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2 novembre 2010 - 25 Cheshvan 5771
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alef/tav
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Roberto Della Rocca Roberto
Della Rocca,
rabbino

La Torah, base della nostra vita ebraica, ci è stata data quando già eravamo un popolo affinché entrassimo nella Terra di Israele. L'ebraismo è quindi fin dal suo inizio religione e storia insieme. Anzi, l'ebraismo è la storia di una realtà in cui la Torah, il popolo e la Terra formano un unicum, un tutto inscindibile. E se nella definizione stessa di dialogo è implicita l'esigenza di entrare in rapporto con l'altro nella propria completa identità e di accettare e comprendere l'altro per come egli stesso si autodefinisce, è ovvio che se si fa esclusione di uno solo di questi tre elementi, usare il termine dialogo diventa assolutamente improprio e il superamento di antichi rifiuti si sposta così su nuovi modi di rifiutare.   
Sergio
Minerbi,
diplomatico


Sergio Minerbi
Certamente dobbiamo esprimere il nostro dolore e la nostra solidarietà ai cristiani di Bagdad uccisi nell'incursione dei fondamentalisti islamici contro una chiesa. Ma nello stesso tempo dobbiamo anche domandarci se il recente sinodo dei vescovi cattolici del Medio Oriente non abbia aperto la strada a questo atto con il suo atteggiamento unilaterale contro Israele. Così si assolvono in anticipo i fondamentalisti islamici, gli stessi che possono uccidere impunemente altri cristiani.
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davar
Santo in prima serata
vignetta

Duecento minuti di fiction tv per raccontare agli italiani il ruolo riveduto e corretto di papa Pio XII durante l’occupazione di Roma e i momenti più bui della Shoah. Sotto il cielo di Roma, andato in onda su Rai Uno, fa discutere e riaccende il dibattito sul ruolo del Vaticano.



rav Di Segni - Fiction su Pio XII “patacca propagandista”
Bernabei - "Ricostruzione storica veritiera"
Perra - Una guida ragionata alla visione del film
Il diplomatico
Scenescenescenescene






Incontri, colloqui, mediazioni. Il Pio XII ritratto dalla fiction Sotto il cielo di Roma mostra un attivismo e un fiuto diplomatici senz’altro spiccati. Si adopera per risparmiare a Roma gli orrori della guerra, per consolidare l’inviolabilità extraterritoriale dei conventi in cui si sono rifugiati molti ebrei e per liberare alcuni di loro arrestati dopo la retata nel ghetto. Il suo interlocutore è il generale capo Stahel (un rosario nel cassetto), capo della piazza militare di Roma, che lo sostiene malgrado la contrarietà del comando tedesco che ne sta invece progettando il rapimento. E mentre i nazisti si apprestano a ritirarsi, Pio XII rifiuta la richiesta del generale Wolff di trattare una pace separata tra Germania e Alleati ottenendo però che risparmi la Capitale.

Gli ebrei
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Il mondo ebraico dipinto dalla fiction è un quadro a tinte smorte e poco realistiche. Per quanto molto presente in entrambe le puntate, la realtà ebraica romana è ritratta senza molto entusiasmo e con qualche incertezza: dalle improbabili note di un’Hatikvah suonata nel ‘43 in pieno ghetto alle troppe kippoth in giro per le strade di una città occupata dai nazisti per finire con un ghetto di maniera, svuotato della sua umanità, identico nella scene della deportazione a tanti altri sceneggiati. Un’occasione perduta per raccontare ai telespettatori la vitalità di una presenza millenaria colpita così duramente dalla Shoah.

Il mistico
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Fin dalla prime scene, che ritraggono Pio XII in sofferta preghiera, si intuisce che la figura del pontefice sarà contrassegnata da un potente afflato mistico. Per tutta la durata della fiction torna infatti come un leit motiv il suo costante legame con il Cielo, accentuato da una sapiente regia che lavora sulla dimensione verticale e da un uso suggestivo della luce che così spesso ne avvolge la figura (notevole, in questo senso, l’ultima scena che lo vede in piazza San Pietro circondato da una folla che lo applaude grata). Il raccoglimento in preghiera e riflessione è in costante equilibrio con la vocazione politica e diplomatica. Per questo non stupisce la sua volontà di pregare per la conversione di Hitler che da un filmato d’epoca minaccia distruzione e morte.

Mastronardi - “La mia passeggiata in ghetto"
Foa - Il mondo ebraico nell’ombra e senza un carattere  
Tedesco - Santo subito, dice la cinepresa al popolo della tv
Perra - Sottolineature e omissioni 
Salah - I perseguitati? Un fardello di redenzione
Vercelli - Il dibattito e l’ipotesi del rapimento
Minerbi - Quella parola mai pronunciata 
Travolti dal fiume della fiction
Di Cesare - Finzioni e santificazioni
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Un futuro per i giovani
Tobia ZeviDomenica mattina ho incontrato un contadino che aveva appena terminato di raccogliere le olive. Parlando del più e del meno, mi ha raccontato che i suoi due figli - quando si dice i sacrifici dei genitori! - sono entrambi laureati, la più grande è un architetto che vive a Londra, e il secondo è un regista che attualmente pensa di tornare in Argentina, dove è già stato.  »

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas

I Protocolli e i dogmi di Lerner
ScaraffiaE’ possibile che un romanzo che vuole essere una vigorosa condanna dell’antisemitismo possa invece fare l’effetto contrario - se pure contro la volontà dell’autore - e per questo suscitare dei dubbi e delle critiche? Certo, anche se l’autore è Umberto Eco, perché l’eterogenesi dei fini esiste.  »


Lucetta Scaraffia 

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notizieflash   rassegna stampa
La Giornata Unesco della Filosofia
si svolgerà in Iran, Israele protesta

  Leggi la rassegna

Protesta israeliana per la decisione dell'Unesco di indire quest'anno in Iran la 'Giornata mondiale della filosofia' che si svolgerà fra il 21 e il 23 novembre. Secondo Nimrod Barkan, il rappresentante di Israele all' Unesco, "l'Iran è una crudele dittatura che ha falsificato l'esito delle elezioni, che perseguita quanti anelano alla libertà, che nega la Shoah e invoca la distruzione di Israele". 
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In attesa dei risultati delle elezioni americane, due argomenti dominano oggi la nostra rassegna stampa: la reazione ebraica allo sceneggiato agiografico su Pio XII che è stato trsmesso nei giorni scorsi e il terribile attentato contro una chiesa cattolica in Iraq. »

Ugo Volli


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