Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        17 Dicembre 2019 - 19 Kislev 5780
L'APPROFONDIMENTO DI PAGINE EBRAICHE SU UN GRANDE TEMA DEL PRESENTE

"Scoraggiamento minaccia grave per l'Italia 
Da ricostruire fiducia e positività"

Un alone di risentimento, sconfittismo e malcontento gravita sopra l’Italia. “Se non riusciamo a ridurlo almeno un poco, saranno problemi per tutti, minoranze per prime perché sono quelle che più facilmente catalizzano lo scontento” spiegava a Pagine Ebraiche il presidente dell’istituto di ricerca Swg Maurizio Pessato. Tra i protagonisti del Dossier “Patria e nazione” dell’ultimo numero del giornale dell'ebraismo italiano, attualmente in distribuzione, Pessato racconta della pericolosa china presa dagli italiani, sempre più carichi di rancore e in cerca di responsabili a cui addossare la colpa del benessere perduto a partire dagli anni duemila e in particolare con la crisi economica.
“Se non riusciamo a invertire questa direzione negativa rischiamo di pagare un prezzo molto alto” spiega Pessato, descrivendo il lavoro svolto nella ricerca Swg In modo diverso – 1997- 2017: come è cambiata l’opinione pubblica italiana, in cui emerge con forza un quadro di un’Italia più arrabbiata e che si sente sconfitta. “Dobbiamo tenere presente che questo alone di negatività esiste, ha delle sue motivazioni reali ma è allo stesso tempo impalpabile, per cui ancor più pericoloso. Non stiamo sfidando Golia, perché Golia era, per quanto grosso, una persona”. Non per questo Pessato si dice pessimista, anzi invita a ritrovare la fiducia, "a proporre banalmente temi positivi al centro del dibattito”.

IL PERCORSO FORMATIVO PER DOCENTI E STUDENTI 

Educare alla convivenza, il progetto UCEI nelle scuole

Realizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il contributo del Ministero Federale degli Affari Esteri della Repubblica Federale Tedesca, il progetto “Prevenire il pregiudizio, educare alla convivenza” si pone l’obiettivo di intervenire con un’azione formativa finalizzata contro forme di non accettazione, rifiuto, insofferenza, diffidenza e razzismo, con specifica attenzione alla diversità di genere.
Un impegno rivolto al mondo della scuola, con un ciclo di seminari per docenti – preludio a un successivo periodo di sperimentazione nelle classi in programma nei primi mesi del 2020 – che si conclude in queste ore a Firenze. Al centro di questo percorso elaborato da Saul Meghnagi, coordinatore della Commissione Scuola, Educazione e Giovani UCEI, con il supporto di Odelia Liberanome, che ha l’incarico di sviluppare progetti educativi per l’Unione, lo sguardo delle tre religioni monoteiste su concetti come uguaglianza, diversità, parità, rispetto. 

LE REAZIONI DEL MONDO EBRAICO ALLA VIGNETTA DEL DISEGNATORE ROMANO

"Paragone Auschwitz-UE un abuso vergognoso"

Ha suscitato la massima attenzione negli organi direttivi delle istituzioni ebraiche italiane il caso della vignetta di un disegnatore romano – Mario Improta, che si firma Marione – in cui veniva strumentalizzata la Shoah attraverso un vergognoso paragone tra Auschwitz e l’Unione Europea. Nelle scorse ore, in un intervento radiofonico, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha sottolineato come la Shoah e la Memoria non possano essere svilite e banalizzate per fini politici, usate come concetto di orrore per criticare qualcosa che non piace. Ad intervenire sul caso, oltre alla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello che ha chiesto l'interruzione del rapporto di lavoro tra il vignettista e il Campidoglio, anche il Memoriale della Shoah di Auschwitz, che in una nota ha sottolineato: “Arbeit macht frei era un’illusione cinica che le SS davano ai prigionieri di Auschwitz. Quelle parole sono diventate un simbolo dell’odio umano. È doloroso per la memoria di Auschwitz e delle sue vittime vedere questo simbolo strumentalizzato e vergognosamente abusato”. 

