Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    22 Dicembre 2022 - 28 Kislev 5783
L'INTERVENTO

Chi se lo sarebbe aspettato

Chi si sarebbe aspettato che Abramo e Sara da vecchi avrebbero generato un figlio? Chi si sarebbe aspettato che Giacobbe, che aveva passato il Giordano solo col suo bastone, si sarebbe esteso e arricchito? Chi si sarebbe aspettato che Giuseppe, dopo aver sofferto tutte queste disgrazie, sarebbe divenuto re? Chi si sarebbe aspettato che Mosè, gettato nel fiume, sarebbe divenuto quello che è divenuto? Chi si sarebbe aspettato che Rut, che era proselita, avrebbe fatto tornare il regno in Israele? Chi si sarebbe aspettato che David sarebbe divenuto re per tutte le generazioni? Chi si sarebbe aspettato che Israele all’epoca di Aman sarebbe stato salvato dal Santo, Egli sia benedetto? Chi si sarebbe aspettato che gli esiliati avrebbero ottenuto fama e gloria?
Queste parole non sono frutto di una riflessione di qualcuno dei nostri tempi, bensì sono tratte dal Bereshit Rabbà, una raccolta di midrashim di quasi 1500 anni fa. Il brano citato (cap. 88:7) è un commento all’ultimo versetto della parashà letta Shabbat scorso, Wayeshev (Genesi 40:23), nell’ottima traduzione di Rav Alfredo Ravenna (UTET 1978, pp. 736-737), un’opera da tempo esaurita che verrà meritoriamente ripubblicata dalla Giuntina. Nel brano, la lista di eventi è più ampia di quanto qui riportato e si potrebbe prolungare con molti altri episodi della storia del popolo ebraico, a cominciare da quello di Chanukkà che festeggiamo in questi giorni (“chi si sarebbe aspettato che i deboli e pochi avrebbero sconfitto i forti e numerosi?”).
Per non correre il rischio di allungare l’elenco in modo troppo riduttivo o, all’inverso, eccessivo, mi astengo dall’aggiungere altri avvenimenti della storia di Israele, antichi o recenti: ognuno può farlo a sua volontà. Vorrei però menzionarne almeno un altro. Chi si sarebbe aspettato che gli ebrei di Roma avrebbero accolto nella Sinagoga Maggiore papi e cardinali, presidenti della Repubblica, capi di governo e ministri, dopo i soprusi e le umiliazioni subite nei secoli di dominio pontificio e dopo le discriminazioni e persecuzioni durante il fascismo?
Alla memoria di coloro che, nonostante tutto, hanno creduto nella continuità del popolo di Israele e hanno avuto speranza.

Rav Gianfranco Di Segni

L'ANNUNCIO DI NETANYAHU A HERZOG 

"Ho un nuovo governo per Israele"

Il mandato del leader del Likud Benjamin Netanyahu come Primo ministro incaricato scadeva alla mezzanotte tra il 21 e il 22 dicembre. A mezz’ora dal termine Netanyahu è riuscito a fare l’attesa telefonata al Presidente d’Israele Isaac Herzog. “Volevo informarla – l’annuncio a Herzog, ripreso in un video – che, grazie all’immenso sostegno pubblico ottenuto alle elezioni, sono riuscito a costituire un governo che si prenderà cura di tutti i cittadini di Israele. E naturalmente intendo costituirlo il più rapidamente possibile”. Dunque al fotofinish il leader del Likud e prossimo Premier del trentasettesimo governo d’Israele è riuscito a concludere gli accordi con la sua coalizione, che si prepara ad essere la più a destra di sempre. A formarla al fianco del Likud, i partiti haredi Shas e Yahadut HaTorah e le compagini di estrema destra Otzma Yehudit, Sionismo religioso e Noam. Queste ultime alle elezioni si erano presentate insieme sotto il cappello del Sionismo religioso, mentre per le trattative si sono mosse in autonomia. Insieme la coalizione può contare su una solida maggioranza di 64 seggi su 120 e sta già portando avanti diverse riforme, molte contestate dall’opposizione. Almeno tre verrano approvate dalla Knesset prima del giuramento del nuovo governo, che dovrà avvenire entro e non oltre il prossimo 2 gennaio. 

