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Benedetto Carucci Viterbi, rabbino |
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Mosè,
oramai prossimo al suo ultimo giorno, comincia a spiegare la Torà in
settanta lingue: le lingue dei popoli del mondo. Coerente sino alla
fine con il ruolo di maestro, vuole che proprio tutti possano capire,
volendolo, il senso della Torà.
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David Bidussa, storico sociale delle idee |
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Nei
giorni scorsi a Vienna siano state trovate delle lapidi di tombe
ebraiche del ‘500 Le lapidi, è stato detto, furono sepolte dai pochi
ebrei rimasti a Vienna nel 1943 che le vollero nascondere dai nazisti.
Quel gesto di occultamento esprime la dignità propria di tutti i
perseguitati nel momento della loro massima debolezza. Persone
per le quali il tempo, vista la situazione, era una risorsa non solo
scarsa, ma soprattutto preziosa, hanno dedicato una parte del loro
tempo a fare un gesto che non li avrebbe aiutati a mettersi in salvo,
ma a metterli in pace con se stessi per il tempo che ancora avrebbero
avuto dopo. Non in termini di sopravvivenza, ma in termini di vita.
Quando qualcuno ti urla in faccia che non sei nessuno, che sei nelle
sue mani, fare un gesto di resistenza significa scegliere di essere
“persone” e rifiutare di essere “non persone”. Per esempio: dirti che
hai una personalità, una storia, e un passato che nessuno può
toglierti. E questo aiuta a pensare che hai anche diritto ad avere un
futuro. E che quel diritto non è un omaggio, ma te lo devi prendere.
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Rassegna stampa
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Vergognose
le affermazioni dell'ex ministro leghista Calderoli che, parlando del
ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge in occasione di un incontro
di partito, ha detto di non poter non pensare “a un orango” (Corriere,
tra gli altri). Dopo le pressioni dell'unione giovani ebrei di Francia
Twitter ha comunicato ai giudici d'Oltralpe i dati per identificare gli
autori di alcuni tweet antisemiti. Una vicenda iniziata nell'ottobre
scorso quando la piattaofrma di microblogging era stata inondata di
messaggi razzisti con hashtag quali #unbonjuif (un buon ebreo) e
#unjuijmort (un ebreo morto). Oggi ne scrive il Corriere della sera.
Avvenire racconta la storia dell'immagine simbolo della Shoah (il
bambino ebreo di Varsavia con le mani alzate). In questa e in altre
foto, osserva Anna Foa in un editoriale, i nazisti raggiunsero l'apice
del male. “Come non considerare queste fotografie – si chiede la
storica – come il segno stesso del fatto che quei soldati non
consideravano i massacri che stavano compiendo un delitto, ma un atto
del tutto lecito? Date alle fiamme alcune aule del liceo Socrate di
Roma. Un episodio che ha suscitato un vasto moto di indignazione
nell'opinione pubblica e che va a colpire una scuola simbolo nella
lotta al razzismo e all'omofobia. “Condannate i colpevoli a studiare”,
propone Paolo Conti sul Corriere. Il 14 luglio del 1555, con bolla
papale, veniva istituito il Ghetto di Roma. Un interessante articolo
storico sul dorso romano di Repubblica ricostruisce quei momenti
drammatici. Come di consueto numerosi, la domenica, gli approfondimenti
di cultura ebraica sulle pagine dei principali quotidiani. Gianfranco
Ravasi, sul Sole 24 ore, si sofferma sulle sfumature e sulle
possibilità espressive offerte dalla lingua ebraica presentando ai
lettori il “Dizionario sull'ebraico biblico”. A Londra una mostra al
Jewish Museum ricorda la cantante Amy Winehouse esplorando il suo
retaggio ebraico (Unità). |
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Israele - Rabbinato
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Previste
per le prossime settimane le elezioni per il rinnovo degli incarichi di
rabbino capo ashkenazita e sefardita di Israele, attualmente ricoperti
da rav Yona Metzger e rav Shlomo Amar. Particolarmente intenso il
dibattito sulla questione, che non riguarda solo i nomi dei candidati,
ma l’intero ruolo dell’istituzione nella politica e nella società
israeliana. |
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La solidarietà dell’UCEI al ministro Kyenge |
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Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato: “Le
vergognose affermazioni del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli
sulla figura del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge sono
un’offesa alle istituzioni e a tutta la società italiana in particolare
perché veicolate da un alto esponente politico che ha rivestito e
ancora oggi riveste importanti incarichi di rappresentanza. Di fronte a
frasi di questa portata non esistono possibili fraintendimenti.
