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1 maggio 2013 - 21 Iyar
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David
Sciunnach,
rabbino
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“Per
sei anni seminerai il tuo campo… ma il settimo anno la terra avrà uno
Shabbat di completo riposo …” (Vaikrah 25, 3-4). Rabbì Mèir Simchà di
Dvinsk, conosciuto come il Mèshekh Chokhmà, commenta questi versi
collegandoli con quelli sulla creazione del mondo. L’anno sabbatico
corrisponde al riposo settimanale, cioè la mitzvah di lasciar riposare
il campo il settimo anno. Egli nota inoltre un’altra corrispondenza fra
la mitzvah della decima del povero e l’espressione usata nella
creazione. Soltanto nei giorni terzo e sesto la Torah dice due volte ki
tov: “Vide il Signore che era bene”. A causa di questa ripetizione i
nostri Maestri hanno detto che nel terzo e nel sesto anno si deve
abbondare nel fare il bene. Sono infatti questi gli anni in cui è stata
fissata la decima per i poveri, il ma’asèr anì.
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Davide
Assael, ricercatore
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Credo
bisognerà ragionare su questa sindrome di Stoccolma che porta molta
parte dei cittadini europei a votare chi li ha portati in miseria. Pare
una sindrome trasversale, che colpisce indiscriminatamente Nord e Sud
del continente. Se i cittadini greci hanno riportato al governo chi ha
falsificato i conti del Paese, è di ieri la notizia della vittoria
della destra islandese, ossia i colpevoli del declino da indebitamento
(privato) dello Stato. E in Italia? Beh, siamo, come al solito, fuori
classifica.
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Informazione – Millecinquecento giorni insieme
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Il
Primo maggio di cinque anni fa prendeva avvio la pubblicazione di
questo notiziario, prima testata giornalistica quotidiana voce e punto
di riferimento dei valori e delle vicende dell'ebraismo italiano. Da
allora il notiziario è apparso regolarmente e senza eccezioni ogni
giorno, tranne che lo Shabbat e le altre solennità ebraiche, per un
totale di circa 1500 numeri pubblicati e di molte decine di migliaia di
articoli, inchieste, interviste, informazioni, commenti. La nascita di
una redazione giornalistica professionale ha consentito lo svolgimento
del praticantato giornalistico e la formazione professionale per molti
giovani ebrei italiani e innumerevoli altre occasioni di incontro e di
crescita. Questo non sarebbe stato possibile senza l'impegno delle
tante voci, oltre 120, dei collaboratori volontari della redazione, fra
cui figurano le idee e le esperienze più rappresentative. Tutti
chiamati a raccolta per difendere gli ideali di rispetto reciproco,
libertà d'espressione e amore di Israele e dell'identità ebraica.
In occasione di questo Primo maggio 2013 il coordinatore dei
dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, Guido Vitale, che dirige la redazione, ha rivolto ai colleghi
giornalisti un proprio messaggio. “Cari colleghi – vi si legge fra
l'altro – di nuovo ancora questo Primo maggio facciamo assieme parte di
quella ristretta cerchia di giornalisti che porta il privilegio di
essere in servizio per garantire la continuità dell'informazione anche
nelle sole cinque giornate all'anno in cui riposano le redazioni dei
giornali quotidiani. Con cinque anni di lavoro e di esperienza alle
spalle oggi il progetto di realizzare, sia pure in mezzo a mille
difficoltà, una testata giornalistica quotidiana per l'ebraismo
italiano non è più un sogno. Il lavoro proseguirà, come esposto anche
ai recenti Stati generali dell'ebraismo italiano, nella speranza di
rendere l'informazione ebraica sempre più autorevole, professionale ed
efficace. Buon lavoro e buon Primo maggio, ma soprattutto grazie per il
vostro impegno, grazie a ognuno dei nostri collaboratori e grazie a
tutti i nostri numerosi lettori per esserci stati a fianco in questo
difficile percorso di crescita”.
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Shimon Peres cittadino onorario di Assisi |
Shimon
Peres è cittadino onorario di Assisi. Il prestigioso riconoscimento,
conferito all'interno del convento francescano, nella seconda giornata
di incontri della missione diplomatica del capo di Stato israeliano in
Italia. Nelle scorse ore amichevoli e proficui colloqui con il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il presidente del
Consiglio Enrico Letta e con papa Francesco.