LA MISSIONE A ROMA E IN VATICANO

"I nostri cari ostaggio di Hamas,
il mondo ci ascolti e aiuti"

Da vari anni ormai si consuma a Gaza una violazione umanitaria aberrante. Due cittadini con disturbi mentali e i corpi di altrettanti soldati israeliani uccisi nell’estate del 2014, uno dei quali durante un cessate il fuoco, sono infatti trattenuti dal gruppo terroristico Hamas senza che nulla si sappia della loro sorte. Per la prima volta da quando si è aperto questo vuoto nelle loro esistenze i familiari di Avera Mengistu e Hisham Al-Sayed, Hadar Goldin e Oron Shaul, si trovano insieme all’estero, sostenute dalle ambasciate d’Israele in Italia e presso la Santa Sede, per far sì che la loro voce di protesta sia ascoltata. Tra Roma e Vaticano, una missione che li ha portati a raccogliere tra gli altri la solidarietà del papa, di esponenti del governo italiano e delle istituzioni europee e a ricevere anche l’abbraccio della Comunità ebraica cittadina durante l’accensione del quarto lume della Chanukkiah nel Tempio Maggiore.
“È la prima volta che viaggiano tutti insieme. Il momento scelto non è casuale, vista la coincidenza di Chanukkah e festività cristiane. Una circostanza simbolica quella che ci ha portati dal papa, sperando che le sue relazioni speciali con il mondo islamico possano essere d’aiuto” dice a Pagine Ebraiche Shuli Davidovitch, direttrice della Divisione per la Diaspora e gli Affari Religiosi al Ministero degli Esteri israeliano. “Purtroppo – sottolinea – allo stato attuale non abbiamo informazioni relative né agli ostaggi, né ai corpi dei caduti. Hamas non ci ha mai fatto sapere niente. Sappiamo però che il prezzo richiesto è alto: la liberazione di centinaia di terroristi”. 

(Nell'immagine: l'accensione della Chanukkiah con i familiari di Avera Mengistu)

LA FESTA EBRAICA DELLA LUCE NELL'ANTICHISSIMA SINAGOGA DI BOVA

Chanukkah illumina le città calabresi:
"Rafforziamo insieme un ponte duraturo"

Nel 1983, in circostanze fortuite, vennero alla luce i resti della sinagoga di Bova Marina. Datata dagli esperti tra il quarto e quinto secolo, rappresenta una delle più antiche testimonianze di presenza ebraica non soltanto in Calabria ma in tutta Italia ed Europa. Un patrimonio storico, ma anche un luogo dove costruire nuovi progetti di consapevolezza rivolti al futuro. Per la prima volta dopo secoli, quella stessa area è tornata infatti ad accendersi con le luci di una Chanukkiah in ferro battuto, realizzata secondo i canoni estetici del candelabro che appare nel mosaico della sinagoga calabrese. L’accensione del quarto lume, svoltasi nelle scorse ore alla presenza di numerose autorità locali, ha rappresentato uno degli eventi più significativi nel quadro delle molteplici accensioni che stanno illuminando le città della Calabria con il contributo di Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Comunità ebraica di Napoli.
“Nuovi segnali importanti da un territorio che appare intenzionato a riscoprire la propria radice ebraica dopo secoli di cancellazione e oblio” rileva il vicepresidente UCEI Giulio Disegni, intervenuto all’accensione assieme al rabbino capo di Napoli rav Cesare Moscati e al delegato per la Calabria della Comunità napoletana Roque Pugliese. “C’è grande sete di conoscenza e un genuino impegno che vede protagonista anche una nuova generazione di studiosi motivati. Un processo in divenire – il suo pensiero – che le istituzioni dell’ebraismo italiano sono chiamate ad accompagnare rafforzando relazioni e progetti”. Dalle cerimonie di questi giorni traspare d’altronde “la consapevolezza che la storia della presenza ebraica in Calabria non è qualcosa cui si guarda come un ‘altro’ da sé, ma un elemento che si riconosce radicato anche nelle strade e nella toponomastica”. Ad evidenziarlo anche il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, che in un messaggio inviato agli organizzatori parla di “evento storico” e di “legame autentico e antico, che vive da secoli dentro alle nostre comunità e si alimenta ancor di più oggi”. 

IL GIORNALE EBRAICO DEI BAMBINI E LE RICETTE DELLA FESTA

Chanukkah con DafDaf, otto giorni in cucina

DafDaf propone oggi una ricetta salata, molto semplice, che permette di scostarsi un poco dalle fritture tradizionalmente associate a Chanukkah. Come spiega Claudia De Benedetti, autrice della rubrica “in cucina” la mozzarella, racchiusa in un guscio di croccante pastella, rimane filante, e si accompagna bene con un’insalata mista: croccante e leggera. Buone fritture!

a.t. social @ada3ves

OTTO GIORNI OTTO LUMI

Più di un miracolo

Rav Dov Tsvì Karelenshtain (1934-2015) sulla base del commento del Maharal di Praga (Jehuda Löw 1520-1609) al brano “Cos’è Chanukkà” del Talmud (Shabbat 21b), sottolinea che nell’aggiunta della festa – che in questi giorni recitiamo nella seconda benedizione di ringraziamento della ‘Amidà – non compare alcun cenno al miracolo dell’olio della Menorà. Questa formula, dice Rav Dov Tsvì, in cui si evidenzia la vittoria “dei deboli contro i forti, dei pochi contro i molti, dei giusti contro i malvagi, di coloro che si occupano della Torà contro gli empi”, è fondamentale affinché non si radichi l’idea che il miracolo avvenuto in questa storia sia solo quello dell’olio e che solo per questo accendiamo i lumi. 

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

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