NUOVE EMOZIONI DA TOKYO  

I trionfi dell'atletica azzurra e quel filo
che porta fino a Shaul Ladany

Fino a poche ore dal via si è temuto che le Olimpiadi non si disputassero nemmeno. E invece, pur con spalti vuoti e molti inciampi, lo spettacolo è stato assicurato anche stavolta. E che spettacolo, vien da dire, pensando alle molte imprese azzurre: da Marcell Jacobs oro nei 100 metri al successo nell’alto di Gianmarco Tamberi, dalla vittoria al fotofinish dei ciclisti su pista trainati dal razzo Filippo Ganna alle due medaglie di Greg Paltrinieri nel nuoto ottenute nonostante una recente mononucleosi. I due ultimi trionfi in ordine di tempo nel segno della marcia, in entrambi i casi nella venti chilometri: ieri con Massimo Stano, oggi con Antonella Palmisano. Il premio anche al lavoro di un grande allenatore, Patrizio Parcesepe. Suggestivo che questo sia avvenuto nell’Olimpiade che ha finalmente onorato la memoria delle vittime dell’attentato palestinese ai Giochi di Monaco ’72 con un minuto di silenzio.


Era una serata romana di qualche anno fa, vigilia della prima Run for Mem. Al tavolo dei relatori il principale testimonial della corsa per la memoria consapevole ideata dall’UCEI, l’ex marciatore Shaul Ladany sopravvissuto bambino al campo di sterminio e poi a quel mortale attacco che strappò alla vita undici persone. Accanto l’autore della sua biografia Cinque cerchi e una stella (Add editore), vincitrice del prestigioso Bancarella Sport: il giornalista Andrea Schiavon.
“Siamo qui per ricordare l’importanza di fare Memoria. E di farlo non perdendo mai una prospettiva di impegno rivolta al futuro, un passo dopo l’altro” sottolineava Shaul, detentore del record mondiale sulla distanza dei cento chilometri, facendo commuovere la platea. In sala, a prendere appunti, c’era tra gli altri proprio Parcesepe. Non era solo a quell’evento. Ad accompagnarlo due stelle di primo livello: la neocampionessa olimpica Palmisano, per l’appunto, ed Elisa Rigaudo, medaglia di bronzo a Pechino 2008.
Una grande motivazione l’aveva spinto verso quell’evento: conoscere Shaul, sentire la sua storia. Alla fine dell’incontro, sulla copia del libro appena acquistata, chiederà a Schiavon e Ladany una dedica. Una per ciascuno degli atleti del suo gruppo.
La duplice vittoria azzurra consacra Parcesepe come un autentico patrimonio dello sport italiano. E ribadisce l’importanza di una dimensione valoriale strettamente intrecciata a quella agonistica. Un tema spesso al centro di queste giornate di appassionata competizione.
 


 

A chiudere il cerchio la notizia che Cinque cerchi e una stella, un libro straordinario per il modo in cui racconta le ferite di Shaul ma anche l’immenso amore per la vita che sempre gli ha dato la forza di ripartire e ricostruire, è stato tradotto in inglese. Sarà in distribuzione a partire da settembre, con il titolo Five Rings and One Star (Polaris Publishing).
“Ho sentito il professore, è molto contento”, spiega Schiavon. Il professore è Ladany, naturalmente: non solo un grande sportivo, ma anche un punto di riferimento nell’insegnamento universitario in ambito ingegneristico. Una personalità unica nel suo genere visto che ogni compleanno percorre in chilometri la sua età (quest'anno si è "accontentato" della metà: 42,5 km).
Non sorprende che anche Palmisano, quella sera, fosse piuttosto emozionata di incontrarlo. Alla dedica apposta sul libro sarebbe seguita una foto dal quale questo sentimento traspare chiaramente. Dice al riguardo l'amico-biografo: “Manderò questa foto a Shaul scrivendogli: ‘Ti ricordi quella ragazza a Roma?’ Ora è campionessa olimpica”.

Adam Smulevich

(Nell'immagine l'esultanza di Antonella Palmisano dopo l'oro olimpico; Palmisano ed Elisa Rigaudo insieme a Shaul Ladany; la copertina della versione inglese di Cinque cerchi e una stella di prossima uscita) 

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SORGENTE DI VITA 

Sant'Anna di Stazzema, un ricordo

Si apre con un servizio sulla proposta di legge contro la propaganda fascista promossa dal Sindaco di Stazzema la puntata di Sorgente di Vita in onda, in via eccezionale, martedì 10 agosto 2021 su Rai Due. Una proposta di legge “dal basso”, di iniziativa popolare, volta a perseguire chi, sfruttando un parziale vuoto normativo, vende indisturbato gadget, adesivi, souvenir e altra paccottiglia inneggiante al regime fascista, e chi propaganda, in particolare sul web, l’ideologia mussoliniana. L’iniziativa ha raccolto in questi mesi oltre 250mila firme e l’appoggio di sostenitori eccellenti come la senatrice a vita Liliana Segre.

