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30 luglio 2013 - 23 Av 5772
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
I malvagi, anche in vita, sono da considerarsi morti. I giusti, anche da morti, sono da considerarsi sempre vivi.
 
Dario
Calimani,
anglista
Il vecchio Priebke piace all’intellettuale di destra, che pensa che non ci sia nulla di male a festeggiarlo. Così Marcello Veneziani se la prende con chi si indigna per i festeggiamenti al criminale. E fa pareggiare i conti bilanciando i crimini di Priebke con i crimini di tanti altri criminali che sono andati impuniti o che, in situazioni diverse, sono stati privilegiati da trattamenti diversi. È una nuova legge: ‘un impunito, tutti impuniti’. E sembra che per il Veneziani pensiero il premio già abbondantemente immeritato della vecchiaia assolva il criminale dai suoi crimini, come dire che, se riesci a sfuggire al giusto castigo fino a una certa età, poi ritorni innocente. Insomma, non si capisce perché a destra si sia sempre così pronti alla generosità nei riguardi dei crimini del nazismo. E, grazie al cielo, questa volta ci è stata risparmiato il rituale retorico della compensazione con i crimini di Stalin e del comunismo.
 
"Nuove sfide per la leadeship ebraica"
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto attualmente in distribuzione, è pubblicata in forma integrale la relazione tenuta dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione del Consiglio del 14 luglio 2013.
 
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Voci a confronto
Tensioni a Roma per il centesimo compleanno di Erich Priebke. Scritte inneggianti al nazismo e minacce contro il leader comunitario Riccardo Pacifici appaiono nella notte, mentre alcune centinaia di persone hanno manifestato davanti alla casa dove l’ex capitano delle SS sta scontando l’ergastolo agli arresti domiciliari. Tra i manifestanti vari iscritti alla Comunità di Roma (Corriere della Sera, Messaggero Cronaca di Roma). Su Leggo un’intervista a Pacifici: “E’ evidente che nel nostro paese, come nel resto d’Europa, c’è un preoccupante riavvicinamento a idee neonaziste. Non so se sia per moda o per convinzione, ma è necessario combattere queste forme di odio. Contro questo allarme dobbiamo opporci – spiega il presidente della Comunità di Roma – È necessario riportare con fermezza la cultura della memoria”.
Nuovi insulti sono stati rivolti da esponenti leghisti al ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge (Corriere).
L’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon ha inviato una nota al capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera Riccardo Nuti, e in copia alla presidente Laura Boldrini in seguito alla visita di un gruppo di deputati grillini in Israele e nei Territori palestinesi “Quando si vuole affrontare una situazione complessa è sempre opportuno ascoltare le posizioni di entrambe le parti. Purtroppo così non è stato in questo caso” (Repubblica). Gilon torna anche sulla gravità delle affermazioni del deputato Paolo Bernini che aveva definito il sionismo “una piaga” su cui era intervenuto negli scorsi giorni sul Corriere il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. A criticare con forza la posizione di Bernini e la mancata presa di distanza del Movimento, solo l’ultima di una lunga serie, è anche Toni Jop in un commento sull’Unità.
Intanto inizia con una cena al termine della giornata di digiuno per la ricorrenza del Ramadan il cammino di negoziato tra israeliani e palestinesi fortemente voluto dal segretario di Stato americano John Kerry: al tavolo le delegazioni delle due parti guidate dal ministro della Giustizia israeliano Tzipi Livni e dal caponegoziatore palestinese Saeb Erakat (tra gli altri, Maurizio Molinari sulla Stampa).
Sul volo di ritorno dal Brasile dove si trovava per la Giornata mondiale della gioventù, papa Francesco parla ai giornalisti segnando importanti aperture a proposito della posizione della Chiesa verso l’omosessualità e le coppie divorziate (tra gli altri, Gian Guido Vecchi sul Corriere).
 
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Israele - Rabbinato
Sono rav David Lau e rav Yitzhak Yosef i nuovi rabbini capo ashkenazita e sefardita di Israele. Particolarmente intenso il dibattito sulle elezioni per il rinnovo dell’incarico, ma anche sul ruolo dell’istituzione nella politica e nella società israeliana.
 
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  davar
bilancio
I conti con la realtà





Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione, un approfondimento sull'ultimo Bilancio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ecco il primo servizio.

