Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       31 luglio 2019 - 28 Tamuz 5779
LA POSIZIONE DEL RAV RICCARDO DI SEGNI

"Suicidio medicalmente assistito,
ecco perché ho votato contro"

“Vorrei che fosse un utile strumento, molto documentato, che possa aiutare il legislatore a prendere decisioni. Abbiamo voluto fare chiarezza ed esporre tutti gli argomenti, pro e contro”. Con queste parole il giurista Lorenzo D’Avack, presidente del Comitato nazionale per la Bioetica, ha riassunto l’intenso confronto che ha portato il gruppo di lavoro ad esprimere tre diverse posizioni sulla legalizzazione del suicidio medicalmente assistito.
Confronto sintetizzato in un documento che, fruibile sul sito del Comitato, spiega che si è inteso affrontare il tema “con la consapevolezza di rilevare orientamenti difformi sia all’interno dello stesso Comitato, sia nella società”. Tra i contrari il rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e vicepresidente del Comitato.
“È bene chiarire – sottolinea a Pagine Ebraiche – che per suicidio medicalmente assistito non si intende l’eutanasia attiva nella quale una persona mette fine all’esistenza di un altro, ma una situazione nella quale una persona libera e cosciente che vuole terminare la sua esistenza chiede a un professionista della sanità di procurargli un farmaco opportuno, che il richiedente si somministrerà da solo”.
L’espressione di un parere su questo delicato argomento, prosegue il rav, si lega a una sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno, chiamata a decidere sulla costituzionalità della norma del codice penale che proibisce l’assistenza al suicidio. La Corte, ricorda, “non decise ma dette un anno di tempo al Parlamento per cambiare, se e come avesse voluto, il divieto vigente”. In attesa di una nuova legge o altrimenti della sentenza della Corte, il Comitato, che ha funzione consultiva per il Governo e le istituzioni, ha così formulato un parere “nel quale ha esaminato le implicazioni e i diversi punti di vista sull’argomento” per fornire dati precisi ai decisori.
Il parere “per la sua natura informativa e pluralistica” è stato approvato e, malgrado le differenti visioni, è stato anche possibile un accordo su alcune raccomandazioni finali condivise. Le diverse visioni rimangono comunque tali e, spiega il rav Di Segni, sono state sintetizzate in tre posizioni: A (contraria), B (favorevole) e C (favorevole con riserve). L’opzione che ha avuto il maggior numero di preferenze è la B, con 13 adesioni; a seguire la A con 11 e la C con 2.
Il rav, “in ossequio con i principi della Halakhah”, ha scelto l’opzione A. “Alcuni membri del Comitato – si legge – sono contrari alla legittimazione, sia etica che giuridica, del suicidio medicalmente assistito, e convergono nel ritenere che la difesa della vita umana debba essere affermata come un principio essenziale in bioetica, quale che sia la fondazione filosofica e/o religiosa di tale valore, che il compito inderogabile del medico sia l’assoluto rispetto della vita dei pazienti e che l’’agevolare la morte’ segni una trasformazione inaccettabile del paradigma del ‘curare e prendersi cura’”.

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L'ANNIVERSARIO E LE INIZIATIVE DEL COMITATO

"Un anno nel segno di Primo Levi"

“Uno dei ricordi più cari che ho di Primo Levi è l’incontro che organizzammo nel 1975 al salone San Paolo di piazza San Carlo, a Torino. Io allora ero presidente del Centro giovanile ebraico e Levi partecipò all’iniziativa assieme a Giuliana Fiorentino Tedeschi. Ricordo la forza di quella testimonianza, di quel messaggio ai giovani di alto impegno civile ed etico e il monito che quanto capitato potrebbe ripetersi. Allora c’era una grande sensibilità verso i valori democratici e della Resistenza, oggi mi sembrano in pericolo con il preoccupante riaffacciarsi di fascismo e razzismo: per questo dobbiamo continuare a leggere e studiare Levi”. Sono passati diversi anni da quell’incontro torinese ma il segno di quella giornata è ancora vivido nella memoria, sottolinea oggi a Pagine Ebraiche Dario Disegni, presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario della nascita di Primo Levi. In questo 31 luglio, in cui cade l’anniversario nella nascita di Levi, Disegni – presidente del Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e della Comunità ebraica di Torino – ricorda l’attualità del messaggio del grande scrittore e Testimone, la sua complessità di uomo di scienza e di lettere.

