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Elia
Richetti, presidente dell'Assemblea rabbinica italiana |
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L’invio
di dodici uomini ad esplorare la Terra d’Israele, le loro relazioni
contrastanti, la reazione del popolo, la minaccia e la punizione
divina, alcuni precetti, sono gli argomenti di cui tratta questa ricca
Parashà. Ma l’argomento che personalmente mi colpisce sempre è espresso
in una breve frase di quattro parole: “Wa-yò’mer HA-SHÈM: Salàchti
ki-dvarékha”, “Disse il Signore: Ho perdonato secondo la tua parola”.
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Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme |
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Secondo
l’art. 52 della costituzione italiana, “La difesa della Patria è sacro
dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e
modi stabiliti dalla legge.” Tutti gli italiani nati al 1842 e il 1985
sono stati soggetti a coscrizione, fino alla legge del 2004 che ha di
fatto reso volontario il servizio militare in Italia. In Israele, per
quanto i concetti di Patria e di sacro siano ben presenti, il servizio
militare è un dovere applicato selettivamente in base ai settori di
appartenenza dei cittadini. Ne sono esenti i cittadini arabi musulmani
e cristiani, e i cittadini israeliani educati nelle scuole religiose
parificate del settore haredí. Possono beneficiare di un servizio
militare quasi dimezzato gli alunni delle scuole religiose statali
(yeshivót hesdèr). Ieri la nuova coalizione di governo, spinta
principalmente dal ministro del Tesoro Yair Lapid, ha deciso di
distribuire il peso della difesa nazionale più equamente fra i
cittadini. La riforma allarga la coscrizione alla maggioranza dei
giovani haredím, ma mantiene quasi intatti i privilegi delle yeshivòt
hesdèr e l’esenzione per gli arabi israeliani. Restano forti dubbi
giuridici sull’applicabilità di un sistema di coscrizione con tanto
cospicue differenze fra cittadini di origini diverse. Comunque il nuovo
corso dovrebbe entrare pienamente in funzione tra quattro anni. E fra
quattro anni un altro parlamento e un altro governo potrebbero
ribaltare le decisioni prese ieri.
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Rassegna
stampa |
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Cristiani,
ebrei e musulmani. Insieme a Roma contro il terrore. È l’idea maturata
nel corso del recente colloquio intercorso tra papa Francesco e il capo
di Stato israeliano Shimon Peres. Non esiste ancora una data ufficiale
ma da quanto si apprende da fonti vaticane l’idea di organizzare un
grande incontro con i massimi rappresentanti delle differenti realtà
religiose sta diventando di giorno in giorno una possibilità sempre più
concreta (Repubblica). Celebrate in Francia le prime nozze gay davanti
a centinaia di invitati e giornalisti. Ad assistere, “a titolo
personale”, anche la portavoce del governo (Corriere della sera). In
Italia cresce l’allarme omofobia. A Roma uno studente di 16 anni,
stanco delle offese e delle vessazioni dei compagni, si è buttato dal
terzo piano di una scuola in via Pincherle. È salvo per miracolo, come
riporta il Messaggero. Ha suscitato curiosità la storia di un ebreo
ortodosso che, secolarizzatosi, ha deciso di “vendere” il proprio posto
in paradiso su e-Bay. Partita da 99 centesimi e con l’invito a “non
essere avari”, l’asta è schizzata fino a 100mila dollari. Poi lo stop
del sito. A scriverne, tra gli altri, Aldo Baquis sul Secolo XIX. In
Siria torna a farsi sentire la voce di Assad. Due le condizioni per la
pace enunciate dal dittatore: restare in sella fino al 2014 e trovare
in quei mesi lo spazio per una consultazione elettorale democratica.
