Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    1 Dicembre 2022 - 7 Kislev 5783
IL CONVEGNO PROMOSSO DA UCEI E FONDAZIONE BENI CULTURALI EBRAICI ITALIANI

“Conservazione del patrimonio ebraico,
quello italiano un lavoro d’eccellenza”

Sono passati poco più di dodici mesi da quando l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha affidato la gestione del proprio Centro Bibliografico alla Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia. Una storica realtà dell’ebraismo italiano. Ma anche un luogo d’incontro “che vogliamo si affermi sempre più come un polo di studio, ricerca e confronto” l’auspicio espresso dal presidente della Fondazione Dario Disegni nel dare avvio ai lavori del convegno “Judaica cognoscenda et custodienda” che vede la presenza di studiosi provenienti dal mondo della biblioteconomia, della storia dell’arte e della stampa, della catalogazione e dell’archivistica. Tema del confronto di queste ore: storia, catalogazione e tutela del patrimonio librario ebraico. Un patrimonio importante, da un punto di vista sia qualitativo che quantitativo, che il Centro stesso è chiamato a valorizzare con forza propulsiva sempre maggiore. “Molti – ha evidenziato Disegni nella sua introduzione – sono i tesori custoditi in queste stanze, con possibilità immense di approfondimento”. Gli oltre 25mila volumi della sezione libraria, ha fatto notare. Ma anche le numerose testimonianze a disposizione nella sezione archivistica, in quella fotografica e in quella musicale. C’è molto da dare e offrire, ha rimarcato Disegni nel sottolineare l’inizio di una nuova fase di condivisione pubblica di cui il convegno odierno costituisce la premessa. A confermarlo, suggestivo accompagnamento ai lavori, il contenuto di una teca al cui interno erano adagiati un incunabolo del 1475 e un volume del celeberrimo Talmud di Daniel Bomberg.

“La valorizzazione di questo Centro è la novità più significativa dell’ultimo anno. Un impegno per la gestione ma anche per il suo rilancio”, ha osservato Disegni. Facendo poi il punto sui molti impegni che vedono la Fondazione protagonista. Dai programmi pluriennali per la catalogazione al contributo offerto al progetto I-tal-Ya Books che proprio sul patrimonio librario si incentra. Dai progetti di respiro europeo come il restauro del cimitero goriziano di Valdirose a quello di singoli beni appartenenti alle 21 Comunità locali. Come quello in corso a Livorno per arrivare, “con qualcosa di molto rilevante”, all’appuntamento del prossimo ottobre con il bicentenario dalla nascita del rabbino e pensatore Elia Benamozegh. Apprezzamento per il lavoro della Fondazione è arrivato anche dalla presidente UCEI Noemi Di Segni, che nel suo saluto ha commentato: “L’attività relativa alla conservazione del patrimonio è una vera e propria punta di diamante. Si tratta però di un diamante un po’ nascosto: insieme abbiamo il compito di farlo uscire il più possibile”. La convinzione della presidente UCEI, infatti, è che “siamo davanti a un’eccellenza dell’ebraismo italiano, da condividere anche a un livello internazionale”.

I LAVORI DELL'IHRA IN SVEZIA

“Distorsione della Shoah in crescita,
il nostro un lavoro fondamentale”

Un ricordo di Boris Pahor, scrittore triestino di lingua slovena sopravvissuto alla deportazione in lager e tra le voci di Memoria più autorevoli d’Europa, scomparso di recente all’età di 108 anni, ha caratterizzato i lavori della riunione plenaria dell’International Holocaust Remembrance Alliance in svolgimento a Göteborg. L’appuntamento conclusivo dell’anno di presidenza della Svezia, che già in giugno aveva ospitato una prima plenaria nella sua capitale Stoccolma. Città che per l’Ihra riveste un significato particolare, trattandosi del luogo in cui è stata fondata e in cui ha preso avvio, oltre vent’anni fa, il suo sforzo educativo e di consapevolezza. “È giusto che questa conferenza internazionale, la prima importante del nuovo millennio, dichiari il suo impegno a porre i semi di un futuro migliore nel terreno di un amaro passato”, convenivano i firmatari della Dichiarazione di Stoccolma nel gennaio del 2000. A Göteborg anche una delegazione italiana guidata dall’ambasciatore Luigi Maccotta e di cui fanno parte rappresentanti di UCEI e altre istituzioni.
Con Maccotta, tra gli altri, il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera, Michele Sarfatti, Sira Fatucci, Micaela Procaccia, Cristina Carenza e il Consigliere UCEI Massimiliano Boni.