 


Rassegna stampa

Cent'anni di Primo Levi
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IL SEMINARIO A VENEZIA 

Jewish Book Week,
un bando per gli Under 35

Aperto a giovani scrittori ebrei da Italia, Belgio, Germania, Ungheria, Polonia e Svezia, il bando della Jewish Book Week, in collaborazione con Beit Venezia,
propone un seminario di una settimana nella città lagunare.
In programma dal 18 al 25 settembre, in concomitanza Biennale, “Writers in Translation Workshop” si rivolge ad autori Under 35 da questi sei Paesi e, per alcuni di loro, diventerà l’opportunità per partecipare alla prossima edizione del prestigioso festival londinese.
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Giochi del Maccabi al via
"Qui per portare luce"


Al via ieri a Budapest, con la cerimonia ufficiale di inaugurazione alla presenza del Capo dello Stato Janos Ader, la quindicesima edizione dei Giochi europei del Maccabi. Un’edizione con numeri da record: 40 delegazioni nazionali presenti, per un totale di circa 2300 atleti in gara. 
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La via da percorrere
In questo periodo dell’anno rinnoviamo il triste ricordo della distruzione del Santuario. Uno dei significati sempre attuali, legato a tale evento, ci viene proposto da un episodio di quei giorni narrato nel Talmud (Talmud B. Ghittin 56). Si racconta che, nell’infuriare dell’assedio posto dai romani a Yerushalaim, uno dei grandi Maestri, Rabbi Yochannan ben Zakkay, già allievo di Hillel, era ben consapevole dell’imminente disfatta, sia per la preponderante forza nemica, sia per le gravi responsabilità della leadership ebraica, che rappresentava fazioni accecate dall’odio reciproco.
Rav Giuseppe Momigliano
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Ticketless - Tra Roma e Toledo
Ticketless va in vacanza per due settimane, la postazione non sarà comunque sguarnita. Quando si va lontano si spediscono cartoline. Mi piace associare il viaggio al ricordo di un documento in cui si parla di quel luogo. Tengo sempre in tasca un taccuino con la citazione da verificare in loco.
La Cartolina 1 affianca due immagini. Roma, Tempio Maggiore e Toledo, Sinagoga del Transito. S’iniziò a costruire la grande Sinagoga di Roma nel 1901. Lungo fu, come sempre in Italia, l’iter burocratico e gli ostacoli da superare. Un senatore poteva venire utile per snellire la pratica e così qualcuno pensò di contattare il buon Tullo Massarani, primo senatore ebreo di nomina regia.
 
Alberto Cavaglion
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Il limite sempre più in là
Ancora una nave attraccata ad un porto con decine di persone a bordo, che non possono sbarcare per ignoti motivi. Questa volta, come nel caso Diciotti di un anno fa, non si tratta di una ONG, ma di una nave della marina militare italiana. Il ché aggrava ulteriormente il circolo vizioso in cui ci ha infilato questa propaganda sovranista, pronta a difendere il «valore delle forze dell’ordine» a favor di fotografi e sempre pronta a limitarne l’autorità quando si tratta di svolgere le proprie funzioni. 
Davide Assael
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Periscopio - I tweet di Trump
Per natura, sono sempre stato lontano dalla cosiddetta dietrologia, così come dal cosiddetto complottismo, e faccio fatica a immaginare che dietro la realtà visibile si celino chi sa quali oscuri e inaccessibili segreti, o che le azioni umane siano condizionate da tenebrosi complotti, orditi nell’ombra da misteriosi individui.
Se non fosse per questa mia naturale ritrosia, dovrei invece pensare che un astuto nemico di Trump, magari al soldo di qualche suo sfidante democratico, si sia infiltrato nel suo staff.
 
Francesco Lucrezi
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La sabbia del Sahara
Un fiume in piena di canzoni popolari, tradizionali, religiose, dalla leggera allo swing sino al jazz – sia edulcorato alla Paul Whiteman che crudo e improvvisato – invase i Campi di qualsiasi tipologia deportatoria civile e militare dall’apertura di Dachau (1933) in poi; parallelamente alla creazione di migliaia di opere originali, inevitabilmente si sviluppò il fenomeno di nuovi arrangiamenti di successi degli anni ’30 e ’40 in tutte le lingue e orchestrazioni possibili, con testi sia originali che parodiati.
Francesco Lotoro
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