Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      20 Marzo 2020 - 24 Adar 5780
L'IMPEGNO DELLE COMUNITÀ EBRAICHE E IL SOSTEGNO D'ISRAELE

L'Italia ebraica davanti all'emergenza 
"Resilienza e senso di comunità"

Israele guarda con grande attenzione a cosa accade in Italia. Lo dimostrano i gesti di solidarietà delle diverse città israeliane, con bandiere tricolore proiettate su municipi e mura cittadine. Ma lo dimostrano anche i diversi colloqui tra le autorità israeliane e le istituzioni ebraiche italiane: questa settimana ad esempio, il ministro della Diaspora Tzipi Hotovely ha voluto parlare con la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni per offrire l’aiuto del governo di Gerusalemme e per avere un quadro di come l’ebraismo italiano stia rispondendo davanti alla crisi. Un quadro che la presidente UCEI ha descritto nelle scorse ore anche in un’ampia intervista pubblicata dal Jerusalem Post, spiegando come l’Unione si stia muovendo per dare risposte alle tante esigenze delle persone in questa complicata emergenza sanitaria. “La gente sente di aver bisogno di comunità, ed è un valore ebraico far sì che non si senta sola, che si senta parte di un gruppo più grande, una comunità che è lì per fornire loro un sostegno istituzionale”, ha sottolineato Di Segni al Jerusalem Post. Le persone sono in difficoltà, spiega la presidente UCEI, in questo essere fortemente limitate “ma riescono a gestirsi, e noi stiamo cercando di aiutarle con varie attività online e servizi di supporto”. Tra questi, racconta il quotidiano israeliano, l’UCEI “aiuta a fornire alle persone cibo casher se non possono raggiungere i negozi, mentre i rabbini offrono lezioni di studio religioso online, eventi culturali e attività per i bambini rinchiusi in casa tutto il giorno”.
La vita ebraica, che si basa sulla comunità, è stata inevitabilmente stravolta dalle misure adottate dal governo italiano per contenere i contagi da coronavirus. “Tutte le sinagoghe sono state chiuse e tutti i servizi di preghiera comunitari sono stati cancellati. L’unica possibilità è che la gente preghi a casa”, riporta il Jerusalem Post, mettendo in luce come una delle difficoltà delle prossime settimane sarà legata alle celebrazioni di Pesach. “Le persone hanno bisogno di procurarsi matzot, vino e altri prodotti casher per Pesach, cosa che, dato l’attuale blocco nazionale, è estremamente difficile. – riporta il Jerusalem Post – L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha messo a punto un kit di strumenti online per aiutare le persone a condurre un seder, tra cui una Haggada di Pesach stampabile, tradotta e traslitterata per coloro che non sanno leggere l’ebraico. L’Unione sta anche lavorando per garantire che tutti i prodotti alimentari essenziali per Pesach siano importati nel Paese e sta creando centri di distribuzione e consegne a domicilio”.
“La sensazione nella comunità ebraica è che questa situazione sia più grande di noi – ha spiegato Di Segni – la gente è preoccupata perché non sa quando finirà questa crisi” e teme anche le ripercussioni sulla propria situazione finanziaria, con persone impossibilitate a lavorare e con le aziende chiuse. “Le persone sono spaventate e stressate ma, d’altra parte, cercano di reagire con leggerezza a questi eventi. Condividono canzoni, si rivolgono ai vicini, mangiano e bevono insieme in videoconferenze online e si parlano regolarmente, e noi cerchiamo di aiutarli a sentirsi il più possibile parte di una comunità”.
Ad aiutare lo sviluppo di questo senso di comunità, le diverse piattaforme social: sul canale Facebook UCEI in queste settimane ha preso infatti il via un fitto programma di appuntamenti per adulti e bambini, costantemente aggiornato con interventi di rabbini e di esperti in diversi settori. Anche la redazione giornalistica di Pagine Ebraiche è impegnata su questo fronte, con tre spazi quotidiani dedicati al commento alla rassegna stampa (ore 9.00), alla presentazione del notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24 (ore 13.30) e a un approfondimento serale, Pilpul (22.30), in cui i giornalisti della redazione analizzano, con l’aiuto di alcuni ospiti, tematiche di grande attualità.

