Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     22 Dicembre 2019 - 24 Kislev 5780
IL MONDO EBRAICO SI PREPARA AD ACCENDERE IL PRIMO LUME DI HANUKKAH

Luci di speranza alla finestra 

Il mondo ebraico si prepara ad accendere il primo lume di Hanukkah, la feste delle Luci. Diverse le iniziative pubbliche organizzate anche in Italia a partire da Roma e Milano dove rispettivamente in piazza Barberini e piazza San Carlo questa sera saranno accesse due grandi Chanukkiot. "A tutte le Comunità ebraiche, che in famiglia o tra amici, con preparativi di dolci, di canti e di Chanukkiot lucidate vi apprestate a festeggiare Chanukkah, gli auguri di otto giorni di gioia e di festa. - il messaggio di auguri della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni - Che sia il proseguimento di un altro 25 Kislev, aggiungendosi agli oltre duemila che celebriamo per ricordare e affermare ancora oggi la libertà del nostro popolo, la libertà di culto e di pratiche religiose, l’identità ebraica che è dentro di noi. Che si tramandi questa sera ancora una volta la storia di questa luce-identità che di generazione in generazione abbiamo ricevuto, anche nei momenti più difficili, dai nostri padri e saggi anziani, e che narriamo non solo con le parole, ma vivendola, ai nostri figli e nipoti".
Un messaggio di speranza che il World Jewish Congress ha voluto tradurre richiamando un'immagine simbolo di resilienza: una Chanukkiah poggiata sul davanzale della finestra con sullo una bandiera nazista. La foto fu scattata nella loro casa di Kiel, in Germania, da Rachel Posner, moglie del rabbino Akiva Posner, nel 1932, appena un mese prima dell'avvento di Hitler. Sul retro della foto la signora Posner scrisse in tedesco: Chanukah 5692 (1932) "Morte a Giuda"/così dice la bandiera; “Giuda vivrà per sempre”, rispondono le luci.

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IL DOSSIER DI PAGINE EBRAICHE

Dreyfuss? A Berna mette i guanti da boxe

Si fa presto a dire Dreyfuss. E non era necessario attendere il recente, efficace, film di Roman Polanski per notare come il nome ricorra insistentemente quando si tratta di mettere in scena o persino di appropriarsi delle vicende del militare francese vittima del più clamoroso ed emblematico episodio di antisemitismo nell’Europa moderna. Ma chi sono, che cosa fanno oggi coloro che portano ancora orgogliosamente il nome del militare alsaziano che con la sua vicenda suscitò il “J’accuse” di Zola e risvegliò la passione sionista del giornalista Theodor Herzl?
Leader storico del movimento progressista svizzero, prima donna e prima ebrea alla presidenza della Confederazione, l’esponente socialista Ruth Dreyfuss (o Dreifuss, secondo la grafia ormai più comunemente utilizzata - nell'immagine qui in basso) continua la sua azione per i diritti civili e la giustizia, ma ha anche lasciato alle sue compagne di tante battaglie un’indicazione chiara sui valori da tutelare e sull’azione da compiere.

Al riparo dalle deportazioni nel piccolo territorio alpino assediato dalla furia nazista, l’esponente progressista ha contrassegnato tutte le battaglie del dopoguerra e dopo aver lasciato ad altre colleghe il ruolo di parlamentare ha assunto ruoli di punta nella struttura del ministero degli Esteri e dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Una scuola politica rigorosa e coraggiosa che ha lasciato il segno e un’eredità raccolta da tante colleghe attente al valore della sua lezione. Per evitare ogni fraintendimento, e senza alcun timore di passare per indelicata, la sua collega Consigliera nazionale Margret Kiener-Nellen prima di scendere in piazza ha per esempio pensato di mettersi i guanti. Da boxe (nell'immagine in alto).

Nel fiume di donne che hanno invaso la capitale elvetica per dare uno scossone al vecchio sistema di potere della Confederazione, l’esponente socialista al Parlamento di Berna, femminista radicale e avversaria implacabile di tutti i populismi, ha voluto portare il segno del cambiamento. E non solo per i diritti delle donne, a cominciare da quello delle pari opportunità e delle pari retribuzioni che anche nell’Europa più progredita resta ancora un miraggio. L’onda del cambiamento, in un mondo politico fortemente segnato negli ultimi anni dalla predominanza della destra populista, si è fatta sentire poco dopo. 

