LA MEDIAZIONE PROMOSSA DALL'INVIATO ONU
Tregua prolungata con Gaza, una strada possibile
Nonostante i razzi sparati da Gaza e le violenze sul confine, prosegue il dialogo per raggiungere una tregua duratura tra Israele e Hamas. Il confronto tra le autorità di Gerusalemme e il movimento terroristico palestinese non si sarebbe dunque inceppato ma anzi, secondo l’emittente israeliana Arutz 13, avrebbe fatto “progressi significativi”. Questo anche dopo i missili palestinesi sparati nel fine settimana e la conseguente risposta israeliana. Secondo il sito d’informazione ynet – che richiama a sua volta il quotidiano libanese Al-Akhbar – l’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Medio Oriente Nickolay Mladenov starebbe facendo da mediatore per la trattativa tra Israele e Gaza con l’obiettivo di garantire una calma duratura.
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IL PROGETTO NOT IN MY NAME A MILANO
"Violenza sulle donne, per contrastarla
serve un cambio di mentalità"
Affrontare i vari aspetti della violenza sulle donne, conoscere quali strumenti adottare per contrastarla e comprendere quali risposte danno ebraismo, cristianesimo e islam in merito a questo problema. Sono alcuni degli spunti emersi dai ragazzi provenienti da diversi istituti milanesi che in queste ore hanno preso parte al progetto “Not in my name. Ebrei, Cattolici e Musulmani in campo contro la violenza sulle donne”. Una iniziativa promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane assieme a Comunità Religiosa Islamica Italiana e Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, apertasi sul piano operativo a Roma.
Ospiti della sinagoga di via Guastalla, i trenta ragazzi alterneranno in questi giorni la formazione attiva con lezioni frontali; focus group con incontri con gli esperti delle religioni.
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IL RETTORE DI SIENA PRENDE POSIZIONE
"Provvedimenti contro il prof filonazista,
intero ateneo offeso da sue esternazioni"
“L’ateneo che ho l’onore di rappresentare si è sempre caratterizzato per il forte impegno antifascista e combatte con forza tesi revisioniste neonaziste ed ogni forma discriminatoria nei confronti di qualsiasi popolo. Le vergognose esternazioni del professor Castrucci offendono la sensibilità dell’intero ateneo. Ho già dato mandato agli uffici di attivare provvedimenti adeguati alla gravità del caso”.
Dopo un iniziale passo falso, in una prima dichiarazione in cui sottolineava che di comunicazioni “a titolo personale” si trattava, il rettore dell’Università di Siena Francesco Frati ha scelto la strada della chiarezza. E, in un comunicato stampa, ha condannato con forza i deliri antisemiti e neonazisti del professor Emanuele Castrucci, docente di Filosofia del diritto e filosofia politica presso lo stesso ateneo che, sui social network, si è distinto per l’apprezzamento manifestato nei confronti dell’operato di Hitler e dei suoi alleati.
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Rassegna stampa
L'intesa alla prova
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L'ignobile performance
La performance del consigliere di estrema destra che si offende perché Liliana Segre ha sostenuto che Cristo era ebreo tende a farci quasi sorridere data la visibile ignoranza del consigliere in questione, e a farci credere che attaccarlo, come suggeriva una vignetta su Facebook, equivarrebbe a sparare sulla Croce Rossa. Ma attenzione. Questo signore, che è approdato alla Lega da Forza Nuova, può avere, nella sua militanza neonazista, orecchiato qualcosa che ha avuto una rilevanza e responsabilità storiche assai più grandi di quel suo farfugliamento sul sentirsi offeso: alludo naturalmente alla teoria del Gesù ariano, sostenuta e propagandata dal nazismo, più volte formulata da Hitler stesso, esito propagandistico di studi mirati, appunto, a “degiudaizzare” Gesù Cristo.
Anna Foa
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Oltremare - Sprechi
Una sera della scorsa settimana sono andata ad una conferenza su sostenibilità e alimentazione in Israele. Un evento magari non da prima pagina di giornali, durante il quale, coerentemente con il tema della serata, il catering era stato appaltato ad una organizzazione che si chiama “Robin Food”. A leggerne il nome, ancora più che a sentirlo con le orecchie, si può facilmente capire che cosa fanno.
Daniela Fubini
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Controvento - Assumersi la responsabilità
Ormai l’emergenza razzismo è in primo piano sui media. Ma oltre a denunciarla, si può fare qualcosa di attivo per contrastarla?
La strada proposta da Gabriele Nissim, di cui ho già parlato più volte in queste pagine, mi sembra diventi sempre più significativa e importante.
Ovvero, non basta denunciare gli episodi di odio e violenza, verbale e fisica. Anzi, questo può paradossalmente creare un effetto di emulazione.
Viviana Kasam
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