Il bilancio di un ente, di un’istituzione racconta molto della sua natura, della sua identità, dei suoi obiettivi. Non fa eccezione l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Dal bilancio consuntivo del 2012 e dalla relazione che lo accompagna emerge una significativa fotografia del presente dell’ebraismo italiano: la situazione finanziaria complessiva, gli investimenti fatti, il gettito Otto per mille, la distribuzione dei fondi e così via. Attraverso il bilancio si può comprendere la fisionomia dell’Unione e, grazie al lavoro delicato e complesso portato avanti dall’assessore al Bilancio Noemi Di Segni e dalla Commissione coordinata dal consigliere Davide Romanin Jacur, è possibile avere un quadro più chiaro della politica gestionale portata avanti dall’ente. Sfogliando le pagine della relazione si trovano le risposte ad alcune domande ricorrenti sulle entrate e le uscite dell’Unione, su quanto confluisce alle diverse Comunità e secondo quali criteri, e riguardo l’ammontare delle spese per i vari dipartimenti. Voci che vanno a confluire in una sola domanda: qual è la missione dell’UCEI e come viene riflessa nel bilancio stesso? La scelta di adottare un bilancio sociale si orienta nella direzione di dare a questa domanda una risposta, necessariamente non univoca perché gli obiettivi dell’ente, così come delle Comunità, sono diversi e diversificati, oltre a toccare tutti gli ambiti della vita ebraica (dall’educazione alla religione, dalla cultura all’informazione). Dietro la distribuzione delle risorse si nasconde una politica gestionale i cui frutti emergono dall’analisi dei dati finanziari e delle ulteriori informazioni qualitative sulle attività svolte e i destinatari delle stesse. A giudicare dal risultato legato al gettito dell’Otto per mille, con un aumento del coefficiente di preferenze accordate all’UCEI - passato dal 0,38 a 0,43 – alcune scelte dell’Unione stessa e delle singole comunità hanno pagato. Parliamo di una contribuzione a favore dell’Ente e delle Comunità di oltre mezzo milione in più (complessivamente cinque milioni di euro). Risultato decisamente inatteso, contando che nel bilancio preventivo la cifra stimata per l’Otto per mille risultava di gran lunga inferiore . “Non vi è dubbio che questo è un risultato eccellente – si sottolinea nella relazione al bilancio - che da riscontro alle iniziative delle Comunità territoriali, dell’UCEI e di tanti singoli che si sono adoperati per favorire questa maggiore raccolta”. Se si pensa che circa i 2/3 delle entrate dell’UCEI sono costituite dal gettito legato all’Otto per mille è facile capire quanto la scelta dei contribuenti italiani incida sulle risorse a disposizione dell’Italia ebraica. Una scelta che ha avuto un incremento nel periodo in cui l’Unione ha investito molto, tra le altre cose, sull’informazione creando una rete di comunicazione che va dal web alla carta stampata, senza dimenticare la presenza della televisione. Strumenti indirizzati a sensibilizzare la società italiana sui valori di cui la minoranza ebraica è portatrice e che vogliono allargare quella community che oggi conta oltre 70mila persone (con una stima di circa il 10% costituito da iscritti alle Comunità ebraiche). Per poter essere efficaci in questa operazione però è necessario capire il perché di questa scelta, quali messaggi del mondo ebraico risultano convincenti per coloro che, al momento di firmare, optano per l’UCEI. Di qui la necessità condivisa da tutto il Consiglio di creare, con una parte di avanzo, un fondo per le situazioni di maggiore urgenza e necessità e al quale abbinare un investimento dedicato a una ricerca mirata sull’origine e le ragioni dell’incremento delle preferenze. Altrettanto interessante per gli iscritti e non solo è avere un’idea di come vengono ripartite le risorse incamerate, sia tra l’Unione e le Comunità sia all’interno dell’ente stesso nei suoi vari dipartimenti, questione spesso al centro di polemiche e che i numeri permettono di chiarire. Secondo la mozione del Congresso UCEI 2010, il 60% della raccolta Otto per mille va a favore delle Comunità, il 25% per attività istituzionali dell’UCEI, il 10% per progetti strategici e il 5% per progetti presentati dagli enti e le istituzioni. Di quel 35% gestito sostanzialmente dall’Unione, oltre la metà è destinato a tornare nelle realtà comunitarie sotto forma di attività per giovani, formative, di culto, di supporto alla rendicontazione. Servizi necessari e in alcuni casi indispensabili ma per cui complessivamente manca un chiaro riscontro sugli effettivi benefici o su valutazioni e suggerimenti dei destinatari, ovvero delle Comunità e degli iscritti. Altro punto fondamentale, per il prossimo futuro, è quello di comprendere più approfonditamente la corrispondenza tra domanda e offerta dei servizi proposti e la condivisione dei risultati socio comunitari che ne sono costituiscono il fondamento. Scartabellare tra le voci aiuta, si diceva, ad avere un quadro della fisionomia di un ente come l’Unione, andando a capire quali investimenti ci sono dietro a dipartimenti come il Desk, il Dire, il Dec. Ad esempio, riguardo al Desk, al centro di alcuni dibattiti, si scopre che questa parte del settore informazione pesa sul bilancio complessivo per il 6,77%, l’educazione e le scuole circa il 18% e ancora che il Collegio rabbinico assorbe il 50% delle risorse destinate alle iniziative di culto. E’ su questi aspetti in particolare che il richiamo alla considerazione di dati non solo finanziari è particolarmente significativo. I benefici degli investimenti sulla cultura, l’educazione o la comunicazione, non possono essere valutati solo sulla base delle uscite finanziarie che comportano. Vanno considerati, per usare una terminologia contabile, anche flussi futuri di benefici sociali, religiosi e culturali generati nell’arco di un tempo che non necessariamente si esaurisce nei 365 giorni dell’anno finanzario. Analizzare queste variabili al fianco dei risultati ottenuti permette di agevolare chi si trova nella posizione di dover fare la scelta politica dell’allocazione delle risorse. Riparto che, non si può dimenticare, dovrà tenere sempre più conto della situazione drammatica di crisi che sta vivendo l’Italia con strati sociali sempre più in difficoltà, attorno cui creare strutture di tutela.