Al centro del Pilpul di ieri una notizia positiva di cui, in questo momento di difficoltà, si sentiva il bisogno: il conferimento del prestigioso Premio Abel al matematico israeliano Hillel Furstenberg. A raccontarci la sua storia – fatta di passaggi dolorosi, come la fuga dalla Berlino nazista, ma anche di scelte coraggiose, come lasciare le prestigiose università americane per fare l’aliyah in un’Israele non ancora così grande nelle scienze come è oggi – la figlia Shulamit Furstenberg Levi. “I suoi colleghi gli dicevano: ma tu sei matto, lasci la tua bella carriera negli Stati Uniti per andare in Israele, dove non c’è niente”, racconta Shulamit, dando un affettuoso quadro del carattere del padre, scienziato ma anche “grande insegnante, capace di creare discepoli in tutto il mondo” (sul canale Pagine Ebraiche Ucei si può riascoltare il pilpul dedicato a Hillel Furstenberg). “È una persona – aggiunge la figlia – che vive tra tante discipline, dalla matematica alla Torah, e che vive in armonia, una bella armonia”.

Leggi

Verso la redenzione 
“Questo mese sarà per voi il capo dei mesi, sarà per voi il primo dei mesi dell’anno”.
Domani mattina viene annunciato, nei nostri batté ha keneset, l’arrivo del mese di Nissan. Esso viene definito dalla Torà “il capo dei mesi dell’anno” poiché, proprio in questo mese, è nato il popolo di Israele.
I nostri Maestri lo chiamano “chodesh ha gheullà – il mese della redenzione” perché sostengono che, siccome di Nissan gli ebrei sono stati salvati dall’Egitto, di Nissan verranno definitivamente salvati da tutte le sofferenze.
Rav Alberto Sermoneta
Leggi
Edoardo, il giorno più atteso
Con questo testo mi avvio ad una collaborazione con il notiziario Pagine Ebraiche e il portale dell’ebraismo italiano www.moked.it. Lo faccio dopo anni di serrate polemiche con questa testata per diverse visioni e mission, ma credo che la quarantena a cui noi tutti siamo costretti ci imponga cambiare la prospettiva delle nostre analisi e convinzioni, per questo ringrazio della disponibilità e voglio dedicare la mia riflessione ad un ragazzo, Edoardo Pavoncello, che questo shabbat avrebbe dovuto fare il suo Bar Mitzvà. Lui come altri ragazzi, dopo mesi di faticosa preparazione, non può leggere la sua Parashà e condividere il giorno più atteso per un bambino ebreo.
Riccardo Pacifici
Leggi
Giornalismo antisemita
“Un video scherzoso che dà bene l’idea di quanto in Italia in questo momento di gravissima emergenza sanitaria per il coronavirus stia montando l’odio anti-Europa”. Questo il solo, laconico e incosciente commento riservato dai redattori del giornale Libero alla diffusione di un breve video che riprende una famosa caricatura antisemita tratta dal film “Il Marchese del Grillo” di Mario Monicelli (1981). Commenti non molto diversi si possono leggere su Il Tempo e sul Corriere dell’Umbria che hanno divulgato la bravata telematica.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC
Leggi
Come salveremo il Seder?
Tra le inquietudini di questo brutto momento senza dubbio per molti di noi c’è l’angoscia per Pesach, e in particolare per il seder. Purim è stato solo un piccolo assaggio, forse anche un utile campanello di allarme perché ci preoccupassimo con un mese di anticipo, in tempo per organizzarci. Come faremo a procurarci i prodotti kasher le-Pesach? Usciremo di casa per prenderli? Come lo giustificheremo? Oppure in qualche modo ci saranno recapitati? E ci saranno cibi kasher le-Pesach per tutti, anche per noi delle piccole e medie Comunità? Anche per le persone che non si possono permettere di spendere grandi somme? Anche per chi non sarà in grado di organizzarsi autonomamente?
Anna Segre
Leggi
Il ruolo dei medici 
“Risiedo a Misr al-Fustat ed il Sultano risiede ad al-Qahira. Questi due luoghi distano due giorni di Shabbat tra di loro. I miei doveri verso il Sultano sono alquanto pesanti. Sono obbligato a visitarlo ogni giorno, al mattino presto; e quando egli o uno dei sui figli, o le persone del suo harem, sono indisposti, non oso lasciare il Cairo, ma devo stare al palazzo per la maggior parte della giornata. Accade anche frequentemente che uno o due dei funzionari reali si ammalino, ed io devo pensare a curarli. Di regola vado al Cairo molto presto al mattino, ed anche se non accade nulla di particolare, non ritorno a Fustat fino al pomeriggio. E allora son quasi morto di fame". 
Francesco Moises Bassano
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.