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26 settembre 2010 - 18 Tishrì 5771
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l'Unione informa
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moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
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Benedetto Carucci Viterbi
Benedetto
Carucci
Viterbi,
rabbino 



Entrare nella succà pochi giorni dopo Kippur è un buon antidoto all'eccesso di sicurezza. Chi pensa che i conti siano tutti azzerati, che un futuro stabile sia assicurato, deve ancora passare - felice - per una settimana di precarietà. 

David
Bidussa,
storico sociale delle idee


David Bidussa
Il “Memorial in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti” che sorge nel blocco 21 di Auschwitz I, è divenuto da tempo un luogo di contesa e di divisione politica. Si potrebbe osservare come i luoghi di memoria legati allo sterminio, non siano dei posti “quieti”, anzi concentrino su se stessi molte conflittualità, non solo tra esperienze diverse di deportazione, ma soprattutto tra memorie nazionali e memorie ebraiche. Ma perché in Italia quel conflitto è più forte che altrove? La risposta più fondata mi sembra questa: quelle due memorie non hanno compiuto un processo di elaborazione che le riguarda rispettivamente e reciprocamente. Soprattutto non si è definita una riflessione sull’Italia fascista. L’Italia fascista continua ad essere un argomento storiografico trattato dal punto di vista dell’antifascismo. Non esiste significativamente in Italia un museo dell’Italia fascista, capace di descrivere e di affrontare la storia della società italiana, di cui erano parte anche gli ebrei durante il fascismo attraverso la lente delle diverse fasi della loro presenza nella società italiana: integrazione e consenso al regime, come la maggioranza degli italiani, il sofferto distacco (per alcuni inaccettabile) dal fascismo dopo il varo della legislazione razziale, fino ai percorsi del ritorno. In breve uno o più luoghi rivolti non solo al mondo della scuola, ma anche rispondenti alla necessità di produrre un’educazione civica per gli adulti.
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davar
Qui Londra - Con Ed Miliband il Labour volta pagina
ed  e david milibandE' stata la gara fra due fratelli, giovani, di origine ebraica e figli di immigrati a determinare il futuro della sinistra britannica. La decisa, e inaspettata, svolta del Labour si è chiusa con la lunga corsa alla leadership del partito. Il vincitore, annunciato al Congresso del partito che si svolge a Manchester, è Ed Miliband. Sarà quindi il minore dei due fratelli Miliband, fra Ed e David, a guidare la sinistra inglese e l'opposizione al governo Tory. Si è affermato sul fratello con una maggioranza molto ristretta: 50,65% dei suffragi contro il 49,35%.
I candidati erano cinque: i due Miliband, Ed Balls, ministro dell'Istruzione nel governo ombra, Diane Abbot, giornalista giamaicana, la prima donna di colore membro della Camera dei Comuni e Andy Burnham, ministro della sanità nell'ultimo governo Brown. Che l'investitura, però, sarebbe in ogni caso finita in casa Miliband, era cosa risaputa già da tempo. A contendersi fino in fondo la leadership labourista sono stati David e Ed, quest'ultimo rivalutato dai bookmakers soltanto negli ultimissimi giorni.
Appena arrivato l'annuncio dell'esito delle votazioni, David si è alzato per andarsi a congratulare col fratello. Nonostante la competizione dura in famiglia, i due si sono abbracciati. Marion Kozak, la madre, ebrea polacca non era presente: ha deciso infatti di non partecipare ai lavori congressuali di Manchester ma si è detta emozionata di vedere i suoi due figli contendersi la leadership del partito. Il padre dei giovani leader politici è l'intellettuale marxista Ralph Miliband.
David, il fratello maggiore, precedente capo della diplomazia inglese, ha una notorietà internazionale più vasta, ma il giovane è quello più amato in Inghilterra e più vicino alle forze del sindacato. Appena quarantenne, Ed è considerato il più a sinistra dei due (negli ambienti universitari di Oxford era chiamato Red Ed). Molto attento ai temi dell'ecologia, il nuovo capo del Labour Party è stato ministro dell'Energia nel governo di Gordon Brown. Egli stesso si è presentato come il portavoce di “una nuova generazione che ha preso in mano il partito per cambiarlo, e per cambiare l'Inghilterra, un paese ancora troppo segnato dalle disuguaglianze”.
La vittoria di Red Ed sul fratello maggiore si è realizzata soprattutto grazie all'appoggio delle Trade Unions, che costituivano un terzo del corpo elettorale, composto dai parlamentari labouristi, dai delegati dell'assemblea nazionale e, appunto, dai sindacati. Nelle ali più moderate del Labour si paventa il rischio di “diventare il partito del settore pubblico: occorre che il nuovo leader non nutra vincoli di riconoscenza verso le Trade Unions, che sono solo una parte sociale. Per tornare a governare abbiamo bisogno di parlare a tutto il paese”.
Martedì Miliband pronuncerà il discorso ufficiale di investitura, ma nel breve intervento fatto a caldo ha già dichiarato che “oggi è l'inizio del lavoro di una nuova generazione, di una nuova stagione politica”. Ha promesso di voltare pagina, di “ripagare la fiducia accordatagli”.

