“Roma-Tel Aviv sarà low cost”

Roma-Tel Aviv a quaranta/cinquanta euro. È la promessa di Michael Cawley, al timone di Ryanair dalla fine degli anni Novanta, al giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche di ottobre in distribuzione nei prossimi giorni. Un’intervista, rilasciata a Rossella Tercatin, in cui il viceamministratore delegato della compagnia irlandese racconta i piani della linea aerea dopo la firma di Israele al Trattato sui Cieli Aperti della scorsa estate.
Tante le novità annunciate, a partire dalla volontà del colosso dell’aviazione a basso costo di aprire i primi collegamenti già la prossima primavera (il Trattato inizierà a entrare in vigore nell’aprile 2013). Fra i primi passeggeri a trarne beneficio gli italiani, visto che le prime rotte coinvolgeranno proprio gli aeroporti da cui Ryanair vola nell’Europa meridionale, Roma, Milano-Bergamo, Venezia e Pisa in testa: destinazione non soltanto Tel Aviv, ma anche Eilat. “Porteremo in Israele due milioni e mezzo di passeggeri l’anno, da aeroporti che oggi non la offrono come meta” l’impegno di Cawley.
Ma se la linea aerea promette una rivoluzione, il trend del turismo in Israele è nel 2012 già incredibilmente positivo, con 2,3 milioni di turisti che hanno visitato il paese tra gennaio e agosto, il sette per cento in più dell’anno precedente. Dati che tuttavia, secondo Mister Ryanair, conoscono ancora enormi margini di miglioramento. “Israele è un luogo meraviglioso eppure, se togliamo quello di matrice religiosa, il turismo oggi è quasi inesistente. Qualcuno sostiene che la ragione sia da attribuire alle preoccupazioni legate alla sicurezza, peraltro nemmeno realmente giustificate. Secondo me è vero solo in minima parte. Io penso che il problema sia rappresentato dal fatto che volare in Israele costa caro, molto caro. Diamo alla gente la possibilità di raggiungerla a poco prezzo, e il turismo esploderà”. Un’affermazione che il viceamministratore delegato traduce in circa 800mila visitatori in più l’anno, pronti a spendere in alberghi, ristoranti e souvenir una media di 800 euro a testa, pari a 640 milioni di euro complessivi. Tra i benefici per il sistema paese si deve aggiungere la possibilità offerta ai viaggiatori israeliani stessi, turisti e imprenditori, di raggiungere l’Europa a tariffe minime. E a quanti si preoccupano per il futuro di El Al, Cawley risponde che “le linee aeree che operano nei paesi in cui abbiamo cominciato a volare, misurandosi con la nostra concorrenza, sono state spinte a una maggiore efficienza. L’imprenditoria israeliana è una delle migliori del mondo. Saranno capacissimi di far fronte alle novità”. Un elogio che viene rivolto anche agli imprenditori italiani, che il deputy CEO definisce “ottimi partner commerciali, affidabili e creativi”, giudicando abbastanza positive le prospettive del piano che il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera sta mettendo a punto in queste settimane allo scopo di razionalizzare gli aeroporti italiani. “Forse dal nostro punto di vista – afferma – avrebbe maggiormente senso capire come sfruttare economicamente gli aeroporti che ci sono, piuttosto che chiuderli, visto che i soldi per costruirli sono già stati investiti. E tuttavia, in effetti, razionalizzare la rete aeroportuale, soprattutto per gli scali più piccoli, può avere un senso”.
“Ryanair ha trasformato il viaggio in qualcosa di democratico, alla portata di tutti” conclude Cawley, prima di alzarsi dalla scrivania, raggiungere il poster con le livree delle compagnie low cost in Europa, unica nota di colore dell’ufficio, e tracciare una x sull’ennesima concorrente che ha lasciato il mercato (Wind Jet) con il sorriso sulle labbra. Anche questo è lo stile Ryanair.