Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       21 Aprile 2020 - 27 Nissan 5780
SI VA DEFINENDO IN QUESTE ORE LA SQUADRA DI MINISTRI

Netanyahu e Gantz, Premier a turno
L'accordo che dà un governo a Israele

Diciotto mesi ciascuno per guidare Israele. Quattordici pagine di un accordo di unità volto a costruire una coalizione ma anche a tutelare entrambe le parti. E ad evitare fregature reciproche. Benjamin Netanyahu e Benny Gantz hanno trovato l’intesa: daranno a Israele il suo 35esimo governo, ponendo fine a una crisi politica senza precedenti, che si trascinava da oltre un anno. Mentre il paese si preparava per ricordare solennemente Yom HaShoah, i due leader si sono incontrati in via Balfour a Gerusalemme – residenza del Primo ministro – per siglare l’accordo di coalizione e scegliere la squadra di governo. 
L’imponente schieramento di ministri è ancora da definire ma alcune certezze ci sono: mentre Netanyahu, leader del Likud, guiderà il paese per i primi 18 mesi, Gantz, a capo di Kachol Lavan, sarà ministro della Difesa; Gabi Ashkenazi, suo secondo, sarà ministro degli Esteri. Alla Giustizia, un altro uomo di Kachol Lavan, Avi Nissenkorn; presidente della Knesset, Yair Levin. 

 DAFDAF APRILE 2020 

State a casa (e leggete bei libri)

È di Christian Badel – autore e illustratore berlinese – l’immagine che apre il numero di aprile di DafDaf: il giornale ebraico dei bambini già il mese scorso aveva dedicato la copertina al coronavirus, con una illustrazione di Luisa Valenti, ma in questo numero si è deciso di essere ancora più espliciti. Inutile nasconderlo: un mostro insidia la felicità e l’allegria dei bambini, e l’unica raccomandazione che possiamo fare è quella di copertina, appunto: #StayHome.
Racconta il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale nel suo testo: “Non c’è niente da fare. Ci siamo cacciati in un guaio e adesso venirne fuori non sarà facile. I cosiddetti grandi, gli adulti insomma, devono stare chiusi in casa e non c’è modo di toglierseli dai piedi. Vanno in giro, fanno disordine, interrompono, si intromettono, giocano con i computer facendo finta di lavorare, mangiano in continuazione”.
Per tenerli impegnati e liberarsi di loro c’è un solo modo.

L'INIZIATIVA UCEI PER YOM HA SHOAH

Edith Bruck, la Memoria e il passaggio ai giovani 

È il giorno in cui tutto, per due minuti, si blocca. Suona la sirena e in Israele i mezzi pubblici e privati interrompono la propria corsa. Al lavoro e per strada: nessuno, durante quei secondi di raccoglimento, si muove. Yom Ha Shoah, il giorno che nel calendario ebraico ricorda lo sterminio nazifascista, è un appuntamento particolarmente sentito in Israele ma anche in Diaspora.
Anche in Italia Yom Ha Shoah è occasione di confronto e riflessione sulla sfida della Memoria viva. E come in Israele anche a Roma, nel quartiere ebraico, è risuonata stamane la sirena. 
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con i movimenti giovanili Hashomer Hatzair e Bnei Akiva, ha organizzato per questo pomeriggio una conversazione con Edith Bruck, scrittrice, poetessa e Testimone della Shoah di origine ungherese.
L’incontro prenderà il via alle 17 e sarà trasmesso sul canale social UCEI. Insieme a Bruck il docente universitario Andrea Bienati.

IL MESSAGGIO DI AUGURI PER IL RAMADAN 

"Preghiera e unità per fronteggiare l'emergenza"

"Stiamo vivendo tutti un momento storico senza precedenti e oggi più che mai dobbiamo essere uniti con le nostre preghiere nel combattere l'emergenza sanitaria che affligge il nostro paese e il mondo intero. Nella consapevolezza che la forza di ciò che unisce possa dare conforto a tutti coloro che ne hanno bisogno rinnovo il più sincero e fraterno augurio di tutte le nostre comunità". 
È quanto scrive la Presidente UCEI Noemi Di Segni in un messaggio inviato ai leader delle associazioni islamiche in Italia in occasione dell'imminente avvio del Ramadan. Il mese festivo avrà inizio giovedì prossimo.

