Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      24 Ottobre 2022 - 29 Tishrì 5783
ISRAELE VERSO IL VOTO

Netanyahu, Lapid e il rischio di un nuovo stallo

Si avvicina la data della quinta elezione in tre anni e mezzo per Israele. E i sondaggi presagiscono, salvo sorprese, un ennesimo stallo: se infatti il Likud di Benjamin Netanyahu è ampiamente dato come primo partito (31 seggi), la coalizione su cui poggia non sembra poter arrivare ai 61 seggi necessari per ottenere la maggioranza alla Knesset. Sostenuto dai partiti religiosi, Shas e Yahadut HaTora, e dalla compagine di estrema destra Sionismo religioso, Netanyahu rischia di mancare l'obiettivo per un solo seggio. Le proiezioni danno infatti la sua coalizione a 60, a un passo dal poter tornare a guidare il paese. Ma comunque non abbastanza.
Sul versante opposto, per Yair Lapid, leader di Yesh Atid (secondo partito con 24 seggi previsti), la situazione è ancora più complicata. L'eterogenea alleanza che lo ha portato fino all'attuale ruolo di Primo ministro può contare al massimo su 56 seggi. Dal partito centrista guidato da Benny Gantz (12 seggi) alla sinistra di Meretz e Labour (5 seggi ciascuno) fino agli arabi di Raam e Hadash-Taal (4 seggi ciascuno), nonostante le tante componenti, ottenere una maggioranza alla Knesset il prossimo Primo novembre appare un'impresa.
In questo quadro, gli opinionisti locali cominciano a chiedersi se la prossima legislatura sarà segnata da un nuovo accordo di alternanza tra opposti per garantire a Israele un governo. Necessario per evitare ennesime elezioni e soprattutto per dare un futuro al paese. Così dopo l'intesa Gantz-Netanyahu del 2019 e Bennett-Lapid del 2021, ora i sondaggisti dell'emittente pubblica Kan hanno chiesto all'elettorato quale opzione preferirebbero in caso di stallo: il 35 per cento ha risposto che vorrebbe un governo di unità con un avvicendamento tra Netanyahu e Lapid o Netanyahu e Gantz, il 19 ha dichiarato di preferire un governo Netanyahu con il sostegno di uno dei partiti arabi, il 21 ha risposto di preferire le seste elezioni. 

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L'INSEDIAMENTO DEL NUOVO RABBINO CAPO E LA GIORNATA DI STUDI

"Rav Ariel Finzi, bentornato a Torino"

La Comunità ebraica di Torino, con le istituzioni civili, politiche e religiose del territorio, si è riunita per festeggiare insieme, nella Sinagoga Grande, il nuovo rabbino capo della città, rav Ariel Finzi. Da inizio settembre il torinese rav Finzi ha infatti preso il testimone da rav Ariel Di Porto, ritornando così nella comunità in cui è nato e cresciuto. “Una chiusura del cerchio”, il suo commento guardando il pubblico riunitosi per la cerimonia di insediamento in Piazzetta Primo Levi. Poi una riflessione sul futuro dell'ebraismo torinese - e non solo -, segnato dalla questione demografica. “Si tratta di una crisi cruciale - l'analisi del rav - che richiede una nostra presa di coscienza, una visione e soprattutto la creazione di un modello educativo mirato ad instillare nei giovani (laici e religiosi) la volontà di mantenere viva la Comunità e la loro stessa millenaria catena ebraica familiare e personale, ma soprattutto a riflettere sulla propria identità ebraica”. L'impegno, ha ribadito Finzi, è quello di rafforzare il legame tra i singoli e l'ebraismo, così come quello interno alla comunità e il rapporto con il territorio. Anche perché “credo che il mondo abbia ancora molto bisogno del popolo ebraico e che il popolo ebraico a sua volta abbia bisogno anche dell’ebraismo torinese e della sua storia”. A sottolineare il significato simbolico del ritorno di Finzi a Torino, dopo aver ricoperto il ruolo di rabbino capo a Napoli, il presidente della Comunità Dario Disegni. “È il primo torinese a rivestire l’incarico di rabbino capo della città da oltre un secolo, succedendo a personalità di altissimo profilo che si sono avvicendate nel corso degli anni passati”. 
Personalità richiamate anche nel corso della giornata di studi organizzata in onore del rav dalla Comunità e dalla Scuola Rabbinica Margulies-Disegni. “Domande halakhiche nel mondo moderno”, il tema con al centro le riflessioni dei rabbini rav Riccardo Di Segni, rav Alberto Somekh, rav Ariel Di Porto, rav Luciano Caro, rav Giuseppe Momigliano, rav Umberto Piperno e dello stesso rav Finzi. Un tema, ha rilevato la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni nel suo messaggio di saluto, che è al centro della vita ebraica. 