Annunciata inoltre la partecipazione di una delegazione governativa
alla prossima conferenza di Ginevra convocata per trovare una soluzione
al conflitto. In Israele intanto si rincorrono le voci di un nuovo
possibile attacco preventivo (Corriere della sera). Con l’approssimarsi
del calcio d’inizio degli Europei di calcio under 21 in Israele Michele
Giorgio, con toni abbastanza sgradevoli, racconta sul Manifesto le
varie campagne internazionali di boicottaggio prendendo una chiara
posizione in questo senso. |
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Dossier |
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Si
moltiplicano gli interventi a proposito della decisione approvata dal
Congresso dell’Unione giovani ebrei d’Italia che con una mozione ha
deciso di aprire le proprie attività a giovani non iscritti a una
Comunità ebraica e in particolare ai figli di unioni interreligiose con
un profondo interessamento nei confronti dell’ebraismo e precedenti
esperienze nell’ambito di organizzazioni ebraiche e a coloro che si
trovano in percorso di conversione (con parere del rav di riferimento). |
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Ugei - Assemblea rabbinica e Consulta:
"Evitiamo assieme le vie arbitrarie" |
Il Consiglio dell'Assemblea
rabbinica italiana e la Consulta rabbinica hanno emesso la seguente
nota congiunta:
Il Consiglio dell'Assemblea rabbinica italiana e la Consulta rabbinica
esprimono preoccupazione per la mozione riguardante i criteri di
ammissione alle attività dell'Unione dei giovani ebrei d'Italia
approvata dall'ultimo congresso. Temiamo che una possibile decisione in
tal senso da parte del nuovo consiglio, possa lasciare spazio a
decisioni arbitrarie che, invece di rappresentare una via per
aggregazione e inclusione, possa creare seri problemi. Questa mozione è
particolarmente problematica soprattutto tenendo in considerazione la
fascia di età dei partecipanti alla attività. La FGEI prima e l'UGEI
dopo, hanno avuto il grande merito di essere il luogo in cui si sono
formate molte famiglie ebraiche. Auspichiamo che l'UGEI continui ad
avere questa importante funzione. Siamo a disposizione del nuovo
consiglio, per affrontare insieme le questioni e le aspettative dei
giovani ebrei italiani. |
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Ugei - Senza
i giovani non c'è
progetto |
Le
nuove generazioni offrono
ideali, mettono in campo interrogativi. E chiedono chiarezza, vogliono
crescita, lavoro. Solo banalità? Per nulla, se si osserva la società in
cui viviamo, flagellata da un tasso di natalità fra i più bassi nel
mondo occidentale, da una crisi economica apparentemente inarrestabile
e da una decrescita del mercato del lavoro preoccupante. Ma investire
sui giovani non significa solo respingere gli egoismi e combattere la
crisi. Significa anche raccogliere nuove domande. Trovare assieme
l’energia per individuare risposte condivise fra le generazioni. I
giovani non hanno bisogno di assistenzialismi, e men che meno di
retorica, ma di una mano tesa, di ascolto, della dimostrazione che è
possibile fare progetti assieme. Lo dimostrano molti spunti contenuti
nel dossier di questo numero, dedicato ai grandi temi e ai grandi
problemi dell’economia, dei mercati finanziari e del mercato del
lavoro. Temi questi cui la redazione ha in programma di dedicare un
seminario a Firenze nel mese di giugno. Ma lo dimostra anche il recente
e lacerante dibattito scaturito in seno all’Unione dei giovani ebrei
d’Italia sulle tematiche identitarie. Non c’è bisogno di condividere le
opinioni emerse nei loro dibattiti per comprendere che i giovani ci
donano un’occasione straordinaria: quella di interrogarci su chi siamo
e su dove vogliamo andare. Quella di parlare dei problemi reali senza
nasconderci dietro le mistificazioni. E quella di guardare assieme, se
ne saremo capaci, verso lo stesso orizzonte.
Pagine
Ebraiche, giugno 2013
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Pagine
Ebraiche al Festival dell'Economia |
“Il
fine dello studio dell’economia non è acquisire una serie di soluzioni
già pronte per i problemi economici, ma imparare a non lasciarsi
ingannare dagli economisti”. Così scriveva l’economista inglese Joan
Robinson. Oggi, in un mondo che pare aver perso la bussola, comprendere
i fenomeni economici è diventata una necessità che sempre più cittadini
sentono propria. Per questo il Festival Economia di Trento che si apre
oggi è un fondamentale punto di incontro e di riflessione. La redazione
sarà presente per la prima volta con molte copie dell'ultimo numero di
Pagine Ebraiche che al suo interno ospita uno speciale dossier Mercati
e valori curato da Daniel Reichel in cui si cercano soluzioni ai
problemi, si interrogano gli economisti, si chiedono risposte alla
religione, si riscopre il passato. Responsabile scientifico del
Festival, a Pagine Ebraiche Tito Boeri spiega perché le minoranze sono
una risorsa per tutti.
Clicca
qui per leggere l'intervista a Tito
Boeri |
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Setirot
- Partigia e il partito preso |
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Leggendo sul Sole 24 Ore di domenica scorsa la
recensione di Sergio Luzzatto al nuovo libro di Ariel Toaff (“Storie
fiorentine. Alba e tramonto dell’ebreo del ghetto”, edizioni Il
Mulino), mi sono chiesto (...)
Leggi
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Stefano Jesurum |
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Time
out - Chi minaccia la libera istruzione |
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A prescindere dagli esiti e dal numero di
partecipanti, il referendum di Bologna sulla scuola costituisce un
precedente pericoloso. Il fatto che in molti, e anche fuori dalla città
emiliana, abbiano trovato ragionevole mettere in dubbio il diritto
delle scuole (...)
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Daniel Funaro |
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