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Peres “Gli sforzi contro l'ignoranza salveranno il futuro”
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“Gli
sforzi che saranno rivolti alla cancellazione della fame,
dell’analfabetismo e dell’ignoranza, e soprattutto che saranno
concentrati a salvare le vite di milioni di bambini, salveranno anche
il nostro futuro”. È l'accorato invito rivolto da Shimon Peres a tutti
gli uomini di fede e di buona volontà nel corso dell'intervento
pronunciato ad Assisi.
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Israele -
Rabbinato, la corsa al cambiamento
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Il
rinnovo degli incarichi di rabbino capo ashkenazita e sefardita
d'Israele, attualmente ricoperti da rav Yona Metzger e rav Shlomo Amar,
potrebbe segnare una nuova stagione per la società israeliana. I
retroscena delle elezioni, prevista per l'estate, sono contenuti in un
approfondimento su Pagine Ebraiche di maggio.
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Qui Firenze – Una festa di sport. Sognando le Maccabiadi
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Sport,
identità, valori. Concetti che in queste ore animano il grande raduno
fiorentino del Maccabi in vista delle prossime Maccabiadi (17-30
luglio). Due gli sport su cui è focalizzata l'attenzione dello staff e
dei dirigenti: calcio a cinque (categoria Open, under 18 e under 16) e
volley femminile (under 16). Quasi un centinaio i partecipanti dalle
diverse realtà dell'Italia ebraica.
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Qui Roma – Il Consiglio
respinge le dimissioni |
“Ringrazio
tutte le componenti politiche del Consiglio che hanno capito lo spirito
costruttivo con cui voglio governare la comunità. I sentimenti di
divisione alla fine sono stati riappianati”. Così il presidente della
Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici a margine della riunione del
Consiglio che ha deciso per il respingimento delle dimissioni dalla
Giunta esecutiva di Guido Coen e per la conferma delle deleghe dei
consiglieri di Hazak (Massimo Bassan, Guido Coen, Victor Magiar, Livia
Ottolenghi, Emanuele Pace, Dora Piperno, Serena Terracina) che avevano
presentato le dimissioni in polemica con le politiche di comunicazione
adottate dai vertici della kehillah romana. Un ottavo consigliere, il
vicepresidente Giacomo Moscati, nelle scorse settimane aveva ritirato
le proprie dimissioni per inviare “un segnale di coesione e di unità
del mondo ebraico”. Tra i punti all'ordine del giorno l'approvazione
del bilancio consuntivo per il 2012 che è passato a larga maggioranza
(quattro le astensioni). |
Israele – Il
valore della convivenza |
Un
confronto con alcuni cittadini arabo-israeliani e con il Centro
arabo-ebraico di Givat Haviva, fondato nel 1949 dall’Hashomer Hatzair,
una visita nei Territori controllati dall’Autorità nazionale
palestinese; così prosegue il viaggio di JCall.
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Ticketless - La stele di Porta Susa |
 Questa rubrica compie sei mesi. Uno
dei miei studenti più affezionati, che segue il portale da poche
settimane, giustamente mi ha chiesto: “Ticketless, perché?”. A chi
l’avesse dimenticato va ripetuto che queste note vengono scritte in
fretta, in condizione di provvisorietà, ma in una modalità sbalorditiva
per chi come me conserva un buon ricordo del cartone pesante dei vecchi
biglietti delle FFSS. Tu adesso compri in rete, modalità Ticketless,
documenti di viaggio che la macchinetta del controllore tira fuori a
ripetizione. Il guaio è che all’inizio sognavo di tirare fuori a
ripetizione dei pensieri sui viaggi che facevo, sulle persone che
incontravo, sui libri che leggevo. La situazione in Italia si è nel
frattempo a tal punto deteriorata che i Ticketless hanno risentito dei
malumori di un viaggiatore ogni giorno più ipocondriaco.
Per rasserenare gli animi questa settimana vorrei mostrarvi la stele di
Porta Susa, la nuova stazione di Torino, dove è facilissimo perdersi,
ma dove si erge una pietra nera, forse calata da Marte e certo ispirata
al celebre film di Spielberg. Se il Marcovaldo di Italo Calvino vivesse
ancora avrebbe accompagnato la sua famiglia a vedere questo monumento
alla tecnologia da poco inaugurato. Non si tratta di meteorite, né di
una copia della stele di Rosetta, voluta dall’ufficio del Turismo per
reclamizzare il Museo Egizio, ma di un omaggio allo Statuto albertino
(e alla non lontana piazza Statuto) voluto da un architetto che
evidentemente ama la storia patria. Con lo zoom si riescono a leggere
gli articoli di una carta che a occhio nudo sembra scritta in
geroglifici. La stele di Porta Susa non è bella, ma l’autore di questo
Ticketless quando ci passa sotto alle prime ore dell’alba ai piedi di
questa stele si addormenterebbe sereno come Marcovaldo s’addormentava
sopra una panchina davanti a una statua di Cavour o di Garibaldi. Non
ce ne voglia l’on. Boldrini, neo-presidente della Camera, ma noi ebrei
piemontesi siamo contenti per questo omaggio alla più bella
costituzione del mondo.
