UCEI – I nomi della giunta

Alla Presidenza di Renzo Gattegna le problematiche relative a Statuto e regolamento, le Relazioni esterne e la comunicazione, le Relazioni istituzionali. Al rav Adolfo Locci (Padova) l’Assistenza sociale e gli Ebrei lontani. A Dario Bedarida (Firenze) i Rapporti, il controllo e il supporto alle Comunità e i rapporti con il Meridione, a Noemi Di Segni (Roma) il Bilancio, l’Otto per mille e il Fund raising; a Giulio Disegni (Torino) la vicepresidenza, gli Affari legali, il Patrimonio, il Personale e l’Organizzazione; a Roberto Jarach (Milano) la vicepresidenza, i Rapporti internazionali, i Beni culturali, la Giornata europea della cultura ebraica e i rapporti con la Fondazione Cdec; a Settimio Pavoncello (Roma) la Formazione rabbinica, i rapporti con l’Assemblea rabbinica, i Servizi di culto e la Kasherut; a Raffaele Sassun (Roma) i rapporti con Israele e l’Aliah; a Raffaele Turiel (Milano) l’Educazione e la formazione, le Scuole e i Giovani. Ad Anselmo Calò il coordinamento dei lavori delle Commissioni; a Victor Magiar la Cultura, il Centro bibliografico, il Giorno della Memoria e l’antisemitismo e i rapporti con le altre Minoranze. L’ebraismo italiano ha un nuovo governo. Dopo l’elezione, domenica 10 giugno, del nuovo parlamentino composto da 52 rappresentanti delle Comunità, il Primo luglio i Consiglieri hanno eletto il Presidente designando, a larghissima maggioranza, Renzo Gattegna che già aveva retto questo ruolo fra il 2006 e il 2011 ottenendo poi la riconferma in attesa si avviasse il processo di riforma dell’UCEI. Domenica 15 luglio, dopo una riunione lunga e partecipata, il quadro si è infine ultimato con la presentazione del programma di lavoro del Presidente per i prossimi quattro anni di mandato, la formazione della Giunta e la nomina dei vicepresidenti.
Sono così entrati nel vivo i meccanismi sanciti dalla riforma approvata dal Congresso UCEI nel dicembre del 2010. Una riforma tesa a realizzare una radicale trasformazione dei meccanismi di rappresentanza e dei processi decisionali attraverso un forte coinvolgimento del mondo ebraico italiano nei meccanismi concreti di governo così da superare, a vari livelli, la distanza che finora spesso si è frapposta fra la dimensione locale e quella territoriale. La nuova Giunta si è riunita subito dopo le consultazioni e ha già impostato alcune prime scadenze di lavoro. Tra i prossimi impegni, l’elezione del Collegio dei Probiviri e dei revisori dei conti. Si tratterà poi di stabilire un regolamento interno e di rendere più agile le attività del Consiglio, articolando il lavoro in commissioni (esempio economia e finanza, sociale, antisemitismo, beni culturali, educazione o altro) che potranno coinvolgere anche componenti esterni. Un metodo di lavoro che in precedenza si è rivelato molto fruttuoso. Con questo meccanismo i consiglieri possono infatti essere in grado di operare anche negli intervalli di tempo fra le tre riunioni annuali previste dalla Statuto, arrivando agli incontri plenari avendo già svolto una parte importante del lavoro necessario alle deliberazioni.
Quanto ai temi, i più urgenti riguardano la formazione del Bilancio preventivo e di quello consuntivo. Poi si dovrà mettere a punto lo Statuto, materia su cui il Consiglio può intervenire con maggioranze particolari e molto condivise così da non rischiare di stravolgerlo. Il testo, già sottoposto dopo l’approvazione a revisione linguistico formale, presenta infatti ancora alcuni punti da sistemare. Molto importante è anche l’imminente appuntamento con gli Stati generali dell’ebraismo, un’altra delle grandi novità introdotte dalla riforma. L’incontro sarà aperto ai Consiglieri di tutte le Comunità, ai rappresentanti di Adei, Ugei e Federazione sionistica e vi potranno intervenire i rappresentanti di associazioni ebraiche culturali, sportivi o giovanili che fanno parte di organizzazioni ebraiche internazionali. Gli Stati generali saranno una sorta di Congresso, un momento che consentirà di contemperare il passaggio dall’organizzazione precedente al parlamentino, mantenendo la possibilità di un dibattito generale allargato. Sarà l’occasione giusta, proprio perché priva dello spirito elettorale che prima inevitabilmente caratterizzava i Congressi, per elaborare riflessioni, proposte e indirizzi che potranno essere molto concreti e operativi e divenire spunto di impegni. Interlocutore, il neonato Parlamentino del mondo ebraico italiano, pronto a farsi carico delle progettualità future.

Daniela Gross
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