Soltanto un senso di profondo disagio e vergogna per chi le ha
pronunciate. Al ministro Kyenge tutta la solidarietà degli ebrei
italiani”. |
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Qui Roma - Consiglio UCEI, approvati redistribuzione Otto per mille e Bilancio
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“Dobbiamo
trovare il coraggio di superare timori e resistenze ricordandoci che il
modo migliore per consolidare i diritti è certamente quello di
esercitarli in pieno, con fierezza e determinazione, senza arroganza e
presunzione, ma con equilibrio per rendere reale, concreta e viva la
nostra presenza nella società e per alimentare il dialogo e la
comprensione con tutte le sue componenti”. È l'appello formulato dal
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
in occasione della riunione odierna del Consiglio UCEI a Roma. La relazione,
letta in apertura di incontro, ha approfondito i punti essenziali, le
criticità e le sfide all'orizzonte a un anno esatto dall'inizio del
mandato. Due le notizie di grande soddisfazione che sono state
annunciate: il considerevole aumento delle entrate della raccolta
dell'Otto per Mille nei dati della dichiarazione dei redditi del 2010 e
la pubblicazione, con la casa editrice Franco Angeli, della grande
ricerca sociodemografica sull'ebraismo italiano coordinata da Enzo
Campelli. “Oggi che viviamo in società democratiche – ha
proseguito Gattegna – abbiamo il dovere di cogliere le opportunità che
si presentano senza mai rinunciare ai valori e alle tradizioni che gli
ebrei si trasmettono di generazione in generazione. Non c'è dubbio
infatti che l'isolamento produce mancanza di conoscenza della nostra
identità, della nostra cultura, della nostra religione. E non può che
alimentare diffidenze e pregiudizi: fertile terreno delle
discriminazioni e delle persecuzioni”. Per questo, fondamentali, gli
investimenti nell'informazione, nella comunicazione, nella cultura.
E ancora, il consolidamento di una Community di amici che, sostiene il
presidente UCEI, "abbiamo il dovere di conoscere meglio per stabilire
legami più saldi e intervenire in maniera sempre più strategicamente
programmata”. Numerosi i punti all'ordine del giorno: ad essere messe
ai voti, con esito largamente positivo, la votazione della
rimodulazione dei criteri di riparto dell'Otto per Mille e
l'approvazione del bilancio consuntivo. Un lungo applauso ha salutato
il lavoro di grande complessità svolto dall'assessore al Bilancio Noemi
Di Segni con il supporto della commissione UCEI coordinata dal
consigliere Davide Romanin Jacur.
a.s.twitter@asmulevichmoked |
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Melamed – Lasciateli in pace!
