Un parlamento per l’ebraismo italiano

La commissione elettorale centrale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha annunciato questa mattina la composizione del primo parlamentino dell’ebraismo italiano. Le Comunità di riferimento sono elencate in ordine alfabetico così come i nomi dei singoli consiglieri:
Ancona (Marco Ascoli Marchetti), Bologna (David Menasci), Casale Monferrato (Claudia De Benedetti), Ferrara (Elieen Cartoon), Firenze (Dario Bedarida) Genova (Ariel Dello Strologo), Livorno (Daniele Bedarida), Mantova (Licia Vitali Norsa), Merano (Elisabetta Innerhofer), Milano (Cobi Benatoff, Nissan Hadjibay, Milo Hasbani, Roberto Jarach, Sara Modena, Giorgio Mortara, Guido Osimo, Liliana Picciotto, Giorgio Sacerdoti, Raffaele Turiel), Modena (Beniamino Goldstein), Napoli (Sandro Temin), Padova (David Romanin Jacur), Parma (Giorgio Yehuda Giavarini), Pisa (Anselmo Calò), Roma (Sabrina Coen, Roberto Coen, Elvira Di Cave, Fabiana Di Porto, Noemi Di Segni, Jacqueline Fellus, Renzo Gattegna, Alessandro Luzon, Victor Magiar, Silvia Mosseri, Simona Nacamulli, Riccardo Pacifici, Eva Ruth Palmieri, Daniela Pavoncello, Settimio Pavoncello, Vittorio Pavoncello, Barbara Pontecorvo, Raffaele Sassun, Scialom Tesciuba, Luca Zevi), Torino (Giulio Disegni), Trieste (Davide Belleli), Venezia (Corrado Calimani), Vercelli (Rossella Bottini Treves), Verona (Roberto Israel).
Sono stati inoltre nominati dalla Consulta Rabbinica rav Alfonso Arbib, rav Adolfo Locci e rav Alberto Somekh. Cinque (Firenze, Livorno, Milano, Roma e Trieste) le Comunità in cui è andati al voto. I consiglieri espressi dalle altre 16 realtà che compongono l’ebraismo italiano sono stati designati dai rispettivi Consigli comunitari.

Grande attenzione sui giornali della Capitale per i risultati del voto che ha portato all’elezione di 20 consiglieri romani nel nuovo parlamentino dell’ebraismo italiano. Se da un lato ci si sofferma sul notevole riscontro ottenuto dalla nuova formazione Binah, lista tutta al femminile che ha conquistato il 39% dei consensi eleggendo 8 consigliere, dall’altro si sottolinea comunque la netta affermazione della lista Uniti per l’Unione (61% dei consensi, 12 consiglieri) che all’assise nazionale sarà rappresentata da tutti e tre i leader del governo unitario della Comunità di Roma (Riccardo Pacifici-Per Israele; Victor Magiar-Hazak; Raffaele Sassun-Efshar) che hanno scelto di partecipare a questa iniziativa politica che ha come garante e capolista l’attuale presidente UCEI Renzo Gattegna.
“Elezioni all’UCEI, vince il listone. Pacifici il più votato dai romani” titola il Messaggero. Nel pezzo si dà voce sia a Gattegna che definisce ‘ottimo’ il numero di preferenze ottenute da una lista alla quale hanno partecipato “le varie componenti dell’ebraismo romano attraverso un patto di collaborazione per poter affrontare in maniera unitaria l’attuazione delle modifiche dello statuto dell’UCEI”, sia a Fabiana Di Porto, quinta per preferenze del gruppo Binah, che parla di risultato ‘inatteso’. “Binah – racconta Di Porto – è nato un mese fa come protesta contro la lista unitaria. Le prime stime ci davano un paio di consigliere e invece siamo arrivate a otto grazie al grande entusiasmo che è nato intorno alle nostre idee. Questo successo è quello di tanti ebrei che non si interessano alle istituzioni perché si sentono respinti mentre noi siamo riuscite a trasmettere in poco tempo un messaggio di ascolto”. Sollecitato sulla sua probabile rielezione a guida dell’UCEI, Gattegna afferma: “Sono stato invitato della mia lista a rendermi disponibile per un nuovo mandato di presidenza e se il Consiglio lo riterrà opportuno mi candiderò”. “UCEI, lo scatto delle donne”, titola invece il Corriere Roma che mette in evidenza l’exploit della lista ‘rosa’. Un risultato che è frutto di “un grande malcontento a livello comunitario” spiega Sabrina Coen, prima tra le elette di Binah, che si dice contenta dell’esito del voto e annuncia la piena disponibilità e l’entusiasmo di tutta la formazione “a contribuire alla vita dell’Unione”. A Riccardo Pacifici è invece affidata una riflessione sugli equilibri interni della lista unitaria. “La mia lista – spiega – ha retto e abbiamo eletto i nostri candidati. Evidentemente la scelta di Magiar non è stata compresa dal suo elettorato. Quello che è importante, a parte tutto, è che la decisione di portare Gattegna come capolista abbia invece avuto un ottimo riscontro”.
Chiude la panoramica sul voto Repubblica che, in un breve pezzo di analisi, mette nuovamente a confronto le riflessioni di Pacifici e Coen dando appuntamento nel breve termine per la definizione degli assetti consiliari. Il favorito per la presidenza, anche per Repubblica, è comunque Gattegna