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Benedetto Carucci Viterbi,
rabbino
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“…affinché tu sappia che Dio è il Signore,
non vi è altro all’infuori di Lui” (Devarim 5, 35). Il verso sembra
esprimere l’unicità di Dio ed escludere l’idea di altre divinità. Ma
forse ci suggerisce che, in fondo, nella realtà non c’è altro che Dio;
il resto è semplicemente una temporanea illusione.
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Tutti sono convinti che questo sia il tempo
della violenza. Indubbiamente intorno a noi, e talvolta anche dentro di
noi, c’è molta violenza Tuttavia, più che l’età della violenza, mi pare
che la nostra sia l’età della “consapevolezza della violenza”. E’ un
dato che diamo per scontato, ma che se ci pensiamo non è così ovvio.
Non lo dico per consolarmi o per tacere della violenza che c’è, ma
perché la coscienza pubblica non è solo ciò che produce l’esistente, ma
anche quell’elemento che vuole un domani diverso e lo ritiene
possibile.
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Rassegna stampa
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In prima pagina del Corriere della Sera
Davide Frattini commenta le trattative per la ripresa dei negoziati tra
israeliani e palestinesi e l’infelice tempismo delle linee guida
pubblicate dalla Commissione Europea. Sull’argomento torna anche Ugo
Tramballi sul Sole 24 Ore, spiegando i retroscena dietro al lavoro del
segretario di stato americano John Kerry. Sul Giornale il commento di
Fiamma Nirenstein.
Nuovi tumulti nelle periferie parigine in seguito all’arresto di una
donna musulmana che indossava il velo integrale contro la legge in
Francia (Corriere).
Al Festival letteratura Roma Roberto Saviano svela il suo desiderio di
trasferirsi in America (breve sulla Nazione).
“Noi, razzisti senza saperlo” è il titolo che sceglie il Sole 24 Ore
domenica per riferire della prolusione che la scienziata americana
Elisabeth Phelps ha tenuto alla Sissa di Trieste su pregiudizio e
neuroscienze, già al centro del dossier di Pagine Ebraiche luglio
Sentieri di scienza.
All’asta su eBay l’autentica lista di Schindler (Fabio Isman sul
Messaggero). |
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Israele - Rabbinato
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Previste per i prossimi giorni le elezioni
per il rinnovo degli incarichi di rabbino capo ashkenazita e sefardita
di Israele, attualmente ricoperti da rav Yona Metzger e rav Shlomo
Amar. Particolarmente intenso il dibattito sulla questione, che non
riguarda solo i nomi dei candidati, ma l’intero ruolo dell’istituzione
nella politica e nella società israeliana. |
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Qui
Trieste – Cultura e impegno civile
al fianco del ministro Cecile Kyenge |
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Una
vita dedicata allIl mondo della scienza e della ricerca, quello della
cultura, quello della politica. La società civile e la città che si
candida a essere la casa e il punto di riferimento di tutte le
minoranze. Ogni volto dell'Italia che vuole guardare avanti hanno
parlato con una voce sola nel lungo, intenso applauso che ha rotto il
silenzio a Trieste, nel grande auditorium della Scuola Superiore di
Studi Avanzati, al momento dell'ingresso del ministro dell'Integrazione
Cecile Kyenge.
Un gesto denso d'emozione, un segno di riparazione e di riconoscimento
che ha fatto seguito alle chiare parole di solidarietà e di amicizia
indirizzate a nome degli ebrei italiani alla rappresentante del Governo
dal Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna.
Prima ancora di intrattenersi con la redazione del Portale
dell'ebraismo italiano moked.it e di prendere in consegna l'ultimo
numero del giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche e del
dossier dedicato ai temi discussi alla Sissa (nell'immagine scattata da
Giovanni Montenero il ministro assieme ai giornalisti Daniel Reichel e
Ada Treves), il ministro aveva fatto il suo ingresso nella più
prestigiosa scuola italiana di studi postuniversitari accompagnata dal
direttore Guido Martinelli e dalla professoressa Raffaella Rumiati,
organizzatrice di un una Summer School dedicata alle neuroscienze del
razzismo e del pregiudizio che ha richiamato a Trieste scienziati e
ricercatori da tutto il mondo e che si svolge in parallelo con il
laboratorio giornalistico Redazione aperta dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane.
