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11 settembre 2013 - 7 Tishri 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
Rabbì Chelbò domando a Rabbì Shemuel figlio di Nachman: “Dal momento che ho sentito dire che sei molto bravo ad interpretare le Sacre Scritture, come spieghi il verso che dice: Ti sei coperto (o Signore) di una nube affinché non ti giungesse la preghiera” (Echà 3, 44). Gli rispose: “La preghiera è stata paragonata ad una fontana mentre la Teshuvah - il pentimento - è simile al mare.
 
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David
Assael,
ricercatore
Davvero particolare l’Italia: il workshop Ambrosetti, forse l’appuntamento economico più importante del Paese, invita a parlare Gianroberto Casaleggio, che ha sempre definito il meeting di Cernobbio come il Bildeberg italiano, consentedogli, tra l’altro, il solito vergognoso atteggiamento verso stampa e vari media che potrebbero fare concorrenza alla sua strampalata teoria che riduce la vita umana a videogioco. Ma questo è niente in confronto alla protesta romana dei suoi in difesa della Costituzione.
 
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Un anno per la libertà
Gli auguri del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo anno ebraico.
 
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Voci a confronto
Lunga lettera di papa Francesco a Repubblica, in risposta ad alcune sollecitazioni di Eugenio Scalfari. Molti i temi toccati, con un preciso riferimento ai rapporti tra ebrei e cristiani. “Perseverando alla fede nel Dio dell’alleanza – scrive Francesco – gli ebrei richiamano tutti, anche noi cristiani, al fatto che siamo sempre in attesa, come dei pellegrini, del ritorno del Signore e che dunque sempre dobbiamo essere aperti verso di Lui e mai arroccarci in ciò che abbiamo già raggiunto”. Di questo a loro non saremo mai sufficientemente grati, scrive ancora il papa. E ciò come Chiesa, “ma anche come umanità”.
Si avvicina l’appuntamento con la 14esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica con capofila la Comunità di Napoli. Sul Messaggero Francesca Nunberg anticipa alcune iniziative di respiro napoletano e nazionale. Filo conduttore il tema ‘Ebraismo e Natura’. Sul quotidiano l’intervento del rav Gianfranco Di Segni. “All’inizio del racconto biblico – afferma – è detto che il Signore Iddio mise Adamo nel giardino dell’Eden ‘per lavorarlo e custodirlo’. Significa che l’uomo ha il diritto-dovere di coltivare la terra e di civilizzarla; d’altra parte la Terra va anche preservata, e non condotta alla distruzione”.
 
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Risorse e bilanci
Un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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  davar
informazione
Sfogliando Yom Kippur
“Oltre che con il Congresso, Obama deve poi vedersela con un calendario infernale che rende quasi impossibile concepire un attacco a settembre. Anche se Senato e Camera si esprimessero a tempo di record (cosa che non avverrà) questa settimana è ‘chiusa’ da ricorrenze (mercoledì quella della strage dell'11 settembre, venerdì e sabato, il 13 e il 14, Yom Kippur, la più sacra festa ebraica)”. Così scriveva sul Corriere della Sera di lunedì 9 settembre il corrispondente da New York Massimo Gaggi, nel fare il punto sui nodi relativi all’approvazione di un intervento militare in Siria da parte del parlamento americano.
Se in Italia la presenza del giorno più solenne dell’anno ebraico sui giornali rimane sporadica, sfogliando i siti dei quotidiani israeliani, gli approfondimenti su Kippur si moltiplicano. Ci sono le curiosità (“Le 10 cose che probabilmente non sapete a proposito di Yom Kippur”) e gli spunti di attualità (“Previsto un clima insolitamente caldo per la giornata di Kippur”). Né mancano i consigli in tema di (non) alimentazione. E come mai, nonostante la sua importanza, al Giorno dell’Espiazione sono dedicati così pochi film, si domanda Haaretz, riproponendo anche lo spezzone de “Il cantante di Jazz” diretto da Alan Crosland nel 1927, con un commovente Kol Nidre?
Anche se la palma dell’originalità va probabilmente a un pezzo del New York Times, che racconta le peregrinazioni in giro per gli Stati Uniti, di cantori, rabbini e studenti di yeshivot per aiutare a celebrare le funzioni delle festività in comunità e sinagoghe che hanno bisogno di supporto. Con qualche problema talvolta ai controlli di sicurezza degli aeroporti per gli inconsueti oggetti nel bagaglio a mano, come le piccole mani d’argento per facilitare la lettura della Torah. Incidentalmente, piuttosto appuntite. (nell'immagine scattata da Leah Nash per The New York Times il cantore Jack Falk)

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dialogo
Riconoscere la radice ebraica
Il papa scrive ai giornali

“Attraverso le terribili prove di questi secoli, gli ebrei hanno conservato la loro fede in Dio. E di questo, a loro, non saremo mai sufficientemente grati. Come Chiesa, ma anche come umanità”. Sono parole di grande impatto, che fortemente si imprimono nel cammino e nelle sfide del dialogo interreligioso, quelle scelte da Papa Francesco nella lettera apparsa oggi su Repubblica in risposta alle sollecitazioni formulate nelle scorse settimane da Eugenio Scalfari.
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pilpul

Ticketless - Logogrifi pugliesi
Il logogrifo è un mostro a due teste. Logo è il discorso, grifo una rete da pesca. Il logogrifo è “una trappola per parole”. Per inventarne uno bisogna scegliere una parola madre e comporne altre usando una parte delle lettere della parola madre. Nella tradizione ebraica logogrifo per eccellenza è Lekh, Lekhah, incunabolo del socratico ‘Conosci te stesso’. Mi è piaciuto davvero tanto che quest’anno il festival ebraico promosso dalla Regione Puglia s’intitolasse così. L’ebraismo riconosce nelle parole la radice stessa della libertà. A commento di Esodo 32, 16 (“Le tavole della legge sono opere di Dio e lo scritto è scrittura di Dio scolpita sulle tavole”), si dice: “Non leggere charùth (scolpita), ma cherùth (libertà), perché veramente libero non è se non colui che si occupa della Torah” (Pirqé Aboth 6, 2).

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Il non intervento
Di fronte alla drammatica crisi siriana, e all’eventualità di un intervento armato statunitense contro il regime di Assad, tutti i politici e i commentatori nostrani, senza alcuna eccezione, appaiono compatti come non mai nello sposare la linea del non intervento, e i giudizi di condanna, scherno, irrisione verso l’amministrazione americana traboccano da ogni foglio stampato, schermo televisivo, pulpito, microfono. La forza non fa che aggravare i problemi, si dice. Il Medio Oriente si incendierà. Scoppierà la Terza Guerra mondiale. Gli USA non possono essere il poliziotto del mondo. Bisogna lasciare spazio alla diplomazia.

Francesco Lucrezi, storico
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