IL VIDEOPILPUL TRASMESSO IERI SERA 

Israele e l'informazione al tempo del Covid-19

Proseguono gli appuntamenti della redazione UCEI dedicati a come il mondo dell’informazione sta affrontando le sfide e le varie complessità poste dall’emergenza sanitaria. Conversazioni e contributi che entreranno a far parte di un grande dossier che sarà pubblicato sul prossimo numero di Pagine Ebraiche.
Nell’ultimo videopilpul trasmesso ieri sera in collegamento da Gerusalemme la “nostra” Rossella Tercatin, che fa parte della redazione del Jerusalem Post e che ci ha raccontato come l’importante quotidiano israeliano in lingua inglese si è attrezzato per garantire continuità nella stampa e distribuzione e qualità nell’offerta informativa.

LA VIDEO INTERVISTA CON LA PARTECIPAZIONE DI PAGINE EBRAICHE 

Fauda, dietro le quinte con i protagonisti
"Nostro successo frutto dell'empatia"

La serie è talmente ben studiata in ogni suo dettaglio che si ha l’impressione che tutti i suoi protagonisti abbiano dimestichezza con l’arabo da sempre. E invece Itzik Cohen, l’attore che interpreta il popolare capitan Ayub che più volte vediamo districarsi in quella lingua a confronto con rappresentanti dell’Autorità Nazionale Palestinese, ma anche con terroristi di Hamas e loro fiancheggiatori, prima di Fauda non ne conosceva neanche una parola. 
È uno dei tanti aneddoti svelati nelle scorse ore da Lior Raz e Avi Issacharoff, gli ideatori della popolare serie tv israeliana, molto amata anche in Italia, nel corso di una conversazione in videoconferenza organizzata dall’associazione Jewish Insider cui è stata invitata a partecipare anche la redazione di Pagine Ebraiche. 
Contestualmente al lancio della terza serie, ambientata a Gaza e disponibile da qualche giorno su Netflix, l’occasione per riflettere, stimolati anche dalle domande di chi era collegato, sulle ragioni che hanno fatto di Fauda un successo planetario. 


Rassegna stampa

Israele, ecco l'intesa
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I conti che non tornano
È davvero curioso l’afflato filosemita della destra postfascista che, da un lato, dichiara l’amore incondizionato per gli ebrei e per Israele e, dall’altro, ama rimembrare un suo nero passato che agli ebrei fa venire i brividi. Una destra che, se non bastasse, nega e disprezza tutto ciò che per gli ebrei riecheggia lo spirito della liberazione e della libertà. Dunque, titolazioni di strade e piazze a Graziani e ad Almirante, difese a spada tratta del Duce e del suo buon nome, e difficoltà a prendere le distanze da frange e fronti dichiaratamente razzisti e antisemiti. Di fronte ai conti che non tornano c’è di che rimanere perplessi.
Dario Calimani
La valutazione da fare
Negli scorsi giorni gli ebrei hanno commemorato Pesach, la Pasqua, narrata nell’Esodo. Una storia di libertà, che il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rubando il mestiere del compianto Mike Bongiorno, trasforma in una simpatica gaffe storica: “Pasqua significa, lo sanno bene i Cristiani, passaggio. È il passaggio e anche il riscatto dalla schiavitù all’Egitto”. Di questa gaffe, non scevra di simpatici accenti, sono state fornite diverse interpretazioni, ma nessuna in chiave psicoanalitica, forse perché un’eccessiva insistenza sarebbe parsa, per essere precisi, alquanto malevola.
Emanuele Calò
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Una Memoria diversa
Yom ha Shoah durante il vortice del Coronavirus: un convergere di situazioni che ci induce a riflessioni particolari, certo inedite e forse significative. Niente manifestazioni pubbliche, quest’anno in Israele. Anche “Zikaron ba-salon” (Memories@Home), la bella iniziativa di Adi Altschuler che porta testimoni della Shoah a raccontare le loro vicende nelle case dei cittadini israeliani, è sospesa come ogni riunione apportatrice di rischio di contagio.
 
David Sorani
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Memoria e virus
È una settimana importante quella che contiene il 21 e il 25 Aprile. Il 21 Aprile per la memoria si ricorda in Israele lo Yom ha Shoah, mentre in Italia il 25 Aprile si ricorda la Liberazione dal nazifascismo. Il periodo che si ricorda è lo stesso, che produsse la Shoah in Europa e nel Mediterraneo e che diede luogo ai regimi nazifascisti.
 
Vittorio Pavoncello
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