La rappresentante dell'Esecutivo è giunta in città per ascoltare la
prolusione della professoressa Elizabeth Phelps della New York
University, una dei maggiori esperti di neuroscienze sociali e
cognitive che sta dedicando le sue ricerche allo studio dei pregiudizi,
ha tenuto una lezione intitolata “Neuroscience of racism”. Preceduta da
una introduzione dal direttore della Sissa Guido Martinelli, che ha
spiegato ai presenti come si stia svolgendo in questi giorni un
seminario dedicato proprio a questi argomenti che – visti anche i
recenti episodi italiani che hanno coinvolto il ministro – sono
particolarmente importanti. La lectio magistralis della professoressa
Phelps è iniziata con una disamina dettagliata di come i pregiudizi
razziali possano essere profondamente radicati anche in coloro che
esprimono visioni egualitarie, al punto da influenzare le decisioni che
vengono prese in numerosi campi. Alcuni degli esempi riportati, dalla
differente descrizione giornalistica di una stessa notizia a seconda
che il protagonista sia bianco o nero, a come sia diversa la lunghezza
delle pene carcerarie per delitti analoghi se cambia la composizione
della giuria o se è diversa l’etnia di colui che è giudicato colpevole
hanno immediatamente catturato l’attenzione del foltissimo pubblico. E
la seguente ora di lezione, con spiegazioni e dati anche molto tecnici,
grafici e domande aperte nonostante l’apparente complessità ha portato
tutti i presenti a ragionare su come la nostra percezione degli altri
sia profondamente radicata in meccanismi difficilmente controllabili: i
nostri atteggiamenti espliciti, che riflettono i principi in cui
crediamo e le nostre intenzioni sono differenti dalle reazioni
implicite, che sono emotive, affettive, e spesso associate a stereotipi
culturali. Gli esperimenti su cui stanno però lavorando i
neuroscienziati sociali in questo periodo sembrano mostrare come si
tratti di pregiudizi che, così come sono influenzati da differenti
fattori, tra cui per esempio aver avuto delle interazioni emotivamente
rilevanti con persone di un’altra provenienza etnica, possono essere
condizionati da numerosi elementi. Il più potente, quello che davvero
può fare la differenza, è la nostra consapevolezza. Essere coscienti
dei pregiudizi, riconoscere i meccanismi psicologici e mentali che
portano a tutta quella gamma di comportamenti che vanno dalla
diffidenza al razzismo è il modo migliore per controllare il
comportamento e le decisioni dei singoli.
Dopo il lungo applauso seguito alla lezione di Liz Phelps (protagonista
del dossier Sentieri di ricerca parte del numero di Pagine Ebraiche
attualmente in distribuzione, che comprende un’intervista alla professoressa ha preso la parola
il ministro Kyenge, che con una pacatezza che lascia intendere una
determinazione inflessibile ha subito sottolineato come “la
comprensione dei meccanismi psicologici e mentali dei pregiudizi è
fondamentale, anche per orientare le scelte, in primis educative e
scolastiche. Bisogna iniziare a trattare questi argomenti sui banchi di
scuola.” E, tra gli applausi del pubblico, ha ripetuto più volte che
“una buona convivenza inizia dalla conoscenza”.
Ada Treves
twitter@atrevesmoked
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Vedere
l’erba cattiva dalla parte delle radici |
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Il mercato editoriale europeo e, segnatamente, quello
italiano in questi ultimi due decenni e più hanno conosciuto una
espansione esponenziale dei titoli che rimandano alla Shoah e, più in
generale, alle deportazioni.
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Claudio Vercelli
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Nugae
– Do you speak touriste? |
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C’è un posto magico dove dolcetti multicolori affollano
le vetrine, torri di ferro illuminano la notte e dove il cliente non ha
ragione. Mai, nemmeno quando si ordina un espresso e il barista finge
di non capire finché non si domanda, sfiniti, un “espressò”
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Francesca Matalon
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