Israele guarda a Pechino
C’è una nuova potenza che potrebbe fare il suo ingresso in questo Medio Oriente dagli equilibri delicati e le alleanze mutevoli. E’ la Cina, a cui Israele già da tempo guarda con attenzione. Il New York Times, nella sezione Sinosphere interamente dedicata alla superpotenza asiatica, racconta oggi del “corteggiamento di Israele alla Cina”, possibile alleato su cui contare per far fronte ai cambiamenti geopolitici della regione. Un rapporto iniziato vent’anni fa, caratterizzato da una certa intermittenza ma che negli ultimi anni ha visto i due paesi stringere diversi accordi commerciali.
Il quotidiano americano da un quadro della situazione, prendendo spunto dalla visita di Dore Gilon, ex ambasciatore israeliano negli Usa e oggi presidente del Centro di Gerusalemme per gli Affari Esteri, a Pechino di questi giorni. Un’occasione per Gold di spiegare al partner cinese la delicata situazione di Israele che vorrebbe aggiungere una sedia al tavolo dei negoziati con Iran e con i Palestinesi, quella cinese appunto. Senza dimenticare le preoccupazioni per i labili confini siriani. La voce di Pechino, oramai leader economico mondiale, potrebbe aiutare i diplomatici di Gerusalemme nei rapporti con il mondo arabo. Per questo Gold si è recato assieme al generale Uzi Davan in terra asiatica per incontrare diverse autorità cinesi, parlando – prima volta per un israeliano – davanti all’Accademia di Scienze militari dell’esercito cinese. Tra i grandi fautori del sempre più stretto legame tra i due paesi, l’organizzazione israeliana
Sino-Israel Global Network & Academic Leadership, che si occupa di organizzare scambi tra le università dei due paesi. Su questo fronte, un esempio della collaborazione si ha con il finanziamento milionario arrivato in ottobre da parte di una fondazione di Hong Kong e diretto al Technion di Haifa per costruire un centro di ricerca nel sud della Cina. Come sottolinea il New York Times, la decisione è arrivata dopo la visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu in maggio a Pechino in cui sono stati siglati importati accordi commerciali e culturali.
Sempre più Cina dunque, oramai chiamata a intervenire anche sul fronte geopolitico, materia in cui in questi anni di crescita esponenziale, non è mai intervenuta con decisione. Quantomeno per quanto riguarda questioni lontane dai suoi confini. Un’influenza che cresce su tutti i fronti come dimostra la stessa scelta di uno dei quotidiani più autorevoli del mondo, il New York Times appunto, di aprire una finestra costante sulla Repubblica popolare cinese. Sinosphere è, nelle intenzioni del giornale, un blog in grado di portare il lettore nel dibattito interno cinese, un focus sui cambiamenti economici, culturali e politici del più popoloso paese della Terra.
Danie Reichel