Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     19 Marzo 2021 - 6 Nissan 5781
L'INCONTRO ONLINE ORGANIZZATO DA ISTORETO  

"Antisemitismo e complottismo,
due facce della stessa medaglia"

Guardando soprattutto ai social network, il tema del complottismo, in particolare del potere economico degli ebrei, è riemerso in modo significativo e si è agganciato al tema del Covid. Nell’emergenza, si sono ripresentati stereotipi antichi: un po’ come nella peste del Trecento e Quattrocento, ritorna la menzogna degli ebrei che diffondono il virus per poterci guadagnare”.
È uno dei punti sollevati negli scorsi giorni da Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Cdec, nel presentare l’ultima relazione annuale sullo stato delle cose in Italia. Un tema che suscita allarme ed è stato affrontato da punti di vista differenti ma complementari nell’ambito di una tavola rotonda online promossa dall’Istituto piemontese per la Storia della Resistenza.
Ospiti del confronto, moderato dal direttore dell’Istituto Luciano Boccalatte e intitolato “L’antisemitismo ritorna: cosa fare?”, il direttore del quotidiano La Stampa Massimo Giannini, il giurista Paolo Borgna, i docenti universitari Milena Santerini e Fabio Levi.
“È un tema che ho sempre avuto a cuore, perché credo sia la cifra del tempo che viviamo. E la conferma, purtroppo drammatica, di quanto strada abbiamo ancora da fare sulla via del civismo e della convivenza umana”, ha esordito Giannini. Un caso su tutti risulta emblematico: quello della Consigliera comunale torinese, esponente del Movimento Cinquestelle, che appena poche settimane fa ha condiviso sul proprio profilo social della sconcertante paccottiglia antisemita (immediata è arrivata la reazione della Comunità ebraica, che l'ha denunciata). Per Giannini, “un episodio di gravità estrema che è il risultato di una subcultura fortemente presente nel nostro discorso pubblico”. Un problema che, ha poi aggiunto il direttore della Stampa, “non è solo italiano, ma fortemente europeo oltre che statunitense”. Tra i temi oggetto della sua riflessione la difficoltà che ancora esiste oggi in Italia di fare i conti con il passato fascista: “Il passato – ha affermato Giannini – ce lo potremo mettere alle spalle solo quando lo avremo risolto, stabilendo in modo chiaro dove stavano i torti e le ragioni”. Nell’adempiere a questo compito, la sua valutazione, molto spesso gli organi di informazione sono stati carenti. E sarebbero quindi chiamati “a farsi un bell’esame di coscienza, fissando un chiaro e netto ‘non ci sto’ come principio”. 
Giuridica ma non solo la prospettiva di Borgna, autorevole figura della magistratura subalpina. “Ci sono molti livelli e strumenti con i quali è possibile combattere l’antisemitismo. Anche quello della repressione penale. Ma non affiderei a questo una particolare speranza. La vera e decisiva battaglia la si vince sempre a livello di conoscenza. Senza quella – il suo pensiero – tutte le altre sono perse”. Secondo Borgna, il rifiuto dell’antisemitismo un tempo era più radicato di oggi: “Ce lo avevano insegnato i nostri maestri. L’idea stessa che potesse esistere un sentimento del genere era inconcepibile”. E questo, ha aggiunto, “nonostante alcune sentenze aberranti scritte dalla Cassazione, prodotte da magistrati che erano stati giovani durante il fascismo”. Borgna, parlando dell’impegno necessario per contrastare l’odio, anche sul piano educativo, è dell’idea “che non bisogna mai minimizzare, mai fargliene passare una”. Fondamentale quindi reagire con forza “davanti a ogni menzogna, reticenza, sopruso, ignoranza”. 
“Il tema che oggi affrontiamo è una spia del malessere sociale. Per contrastarlo serve un lavoro a tutti i livelli” ha sottolineato la professoressa Santerini, dal gennaio dello scorso anno coordinatrice italiana contro l’antisemitismo. Nella strategia nazionale da poco inviata a Palazzo Chigi si parla anche della minaccia complottista, sempre più inquietante. Da non sottovalutare, il suo allarme, l’impatto che una forza come QAnon, già al centro dell’ultima campagna elettorale americana, starebbe avendo in Italia. “Gruppi del genere – ha evidenziato Santerini – usano gli stessi strumenti ‘culturali’ dell’antisemitismo. In particolare l’idea che ci sia un gruppo dominatore, al pari di chi evocava o ancora evoca i Savi di Sion”. L’Italia si starebbe rivelando un terreno fertile per la proliferazione di simili teorie: “La regressione culturale in atto – l’opinione di Santerini – fa sì che, con meno basi di conoscenza, la gente finisca ad appoggiarsi a certe narrazioni. Un problema alimentato da un uso sbagliato di internet. Ma anche delle televisioni private, che hanno rimbecillito molti italiani”. 
Per il professor Levi, che è anche direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, “c’è sostanziale accordo sul fatto che l’antisemitismo sia un coacervo proteiforme, fatto di moltissime cose, stereotipi, invenzioni”. Un coacervo anche perché, ha ricordato, “l’antisemitismo non ha mai brillato per coerenza”.
La sfida, riscontrata la complessità e mutevolezza di un fenomeno in costante evoluzione, è quella di “analizzare cosa è l’antisemitismo oggi”. Tra gli errori da non fare c’è quello di considerarlo come “una questione privata, uno scontro ingaggiato da un gruppo di teste calde e la minoranza ebraica”. Al contrario, ha osservato Levi, “bisogna essere consapevoli che l’antisemitismo è un veleno che inquina la convivenza sociale, la politica e il linguaggio”.
Essenziale poi aver chiaro che l’antisemitismo non è solo un attacco contro gli ebrei, ma che spesso tratta gli ebrei “come uno strumento che deve servire a scopi che con gli ebrei non hanno nulla a che fare”. Un veicolo quindi per sfogare le proprie frustrazioni contro un nemico precostituito o per ricompattare le masse. Levi ha citato quel che osservava profeticamente al riguardo Walther Rathenau, il ministro degli Esteri della Repubblica Weimar assassinato nel 1922 dall’estrema destra: “L’antisemitismo scalda i cuori più dell’amore”. 