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Il
ministro israeliano dell’Educazione, rav Shai Piron, ha sollevato una
serie di polemiche, negli ultimi giorni, grazie ad un suggerimento agli
insegnati che ha fatto arrivare loro sia attraverso un canale meno
formale (la sua pagina su Facebook) che tramite un articolo uscito su
Yedioth Ahronoth, ma che aveva precedentemente fatto arrivare alle
scuole con un passaggio contenuto in una “lettera di fine anno” rivolta
ai direttori degli istituti scolastici. Proviamo a immaginare che
succederebbe in Italia se il ministro dell’Educazione suggerisse agli
insegnanti di restare in contatto con i propri allievi durante
l’estate? Alla fine dell’anno scolastico, checché se ne voglia dire, il
sentimento prevalente è la stanchezza. Sono stanchi i docenti, di ogni
ordine e grado, sono stanchi gli studenti – anche i piccoli delle
scuole per l’infanzia - sono stanchi i presidi e anche quelli che ora
non si possono più chiamare bidelli, ma operatori scolastici. Ci sono
sicuramente anche soddisfazione per i risultati raggiunti, sollievo per
la fine di un periodo di grandi fatiche e di preoccupazioni come è
sempre l’ultimo mese di scuola, con il suo carico di verifiche o anche
di esami; e poi felicità e anticipazione delle vacanze tanto agognate e
a volte anche un poco di dispiacere quando si lasciano i compagni o gli
allievi, ma su tutto indubitabilmente domina la stanchezza. Durante le
vacanze estive, più o meno lunghe a seconda dei Paesi, certo, ci sono i
famigerati compiti delle vacanze da fare, ma la parola che più si
associa a “vacanze” è “libertà”. I ragazzi non devono andare a scuola,
i genitori non devono impazzire ogni mattina per riuscire a farli
svegliare, vestire, fare colazione e poi arrivare in orario, e anche lo
studio può essere organizzato con più flessibilità e ritmi meno
faticosi. Il primo tentativo del ministro di rendere addirittura
obbligatori i contatti estivi fra docenti e discenti è avvenuto più di
un mese fa, ma è fallito miseramente in seguito alla decisa reazione
del sindacato degli insegnanti, che ha sottolineato come il periodo
delle vacanze sia, appunto, un periodo di vacanza, grazie mille. Ma in
coincidenza con la fine dell’anno scolastico sono arrivati i
suggerimenti pubblici, su Facebook e sui giornali, ed era prevedibile
che non avrebbero sortito un risultato molto differente. Le prime
reazioni all’idea di rav Shai Piron stanno fra l’incredulità e
l’ironia, e sono state fatte anche alcune considerazioni di peso non
indifferente: come dovrebbero restare in contatto, gli insegnanti? Via
Facebook, cosa per altro vietata in diverse parti del mondo? Andando a
trovare a casa gli studenti? Via SMS? Non sarebbe bene piuttosto
ragionare sul calendario scolastico, che spesso richiede ai ragazzi di
reggere alla stanchezza e alla pressione per periodi anche molto lunghi
senza interruzioni, per poi invece fare più di due mesi di interruzione
estiva, mesi che, per altro, mettono spesso in difficoltà le famiglie?
Non sarebbe forse utile fare dei ragionamenti seri su un programma di
campi estivi (a costi accettabili!) che possano sollevare i genitori,
utilizzare sistemi di educazione informale, abituare i più grandi al
senso di responsabilità chiedendo loro di aiutare i più piccoli, e dare
a tutti un’occasione di condivisione e, perché no, anche di studio,
strutturata in maniera differente, magari divertente? E, per altro, non
sarebbero considerazioni che si potrebbero forse fare anche in
riferimento al sistema scolastico italiano?
Ada Treves twitter @atrevesmoked
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Alba dorata, tramonto bruno |
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Che
diavolo sarà mai successo ad Auschwitz? «Io non ci sono andato. E
voi?», chiedeva provocatoriamente, durante una trasmissione televisiva
di un paio di mesi fa, Nikólaos Michaloliákos, leader enfatico, retore
di prima fila, attore del dramma del fascismo che ritorna sotto il
«meandro di Rodi» di Alba Dorata, formazione dell’estrema destra greca
dalle crescenti fortune. E per soprammercato aggiungeva: «Non c’è stato
nessun forno e nessuna camera a gas. È tutta una menzogna.
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Claudio Vercelli |
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Nugae - Abbandoni estivi |
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Gli
ebrei sono particolarmente appassionati di animali? Questa é una delle
varie domande a cui la mostra The Whole Truth del Museo ebraico di
Berlino, di cui parla il numero di maggio di Pagine Ebraiche, sottopone
i visitatori per cercare di svelare misteri e sfatare pregiudizi sugli
ebrei. Certo, ci sono alcuni elementi per avvalorare questa tesi.
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Francesca Matalon |
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