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LA NORMA CHE SI RICHIAMA ALLA DEFINIZIONE DI ANTISEMITISMO DELL'IHRA

Veneto, una legge per la Memoria 

“Conoscere, comprendere, ricordare, opporsi all’antisemitismo, ai pregiudizi razziali, ai sentimenti e costumi di odio che affliggono i nostri tempi e dilagano anche e più che mai oggi attraverso i mezzi di comunicazione di massa è un dovere, è necessario, è un impegno. Ed è la ragione di questa proposta di legge regionale che chiama la Regione con i suoi organi, Consiglio e Giunta, a fare la propria parte per l’assunzione di poche e semplici iniziative di conoscenza e formazione culturale che generino o accrescano consapevolezza e contribuiscano alla coscienza civile della società veneta, con attenzione particolare alle nuove generazioni”.
Sono alcune delle finalità della proposta di legge per rafforzare conoscenza del passato e Memoria viva presentata nelle scorse settimane presso la Commissione Cultura del Consiglio regionale del Veneto. L’approvazione della legge, che si richiama alla definizione di antisemitismo dell’IHRA ed è promossa su iniziativa del presidente della Commissione Alberto Villanova che ne è il primo firmatario, è stata messa in agenda per il 23 gennaio mattina.
All’evento istituzionale, che sarà dedicato al tema “Educare alla Memoria”, è stato invitato a intervenire l’assessore al Bilancio UCEI Davide Romanin Jacur, che ha avuto un ruolo nella stesura del documento, con il compito di approfondire la complessa realtà dei lager nazifascisti vista anche attraverso l’esperienza dei numerosi Viaggi della Memoria cui ha partecipato negli scorsi anni.

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HANUKKAH 5780 

L’olio d'oliva e la festa

L'olio di oliva è un olio alimentare estratto dalle olive, ovvero i frutti dell'olivo (Olea europea). Come si arriva a questo prodotto? La storia è lunga e complessa. Il frutto o drupa dell'Olea europea sativa è denominato oliva. Strutturalmente è composta da varie parti di cui due sono particolarmente interessanti: la polpa che costituisce il 70-80% del frutto, è di consistenza carnosa e dal colore variabile; contiene soprattutto acqua e lipidi esterificati (l’olio). Il nòcciolo che costituisce il 15-25% del frutto: si tratta di un "guscio" legnoso che racchiude il seme detto anche "mandorla". L'oliva matura, quindi pronta alla spremitura, contiene 45-55% di acqua e 13-28%  di grassi che costituiscono l'olio. L’aspetto interessante e caratteristico è che il “prodotto” dell’olivo non è direttamente commestibile. Il sapore è sgradevole e per essere utilizzato richiede una complessa lavorazione. 

Roberto Jona, agronomo

(Nell'immagine in alto, ricostruzione grafica di una pressa olearia a Beit Shemesh)

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Rassegna stampa

Hanukkah in piazza
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Persecuzione
Molti anni fa, era la fine degli anni ’50, Hannah Arendt sosteneva che l’unico frammento, penoso, di realtà concesso a un paria era la realtà della persecuzione. Mi sa che con sessanta anni di anticipo questa riflessione ci riguarda.
                                                                          David Bidussa, storico delle idee
 
Contro l'arcobaleno
Afferma Vladimir Putin che «l’unica ideologia possibile in una moderna società democratica è il patriottismo». Bertold Brecht gli avrebbe risposto che «il patriottismo è l’ultimo rifugio dei vigliacchi». In verità, per essere filologicamente corretti, l’originale è attribuito al conservatore Samuel Johnson, letterato di vaglia, esponente di area anglicana, che nel 1774 pubblicò il testo «Il patriota», in cui criticava tutto ciò che giudicava come una falsa attribuzione di appartenenza nazionale. La vulgata corrente vuole che la sera del 7 aprile 1775 si producesse nella manifestazione della famosa dichiarazione, poi passata agli annali, per cui «il patriottismo è l’estremo rifugio delle canaglie».
Claudio Vercelli, storico
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