessariamente contare sull’appoggio del partito Israel Beitenu di Avigdor Lieberman (che però ha giurato di non volersi sedere con i partiti haredi). È lui infatti l’unico a rafforzare, almeno secondo i sondaggi, la sua posizione ottenendo nelle proiezioni 10 seggi, 5 in più rispetto alle elezioni di aprile. La sua campagna nel nome della laicità starebbe quindi funzionando, erodendo voti ai due grandi partiti in corsa, Likud e Kachol Lavan di Benny Gantz, scesi rispettivamente da 35 a 31 e 30 seggi.
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PAGINE EBRAICHE - L'INTERVISTA
"Museo d'Israele, un contenitore di futuro"
Il museo come spazio di dialogo, di discussione, di confronto. Un dialogo che avviene su più livelli: tra visitatore e opera, tra le opere, tra curatori e direttore, tra la struttura museale e lo spazio circostante. Il tutto legato da un lavoro altamente professionale. “Dove c’è serietà, dove c’è capacità di mettersi in gioco e competenza, allora si ottengono risultati positivi” spiega a Pagine Ebraiche Bruno Ido, da novembre 2018 alla guida del Museo d’Israele a Gerusalemme. Una sfida che racconta essere “molto entusiasmante” in un momento storico in cui “i musei devono ridefinire stessi: Mettere in relazione il patrimonio culturale che conservano ed espongono con i nuovi linguaggi del presente”. Nato a Gerusalemme due anni prima della fondazione del Museo d’Israele (1965), Ido arriva dal mondo del design: da 25 anni insegna alla prestigiosa Accademia Bezalel, nel dipartimento di Design industriale. Prima di diventarne direttore, aveva già curato diverse mostre nel Museo, lavorando anche a un progetto di rinnovamento degli spazi di una struttura che rappresenta un fiore all’occhiello d’Israele.
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IL COMPLEANNO DEL TESTIMONE NATO NEL 1930
"Sami Modiano, un messaggio di vita e speranza"
Oggi è il compleanno di una persona speciale.
Di un uomo che ha saputo risalire dagli abissi dell'orrore per regalarci non solo il sofferto dono della testimonianza, che lo porta ogni volta a rivivere le drammatiche esperienze subite sulla propria pelle e su quello dei propri cari, ma anche un messaggio di vita, speranza, futuro.
Sami Modiano è, da anni, un baluardo e un esempio per milioni di cittadini, studenti e ragazzi italiani che a lui e agli altri Testimoni della Shoah si rivolgono con cuore aperto e menti da illuminare sulle conseguenze cui possono portare odio e parole malate.
In questa giornata di festa, caro Sami, ti giungano l'affetto e la gratitudine di ognuno di noi.
Ad me'ah v'esrim! Fino a 120!
Noemi Di Segni, Presidente UCEI
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REDAZIONE APERTA
Camillo Castiglioni, una vita spericolata
Una vita senza freni, all’insegna di una ricerca quasi spasmodica di visibilità e fama che lo portò a diventare il re dei finanzieri e industriali europei. Allo stesso tempo però una vicenda umana inquieta e a tratti inquietante.
Difficile riassumere in una mostra l’esistenza di Camillo Castiglioni, il suo complesso rapporto con l’identità ebraica, con il padre Vittorio che fu vice rabbino di Trieste e poi rabbino capo di Roma, la sua fascinazione per potere, per il regime fascista, e poi il crollo repentino, le Leggi del ’38 che lo colpirono senza sconti, i sotterfugi con cui si salvò dalle persecuzioni, il suo esuberante riaffacciarsi sulla scena nei primi anni del dopoguerra. Fino all’ultima, incredibile, controversia legale che lo vide contrapposto (e vincente in sede giudiziaria) con il Maresciallo Tito.
A provarci è “Camillo Castiglioni e il mito della BMW”, organizzata dalla Fondazione Bardelli in collaborazione con il Comune di Trieste e ospitata ancora per alcuni giorni a Palazzo Gopcevich.
