L'ULTIMO SALUTO AL CARABINIERE UCCISO A ROMA
"I toni di queste ore non siano la dodicesima coltellata"
Si sono tenuti nelle scorse ore a Somma Vesuviana i funerali di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei carabinieri ucciso a Roma venerdì scorso. Presenti diverse autorità, in una giornata di riflessione e dolore che tocca nel profondo tutto il Paese.
Giovanni Nistri, comandante dell'Arma dei Carabinieri, ha tra gli altri affermato: "Chiedo rispetto e riconoscenza per Mario. Giusti i dibattiti ma oggi teniamoli fuori. Evitiamo la dodicesima cotellata al cuore d'oro del vicebrigadiere. I toni e i modi non siano dunque la dodicesima coltellata".
A testimoniare il proprio cordoglio alla famiglia e all’Arma dei Carabinieri è stata anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in un messaggio firmato dalla presidente Noemi Di Segni in cui si esprime la gratitudine del mondo ebraico per l’impegno, la dedizione e la professionalità degli uomini e donne dell’Arma a tutela della sicurezza dei cittadini.
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L'ATTACCO A MIAMI
"Azioni antisemite, autorità pongano fine all'ondata"
Mentre aspettava di entrare nella sinagoga Young Israel a Miami, un uomo di 58 anni è stato ferito alle gambe da diversi colpi d’arma da fuoco esplosi da un auto in movimento. Un volontario di Hatzolah, un’organizzazione medica d’emergenza che serve le comunità ebraiche di tutto il mondo, era nei pressi della sinagoga e ha potuto aiutare la vittima ricoverata in ospedale in condizioni stabili. Le autorità stanno indagando sul caso, riporta il Miami Herald, e non escludono si tratti di un reato d’odio. La sparatoria di Miami segue i tragici attentati antisemiti degli ultimi mesi a Pittsburgh, in Pennsylvania, e a Poway, in California. “Invito le autorità statunitensi a porre fine all’ondata di attentati terroristici antisemiti perpetrati contro gli ebrei negli Stati Uniti. È tempo che gli ebrei possano vivere la loro vita come qualsiasi altro cittadino” l’appello del vicepresidente della World Zionist Organization Yaakov Hagoel.
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CICLISMO
Adriatica Ionica, Israele lascia il segno
Poche ore e un suo celebre connazionale, Egan Bernal, avrebbe festeggiato con champagne e maglia gialla sugli Champs Élysées. Il colombiano Alvaro Hodeg, più modestamente, si è accontentato di vincere l’ultimo sprint a Trieste, nella volata di Viale Miramare, della seconda edizione della Adriatica Ionica Race.
L’intrigante corsa a tappe ideata da Moreno Argentin, parte di un progetto che vuole rafforzare il dialogo tra Italia e Paesi balcanici attraverso il ciclismo, offre però almeno un altro responso. Perché se nel 2018 a conquistare la seconda piazza fu l’italiano Giulio Ciccone, autore di un memorabile exploit che nelle scorse settimane l’ha portato a vestire la maglia di leader del Tour de France per un paio di tappe, a succedergli è oggi il belga Ben Hermans.
Un (quasi) trionfo targato Israel Cycling Academy, la prima squadra professionistica israeliana di ciclismo che si è già fatta apprezzare, nel 2018 e la scorsa primavera, sulle strade del Giro d’Italia. Un po’ di rammarico resta, perché l’esperto corridore fiammingo è arrivato ad appena 15 secondi dall’ucraino Mark Padun, vincitore della corsa. Ma l’impressione è che, un passo alla volta, la Academy stia guadagnando spazio e considerazione nell’ambiente.
La speranza di molti è che questo simbolico secondo posto possa rivelarsi di buon auspicio anche per Hermans e compagni, anche in chiave Tour de France. L’ambizione della Academy, per il 2020, è infatti quella di partecipare alla Grand Boucle. E se possibile con un ruolo non troppo secondario.
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Rassegna stampa
Un Paese in lutto
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Un articolo da ricordare
In mezzo al violento scatenamento di odio provocato dalla falsa notizia che il vice brigadiere Mario Cerciello Rega fosse stato ucciso da due nordafricani, dopo essere stato costretto a cambiar discorso dalla scoperta che non di nordafricani si trattava, ma di giovani e bianchi californiani, il ministro Salvini ha agitato, sia pur vagamente, il fantasma della pena di morte. Vorrei ricordare a chi non lo avesse in mente l’art. 27 della Costituzione, un articolo fra quelli non sottoponibili a revisione costituzionale.
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Oltremare – Il petek
Agosto alle porte e le meduse cominciano a recedere dalle nostre coste, e questa è una buona notizia. Un’altra buona notizia è il fatto che tempo un paio di giorni le aggregazioni elettorali devono essere completate, e i politici la smetteranno di passare da un partito all’altro, e di formare nuovi partiti, micro e macro, in vista delle elezioni del 17 settembre. E finalmente si saprà con una certa sicurezza a quale lista di candidati corrisponde ciascun “petek”, il proverbiale foglietto di carta con lettere dell’alfabeto ebraico stampate a caratteri cubitali che la Start Up Nation continua ad usare come metodo non proprio ultratecnologico per esprimere il voto al seggio.
Daniela Fubini
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Controvento – Responsabilità del futuro
Confesso che sono sempre più ammirata dalla dedizione, dall’energia e dalla visione di Gabriele Nissim, che, se ne avessi la possibilità, proporrei per il Nobel per la pace – e mi sorprende che le autorità italiane ancora non gli abbiano conferito una delle tante onorificenze nazionali o locali, con cui hanno premiato persone molto meno degne di lui. Probabilmente perché Gabriele è occupato a fare, invece che a mettersi in mostra e pontificare sui media.
Viviana Kasam
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