Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui   12 Gennaio 2023 - 19 Tevet 5783

LA SCELTA DEL GENESIS PRIZE

Il Nobel ebraico agli attivisti per l'Ucraina:
"Un premio alla solidarietà collettiva"

Un premio collettivo per ricordare, a undici mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’impegno di chi ha risposto alla violenza di Mosca con la solidarietà. Per la prima volta la commissione del Genesis Prize, il “Nobel ebraico”, ha deciso di conferire il prestigioso riconoscimento non a un singolo, ma idealmente a tutti gli attivisti e alle ong del mondo ebraico che in questi mesi si sono impegnati per portare un aiuto alla popolazione ucraina.
In una nota firmata in rappresentanza del comitato del Genesis Prize, Natan Sharansky e Stan Polovets hanno spiegato il perché di questa scelta, ricordando cosa è accaduto in questi undici mesi. “Abbiamo assistito a guerre, distruzioni e sofferenze umane su una scala mai vista dalla seconda guerra mondiale. Decine di migliaia di persone hanno perso la vita; milioni hanno abbandonato la casa, il lavoro, la scuola e la famiglia. – sottolineano Sharansky e Polovets – Mentre i paesi confinanti con l’Ucraina sono stati inondati di rifugiati e hanno dovuto affrontare interruzioni del proprio approvvigionamento energetico, le ricadute economiche della guerra si sono fatte sentire in tutto il mondo, con un impatto su decine di milioni di vite”. A fronte di questa tragedia, Sharansky e Polovets ricordano come vi sia anche stata un’ampia risposta solidale. “Abbiamo anche assistito alla gentilezza umana, alla compassione e all’attivismo su una scala senza precedenti. In tutto il mondo, migliaia di individui e organizzazioni sono state spinte all’azione, facendo una scelta morale per fare volontariato, donare denaro, dare rifugio agli sfollati e impegnarsi nella difesa politica dell’Ucraina". 

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L'INIZIATIVA INSIEME AI DETENUTI DEL CARCERE CITTADINO

Milano, Memoriale a porte aperte

L’attesa è per i primi di febbraio quando nei pressi dei binari della stazione Centrale di Milano verrà inaugurata una nuova segnaletica che farà da collegamento con il sottostante Memoriale della Shoah. Un passaggio importante nel creare ulteriore consapevolezza rispetto a uno dei luoghi simbolo della persecuzione in Italia. Una realtà che in questo mese di gennaio propone un serrato programma di iniziative rivolte alla cittadinanza e dedicate alla Memoria. Tra queste, una due giorni di open day – il 26 e 27 gennaio – con la collaborazione della protezione civile e la partecipazione del progetto RestART Bollate, a cura della cooperativa sociale Articolo 3. Un’esperienza quest’ultima già avviata in passato e che coinvolgerà come volontari persone detenute presso la 2° Casa di Reclusione di Milano Bollate. “Credo fortemente che la coscienza civile passi da luoghi come il Memoriale e ho scelto quindi di fare in modo che chiunque voglia possa venire, al netto delle difficoltà che potrebbero fermarli. Sono certo che in quei due giorni ci sarà il riscontro di pubblico che ci farà dire che ne è valsa la pena” sottolinea Roberto Jarach, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah. 

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LEGGENDARIO TENNISTA, VINSE DA AUTODIDATTA A WIMBLEDON  

Dick Savitt (1927-2023)