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Rassegna stampa
Lega-Cinque Stelle:
lo scontro continua
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Setirot - Il cibo della convivenza
Molto è stato scritto e detto – decretandone il successo – su “Ricette e precetti”, acuto divertissement ideato e raccontato da Miriam Camerini (istruzioni culinarie di Benedetta Jasmine Guetta e Manuel Kanah ossia i pilastri di www.labna.it, illustrazioni di Jean Blanchaert, editore Giuntina). E Miriam stessa non ha bisogno, almeno qui, di lunghe presentazioni. La sua cifra è l’eclettismo: regista teatrale, attrice, cantante, studiosa di ebraismo, è iscritta al primo corso rabbinico aperto anche alle donne nel mondo ortodosso (il Beit Midrash Har’El), nata a Gerusalemme, cresciuta a Milano, continua a fare la spola tra le due città, accomunate dal prefisso 02.
Ciò che a mio avviso conta di questo potpourri composto da rigorosissimi dosaggi alimentari, sapienza ebraica e religiosa in genere, ironia e autoironia, leggerezza, digiuni e banchetti, divieti è il rapporto che ogni società ha con la natura e il divino.
Stefano Jesurum, giornalista
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Il feticismo della fede
“Il calvario di Salvini”, titolava in prima pagina Libero il 16 luglio, scegliendo il motivo della passione per descrivere l’amato vicepremier nel caos del Russiagate. Non è la prima volta, in questi mesi, che Salvini viene accostato a Gesù; lui stesso, d’altra parte, ha contribuito ampiamente scegliendo per il libro uscito da Rizzoli il facile slogan “Secondo Matteo”. Da lì a “Il vangelo secondo Matteo”, come ha titolato Il Foglio il 2 giugno, il passo è stato breve. “Cattolici a un bivio: il Papa o Salvini”, ha aperto La Repubblica l’8 luglio, di fatto avallando l’idea che il singolare vangelo del singolare ministro degli Interni sia una alternativa credibile per i cattolici italiani.
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In ascolto - Dakh Daughters
Il Barby Club, noto locale musicale di Tel Aviv, attende le Dakh Daughters, gruppo femminile ucraino che porterà in scena “Freak Cabaret”, uno spettacolo in cui pace, amore e libertà costituiscono “la forza centripeta che tiene in orbita la performance”, come amano dire. Sette donne per quindici strumenti, in un incredibile mix di musica e teatro, che stupisce e affascina.
La loro storia inizia nel 2012 dietro le quinte del teatro Dakh di Kyiv, poco prima della partenza per un tour a Parigi. Anya Nikitina sta strimpellando per gioco la chitarra e dice alle colleghe che amerebbe allestire uno spettacolo di cabaret alla francese.
Maria Teresa Milano
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Machshevet Israel - Sull'idea di taref
Mi piace pensare che un pensiero sia ebraico se riesce a scavare – lidrosh – in ogni angolo dell’esperienza ebraica e portare a parola il recondito, l’implicito e il potenziale di quel na‘asè ve-nishma‘, “faremo e ascolteremo”, che sta alla base dell’esistenza del popolo di Israele. E tra le esperienze della vita quotidiana ebraica, vissuta nello spirito del Sinai, c’è la distinzione tra kasher e taref, termini che designano in senso ampio “ciò che è permesso” e il suo contrario, nel campo dell’alimentazione ma non solo.
Massimo Giuliani, Università di Trento
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Il tentativo di Balaam
Leggiamo questo Shabbat di come il mago Balaam sia più ottuso della sua asina, e di come per ben tre volte il suo tentativo di maledire Israele non riesca, e le parole che pronuncia si trasformino in benedizione.
Giunto sulla cima delle colline di Moab, il mago vede dall’alto le tende del popolo, così ordinare e disposte in modo da preservare l’intimità di ogni famiglia, e pronuncia la benedizione Ma tovu che tanti usano dire entrando in Tempio: come sono belle le tue tende, Giacobbe, i tuoi Santuari, Israele! (BeMidbar 24,5).
Sara Valentina Di Palma
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Claudio Vercelli prosegue nella pubblicazione dei suoi agili volumi di divulgazione storica: dopo «Israele 70 anni. Nascita di una nazione», «1938. Francamente razzisti. Le leggi razziali in Italia», «Neofascismi», adesso è la volta di «L’anno fatale. 1919: Da Piazza San Sepolcro a Fiume» (Edizioni del Capricorno, Torino, 2019). Non c’è bisogno di sottolineare quanto bisogno ci sia di conoscenza storica: i volumi di Vercelli sono perciò di grande utilità, anche perché seguono un modello che si è rivelato valido. Alla base c’è un testo redatto con un linguaggio rigoroso ma al tempo stesso molto chiaro, accompagnato da un corredo di schede che consentono al lettore non specialista di comprendere anche i passaggi più complessi della narrazione.
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