LE INIZIATIVE PER I DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA

Rita Levi-Montalcini, una vita per la scienza

Nel 2008 Elena Cattaneo, ordinario di Farmacologia all'Università degli Studi di Milano, invitò la Premio Nobel per la Medicina Rita Levi-Montalcini a parlare davanti a un migliaio di studenti. “Parlò per un'ora e mezza, davanti alla cattedra, dritta in piedi con quel pugno chiuso quasi a testimoniare la forza che sconfigge l'invecchiamento. A un certo punto feci il gesto, con un certo timore, di porgerle la sedia. Lei, davanti ai mille studenti, disse con gentilezza ma voce ferma: 'grazie, ma io resto in piedi'. Quella frase mi è rimasta in testa e spesso mi chiedo: quante volte Rita in quegli anni è rimasta dritta in piedi? Cosa significa non cedere alle avversità quando a non cedere devi essere tu? Cosa significa non piegarsi, scegliere la terra del no? Scegliere di non accettare condizionamenti e vie privilegiate, solitamente a danni di altri... E quanta fatica costa riuscirci?”. In questo piccolo episodio, ricordato in queste ore dalla senatrice a vita Cattaneo, c'è il chiaro richiamo al ruolo svolto da Rita Levi-Montalcini: un modello per intere generazioni per la sua totale dedizione alla scienza e per il suo grande impegno civile. Due elementi richiamati nel corso del convegno promosso in Senato dalla Fondazione dell'European Brain Research Institute insieme all’Accademia delle Scienze, che ha visto intervenire diversi autorevoli relatori, tra cui la presidente del Cern Maria Chiara Carrozza e il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. Un'iniziativa voluta per ricordare Levi-Montalcini a dieci anni dalla sua scomparsa, il 30 dicembre 2012. Anniversario che verrà celebrato anche a Milano con un appuntamento organizzato domenica 4 dicembre al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" e promosso dalla Comunità ebraica locale in collaborazione con UCEI e RAI teche.

L'EVENTO AL CENTRO BIBLIOGRAFICO UCEI

Stragi nazifasciste in Italia, l’impegno per la giustizia

Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e le altri stragi che hanno devastato l’Italia negli anni bui del nazifascismo restano una ferita aperta per la collettività. Non solo per le drammatiche vicende in sé, ma anche per via dei ritardi accumulatisi nella ricerca di verità e giustizia. Molto di quello che oggi sappiamo sullo svolgimento di quegli eventi, su colpe e mandanti ai diversi gradi di responsabilità, lo dobbiamo al procuratore generale militare alla Corte d’appello di Roma Marco De Paolis. 
Premiato di recente con l’Ordine al merito della Repubblica federale, la più alta onorificenza di Germania, De Paolis ha diretto le indagini su oltre 450 procedimenti, portato a giudizio 17 processi e ottenuto 57 condanne all’ergastolo di militari tedeschi. Uno dei magistrati che, anche nel contesto europeo, più hanno lasciato il segno. L’uomo che dava la caccia ai nazisti (ed. Piemme), scritto insieme ad Annalisa Strada, fissa alcuni punti essenziali del suo impegno e del suo significato. Un libro che si rivolge ai giovani, ma parla in realtà a tutti senza distinzioni. L’occasione per fare il punto sarà data da un evento in programma martedì 6 dicembre alle 18 nella sede del Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah di Roma.