Non aveva mai preso una lezione “ufficiale” da alcun maestro, un perfetto autodidatta. Eppure il talento e l’estro di Dick Savitt furono tali da portarlo là dove ogni tennista sogna di arrivare un giorno: a Wimbledon, sul campo più celebre del mondo. E non come comparsa in un torneo che era già leggenda ma con il ruolo di assoluto protagonista, tanto da risultarne alla fine il vincitore.
Un’impresa con pochi eguali nella storia dello sport quella realizzata dall’autodidatta Savitt, originario di New York, il cui primo amore non era stata la racchetta bensì la pallacanestro. Era l’estate del 1951, Savitt aveva 24 anni e a celebrare il suo trionfo in terra inglese, che l’avrebbe proiettato ai vertici del ranking internazionale, sarebbe arrivata un’ulteriore consacrazione: una copertina del Time con il suo volto sorridente in primo piano. Mai simile onore era toccato a un atleta ebreo, ricordano vari giornali nel raccontarne la scomparsa. 
“Ho giocato molto a Central Park e anche sui campi in terra battuta della 96esima strada. Conoscevo il ragazzo che li gestiva, quindi sapeva già a che ora sarei arrivato per tenermi da parte il campo. Non ho mai dovuto aspettare. Molte persone mi guardavano giocare” avrebbe spiegato anni dopo al New York Times, facendo apparire come normale qualcosa di davvero inusuale. 

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APPUNTAMENTO A FIRENZE A FINE APRILE

Limmud Italia Days, ritorno in presenza

Dopo due anni di sospensione a causa della pandemia tornerà in primavera l’appuntamento, in presenza, con il Limmud Italia. Decine di presentazioni con tre-quattro sessioni in ogni fascia oraria, con lezioni, workshop, musica caratterizzeranno l’iniziativa, in programma a Firenze tra domenica 30 aprile e lunedì primo maggio. La formula, annunciano dal comitato organizzativo, sarà “sempre quella del multi-seminario, ovvero tanti interventi, lezioni, tavole rotonde dedicati a un tema ebraico e che spaziano fra Torà e Talmud, scienza e filosofia, storia e arte, musica, attualità e cucina”.
“Non chiedeteci ‘qual è il programma dell’evento?’: come in tutti gli eventi Limmud il programma non è prefabbricato, ma è costruito mettendo insieme le proposte di tutti i partecipanti: sarete voi a fare il programma! Limmud si fonda infatti sul principio: ‘Tutti hanno qualcosa da imparare, tutti hanno qualcosa da insegnare’ e ogni partecipante può essere un relatore”, si aggiunge nella presentazione di questa nuova occasione di incontro e confronto. A ogni partecipante sarà infatti data la possibilità “di presentare una sessione del programma” e di costruire poi “un proprio percorso didattico e di crescita personale, scegliendo le sessioni di maggior interesse”.

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GLI INCONTRI AL MUSEO EBRAICO DI TRIESTE

Israele, tra storia e archeologia

Nuovi appuntamenti al Museo ebraico di Trieste per “Israele: archeologia e storia”, ciclo di incontri e conferenze in svolgimento in questi mesi. Il sito di Santa Maria in Viridis ad Ashkelon “dall’epoca erodiana a quella bizantina” il tema della lezione proposta a un pubblico partecipe dall’architetto e docente universitaria Cecilia Maria Roberta Luschi.

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SEGNALIBRO - LA PRESENTAZIONE AL PITIGLIANI

Storia di un re e del suo popolo

“Re, bandito, poeta, donnaiolo, suonatore di cetra, mistico, combattente ragazzino contro il gigante, bello e di nobile oratoria, insolente rivoltoso, principe machiavellico e imperioso abituato a ottenere subito quel che vuole, ma poi peccatore penitente, prediletto da Dio e sempre in dialogo con lui, simbolo perenne del popolo di Israele…”.
Così il semiologo Ugo Volli nel raccontare, nel suo ultimo libro, la straordinaria figura del re Davide. Una storia che “coinvolge insieme al re il suo piccolo popolo” e che si dipana tra le pagine di Musica sono per me le Tue leggi, fresco di pubblicazione con La nave di Teseo, il cui titolo è una citazione dal salmo 119:54 di cui questo affascinante personaggio – “mistico e artista, politico e guerriero”, ricorda Volli nell’introduzione – è tradizionalmente identificato come l’autore.

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