Alberto
Cavaglion
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Periscopio – La
lezione di Philip Roth
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Si
è giustamente celebrato, in tutto il mondo, e anche sulle pagine di
questa Newsletter, l’ottantesimo compleanno di Philip Roth, fra i
massimi scrittori di tutti i tempi, grande figlio del popolo ebraico,
che, nella sua vastissima produzione letteraria, ha saputo descrivere,
come pochi altri, il dramma, la solitudine, l’irrimediabile
incompiutezza dell’uomo contemporaneo, condannato a un’eterna, inutile
ricerca di senso. La radice ebraica di Roth emerge con potenza da tutti
i suoi romanzi, i cui protagonisti sono sempre ebrei: ai quali, però,
il Dio dei loro padri offre ben poca consolazione, ben poca speranza di
riscatto. Uomini soli, sconfitti, abbattuti, ai quali le antiche
promesse si presentano come nient’altro che una beffarda, tragica
illusione. Si leggano, per esempio, le seguenti righe, tratte da una
pagina di uno dei suoi massimi capolavori, La macchia umana: “Noi
lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra
impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c’è
altro mezzo per essere qui. Nulla a che fare con la disobbedienza.
Nulla a che fare con la grazia o la salvezza o la redenzione. E’ in
ognuno di noi. Insita. Inerente. Qualificante. La macchia che esiste
prima del suo segno. Che esiste senza il segno. La macchia così
intrinseca che non richiede un segno. La macchia che precede la
disobbedienza, che comprende la disobbedienza e frustra ogni
spiegazione e ogni comprensione. Ecco perché ogni purificazione è uno
scherzo. Uno scherzo crudele, se è per questo. La fantasia della
purezza è terrificante. E’ folle. Cos’è questa brama di purificazione,
se non l’aggiunta di nuove impurità? … Siamo creature irrimediabilmente
macchiate. Rassegnate all’orribile, elementare imperfezione…”. E nessun
Dio potrà mai salvare l’uomo dal suo destino. Nessuna redenzione lo
attende.
Abbiamo avito modo di osservare, tempo fa, su queste stesse colonne,
come il posto un tempo occupato dalla filosofia ebraica sia oggi stato
preso dalla letteratura. Ma non faremo l’errore di trasformare Roth in
un filosofo. Gli rendiamo omaggio come a uno straordinario
investigatore dell’animo umano, il cui indubbio pessimismo esistenziale
è abbondantemente compensato dall’alto magistero artistico. Si possono
scrivere pagine pessimistiche, ma trasformare il pessimismo in arte – e
che arte – è sempre un gesto di grande fiducia, coraggio e altruismo.
Roth ha annunciato che non scriverà più. Speriamo che, su pressante
invito dei sui lettori, accetti – come il nostro Presidente della
Repubblica – un “secondo mandato”.
Francesco
Lucrezi, storico
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notizie flash |
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rassegna
stampa |
Museo
d’Israele e Metropolitan acquistano un antico manoscritto
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Leggi
la rassegna |
Durante l’asta della collezione Steinhardt da Sotheby’s, il Museo
d’Israele e il Metropolitan di New York hanno acquistato congiuntamente
un prezioso manoscritto, risalente al XV secolo, dell’opera dell’opera
di Maimonide Mishne Torah. Il manoscritto è già dal 2010 esposto al
Museo d’Israele in prestito e verrà custodito a turno dalle due
istituzioni, che hanno rifiutato di dichiarare la cifra versata,
ammettendo però che rappresenta un record per un oggetto di judaica.
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Tanti
quotidiani ricordano il compleanno del rabbino capo di Roma emerito
Elio Toaff, che ieri ha compiuto 98 anni, e il messaggio con cui il
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
gli ha reso omaggio “Maestro e punto di riferimento per molte
generazioni, il rav ci ha sempre indicato con fermezza la strada della
speranza, dell’impegno e del dialogo.
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
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