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27 agosto 2013 - 21 Elul 5773
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
In una società mediatica e planetaria ognuno ha l'impressione, per non dire l'illusione, di essere contemporaneamente in rapporto con l'umanità tutta intera. Ma il "tutti in relazione con tutti..." significa spesso "anonimato" , essere soli e persi. Nel corso della cerimonia  prevista nel capitolo 27 di Devarìm, che abbiamo letto shabàt scorso,  il popolo intero, benedetto o maledetto, è cosa visibile a tutti.  I membri della società si vedono gli uni con gli altri. E' una cosa estremamente importante per il tema della comunità. La cultura  ebraica ci spinge alla ricerca di una società più intima che consenta ai suoi membri di conoscersi gli uni con gli altri e che apporti alle persone la coscienza di una vita comunitaria qualificata e stimolante senza schermi e senza restare schiacciati dai rispettivi ruoli.
 
Dario
Calimani,
anglista
Povero Bel Paese bistrattato. Da tempo sull’orlo del precipizio, ricattato e conteso fra la ricerca di immunità personalizzata di un potente condannato in via definitiva e la demagogica difesa dell'interesse nazionale attraverso un indulto generale sull’IMU. Come se la soluzione della crisi economica e la salvezza per i milioni di disoccupati fosse in queste due, imprescindibili e simultanee, esigenze. E mentre si gioca in punta di fioretto il destino del paese, si finge di non sapere che sarebbe tempo di una grande rivoluzione sociale e politica. Io dico, allora: voglio pagare l’IMU, ma con tutto quello che a livello politico ne consegue. E che l’Italia diventi finalmente un paese normale, dove non ci sono leggi ‘più giuste’ per qualche potente e dove tutti pagano le tasse dovute, secondo la loro reali possibilità.
 
"Nuove sfide per la leadership ebraica"
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto attualmente in distribuzione, è pubblicata in forma integrale la relazione tenuta dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione del Consiglio del 14 luglio 2013.
 
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Voci a confronto
Da nord a sud, i confini israeliani sono minacciati dall’instabilità dei paesi limitrofi. “Due anni dopo l’avvio della cosiddetta Primavera araba, la posizione di Israele nella regione è diventata, paradossalmente, molto più forte e molto più precaria”, spiega Benny Morris sul Corriere della Sera. Lo storico israeliano dipinge l’inquietante quadro che si sta prefigurando attorno a Israele a causa dei vuoti di potere dei paesi confinanti. Il pericolo principale per Morris è la Siria di Assad – su Repubblica è riportato uno stralcio dell’intervista rilasciata dal dittatore siriano a un quotidiano russo- , che può contare sul braccio armato Hezbollah e sul sostegno dell’Iran, che intanto continua – nel silenzio internazionale – il suo programma per l’armamento nucleare.
 
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Risorse e bilanci
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione, un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche.
 
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  davar
Qui new york
Dolore alla Yeshiva University
“In questo rapporto sono emersi fatti che rappresentano una fonte di vergogna e tristezza per la nostra istituzione. Per conto del Consiglio di amministrazione e dell’intera comunità dell’università, esprimo qui il più profondo e sentito rimorso. Spero sinceramente che il nostro riconoscimento possa essere di qualche conforto e vicinanza alle vittime”. È grande la lacerazione espressa da Richard M. Joel, presidente della Yeshiva University, nel commentare i risultati dell’inchiesta commissionata dalla stessa università allo studio legale Sullivan & Cromwell allo scopo di fare luce su episodi di abusi avvenuti negli anni ’70 e ’80, svelati al pubblico per la prima volta dalla stampa ebraica newyorkese. A prendere posizione sulle vicende per la Yeshiva già nelle scorse settimane era stato il rabbino Norman Lamm, lasciando l’università dopo oltre sessant’anni da studente, insegnante, Rosh Yeshivah, presidente e rettore, come approfondito sul numero di Pagine Ebraiche di settembre, attualmente in distribuzione.
 
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rosh hashanah 5774
Un anno per stare insieme
Torna Rosh HaShanah, tornano i giorni della Teshuvah, i giorni nei quali i nostri Battè Kneseth  si riempiono oltre ogni limite di capienza, i giorni nei quali gioiamo nel ritrovare le persone che da tempo non vediamo, mentre la tristezza per la scomparsa di chi è mancato si stempera nella dolcezza del ricordo degli anni passati, nei quali si era ancora insieme.  Insieme, è proprio questa la parola che riassume ciò che avviene in questi giorni. Un “insieme” che travalica i confini della casa, della famiglia, per essere un insieme fatto di gruppo, di collettività, di popolo.

Elia Richetti, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana
 
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rosh hashanah 5774
Qui Firenze - Un anno dolce 
L
'inizio dell'anno è sempre un momento di speranza, di spirito di rinnovamento e di grandi aspettative. Sono certa che il 5774 sarà fedele ai nostri buoni propositi. La nostra comunità è un microcosmo che amiamo e che non si sottrae dalle dinamiche sociali fatte di momenti facili e periodi più complessi. Così è il nostro vivere ebraico: fluido e straordinario. Primo Levi diceva che  "...la vita perché viva, perché sia fertile, ha bisogno del grano di sale e quello di senape..." ha bisogno, in altre parole, della ricchezza della diversità perché sia positiva.

Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica di Firenze

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rosh hashanah 5774
Qui Ferrara - Un anno di ripresa
Dopo quasi un anno e mezzo dal sisma del 2012, la Comunità di Ferrara non si è ancora ripresa: sono tuttora chiusi il Museo e la Sinagoga tedesca e gran parte dell’edificio non è agibile. Anche la maggior parte delle abitazioni, quelle più lesionate, non sono ancora agibili, colpa in parte della burocrazia, in parte nostra. Il prossimo Rosh HaShanah, come quello precedente, sarà accolto con un certo disagio, essendo disponibile soltanto il piccolo Oratorio fanese.
Nell’augurare a tutta la Comunità di Ferrara un buon inizio 5774, chiedo un po’ di pazienza: pian piano torneremo alla normalità.
Shanah tovah.

Michele Sacerdoti,
presidente della Comunità ebraica di Ferrara

 
pilpul
Da Baghdad a Damasco
Dieci anni fa manifestavo contro la guerra in Iraq. Un intervento militare che appariva sbagliato, inutile, foriero di conseguenze gravi e imprevedibili. Un’iniziativa che non poggiava sul consenso internazionale, ma su informazioni dell’intelligence – le famose armi di distruzioni di massa – che da subito sembrarono fragili, inconsistenti, dubbie. Come poi avremmo saputo. Un’avventura che avrebbe avvantaggiato pochi e perso tante vite umane. A essere sincero devo dire che rimpiango le certezze di allora. Dieci anni dopo, tutto mi appare meno chiaro.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Lech Lechà - Canto e Memoria
Una grande mizvà è essere sempre nella gioia (Rabbi Nachman di Brazlav). Non finisce mai di stupire la creatività pugliese, ebraica e non. A Trani nella settimana di cultura e musica  Lech Lechà è stato eseguito Karussell, un concerto interamente dedicato alla musica cabarettistica scritta nei Lager di Westerbork, Riga e Theresienstadt.

Scialom Bahbout, rabbino capo di Napoli

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