Daniel Reichel, Pagine Ebraiche, agosto 2013

Leggi la Relazione al Bilancio
Leggi le pagine del giornale
il presidente ucei renzo gattegna
Uniti contro chi semina odio
Riguardo ai gravi fatti avvenuti negli scorsi giorni che hanno visto l’apparizione di segni di odio e di intolleranza, il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato: “Le ingiurie e le minacce rivolte dai fautori dell’odio alle Comunità o a singoli ebrei italiani troveranno una risposta compatta da parte di tutti. Chi sporcando i muri con scritte vergognose prende vigliaccamente di mira i singoli, che siano semplici cittadini impegnati sul fronte della conservazione della Memoria viva o persone in vista come il presidente della Comunità di Roma Riccardo Pacifici, può abbandonare la vana speranza di dividerci o confonderci. Simili metodi che furono già utilizzati nei tempi bui delle persecuzioni non possono più trarre in inganno nessuno. A questi comportamenti contrapponiamo non vuote parole, ma azioni determinate. Siamo al fianco delle Istituzioni nel fornire risposte concrete, chiare, atte a perseguire e a punire chi commette reati e semina il pregiudizio.


Qui Roma
In piazza per ricordare
“E’ una questione europea, non romana: serve una forte partecipazione contro l'indifferenza per sconfiggere questi nostalgici del nazismo” così il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici parla, intervistato dal quotidiano free press Leggo all’indomani del centesimo compleanno di Erich Priebke. Una giornata che è stata segnata da momenti di tensione, a cominciare dalla comparsa nella notte di alcune scritte inneggianti al nazismo e di minacce nei confronti del leader comunitario, e poi nel corso della manifestazione sotto la casa in cui l’ex capitano delle SS responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine sta scontando l’ergastolo agli arresti domiciliari.
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Qui Washington
Negoziati tra cautela e ottimismo
Riparte da una cena che rompe la giornata di digiuno prescritta dalla ricorrenza islamica del Ramadan il cammino verso i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. Al tavolo le due delegazioni israeliana e palestinese. Ospite dell’evento, organizzato dal Dipartimento di Stato americano, il segretario John Kerry, che da mesi si spende per la ripresa dei colloqui diretti tra le parti. A offrire la propria prospettiva sul tentativo portato avanti da Kerry sono stati Sergio Minerbi, già ambasciatore di Israele a Bruxelles presso la Comunità europea e Vittorio Dan Segre, giornalista ed esperto di politica internazionale.
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pilpul
 La responsabilità e il destino
I corpi ancora caldi allineati sull’asfalto. Gli obiettivi dei fotografi che rimangono trenta metri sopra mentre i soccorritori si affannano in mezzo all’Inferno. La sgomento, la rabbia, la disperazione. E i primi commenti che fioccano davanti alle telecamere: “Una gita di altri tempi!”, “Sarebbero dovuti partire la prossima settimana!”.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie – Una partita per la vita    
Lo sport a volte racconta la tragicità della storia. È il caso della partita che si tenne il 20 luglio 1937 a Wimbledon, in quel meraviglioso campo che Giorgio Bassani definiva “il Vaticano del tennis”. Anche quel giorno d’estate di settantasei anni fa, ci racconta il libro “Terribile splendore” di Marshall Jon Fisher (editore 66tha2nd, pp. 376), la tribuna di Wimbledon era gremita di folla e di autorità e il campo centrale "verde e teso come un panno da biliardo".

Mario Avagliano
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