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Libri ebraici in Italia: un dialogo
Buon giorno, volevo informarla che in questi giorni la Biblioteca Nazionale di Roma ha messo a disposizione del pubblico il catalogo, continuamente aggiornato, del Progetto I-Tal-Ya books. Quando sarà completato, consentirà di accedere alla consultazione dell’inventario delle decine di migliaia di volumi in lingua ebraica e yiddish conservati nelle biblioteche italiane.
Cioè una delle tante operazioni di catalogazione, cosa c’è di straordinario? 
Io direi molto. Si tratta di far emergere finalmente la straordinaria ricchezza del contributo che la lingua ebraica ha offerto alla civiltà del Bel Paese.
Vale a dire? Si spieghi meglio. Cosa c’entrano la civiltà e l’Italia?
Apra il sito e provi a indagare meglio. Al momento trova inventariate solo alcune collezioni che in seguito verranno via via implementate. Ma solo leggendo quel che c’è ora può trovare libri devozionali e di preghiera, commentari alla Bibbia e alla letteratura postbiblica, testi di mistica (la “kabbalàh”, le dice qualcosa questa parola? Ha presente Napoli, la Cabala, i numeri… viene molto da lì). Ma ci sono anche titoli di catechismi per fanciulli, polemiche fra scuole di pensiero diverse, libri di storia ebraica, epistolari. E poi c’è una straordinaria collezione di libri in yiddish, che è una lingua scritta con caratteri ebraici ma in realtà parlata dagli ebrei dell’Europa centrale e orientale (oltre che in America e in Israele) che ha una struttura sintattica e un dizionario sostanzialmente tedesco.
Gadi Luzzatto Voghera
La libertà di non litigare
Dunque da oggi bar e ristoranti al chiuso solo con il Green Pass. Gli avventori aumenteranno o diminuiranno? I locali saranno più pieni o più vuoti? Difficile determinarlo nel periodo più anomalo dell’anno, con le città che si spopolano e i luoghi di vacanza sempre più affollati: probabile che ognuno troverà conferme alla propria tesi, anche perché si baserà sul comportamento delle persone che frequenta e che facilmente hanno le sue stesse opinioni. È anche possibile prevedere una sorta di scambio delle parti: chi voleva stare solamente all’aperto per paura del Covid da oggi sarà più disponibile a sedersi anche al chiuso, mentre i non preoccupati e non vaccinati che fino a ieri non si facevano problemi a stare all’interno dei locali da oggi dovranno sistemarsi all’esterno.
Anna Segre
Un unico ideale
“Siete voi dei figli per il Signore vostro D-o…Poiché tu sei un popolo santo per il Signore D-o
tuo” (Devarìm 15; 1-2). È un’importante affermazione quella citata dalla Torà: i figli di un’unica persona sono tra loro fratelli, tanto più figli di D-o.
La nostra parashà viene letta sempre in prossimità del Rosh Chodesh Elul – il primo giorno dell’ultimo mese dell’anno: quel mese così particolare nel quale ogni ebreo è tenuto a fare un profondo esame di coscienza, nei confronti di D-o, ma soprattutto nei confronti del proprio fratello.
Il concetto di tzedaqà che viene ribadito in tutta la nostra parashà deve essere il punto fermo nella nostra vita da ebrei e soprattutto con l’approssimarsi dell’inizio di un nuovo anno.
 
Rav Alberto Sermoneta
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Dolgopyat e le aliyot dall'Est Europa
Artem Dolgopyat, il ginnasta che con le Olimpiadi di Tokyo 2020 ha portato in Israele la seconda medaglia oro, è cittadino israeliano da quando aveva 12 anni. Egli ha frequentato scuole di lingua ebraica ed ha servito nello Tsahal, adesso raggiunto il traguardo olimpico è diventato una sorta di eroe nazionale. Eppure Dolgopyat non è ebreo secondo la halakhah, perché soltanto la nonna paterna era ebrea, e di conseguenza non potrà sposarsi dentro il paese con la propria compagna.
 
Francesco Moises Bassano
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