IL PROGETTO FINANZIATO DALL'UE E IL SEMINARIO ALLA GRANDE MOSCHEA DI ROMA

Luoghi di culto, case da proteggere

Lavorare per proteggere al meglio i luoghi di culto in Europa dagli attacchi terroristici. È l'obiettivo di Shield (scudo), il progetto sostenuto dal Fondo per la Sicurezza interna dell’Unione Europea che riunisce attori pubblici e privati dell'Ue per identificare, per le diverse religioni, quali siano i punti critici nei rispettivi luoghi di culto, quali i possibili eventi e funzioni a rischio e, più in generale, come contrastare le diverse forme di radicalizzazione. Al momento il focus è concentrato su Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Un'iniziativa dunque di ampio respiro che in queste ore ha fatto tappa a Roma, con una giornata di workshop organizzato presso la Grande Moschea della Capitale. Relatori italiani e internazionali si sono confrontati su punti concreti per trovare soluzioni legate al pericolo terrorismo. “L'obiettivo dell'Unione europea e non solo deve essere quello del 'terrorismo zero'. Per farlo, servono educatori che guidino giovani e adulti nel rispetto della vita di ogni singolo individuo”, le parole in apertura di rav Scialom Bahbout, presidente del Centro Internazionale di Ricerca Sistemica, tra i partner del progetto Shield.

 

L'ASSEMBLEA NAZIONALE DELL'ADEI WIZO E LA NOMINA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

Associazione Donne Ebree d’Italia,
nuovo mandato per Susanna Sciaky

Un nuovo mandato alla guida dell’Associazione Donne Ebree d’Italia per la presidente uscente Susanna Sciaky. È quanto stabilito nell’ultima riunione dell’assemblea nazionale dell’Adei Wizo tenutasi nelle scorse ore, con all’ordine del giorno il rinnovo degli incarichi e un bilancio del lavoro svolto. Nel nuovo Consiglio direttivo – ad affiancare Sciaky, che è milanese e presiede l’Adei dal 2018 – saranno Manuela Fano (Venezia), Ziva Fischer (Roma), Lea Fubini (Torino), Roberta Grassini (Venezia), Carla Guastalla (Livorno) Emanuela Haffetz Alcalay (Milano), Viviana Levi (Roma), Ines Miriam Marach (Bologna), Roberta Nahum (Roma), Silvia Pesaro (Ferrara), Miriam Rebhun (Napoli), Sylvia Sabbadini (Milano), Emanuela Servi Di Castro (Firenze), Manuela Stock (Trieste). Le varie cariche saranno definite nei prossimi giorni.
“Sono molto contenta e onorata di avere la possibilità di continuare il lavoro per un altro mandato. La soddisfazione è quella di vedere riconosciuta l’attività svolta in questi quattro anni, ma soprattutto di avere la possibilità di impegnare energie e idee proprio in un momento in cui stiamo raccogliendo tanti risultati di un lavoro a cui era necessario dare continuità”, afferma Sciaky.

L'INIZIATIVA DELL'OSPEDALE ISRAELITICO

Medicina di genere, un ambulatorio per le donne

“Uno spazio esclusivo delle donne e per le donne, dove la loro salute e il loro tempo contano”.
L’Ospedale Israelitico di Roma ha presentato, nella sua sede di via Veronese, il primo ambulatorio dedicato nella sua interezza alla medicina di genere. Un nuovo servizio il cui obiettivo è quello “di offrire un iter diagnostico e terapeutico intelligente”. Così il direttore sanitario Gabriella Ergasti nel delinearne le caratteristiche nel corso di una conferenza cui sono anche intervenute la presidente della Comunità ebraica cittadina Ruth Dureghello, la vicepresidente dell’ospedale Antonella Di Castro, la ginecologa e responsabile del Percorso Donna Bruna Coen, la nutrizionista Sabrina Coen, la specialista in Dermatologia e Venereologia Manuela Carrera. 

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