L’annuncio di Netanyahu a Herzog
“Ho un nuovo governo per Israele”

Il mandato del leader del Likud Benjamin Netanyahu come Primo ministro incaricato scadeva alla mezzanotte tra il 21 e il 22 dicembre. A mezz’ora dal termine Netanyahu è riuscito a fare l’attesa telefonata al Presidente d’Israele Isaac Herzog. “Volevo informarla – l’annuncio a Herzog, ripreso in un video – che, grazie all’immenso sostegno pubblico ottenuto alle elezioni, sono riuscito a costituire un governo che si prenderà cura di tutti i cittadini di Israele. E naturalmente intendo costituirlo il più rapidamente possibile”. Dunque al fotofinish il leader del Likud e prossimo Premier del trentasettesimo governo d’Israele è riuscito a concludere gli accordi con la sua coalizione, che si prepara ad essere la più a destra di sempre del paese. A formarla al fianco del Likud, i partiti haredi Shas e Yahadut HaTorah e le compagini di estrema destra Otzma Yehudit, Sionismo religioso e Noam. Queste ultime alle elezioni si erano presentate insieme sotto il cappello del Sionismo religioso, mentre per le trattative si sono mosse in autonomia. Insieme la coalizione può contare su una solida maggioranza di 64 seggi su 120 e sta già portando avanti diverse riforme, molte contestate dall’opposizione. Almeno tre verrano approvate dalla Knesset prima del giuramento del nuovo governo, che dovrà avvenire entro e non oltre il prossimo 2 gennaio. La loro approvazione è infatti considerata elemento essenziale da alcuni componenti della maggioranza perché il nuovo esecutivo si possa effettivamente concretizzare. E, pur con tempi limitati, il via libera alle riforme appare dietro l’angolo: il 26 dicembre arriveranno infatti per la lettura finale in parlamento le modifiche alla Legge fondamentale richieste dai leader di Sionismo religioso e Shas. Una consentirà a Bezalel Smotrich (Sionismo Religioso) – futuro ministro del Tesoro – di accorpare una parte delle funzioni del ministero della Difesa, ottenendo la responsabilità sugli insediamenti in Cisgiordania e sull’edilizia palestinese. L’altra aprirebbe la strada ad Aryeh Deri (Shas) per ricoprire la carica di ministro degli Interni e della Sanità, nonostante una condanna per frode fiscale. Ancora in discussione in commissione, e quindi un po’ più indietro nell’iter legislativo, la terza riforma. Quella richiesta dal prossimo ministro della Pubblica Sicurezza Itamar Ben Gvir per espandere il controllo politico sulla polizia.