QUI ANCONA

Canti sinagogali, l'incontro fra tradizioni

Negli scorsi giorni si è tenuta ad Ancona una interessante iniziativa in occasione dello Shabbat Vayishlach, con la partecipazione del rav Elia Richetti, già rabbino capo di Trieste e di Venezia e presidente emerito dell’Assemblea Rabbinica Italiana.
Rav Richetti ha intrattenuto un attento pubblico nel tempio grande sefardita interpretando canti sinagogali particolari caratteristici di varie Comunità e di diversi riti, in un percorso in cui tanti hanno ritrovato vecchie atmosfere delle nostre festività come erano celebrate un tempo.

Marco Ascoli Marchetti, vicepresidente Comunità di Ancona e Consigliere UCEI

 


Rassegna stampa

Il no ai sovranismi
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Il prezzo dell'immunità
L’immunità ha un precedente illustre nella letteratura rabbinica. Troviamo infatti scritto nella Mishnà: “Il re non giudica e non viene giudicato” (Sanhedrin 2:2). La Ghemarà spiega che l’origine di questa regola è il seguente episodio:
Un servo del re Yannài uccise un uomo. Shimòn ben Shatàch [il più eminente fra i giudici] istruì i Saggi di indagare. Come previsto dalla Torà pretese che anche il re, in quanto padrone dello schiavo, si recasse al giudizio e poi, sempre seguendo la procedura, gli intimò di alzarsi in piedi. Al che il re si rifiutò e disse: “Non come dici tu, ma come diranno i tuoi colleghi”. A questo punto le cose presero una pessima piega. Shimòn ben Shatàch si volse verso i suoi colleghi ma questi, tutti, distolsero lo sguardo. Intervenne l’angelo Gabriele e li uccise istantaneamente. In quel momento dissero: “Il re non giudica e non viene giudicato” (v. TB Sanhedrin 19a-b). 
Rav Michael Ascoli
Odio, solo odio 
“Accade che su Facebook ebraici e delle nostre comunità vengono pubblicati post intrisi di parole offensive, deliranti della ragione di sé e del torto altrui di ripetute illazioni generiche senza circostanziare fatti e comportamenti ritenuti non condivisibili, post giudicanti con superiorità saccente il fare o l’essere degli altri correligionari e verso le nostre stesse istituzioni, senza davvero leggere le risposte ricevute, perché l’obiettivo non è capire meglio o dialogare ma solo alzare il polverone della critica, letti poi da migliaia di persone che restano indifferenti, e spesso da rabbanim che non intervengono. E allora chiediamoci perché, perché avviene questo, chi siamo quando ci relazioniamo tra noi e se davvero siamo una luce per gli altri come pensiamo e vogliamo essere”. Sono parole pesanti quelle pronunciate da Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle nostre Comunità, domenica scorsa agli Stati Generali dell’Unione. Parole pesanti che si sarebbe auspicato potessero essere evitate. Ma che evidentemente non si poteva più tacere.
Dario Calimani
Antisemitismo: così è se vi pare
Quando si discorre di risorgenza dell’antisemitismo, la sostituzione della retorica allo studio diventa la crepa nel tessuto della narrazione, contrassegnata, nella fattispecie, da un orrido fiume carsico portatore di confusione e, segnatamente, di mistificazioni.
“Nossignori. Per me io sono colei che mi si crede” dice la Signora Ponza, nell’universo pirandelliano, dove così è se vi pare. Il mondo divinato dal genio di Girgenti s’invera nel serpentone di detti, disdetti e contraddetti sull’antisemitismo, incurante della definizione dell’Alleanza Internazionale per il Ricordo dell’Olocausto (IHRA), improvvidamente degradata ad un alquanto misterioso e proteiforme antisionismo. 
Emanuele Calò
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La palude, le sardine e noi
Statistiche eterogenee contribuiscono, con dati assai chiari, a gettarci in un cupo sconforto circa il presente e il futuro della società italiana. Secondo l’ultimo rapporto Censis il 48% degli italiani ritiene che i problemi del paese sarebbero risolti affidando il potere a un uomo forte, che non debba preoccuparsi né di elezioni né del Parlamento. La percezione dell’intolleranza che si respira nella nostra società è in sensibile aumento. Secondo la stessa fonte, sette italiani su dieci notano un forte incremento di razzismo e il 58% denuncia una palese crescita di antisemitismo. 
David Sorani
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