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LA CONFERENZA INTERNAZIONALE "IL GRIDO DELLA PACE"

“Difendere la vita, priorità assoluta”

Dai flussi migratori al cambiamento climatico, dalla minaccia della guerra al progetto di un Mediterraneo plurale. Sono alcuni dei focus previsti dalla Comunità di Sant’Egidio ne “Il grido della pace”, conferenza internazionale in svolgimento a Roma. Dopo la sessione inaugurale con l’intervento tra gli altri del Gran Rabbino di Francia rav Haim Korsia hanno preso il via, in queste ore, una serie di approfondimenti tematici. Uno dei quali incentrato sul valore della vita. L’idea affermata a monte è che ogni generazione “è chiamata a ritrovare le energie e i modi per convivere” e che una pace duratura, dopo un conflitto, non sia possibile “senza riconciliazione profonda e riconoscimento dell’altro”. A esporre una prospettiva ebraica sul tema il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni. “La vita è prioritaria rispetto a qualunque altra cosa, anche l’osservanza dello Shabbat. Bisogna fare di tutto, anche se alla persona che abbiamo davanti restano pochi minuti da vivere” ha osservato il rav, citando le fonti da cui si traggono questi insegnamenti. Al centro valori come “ricchezza della diversità, forza della debolezza, preziosità perenne della vita, di qualunque vita”.

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LA VITTORIA IN SVIZZERA E LA FIRMA CON LA SQUADRA ISRAEL - PREMIER TECH

Dalla fuga da Kabul al Tour de France:
il sogno israeliano di Fariba Hashimi

Non era passata neanche un’ora dalla fine del campionato nazionale di ciclismo femminile dell’Afghanistan quando la giovanissima vincitrice Fariba Hashimi (19 anni) ha ricevuto la notizia che, professionalmente parlando, potrebbe cambiarle la vita: l’ingaggio per il 2023 nelle file della Israel – Premier Tech.
L’epilogo di una giornata dalle grandi emozioni, con 49 cicliste al via dalla cittadina svizzera di Aigle sede del’Unione Ciclistica Internazionale. Una giornata di sport e ritorno alla “normalità” che porta anche la firma del filantropo israeliano Sylvan Adams. Tra gli artefici, lo scorso anno, di un ponte aereo di soccorso che ha messo in salvo molte di queste sportive. Tra cui la vincitrice, che vive oggi in Italia.

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L'INIZIATIVA A ROMA

Dal karate alla pallacanestro,
lo sport di nuovo in “Piazza”

Dopo lo stop imposto dalla pandemia è tornato a svolgersi l’appuntamento con “Sport in Piazza”, giornata per adulti e bambini promossa dal Coni Lazio con la collaborazione della Comunità ebraica di Roma.
Dalla pallavolo al pallacanestro, dal calcio al fitness, dal tennis alla scherma: questi alcuni degli sport che è stato possibile praticare nell’area del quartiere ebraico della Capitale, in un apposito “villaggio” dotato di 15 postazioni. Coinvolti istruttori del Maccabi e dell’associazione Eli Hay, oltre che dei movimenti giovanili Benè Akiva e Hashomer Hatzair.

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IL PERCORSO CULTURALE CON LA PARTECIPAZIONE DELLA COMUNITÀ

Trieste ebraica: luoghi, storie, incontri

Un viaggio tra “archeologia e storia” quello che ha visto la Comunità ebraica triestina protagonista di una giornata a porte aperte promossa dall’Associazione Musica Libera. Il punto di ritrovo per i partecipanti all’iniziativa è stato l’Arco di Riccardo nell’area dove un tempo sorgeva il Ghetto. Testimonianza a partire dalla quale la guida Marzia Arzon e il geometra Adelio Paladini dell’Archivio Tecnico Disegni del Comune hanno avviato un percorso attraverso luoghi ed edifici: da Corte Trauner al Ghetto di Riborgo, con riferimenti storici e documentali ad evidenziare il passaggio all’attuale configurazione del quartiere dopo le demolizioni innescate dal Piano Regolatore del 1934. 

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