a.s twitter @asmulevichmoked

Leggi

Europa e Fame
“Avete mai sofferto la fame? La fame vera, non quella che attanaglia chi resta due giorni senza mangiare, ma quella che si insedia in chi per settimane, per mesi mangia troppo poco e che gli rimane dentro, appiccicata al ventre come un cataplasma, incrostata nelle pareti dello stomaco e alla base del cranio”. Nel 1933, pochi mesi dopo la salita al potere di Hitler, lo scrittore e giornalista Georges Simenon (l’inventore dell’ispettore Maigret, ma in seguito assai noto anche per il suo esplicito antisemitismo) realizza uno straordinario reportage in Europa orientale. In una “specie di periferia” di Vilnius nel 1934, che in seguito identifica come villaggio ebraico, incontra “esseri da corte dei miracoli”.
Gadi Luzzatto Voghera
Leggi
Non rubare al prossimo
“Un uomo di voi che offra un sacrificio” (Waiqrà 1;2).
Rashì si interroga sul motivo per cui è scritto “Adam” e non “ish”. A questo proposito risponde facendo riferimento al primo uomo della Creazione, Adam, il quale non si appropriò mai di quanto non gli appartenesse nonostante fosse tutto a sua disposizione per offrire sacrifici; così, continua il nostro Maestro, dobbiamo fare noi che viviamo a contatto con il resto degli altri uomini.
Rav Alberto Sermoneta
Il pretesto dell'urgenza
In Italia spesso affermazioni illogiche e inquietanti passano tranquillamente senza che nessuno trovi niente da ridire. Capita per esempio di sentir dire che di questo o di quel tema non si deve discutere perché ce ne sono altri più urgenti. È quello che è stato detto, per esempio, pochi giorni fa per replicare alla proposta dello ius soli. Non voglio entrare nella questione in sé, su cui ciascuno può legittimamente esprimere le proprie opinioni, ma l’argomentazione secondo cui non se ne dovrebbe parlare perché ci sono altri temi più urgenti mi sembra non solo debolissima (chi la sostiene non pare in grado di discutere nel merito) ma anche estremamente pericolosa.
Anna Segre
Leggi
L'Algeria e il made in Israel 
Ci sono poche cose che il regime algerino detesta quanto il Marocco e i “sionisti”. I pessimi rapporti con il vicino reame sono di natura territoriale e dopo vari conflitti si sono poi inaspriti con la guerra civile algerina, tanto che le frontiere tra i due paesi sono rimaste chiuse dal 1994. Quando poi il Marocco lo scorso dicembre ha aperto la strada alla normalizzazione con Israele, l’odio verso le due entità è diventato quasi complementare. Il primo ministro algerino Abdelaziz Djerad ha denunciato i marocchini di “voler portare i sionisti alle nostre porte”.
Francesco Moises Bassano
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.