Manuel Disegni

Qui Roma – Assieme al Museo Ebraico, ricordando Daniela 
museo ebraicoAppuntamento nel tardo pomeriggio di oggi (dalle 18 in poi) per un aperitivo al Museo Ebraico di Roma riservato a ragazzi e ragazze di ogni estrazione culturale e religiosa. L'iniziativa, nel corso della quale sono  previsti anche una visita alle sale museali e una conversazione con l’artista Enrico De Paris, è organizzata dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia con il patrocinio delle principali istituzioni dell’ebraismo italiano e nasce da un'idea di Daniela Di Castro, la grande studiosa e direttrice del museo recentemente scomparsa, che aveva proposto di coinvolgere i giovani nel progetto di apertura del museo alla cittadinanza romana. »

Qui Milano – Nasce WE FOR, la foresta virtuale dei Giusti
logo we forVede oggi la luce WE FOR, progetto per la Memoria realizzato dal Comitato Giardino dei Giusti con il contributo dell'Unione Europea che verrà presentato questo pomeriggio dalla Fondazione Corriere della Sera.  »



Ad Anna Foa il premio per la Storia
della Fondazione Melograni
anna foaI riconoscimenti della prima edizione del Premio Fiuggi per la Storia promosso dalla Fondazione “Piero Melograni” in collaborazione con il Comune di Fiuggi e la Terme di Fiuggi Spa e Golf sono stati assegnati ad Anna Foa per il suo Diaspora - Storia degli ebrei nel Novecento (Laterza) nella sezione della saggistica »


ucei
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pilpul
Davar Acher - Essere ebrei, un esercizio di memoria
Ugo Volli
Una delle particolarità di Sukkot è che viene precisato nella Torah che la mitzvà delle capanne serve "affinché i vostri discendenti sappiano che Io feci abitare in capanne i figli d'Israele, quando li feci uscire dal paese d'Egitto". (Lv: 23,43). La festa è finalizzata alla memoria. In realtà il carattere memoriale vale per la maggior parte delle nostre feste, anche se talvolta è stabilito solo il simbolo intorno a cui organizzare la memoria (le matzot, i lumi di Hannukkah ecc.) o l'oggetto del ricordo (il dono della Torah, la sconfitta del progetto genocidio in Persia ecc.) e non è reso esplicito l'obbligo della memoria. Negli studi culturali recenti, a partire dai fondamentali contributi di Halbwachs, la nozione di memoria culturale è stata studiata a fondo, tanto da emergere come una delle funzioni sociali fondamentali, che spesso, non solo nell'ebraismo, è affidata alla religione. Ma nel Cristianesimo, per esempio, come nell'Islam e nel Buddhismo, si tratta del ricordo dei fatti di una persona; nel nostro caso vi sono le persone, naturalmente, ma la memoria verte sull'esperienza storica di un popolo.
Essa va distinta dalla storia, perché il suo scopo non somiglia affatto al modello originale della storiografia europea, "la ricerca di Erodoto di Alicarnasso, affinché né i fatti dagli uomini vengano ignorati con il tempo, né le opere grandiose e meravigliose, compiute sia dai greci, sia dagli stranieri, perdano gloria" [Erodoto Storie, I, 1]: un progetto celebrativo e cognitivo, fine a se stesso. La memoria culturale ha invece un senso pedagogico e simbolico, serve invece a preservare l'identità collettiva, e non si cura molto dei suoi stessi dettagli e in definitiva nemmeno del suo fondamento fattuale. Le ricerche dell'Arca di Noè sull'Ararat, che ai fondamentalisti protestanti apparivano come una possibile conferma che "la Bibbia aveva ragione", esattamente come quelle contrarie degli archeologi revisionisti, i quali credono di dimostrare che essa avesse invece torto, solo perché non sono in grado di trovare tracce di mura cadute a Gerico o di accampamenti di seicentomila persone nel Sinai, ci appaiono fuori luogo perché smarriscono la differenza fra memoria culturale e storia. Il che non significa naturalmente che la memoria culturale si situi automaticamente solo nella dimensione mitica e non abbia verità storica. Al contrario, siano esatti o meno i dettagli narrativi, si tratta di cogliere un nesso molto complicato fra presente, passato e futuro, in cui i fatti assumono essi stessi una dimensione simbolica.
Nel versetto che ho citato, per esempio, se lo si prende alla lettera, si prescrive a una popolazione che vive nelle tende (presente narrativo) che i loro discendenti, fra cui noi (presente attuale, futuro narrativo) ricordino che nel loro passato attuale vi è stato questo presente narrativo, riproducendolo ma in maniera simbolica e magari purificata o esagerata (niente nel testo ci induce a pensare che le capanne degli scampati dall'Egitto rispondessero ai criteri molto stretti e assai poco funzionali che il Talmud prescrive per le nostre simboliche Sukkot, sicuramente è difficile pensare che in pieno deserto avessero dei "bei" cedri).
Lo stesso rapporto di piega temporale, cioè della previsione di un futuro che dovrà in un certo senso ri-agire quel presente narrativo che sarà il loro passato, si ritrova nelle prescrizioni di Pesach o alla fine della Megillat Ester, o nella prescrizione di ricordare Amalek per cancellarne il ricordo. E all'inverso esistono dei presenti che la narrazione proietta simbolicamente sul passato, come l'idea che i patriarchi passassero il loro tempo a studiare una Torah ancora da dare in yeshivot del tutto incongrue con il loro tempo e la loro vita nomadica. Queste differenze di tempo e di usi erano naturalmente ben presenti ai nostri saggi, che le ignorarono per indicare una continuità o stabilire una memoria culturale. Come spiegano i libri di Jan Assman e come in fondo tutti sappiamo, questa dimensione della memoria culturale è costitutiva dell'identità di una società spesso esiliata come quella ebraica, costituisce la nostra "patria portatile" (così Heine sulla Torah). Buona parte delle nostre regole servono a sostenerla, perché è davvero ebreo chi ricorda di esserlo, nella misura in cui lo ricorda.

Ugo Volli

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notizieflash   rassegna stampa
 
Sorgente di vita -  Centoquaranta anni dalla Breccia di Porta Pia, il Trio Lescano e Nathan Sharansky  
Leggi la rassegna
     

La puntata di Sorgente di vita di domenica 26 settembre apre con un servizio sui 140 anni della  Breccia di Porta Pia: il 20 settembre del 1870  i bersaglieri del generale Cadorna entravano a Roma. Finiva il potere temporale dei papi e l’Italia conquistava la sua capitale:  per gli ebrei romani si aprivano le porte del ghetto e si chiudeva una storia secolare di  segregazione e di vessazioni. ..
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p.d.s.
 
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Dafdaf   è il giornale ebraico per bambini
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.